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Cgil "Sterile polemica di Oliverio sulla sanità"
Cgil "Sterile polemica di Oliverio sulla sanità" 30 nov 17 "Rischia di assumere i contorni di una sterile polemica la protesta messa in atto dal Governatore della Calabria Mario Oliverio per richiamare l'attenzione del Governo nazionale su uno dei temi più importanti per la nostra Regione: la sanità". Lo afferma in una nota il segretario generale della Cisl Fp Luciana Giordano, secondo la quale "fra catene, polemiche e frizioni, la sanità calabrese continua a morire". "Una sanità - prosegue - che continua a mietere vittime e disastri sotto ogni punto di vista, umano, sociale, economico, ambientale. Con indicatori che la dicono lunga sull'ormai cronicizzata inefficienza di un settore che in ogni angolo della Regione ha serie difficoltà a funzionare e a mettere a sistema la regolare erogazione dei servizi sanitari essenziali per la sopravvivenza (nell'accezione letterale del termine) di una cittadinanza ormai rassegnata a questo stato di cose. Da anni assistiamo ad iniziative isolate di protesta da parte dei sindaci, delle varie forze politiche, della società civile e delle parti sociali, troppo spesso caratterizzate da posizioni campanilistiche e quasi mai in grado di proporre un progetto organico di riorganizzazione della rete sanitaria in tutta la Calabria. A pagarne le conseguenze sono sicuramente in primis i cittadini e gli utenti tutti ma non va trascurato il disagio vissuto dal personale sanitario, che giorno e notte si prodiga per erogare salute in condizioni organizzative, strumentali e logistiche assolutamente inadeguate. E' forte la richiesta proveniente dai lavoratori di avere un Ssr efficiente, in grado di garantire risposte alle comunità ma anche agli stessi lavoratori, vittime di un Piano sanitario regionale che avrebbe dovuto realizzare un equilibrato funzionamento della rete ospedale/territorio, per evitare un'inappropriata ospedalizzazione, che avrebbe dovuto attivare le 'inesistenti' case della salute e tutte le articolazioni Poliambulatoriali, che restano invece sempre più spoglie di attrezzature, di personale specialistico, infermieristico, tecnico e amministrativo. Nonostante tutto, questo personale, la cui età media supera abbondantemente quella degli operatori sanitari del resto d'Italia, continua la sua opera, subendo spesso le reazioni esasperate di un'utenza disperata che rivendica un diritto alla salute che in Calabria proprio non riesce ad esercitare. Una risorsa umana che necessita di nuove energie e nuova forza lavoro. Situazione che rende indispensabile l'immediata e concreta attuazione del Piano di assunzioni e stabilizzazione dei precari, oggi reso più agevole dalla Riforma Madia. Una Sanità, dunque, quella calabrese da anni sottoposta a Piano di rientro e a commissariamento, i cui frutti, complessivamente, sono ben lungi dal vedersi, come dimostrano gli ultimi indicatori registrati e censurati dal Tavolo Adduce. In aumento sia la spesa sanitaria che l'emigrazione passiva e servizi che non solo non migliorano ma addirittura sono peggiorati, con la chiusura e l'accorpamento di strutture e la soppressione di posti letto, compromettendo la garanzia dei Lea". "Ed allora - conclude Luciana Giordano - ad incatenarsi dovrà essere tutta la Calabria, senza distinzione di colore politico o di appartenenza, unendosi sotto un'unica irrinunciabile rivendicazione: la Calabria pretende salute".
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