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    DG Asp Catanzaro "Nessuna ipotesi chiusura neonatologia Lamezia"

     

     

    DG Asp Catanzaro "Nessuna ipotesi chiusura neonatologia Lamezia"

    05 lug 13 "Non c'é mai stata alcuna ipotesi di chiusura della terapia intensiva neonatale di Lamezia Terme". E' quanto si legge in una nota dell'Asp di Catanzaro. "Con il blocco del turnover - ha affermato il direttore generale dell'Asp Gerardo Mancuso - molti reparti ospedalieri della Regione sono andati in crisi per effetto dell'andata in quiescenza di personale medico specialistico. Nella Regione si registrano difficoltà in moltissime unità operative, soprattutto dove vengono svolte attività specialistiche di nicchia, come Neurochirurgia, Chirurgia vascolare, Neonatologia, Cardiochirurgia e Radiologia. Turnover che ha determinato una situazione di precarietà, in quanto in molti reparti non è presente il numero minimo di medici necessario per assicurare le attività ordinarie, creando così delle difficoltà nella gestione. In questa situazione c'è la Neonatologia, il cui numero di specialisti nell'area di centro (che va da Crotone a Vibo) è costituita da 10 neonatologi a Lamezia, 7 neonatologi a Catanzaro, 6 neonatologi a Crotone e 6 neonatologi a Vibo". "L'Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio - ha proseguito - ha deciso, per la grave carenza di personale, di procedere all'assunzione di personale, che però è stata negata dai commissari. Per questo ha optato per la mobilità, pensando di reclutare qualche unità in periferia, soprattutto al di fuori dell'area di centro, dove qualche medico probabilmente è in sovrannumero. Da questa operazione, autorizzata solo ed esclusivamente dal gen. Pezzi, senza il parere del Dipartimento della Salute della Regione, si è proceduto alla formulazione di una graduatoria. In questa graduatoria nei primi tre posti ci sono due neonatologi dell'Asp di Catanzaro, in particolare del Tin di Lamezia, che hanno chiesto il trasferimento nel mese di aprile, che però è stato rifiutato dal sottoscritto, proprio per non mandare in difficoltà il Tin di Lamezia. A giugno le due neonatologhe lametine hanno chiesto l'aspettativa per un anno, aspettativa che è un obbligo di legge e quindi l'Azienda non ha potuto negare, nonostante si è cercato di tergiversare. Per effetto di questa aspettativa, in difformità anche agli accordi verbali assunti dal management del Pugliese-Ciaccio in presenza del direttore dell'assessorato alla Sanità Orlando, si è proceduto in maniera unilaterale all'assunzione delle due neonatologhe, che hanno firmato un contratto con l'ospedale catanzarese". "Il problema della Tin - ha sostenuto Mancuso - nasce della carenza di organico, nasce da questa storia: da un atto di imperio da parte del Pugliese-Ciaccio il Tin di Lamezia trova un minimo di difficoltà, perché si passa da 10 a 8 neonatologi. A questo punto, con il presidente Scopelliti e il dott. Orlando ci siamo seduti ad un tavolo e abbiamo trovato una soluzione, cioè quella di mettere insieme tutti i neonatologi dell'area di centro, istituendo un compenso di attività, per cui questa situazione può essere utile proprio in questa fase delicata per coprire alcune attività, soprattutto pensiamo alle attività notturne e ai turni festivi. Tutto questo nelle more che giorno 16 luglio si sblocchino le deroghe e quindi si dia corso alle assunzioni dei neonatologi". "Ovviamente - ha sostenuto Mancuso - questa situazione non riguarda solo la Neonatologia: noi siamo in attesa delle deroghe per il Pronto Soccorso di Lamezia, perché dobbiamo aprire l'Astanteria, la Radiologia per abbattere le liste di attesa e non riusciamo ad erogare maggiori prestazioni relative a TAC e risonanza. Esiste una difficoltà dovuta al Piano di rientro, che ricordo è stato sottoscritto dal Presidente Loiero, in controtendenza rispetto a quello che hanno fatto le altre Regioni. Questa situazione non è dovuta a una cattiva gestione da parte dell'Asp, ma nasce dal Piano di Rientro e dalla difficoltà obiettiva di trovare mezzi e uomini per coprire le attività. Le deroghe certamente daranno un sollievo, tuttavia bisogna ricordare che per effetto del Piano e per effetto del decreto 18, l'ospedale di Lamezia Terme avrebbe dovuto chiudere il 30% di attività e se non ci fossimo stati noi le attività sarebbero state chiuse. Noi non solo abbiamo garantito le attività, ma abbiamo anche messo le basi per aprirne di nuove e per dare a questo ospedale una dignità di livello regionale". "Chi paventa chiusure - ha concluso Mancuso - dice una falsità, dice una cosa non vera ed alimenta dubbi e sospetti che non giovano all'immagine della Città di Lamezia".

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