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Due schiaffi del Barletta ad un Cosenza abulico
Due schiaffi del Barletta ad un Cosenza abulico 03 ott 10 AAA gioco cercansi: un po e’ una battuta, un po e’ un ironia, forse qualcosa di vero. Ma possiamo assicurarvi che a fine gara le facce che vedete nella foto qui sopra vanno oltre ogni commento. Staff tecnico e dirigenti a tu per tu, quasi vicini ad una decisione importante. Non ci sono giustificazioni. Se dobbiamo dare un voto al percorso del Cosenza, a prescindere dalla gara di oggi, in queste sette gare, e’ difficile arrivare, in media, oltre il 5. I numeri sono impietosi e agitano non un campanello d’allarme, ma una campana a rintocchi pesanti. Sette gare, 10 punti fatti. Cinque reti subite, e fin qui siamo nella media; Cinque reti fatte di cui, due su autorete, due rigori ed una sola rete su azione realizzata da un difensore, per giunta, Bernardi, sono segno che qualcosa di importante non funziona. Il cuore e l’anima non lo valutiamo, sarebbe difficile dare un giudizio per quanto visto oggi, che, di sicuro, influenzerebbe in maniera pesante. A mente fredda, dopo sei ore dalla gara e il viaggio di ritorno a cercare di trovare appigli logici, il giudizio rimane intatto: bocciati. Bocciato il gioco che non esiste piu’. Oggi Degano era l’unico giocatore che ha provato a costruire e a spingere. Troppo poco. Gli altri suoi compagni guardavano la palla viaggiare in lungo ed in largo sul campo senza metterci un pizzico di cattiveria, un pizzico di grinta. Quasi una sorta di protesta. Contro chi? Contro Cosa? Perche’ questa involuzione nell’impegno? Se lo champagne visto nelle prime tre gare aveva lasciato ben sperare, nelle ultime 4 gare , sicuramente le assenze hanno pesato, non abbiamo visto ne gioco ne grinta. Che succede? Errori marchiani che si ripetono. E non tralasciano nessuno. Da Raimondi a Di Bari la difesa torna quella della smemorata di Collegno. Blocchi, tagli, lisci, recuperi e scarichi fatti alla carlona. Come se in testa i giocatori avessero un luna park che li distrae. Nessuna concentrazione. Oggi, niente di niente. “La piu’ brutta partita da quando alleno” ha detto Stringara. La piu’ brutta partita del Cosenza mai vista fino ad oggi, aggiungiamo noi. E’ inutile ripetere il refrain della squadra abulica. Oggi in campo tranne Petrocco e Degano che meritano qualcosa piu’ della sufficienza, gli altri erano spenti, assenti. I due gol mangiati da Margiotta ed il primo gol di Bellomo sono cose da non credere. Su Margiotta la difesa, che oggi ha dimostrato che a quattro, due soli centrali non funzionano, sbaglia lo scarico, non spazza e rinvia corto sui piedi dell’ex bomber rossoblu che a porta vuota sbaglia e poi trova le mani sante di Petrocco. Sul primo gol di Bellomo, sembrava di vedere Eto’ mentre s’insinuava nella difesa del Werder: una bevuta colossale con nessuno che chiudeva la diagonale. Il terzino che mancava dal suo posto e nessuno che andava a contrastarlo. Ma stiamo scherzando? Incredibile poi il gol mancato da Mazzeo per un soffio sull’uno a zero davanti la porta, forse non ci arriva ed invece di spingerlo con la coscia prova a spostarlo con la mano, il guardialinee che non e’ fesso, ferma tutto. La grinta dov’è? Con la presunzione ed i nomi, cari signori, non si va da nessuna parte. Una prestazione grigia che ha coinvolto anche gli ultimi arrivati come Daud che ce la mette tutta ma il limite di condizione e’ evidente tanto da farlo risultare impalpabile e poi sostituito. Arriva Essabr che da un po di brio in piu’ ma nient’altro. Degano ad un certo punto l’abbiamo visto anche al centro a imboccare palloni. Non si puo’. Biancolino non puo’ inventarsi un tiro se la palla non gli arriva. Segno che il centrocampo che pensa a coprire una difesa sotto tono non puo’ poi preoccuparsi di ripartire quando alla prima palla persa davanti la linea di porta si ripetono gli stessi errori di sempre. Nessuno chiude la diagonale su Bellomo, nessuno contrasta Rajcic che lo vede e lo serve solo soletto davanti a Petrocco. Due a zero. Sulla sinistra mancava la copertura. Il limite della difesa a quattro. Se l’esterno non ne ha piu’ si spalanca la prateria. Giacomini ha problemi, e si vede. Senza la sua spinta chi e’ da quelle parti, affonda come una lama nel burro. Poi Raimondi che ha fatto meta’ preparazione in settimana paga pegno con due tre errori che offuscano quanto fatto di bene sinora. Stringara fino all’ultimo spera in una reazione e butta nella mischia un motivatissimo Olivieri. Quando vede la porta tira da tutte le parti. Ma tira, e basta. Insomma un Vajont su cui preferiamo non infierire come un cecchino su di un’autoambulanza. Urgono segnali forti. Ancora una volta la classifica ti stava strizzando un occhio e non si e’ riusciti ad approfittarne. L’Atletico Roma vola e il resto e’ tutto un pantano. Il Barletta dal canto suo ringrazia ed incassa tre punti che salvano il fondoschiena a Sciannimanico. In suo aiuto, dieci giorni fa, e’ giunto Marcello Pitino, ex ds Cosenza targato Catizone/Adamo, e del Catanzaro della scorsa stagione. Ha portato Frezza e Galeoto che hanno messo un chiavistello alla traballante difesa dei pugliesi. Subito in campo i due hanno provveduto anche a spingere, ma guarda un po, finché hanno retto. “Sono qui solo da dieci giorni e sto facendo qualcosa per una squadra che finora e’ stata davvero sfortunata” ci ha raccontato Pitino che ancora negli occhi ha i diecimila del San Vito. Il resto, il non gioco e le marchianate le ha fatte il Cosenza che ha fatto brillare, forse un po troppo il dovuto, un Barletta che ha avuto il merito di cercare la porta piu’ volte, prendere traverse, fare gol, e mangiarsi almeno tre marcature. Petrocco: Sui due gol non ha nessuna colpa, anzi, fa due miracoli su Margiotta a tu per tu e da lontano. Voto 7 Degano: Spinge e propone. Sulla fascia sinistra crea lui tutti i pericoli tentando anche il tiro. Spostato anche al centro. Voto 6 + Essabr: Entra con mezza settimana di preparazione nelle gambe, prova a dare brio, ma è solo, maledettamente solo: Voto 5 1/2 Tutti gli altri: Non ce la sentiamo di fare commenti perche' nessuno e' andato oltre il: 4
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