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    Greco "Ricorso a Consulta su norma trivellazioni"

     

     

    Greco "Ricorso a Consulta su norma trivellazioni"

    21 gen 15 "L'art.38 del decreto 'Sblocca Italia' (Dl 133/2014) prevede il 'titolo concessorio unico' con cui sarà sufficiente una sola domanda per eseguire ricerche, sondaggi e trivellazioni permanenti, in contrasto con l'obbligo di distinzione, previsto dal diritto comunitario, tra le autorizzazioni per prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi". Lo afferma, in una nota, il capogruppo in Consiglio regionale della lista "Oliverio Presidente", Orlandino Greco. "Tale procedura - aggiunge - semplificata, oltre ad essere applicata ad un'intera categoria di interventi senza individuare alcuna priorità, costituisce anche una forzatura rispetto alle competenze concorrenti tra Stato e Regioni previste dal vigente Titolo V della Costituzione poiché priva le Regioni del titolo concessorio in favore del Ministero dell'Ambiente. La forzatura costituzionale e la contrarietà al diritto comunitario, anche in riferimento a quanto previsto sulla tutela estesa dell'ambiente e della biodiversità dalla Direttiva Offshore 2013/13/Ue e dalla nuova Direttiva 2014/52/Ue sulla valutazione di impatto ambientale, ha indotto già sei Regioni (Abruzzo, Campania, Lombardia, Marche, Puglia e Veneto) a chiedere l'abrogazione dell'art. 38 del dl 133/2014. Anche in Calabria, in particolare nella zona del golfo di Taranto/Sibari nel mar Jonio, sono previsti degli interventi di attività petrolifera. La questione venne già affrontata in una seduta aperta del Consiglio provinciale di Cosenza nel novembre del 2011, dove eminenti personalità del mondo universitario dimostrarono, dati alla mano, gli effetti devastanti di eventuali trivellazioni per la nostra Regione. E non si guardi solo all'ambiente; ricadute rilevanti, infatti, si avrebbero anche per il turismo, la pesca e l'agricoltura, settori di fondamentale importanza per la Calabria". "Alle valutazioni - prosegue Greco - di carattere ambientale e giuridico se ne aggiungono altre di carattere economico non trascurabili. Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico ci sarebbero nei nostri fondali marini circa 10 milioni di tonnellate di petroli di riserve certe, che stando ai consumi attuali, coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole otto settimane. Non solo, anche attingendo al petrolio presente nel sottosuolo, concentrato soprattutto in Basilicata, il totale delle riserve certe nel nostro Paese verrebbe consumando in appena 13 mesi. Anche ragionando in termini di opportunità, credo che 13 mesi di autonomia energetica per il nostro Paese non valgano a ripagare gli effetti devastanti che avrebbero le attività petrolifere sui nostri territori. E' il momento di dire basta a chi intende colonizzare la Calabria. Occorre un sussulto d'orgoglio per difendere le peculiarità di una terra che si è da sempre contraddistinta per lo straordinario patrimonio naturalistico e per la marcata vocazione turistica". "Per tutte queste ragioni - conclude - proporrò al presidente Oliverio di avviare al più presto le procedure per un ricorso alla Consulta per l'incostituzionalità dell'art. 38 dello Sblocca Italia e per impedire che si possa compiere in Calabria uno scempio ambientale, giuridico ed economico di enorme entità".

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