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    Cremonese chiede smentita al Benevento. Nuove foto con boss in campo

     

     

    Partite truccate, Cremonese chiede smentita a Benevento. Nuovi indagati. Nuove foto con boss in campo. Arbitri, noi fuori. Intercettazioni

    08 giu 11 Il presidente dell'Unione Sportiva Cremonese, Giovanni Arvedi, ha chiesto al presidente del Benevento Calcio, Oreste Vigorito, di smentire le dichiarazioni rilasciate al Corriere dello Sport Stadio nell'articolo scritto dall'inviato Rino Cesarano, pubblicato il 6 giugno e intitolato 'Vigorito: Benevento truffato. Questo e' il nostro calciò. Vigorito aveva dichiarato al giornalista che "una società ci ha truffato e gli organi di stampa l'elogiano pure: è questo che più mi fa rabbia". La squadra in questione è la Cremonese che ha ceduto in prestito il portiere Marco Paoloni, il calciatore che il 14 novembre 2010 versò tranquillante nel té dei compagni per ridurne il rendimento in campo in occasione della partita Cremonese-Paganese, vinta dagli ospiti. Marco Paoloni, in carcere a Cremona nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse, sarà interrogato venerdì. Il legale della Cremonese, Giovanni Benedini, ricorda al presidente del Benevento che la società lombarda sporse denuncia contro ignoti e che solo il 15 maggio scorso è stata informata dalla procura della Repubblica di quanto era accaduto. La Us Cremonese, forte anche dell'elogio ricevuto dalla Procura per il suo comportamento in questa vicenda, chiede una smentita a Vigorito e in caso di inadempienza preannuncia querela, attraverso l'avvocato Giovanni Benedini, membro del Consiglio della società.

    PM: in arrivo nuovi indagati. "Per ora non ci sono state nuove iscrizioni, ma è verosimile che ce ne siano, sarebbe normale in un procedimento così ampio. Queste, però, potrebbero non essere a livello associativo". Lo ha spiegato il procuratore di Cremona, Roberto Di Martino, facendo un sunto della giornata di interrogatori di oggi, giorno in cui è stato interrogato, soprattutto, il titolare di agenzia di scommesse, Massimo Erodiani. Il procuratore ha spiegato che l'interrogatorio di Erodiani non è finito, in quanto, tra quelle citate dal suo coindagato, Marco Pirani (complessivamente una trentina, comprese quella già contenute nell'ordinanza di custodia cautelare) "ve ne sono molte ancora da prendere in considerazione". "Qualora dovessero esserci episodi che non appartengono alla nostra giurisdizione - ha spiegato Di Martino - si valuterà se trasmettere gli atti ad altre autorità giudiziarie". Per quanto riguarda gli aspetti chiariti oggi "una delle partite di serie A è certamente riconducibile al gruppo, mentre ve ne sono altre che necessitano di altri approfondimenti".

    Abete domani atti in Procura. La Procura della Federcalcio avrà a disposizione gli atti dell'inchiesta di Cremona domani. Lo ha annunciato il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, al termine della cerimonia per i 100 anni dell'Associazione italiana arbitri. "I prossimi campionati partono regolarmente soprattutto alla luce del fatto che domani, come ha detto il procuratore Di Martino, saranno disponibili gli atti in Procura federale", ha spiegato Abete, aggiungendo che la Federazione sta "seguendo con grande attenzione tutta la vicenda".

    Legale Erodiani: pochi accenni in serie A. Nell'interrogatorio di Massimo Erodiani, davanti al procuratore di Cremona, Roberto Di Martino, nonostante sia durato svariate ore, si sarebbero fatti "pochi accenni" a possibili partite truccate di serie A. Lo ha detto uno dei suoi legali, Giancarlo De Mario, al termine dell'interrogatorio. Il legale ha spiegato che si è parlato delle partite: Inter-Lecce, Genoa-Lecce, Lecce-Cagliari e Atalanta-Piacenza, ma non di Genoa-Fiorentina. Sono tutte partite a cui aveva fatto riferimento, nei suoi interrogatori, Marco Pirani, medico odontoiatra, anch'egli arrestato, e che aveva citato come fonte per le dritte lo stesso Erodiani. De Marco ha spiegato che Erodiani, titolare di agenzie di scommesse, "non ha avuto contatti diretti con calciatori". Salvo in un'occasione singolare: una chat con la quale si parlava di scommesse con un giocatore: Corvia. "Salvo poi scoprire che non era Corvia - ha detto l'avvocato - ma, presumibilmente, Marco Paoloni". Quest'ultimo è l'ex portiere della Cremonese, poi del Benevento, anch'egli arrestato nell'ambito dell'inchiesta.

    Nuove foto col boss in campo. Con il caldo o con il freddo, in posticipo notturno o nel più tradizionale appuntamento pomeridiano delle 15.00, Antonio Lo Russo, il figlio di Salvatore, 'boss' dell'omonimo clan camorristico detto anche dei 'Capitoni', prima dell'emissione nei suoi confronti di una ordinanza di custodia cautelare, non si perdeva una partita del Napoli, squadra della quale, evidentemente, deve essere un tifoso accanito. Spuntano oggi, dall' archivio dell'ANSA, nuove foto che ritraggono l'uomo mentre assiste ad altre due gare interne del Napoli, oltre a quel Napoli-Parma del 10 aprile 2010 di cui tanto si è parlato. Gli incontri in questione - Napoli-Fiorentina, finita con il risultato di 1-3 per i toscani, e Napoli-Catania, conclusasi con il punteggio di 1-0 per gli azzurri - sono del marzo precedente. Lo Russo che veniva accreditato per accedere al terreno di gioco - come ha spiegato oggi il presidente del Calcio Napoli, Aurelio De Laurentiis - dalla ditta che ha l'incarico della manutenzione del manto erboso, è presente sempre nello stesso punto: dietro alla linea di fondo della porta difesa dal portiere della squadra ospite. In occasione della partita in notturna con la Fiorentina, il 13 marzo 2010, a causa della temperatura rigida, indossava un pesante giubbotto uguale a quelli in dotazione agli altri addetti alla manutenzione del prato. A Napoli-Catania, il 28 marzo 2010, Lo Russo assiste, invece, indossando una semplice t-shirt a maniche corte di colore rosso. In nessuno degli altri scatti dell'archivio Ansa che si riferiscono alle partite giocate al San Paolo in quel periodo è riconoscibile Antonio Lo Russo, ma non si può escludere che, comunque, fosse presente sul terreno di gioco.

    Napoli-Parma nessuna anomalia. E' al centro dell'inchiesta degli inquirenti napoletani, ma Napoli-Parma del 10 aprile 2010 non ha creato problemi di flussi anomali agli operatori di scommesse che fanno capo ai Monopoli di Stato. Lo riferisce l'agenzia di giochi Agipronews. Al blitz del Parma avevano creduto in pochi: appena lo 0,7% delle scommesse effettuate sulla rete dei bookmaker italiani era finito sui gialloblu (dati a 7,00), mentre il Napoli (a 1,50) poteva contare sul 97% di giocate piazzato sulla sua vittoria, un vantaggio netto ma naturale visto il divario tecnico tra le due squadre. La prima frazione si conclude sull'1-0 e premia il 74% di puntate sul segno '1 primo tempo', dato a 1,95. Il colpo di scena arriva nella seconda parte della gara, con il Parma che recupera lo svantaggio e con i partenopei che alla fine cedono per 2-3. Il risultato "abbondante", riferisce Agipronews, premia il 76% delle giocate sull'Over (a 1,75), anche questo favorito in lavagna. Tutto regolare anche sul versante "live", dove i segni più giocati sono sempre quelli relativi ad una vittoria dei padroni di casa. Il vantaggio azzurro dopo i primi 45 minuti viene scelto nel corso della partita dall'85% degli scommettitori. Molto più equilibrato, sempre secondo quanto riferisce Agipronews, il gioco sull' '1X2' classico, dove Napoli e Parma ottengono rispettivamente il 39% e il 37%. Anche in questo caso la distribuzione del gioco è adeguata all'andamento della partita, soprattutto nella seconda frazione. Il Parma riesce a passare in vantaggio due volte, portandosi prima sul 2-1 e poi sul 3-2 finale, attirando ovviamente le giocate degli scommettitori che seguono il "live".

    Napoli non coinvolto. Tre partite - una del campionato appena concluso, due del precedente - finiscono sotto la lente degli inquirenti della procura di Napoli. E' di oggi l'iniziativa dei magistrati, che indagano su uno dei filoni del calcioscommesse, di delegare alla squadra mobile l'acquisizione dei filmati relativi a Napoli-Parma del 10 aprile 2010, conclusa 2-3 con la vittoria in rimonta degli emiliani, Lecce-Napoli dell'8 maggio scorso, 2-1, e Sampdoria-Napoli 1-0, ultima partita del campionato 2009-2010. Sulle circostanze che hanno indotto i magistrati a verificare l'ipotesi di presunti illeciti legati a quei match al momento è possibile formulare solo congetture, a causa dello stretto riserbo che circonda l'inchiesta. Solo sulla partita con gli emiliani appariva scontato un supplemento di indagine da parte dei pm, visto che quell'incontro al San Paolo, già segnalato come anomalo lo scorso anno in un'informativa dei carabinieri (elementi che non apparvero rilevanti, tanto che l'incartamento finì sul tavolo della procura federale della Figc per essere archiviato), vide la presenza a bordo campo, documentata dalle foto diffuse nei giorni scorsi, di Antonio Lo Russo, figlio di un boss della camorra con interessi nel settore nelle scommesse. Ci sono state dunque nuove rivelazioni da parte di qualche fonte legata a quel mondo? L'impressione è che i magistrati del pool che si occupa dei cosiddetti "reati da stadio" intendano esaminare i casi in maniera approfondita per capire se ci troviamo di fronte a elementi concreti per proseguire l'inchiesta oppure a segnalazioni fasulle, destinate agli archivi. Va detto che oggi l'Agipro News (l'Agenzia stampa giochi a pronostico e scommesse) in una nota ha sottolineato che in nessuna delle tre partite in questione si sono verificati flussi di puntate anomale, anche per quanto riguarda le giocate "live", fatte ovvero nel corso dell'incontro. A gettare acqua sul fuoco sono stati nel corso della giornata sia il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore sia il presidente della società azzurra Aurelio De Laurentiis. "Se ci sono dei reati è nostro dovere intervenire. Allo stato attuale posso escludere che il Napoli sia coinvolto". ha dichiarato Lepore ai microfoni di radio CRC. "Per cambiare il risultato di una partita - ha sottolineato il procuratore - c'é bisogno dell'accordo di tante persone come giocatori, allenatori, arbitri e così via. Non sappiamo ancora il meccanismo tramite il quale il travisamento dei risultati sarebbe avvenuto.Il denaro muove le montagne, poi ci possono essere anche altri interressi collaterali. Siamo all'inizio delle indagini ma penso che verranno fuori molte cose". Il presidente del Napoli ha in primo luogo fornito una spiegazione sulla presenza del figlio del boss a bordo campo: "Questo signore presentato nelle foto - ha detto - era vicino a un rappresentante delle forze dell'ordine ed era alle dipendenze di un manutentore del campo di gioco, quindi non è che il calcio Napoli può stare all'entrata a verificare la fedina penale di tutti quelli che entrano, altrimenti dovremmo anche investigare, e non solo sui frequentatori dello stadio". Quanto all'inchiesta in corso "a me non risulta - ha dichiarato - che il Napoli sia coinvolto. Per quanto riguarda la presenza allo stadio di determinati elementi, le società di calcio non possono mai essere considerate come responsabili perché allo stadio possono non andare solo coloro che sono colpiti da Daspo, tutti gli altri in luoghi pubblici possono avere accesso: questa é la legge, questa è la regola"., ha spiegato ai giornalisti che lo hanno avvicinato in Municipio dove ha incontrato il sindaco Luigi de Magistris.

    Arbitri: scandalo non ci riguarda. Gli arbitri non hanno paura, perché Cremona e Napoli "é roba che non ci riguarda". Compiono cento anni, uno scandalo, quello del 2006 che ha azzerato buona parte dei fischietti made in Italy lo hanno già dovuto mandare giù, e adesso non vogliono pensare che l'ennesima bufera che sta minando la credibilità e non solo del pallone possa riguardarli. Ci sono da spegnere le cento candeline dell'Aia ed é proprio il presidente Marcello Nicchi a mettere in guardia dalla "diffamazione": al momento i direttori di gara non sono i protagonisti delle inchieste penali, eccetto un riferimento negli atti della Procura di Cremona all'arbitro di Albinoleffe-Pescara (Bacalini), mentre i magistrati di Napoli (che pure indaga) annunciano che nel calderone ci sono pure loro. "Prendo atto, ma non mi risulta nulla perché in questo momento si può dire ogni cosa di chiunque - ha spiegato Nicchi nella cerimonia per i festeggiamenti dell'associazione che dirige, nel salone d'onore del Coni -. Ci sono esempi di persone finite in prima pagina e poi completamente estranee. Se si dimostrasse la responsabilità di qualcuno di noi non avremmo timori a prendere provvedimenti. Il calcio comunque non deve tremare finché ci sono questi valori. Non sono catastrofico, è ancora tutto da verificare". Sulla 'bonta' degli uomini del calcio il capo degli arbitri non ha dubbi: "I dirigenti, gli allenatori, sono tutte persone per bene. Degli arbitri non posso pensare non lo siano. Ma se nel nostro mondo si inserisce qualcosa che non fa parte dello sport sono problemi per tutti - ha aggiunto Nicchi -. Facciamo il tifo per la magistratura affinché faccia luce su tutto perché la cosa più brutta è la malversazione ma anche la diffamazione". E fanno quadrato a difesa dell'intera categoria anche gli arbitri in attività capitanati dal bolognese Rizzoli: "Escludo in maniera categorica che qualche arbitro possa essere coinvolto nello scandalo del calcioscommesse, non lo ritengo davvero possibile -. Gli arbitri sono portatori di valori importanti detto questo, è chiaro che chiunque sbaglia, deve pagare". Chiede prudenza anche il designatore della Can di A, Stefano Braschi: "Questa del calcioscommesse è una vicenda che ci coinvolge tutti, ma bisogna andarci con molta cautela. Per questo motivo credo che sia giusto aspettare la conclusione delle indagini: solo alla fine tireremo le somme". Sul coinvolgimento dei direttori di gara Braschi insiste che "con i se e con i ma non si fa la storia: per quello che ho visto nella mia carriera mi sento di escluderlo. Di sicuro non me ne sono mai accorto, ed è chiaro che chi sbaglia pagherà le conseguenze". Intanto sono sereni anche nella foto ricordo della squadra rinnovata dopo lo tsunami Calciopoli, perché stavolta "non ci riguarda".

    Da Signori nessuna proposta illecita. Da Giuseppe Signori, quando gli fu prospettata la possibilità di 'giocare' la partita Inter-Lecce, in un incontro nello studio del suo commercialista il 15 marzo scorso, venne un "secco no". Lo ha spiegato la difesa al termine dell'interrogatorio di garanzia dell'ex calciatore. L'avvocato di Signori, Silvio Caroli, ha spiegato che, nell'interrogatorio, durato poco più di un'ora, si è parlato quasi esclusivamente dell'incontro del 14 marzo nello studio dei commercialisti di Signori in cui l'ex calciatore era stato invitato per conoscere delle persone. All'incontro aveva trovato il calciatore Antonio Bellavista e il titolare di agenzie di scommesse Massimo Erodiani i quali gli avrebbero proposto di finanziare un affare, cioé, per l'appunto, la combine di Inter-Lecce. "Da Signori venne immediatamente un secco no" e, in quell'incontro, non si sarebbero fatti i nomi di giocatori "perché non si sapeva se ce ne sarebbero stati di addomesticabili". Il legale ha detto che già domani presenterà istanza di revoca dell'ordinanza con cui il gip Guido Salvini aveva disposto gli arresti domiciliari.

    Monopoli 38 eventi anomali. Secondo i Monopoli è "necessario chiarire i seguenti aspetti al fine di evitare confusioni di ruoli e competenze": "La raccolta delle scommesse in Italia, nel settore sportivo e non, è riservata allo Stato che la esercita attraverso operatori italiani ed esteri in possesso di specifici requisiti soggettivi e oggettivi stabiliti dalla legge che abbiano acquisito la titolarità di idonea concessione rilasciata da AAMS, a seguito di gara europea". "L'insieme di tali concessionari - è detto in una nota - costituisce la rete ufficiale della raccolta delle scommesse in Italia, l'unica riconosciuta e autorizzata dallo Stato. I concessionari riconosciuti come tali sono tenuti al rispetto di specifici e rigorosi obblighi nell'esercizio della propria attività, a tutela degli interessi generali, dell'ordine pubblico, dei giocatori, dei minori". "Il flusso delle scommesse raccolte dai concessionari di Stato, e solo questo, confluisce ed è registrato, in via informatica e in tempo reale, in un unico ed apposito totalizzatore nazionale tenuto e gestito da Sogei Spa, partner tecnologico di Aams e del Ministero dell'Economia e Finanze. La collaborazione costante tra Aams, Sogei, concessionari di Stato e l'utilizzo di specifici strumenti informativi ha consentito e consente di procedere in tempo reale, e sulla base dei flussi, all'elaborazione e all'analisi dei dati di raccolta e all'individuazione di possibili anomalie oggetto di specifiche segnalazioni agli organi competenti", prosegue piazza Mastai. Aams sta "collaborando, e continuerà a collaborare, con gli organi inquirenti per contribuire alla repressione e prevenzione del malaffare nel settore dei giochi e con le Autorità Sportive, Coni e Federazioni per assicurare e garantite la genuinità dell'evento sportivo, oggetto delle scommesse. L'Amministrazione ha, inoltre, promosso ogni iniziativa finalizzata allo scambio di informazioni, a livello nazionale con le Forze di Polizia, Associazioni e altri Enti, mentre a livello internazionale con le omologhe autorità degli altri Paesi: entro fine mese sarà firmato un importante protocollo di intesa con la Francia per lo scambio di informazioni in materia di controlli".
    Tante giocate in rete non ufficiale. "I fatti della recente cronaca giudiziaria evidenziano che parte rilevante delle scommesse oggetto di indagine è stata sottratta alla rete ufficiale dei concessionari di Stato e ha utilizzato canali di operatori esteri privi di concessione dello Stato o, addirittura, siti illegali extraeuropei". E' quanto affermano i Monopoli di Stato in relazione all'inchiesta sul calcioscommesse della procura di Cremona. "Ciò ha consentito di aggirare il monitoraggio ai fini delle segnalazioni agli organi competenti. In proposito, è bene ribadire che comunque ogni qualvolta il flusso di gioco si colloca fuori del circuito ufficiale della raccolta dei concessionari di Stato viene di fatto impedita ogni attività di monitoraggio, verifica, analisi e controllo", concludono i Monopoli.

    Mafia-Pallone, dossier di Libera. Riciclaggio di soldi mediante sponsorizzazioni, partite truccate, scommesse clandestine e fondi neri, totonero e doping, le "mani" sulle scuole calcio, quelle della criminalità sul pallone. Dalla Lombardia al Lazio, abbracciando la Campania, la Basilicata, Calabria, toccando la Puglia, con sospetti in Abruzzo e con un radicamento profondo nell'isola siciliana. E con il Nord Italia sicuramente non immune da questa onda di illegalità applicata al calcio. In un dossier che aggiorna quello presentato a luglio 2010, Libera, rete di associazioni contro le mafie, pubblica estratti del libro inchiesta "Le mafie nel pallone - Storia dell'illegalità diffusa nel gioco più truccato del mondo" del giornalista Daniele Poto. Più di 30 i clan direttamente coinvolti o contigui censiti nelle principali inchieste riguardanti le infiltrazioni mafiose e i casi di corruzione nel mondo del calcio. E alla spartizione della torta il gotha della mafia, dai Lo Piccolo ai Casalesi, dai Mallardo ai Pellé, dai Misso alla cosca dei Pesce e Santapaola con un'appendice dei Fabbrocino e D'Alessandro. Oggi, si afferma nel dossier, i clan guardano al mondo del calcio, controllano il calcio scommesse, condizionano le partite, usano il calcio per cimentare legami della politica, riciclano soldi. Le inchieste della magistratura, le intercettazioni telefoniche dimostrano come anche nel football sia presente un alfabeto dell'illegalità tutto italiano, con pertinenze anche straniere: 'ndrangheta, camorra, Cosa nostra, Sacra corona unita e mafia, tutte attive e operative nel corrompere quella che sembrava apparentemente un'isola felice e che viene interpretata come un enorme affare. E oggi - denuncia Libera - più che mai gestiscono il calcio scommesse, condizionano le partite, usano lo sport per cementare legami della politica, riciclano soldi. E' necessario, sottolinea il dossier, rompere i silenzi, avere il coraggio della denuncia seria e documentata, ricordando le tante piccole squadre e realtà locali che non hanno perso la trasparenza e la lealtà nel loro agire quotidiano. Le mafie, denuncia Libera, usano il calcio giovanile per arruolare nuova manovalanza: possedere una squadra di calcio rappresenta in tante realtà un fiore all'occhiello, una testimonianza di prestigio e soprattutto uno strumento di controllo del territorio. "Partite aggiustate, vorticoso giro di scommesse in mano alla criminalità. Un gioco semplice: si punta dieci, si guadagna mille. Soldi che le mafie investono nell'edilizia, nei grandi appalti, nella droga": la denuncia di Libera riprende quella dello scorso luglio che è rimasta, dicono, inascoltata. "Siamo davanti a un affare silenzioso e invisibile, che tranne rare e poche eccezioni non ha trovato spazio nei rapporti della Direzione antimafia degli ultimi tre anni, lungo centinaia di pagine di approfonditi report. L'illegalità nel calcio è più facile da nascondere perché gli occhi della magistratura non sono riflettori accesi sul fenomeno e perché difficilmente si sospetta di riciclaggio"

    Intercettazioni: Squadre di A che 'stanno coperte', società di B che chiedono soldi per manipolare gli incontri, giocatori che parlano tranquillamente al telefono di partite aggiustate o da aggiustare e perfino un comandante dei vigili urbani di Roma che al telefono con uno degli arrestati sentenzia: "a Roma si può fare tutto". C'é di tutto nelle oltre 1.800 pagine di intercettazioni e brogliacci di telefonate agli atti dell'indagine sul calcioscommesse che sta mettendo sotto sopra il mondo del pallone.
    ERODIANI, 'VADO A CESENA PER CONCLUDERE FACCENDA' - Il portiere della Cremonese parla al telefono con Massimo Erodiani il 14 gennaio di come fare per aggiustare una serie di incontri. "Positivo?" chiede Paoloni. Ed Erodiani risponde: "se è positivo io stasera devo andare a Cesena…tu immagina…io devo partire per te…devo andare a Cesena per noi…capito?...devo andare a concludere la faccenda". "Con quelli del Bologna?" chiede ancora Paoloni. "No, con quegli altri che ti avevo detto".
    PAOLONI, FIORENTINA E SAMP STANNO COPERTE - Il 2 febbraio Erodiani e Paoloni parlano del campionato di A. Dice Paoloni: "stasera certe rapine secondo me...la Roma...poi mi piace l'x del Cesena". E più avanti aggiunge: "Fiorentina e Samp under tutte e due...stanno coperti tutti e due...pure il Genoa...e poi Parma-Lecce".
    MOGLIE PAOLONI, HAI PRESO ANCHE IL MIO PORTAFOGLI? - Nelle carte ci sono anche decine di intercettazioni di Michela Spinelli, la moglie del giocatore finito in carcere, disperata e molto arrabbiata per la situazione finanziaria in cui il marito l'ha costretta a causa del suo vizio per le scommesse. "Vaff…a te e tutte le c…che spari - urla il 16 gennaio - vaff…a la vita che mi stai facendo fare…vaff…a tutto, sei così bugiardo da avere pure giurato su Giulia…non ti meriti il mio amore". Sei giorni dopo gli manda un sms: "Hai preso il mio portafogli, complimenti. Non ti voglio più nella mia vita". E il 26 aggiunge: "Tu non cambi, tu non ti sacrifichi, tu non ti impegni".
    PAOLONI A FINANZIARIA, GUADAGNO 120MILA EURO AL MESE - Una conferma che il portiere della Cremonese fosse un millantatore gli investigatori la ottengono il 27 gennaio, quando Paoloni è al telefono con una finanziaria "per ottenere un finanziamento - annotano i poliziotti - di 30mila euro". In quell'occasione "afferma di guadagnare 120mila euro netti al mese e di giocare nel Savona". Quattro giorni dopo, però, al telefono con il collega Musetti (giocatore dello Spezia, ndr) chiederà "se gli presta 500 euro per pagare l'affitto".
    PARLATO, '80' DA TORINO PER MANIPOLARE PARTITA - Anche il Toro è nelle attenzioni della 'cricca' del pallone e diversi sono i tentativi di agganciare la società. Il 15 febbraio parlano al telefono Pirani e Parlato. Chiede quest'ultimo: "Ma noi a Torino siamo completamente scoperti o c'abbiamo modo di arrivare…a livello di società?". "Non proprio - risponde Pirani - non siamo scoperti". Parlato allora va avanti: "loro sono in grosse difficoltà, se i nostri referenti di Livorno…magari vogliono ancora ricominciare a fare…so per certo che il loro capo è uno che investe". E più avanti: "vogliono muoversi, perché hanno bisogno e stanno fuori dai play off…noi siamo agganciati bene con un determinato numero di persone solo che il canale… Risponde di nuovo Pirani: "il canale ce l'ho". Due giorni dopo, il 17, Parlato manda un sms a Pirani "con l'indicazione - scrivono gli investigatori - della cifra richiesta dal Torino per manipolare la partita Torino-Pescara del 20/2/2011". La cifra indicata è "80". Dall'ultima telefonata la combine sembra però saltata: "Se la giocano" dice Pirani. "Bene, va bene" risponde Parlato. Ma Pirani prosegue: "se la giocano…anche perché stavolta hanno loro su…c'hanno tre, quattro defezioni…mi ha detto ce la giochiamo poi se non va dalla prossima…comunque a quelle cifre niente".
    CESENA-CHIEVO 'LA GESTISCONO I ROMAGNOLI'' - Il 18 febbraio sempre Parlato dice a Pironi al telefono: "se accettano la proposta come spero se la gestiscono loro stessi, questi qui romagnoli…la settimana scorsa ho gestito io la cosa con questi qui…romagnoli".
    IL MILAN HA IN ATTACCO I 'TRE IGNORANTI' - Gli indagati spesso facevano al telefono commenti sulle squadre. Il 28 febbraio parlano di Milan-Napoli: "ha messo un centrocampo con Van Bommel, Gattuso e Flamini…cioé manco l'aria passa". "rubano palla e la danno ai 3 ignoranti" aggiunge Parlato. "Hai detto bene, i tre ignoranti, Pato, Ibrahimovic e Robinho - conclude Erodiani - Cannavaro, Campagnaro e Aronica dimmi che c…gli fanno".
    MICOLUCCI, MANFREDINI MI HA DETTO DI FARE PARI - Che Ascoli-Atalanta sia una partita truccata per gli investigatori é una certezza. E Micolucci (giocatore dell'Ascoli, agli arresti) sembra confermare: "io poi ti dico la verità…appena sono arrivato Manfredini (giocatore dell'Atalanta) mi ha detto di fare pari".
    COMANDANTE VIGILI URBANI, A ROMA PUOI FARE TUTTO - Tra le migliaia di pagine depositate c'é anche un'intercettazione dell'allora comandante del centro storico di Roma dei vigili urbani, Cesarino Caioni. E' al telefono l'11 febbraio con Pirani, che gli chiede di darsi da fare per quella "cosa" perché ci conta". "Mi sto muovendo…un po' in tutte le parti…sto aspettando delle risposte.. - dice il comandante - a Roma si può fare tutto Marco…però essendo fuori Roma io…gioco fuori casa e un po si era…a Roma si era sfasciato tutto e adesso sto mettendo in movimento una serie di soggetti…vediamo che viene fuori".

    Intercettazioni su Piacenza. "Vuole diecimila euro in più". Li avrebbe chiesti il portiere del Piacenza, Cassano, per combinare una partita. Il particolare emerge da una telefonata del 19 marzo alle 20:55, che si trova negli atti dell'inchiesta sul calcioscommesse, tra Massimo Erodiani e Antonio Bellavista. I due parlano di come scommettere e di quanto devono investire per vincere somme importanti. Poi il discorso si sposta sul Piacenza.

    B: oggi abbiamo lavorato una settimana per poi avere anche la presa per il c...della non notizia

    E: no la presa per il c...dell'una e mezza quando loro stavano mi fa...ti raccomando non giocare niente mi fa...

    B: eh appunto

    E: che ti fai male pure...no infatti. Il secondo l'ha fatto lui hai visto che c...di rigore che ha fatto e quel pezzo di m...di Cassano che ieri m'ha detto m'ha fatto dire da Gerva (Gervasoni, ndr) io la faccio voglio 10mila euro in più con Francesco dall'altra parte con Francesco che dice va bene diamogli ste c...di dieci e stamattina no hanno fatto la riunione tecnica c'abbiamo paura a prendere il quarto gol ma ti sto dicendo che il 3-1 te lo faccio fare io...mi hai fatto perdere una settimana di tempo...dopo mi vieni a dire non voglio prendere il quarto gol"

     

    Fiorentina-Roma: intercettazioni. Fiorentina-Roma è una delle tre partire indicate dall'ex calciatore Gianfranco Parlato come una di quelle di serie A su cui il gruppo coinvolto nel calcioscommesse aveva raccolto 'voci'. Ecco l'intercettazione in cui lo stesso Parlato ne parla con Massimo Erodiani, altra figura centrale dell'inchiesta della magistratura cremonese. La telefonata avviene il 20 marzo alle 11.56, pochi minuti prima dell'inizio della partita. I due prima parlano di scommesse da fare sui siti asiatici e di fare puntate 'live', cioé a incontro in corso. Poi il discorso si sposta.

    E: allora la partita dell'Inter...

    P: no..no..eh..bé...ho immaginato eh...voglio dire...cioé nel senso poi una volta che vinci tre e mezzo...immaginavo...anche le persone sveglie che potevano essere...

    E: ci stanno...ci stanno i due centrali...il portiere...la punta...quella con la C...che e quello che ha parlato con me che lui è il referente...ok?

    P: ah ok...il Corvo...!

    E: bravissimo...bravissimo...m'ha detto dopo...in confidenza...m'ha detto guarda se iniziamo sto rapporto...poi prendila con il beneficio del dubbio perché è la prima volta...eh

    P: eh?

    E: mi ha detto Fiorentina-Roma faranno tanti gol

    P: oggi?

    E: eh!

    P: a mezzogiorno...cos'é?

    E: sì

    P: eh

    E: pero...dai me l'ha detto...pero m'ha detto devo sentire il Capitano sù...perché lui è di Roma è...pure Max è di Roma...eh

    P: pensa te...

    E: eh...hai capito il giro?

    P: eh certo...

     

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