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Nesci: A Palazzo Campanella c'è una casta; scoppia la polemica
Nesci: A Palazzo Campanella c'è una casta; scoppia la polemica 09 nov 17 "Mi congratulo con il Consiglio regionale della Calabria, che ha dimostrato di essere la casta più all'avanguardia del mondo". Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, "con riferimento - é detto in un comunicato - alla recente approvazione del Protocollo di gestione della presenza del personale dipendente o di altre pubbliche amministrazioni assegnato alle strutture speciali del Consiglio regionale". "In sostanza - aggiunge la parlamentare 5stelle - il Consiglio regionale ha certificato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che le centinaia di dipendenti delle strutture speciali non hanno finora avuto l'obbligo di timbrare, potendo agire in tutta libertà, magari per la campagna elettorale dei consiglieri regionali danti causa. Si tratta di uno scandalo nazionale a cielo aperto, anche perché sulla presenza in ufficio dei dipendenti in questione pende a Reggio Calabria un'inchiesta su esposto del Movimento 5stelle. Adesso c'è la prova madre, che arriva da una deliberazione inequivocabile, con cui il Consiglio regionale ammette il costume e l'andazzo datati, circa la gestione di quel personale. Nel Protocollo approvato s'introduce l'obbligo di timbratura e il sistema per aggirarlo sino ai prossimi mesi. È un capolavoro d'alta scuola, al solito a spese dei contribuenti". "Il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto - conclude Dalila Nesci - dica quanti sono i dipendenti in argomento, come sono stati finora controllati e quanto sono costati ai calabresi. Sollecito la Procura di Reggio Calabria a procedere in proposito, perché la politica non ha ritegno, per cui la magistratura è costretta ogni volta a supplire". la replica di Neri: Nesci nervosa. "Per una prassi del passato, da noi ereditata e che abbiamo deciso di interrompere, l'attestazione delle presenze dei dipendenti pubblici applicati alle strutture speciali è avvenuta finora, pur legittimamente, attraverso una certificazione scritta. Adesso, invece, per una nostra precisa volontà, che pone fine a rischi per l'amministrazione e alibi per la burocrazia, abbiamo deciso di rafforzare l'impegno già profuso in direzione di trasparenza e legalità, passando alla digitalizzazione, con il rilevamento automatico delle presenze". Lo afferma, in una dichiarazione, il segretario-questore dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, Giuseppe Neri. "Mi sembra - aggiunge - che sia un grande passo avanti, quasi una rivoluzione. E siamo pronti ad essere ancora più restrittivi perché noi facciamo sul serio, usiamo preferire i fatti agli annunci. Questo è un provvedimento sul quale le polemiche della deputata Nesci risultano incomprensibili, forse spiegabili solo con l'inutile tentativo di mettere in cattiva luce una delle tante decisioni importanti approvate in questa legislatura. Fatti concreti che si nutrono di decisioni serie e non di populismo e demagogia. La volontà politica dell'Ufficio di Presidenza è stata fin dal primo momento quella di dare immediata attuazione al provvedimento, che infatti entrerà in vigore il 2 gennaio 2018. Tuttavia, considerata l'esigenza di armonizzare il sistema informatico su tre palazzi (sede del Consiglio a Reggio, Cittadella di Catanzaro e sede dei Gruppi, sempre a Catanzaro) si è reso necessario, su richiesta degli stessi uffici, un periodo di tempo transitorio, nel quale però, si badi bene, il nuovo sistema di rilevamento automatico opererà regolarmente, senza se e senza ma". "È vero che dobbiamo fare i conti - dice ancora Neri - con una burocrazia che continua a rivelarsi elefantiaca, ma negare la bontà di questa decisione significa tentare un'operazione politica di basso cabotaggio che passa dalla negazione della verità. E questo non possiamo accettarlo. Anche perché, la legalità, la trasparenza e l'efficienza amministrativa sono temi assai cari a chi, come il nostro Ufficio di Presidenza, in questi anni sta conducendo un lavoro apprezzato in tutta Italia sul piano della sobrietà dell'agire in politica e del rispetto delle risorse pubbliche. Tutti questi risultati fanno venire l'orticaria a chi, come Dalila Nesci, non ha argomenti politici se non quelli che alimentano la rabbia sociale. Nel momento in cui le nostre delibere introducono un di più' di rigore e sobrietà, e tante ne sono state approvate in questi anni, ecco che scattano le dichiarazioni nervose e qualunquistiche della rappresentante grillina. Questo Consiglio regionale è senza ombra di dubbio trasparente ed efficiente. Se ne faccia una ragione Dalila Nesci, anche perché i calabresi lo hanno capito". Toppa peggiore del buco. "Sulle misure adottate contro eventuali 'furbetti del cartellino' in Consiglio regionale, Giuseppe Neri ha utilizzato una toppa peggiore del buco". Lo afferma la deputata M5s Dalila Nesci "replicando alle giustificazioni - é detto in un comunicato - rese dal segretario questore del Consiglio regionale della Calabria sulla vicenda della recentissima introduzione di un sistema elettronico di rilevazione delle presenze dei dipendenti delle strutture speciali dello stesso Consiglio". "Il segretario questore Neri - aggiunge Nesci - ha speso fiumi di parole per giustificare l'incomprensibile deliberazione con cui si rinvia al primo luglio del 2018 l'utilizzo esclusivo della timbratura elettronica introdotta. I calabresi hanno il diritto di sapere chi sono, quanti sono e quanto costano i dipendenti delle strutture politiche del Consiglio regionale. Hanno il diritto di sapere perché per tali dipendenti non c'è stata finora la rilevazione delle presenze tramite la timbratura elettronica e, soprattutto, perché il Consiglio regionale ha ora consentito la possibilità di attestare le presenze anche su fogli di carta sino al 30 giugno 2018, guarda caso sino a dopo le prossime elezioni politiche". "Il presidente Nicola Irto - conclude Nesci - deve assumersi la responsabilità politica di fornire risposte dirette, puntuali e precise, perché a nessuno dei dipendenti delle strutture politiche del Consiglio regionale può e deve essere consentito di restare a casa e, con i soldi dei cittadini calabresi, di andarsene in giro per l'imminente campagna elettorale".
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