Nucara "Giacomo Mancini era icona politica nazionale" - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Nucara "Giacomo Mancini era icona politica nazionale"

01 apr 12 "Sono molto dispiaciuto di non poter essere presente alla celebrazioni in memoria di Giacomo Mancini senior. Avrei voluto esserci, se non altro per raccontare alcuni episodi di vita vissuta, parlamentare e politica, insieme a colui che consideravo un'icona della politica nazionale ma che, pur nei ruoli importanti che svolgeva, aveva il chiodo fisso della sua amata Calabria". E' quanto scrive il segretario nazionale del Partito Repubblica Italiano, Francesco Nucara, in una lettera inviata alla Fondazione 'Giacomo Mancini' in ricordo del leader socialista, a dieci anni dalla scomparsa. "Non sempre - aggiunge - questo amore è stato ricambiato, anche all'interno del suo stesso partito, ma come sempre accade i riconoscimenti arrivano in ritardo. Ciò anche perché il tempo fa diventare storia la cronaca e l'ottica con cui si vedono certi avvenimenti cambia velocemente. Voglio ricordare solo due episodi della vita politica di Giacomo Mancini. A metà degli anni '80 l'allora ministro dei Trasporti Claudio Signorile chiese il rinvio in Commissione di un provvedimento che riguardava il finanziamento per la progettazione del Ponte sullo Stretto. Non era la costruzione del Ponte il problema ma il rinvio in Commissione, con l'autorizzazione alla stessa di un iter legislativo e non più referente. Giacomo Mancini mi chiese se potevo raccogliere le firme per denegare la richiesta. Insieme a Francesco Rutelli raccogliemmo in poche ore 118 firme, in luogo delle 63 che sarebbero servite. Era, di fatto, un'azione contro un Ministro del suo partito;; ma uno statista bada agli interessi generali e alla correttezza delle procedure". "L'altro episodio - prosegue Nucara - riguardava la Conferenza programmatica regionale del PRI, tenutasi a Reggio Calabria il 25-26-27 ottobre 1991. Erano relativamente fresche le 'ferite del problema Reggio citta' capoluogo ma lui, come al solito, non ebbe timore a intervenire alla tavola rotonda 'Criminalita' e politica in Calabrià, insieme al senatore Paolo Cabras al sen. Gerardo Chiaromonte (all'epoca presidente della commissione Antimafia) al dott. Nino Montera (avvocato generale presso la procura di Reggio) e al sottoscritto. La tavola rotonda era coordinata da Pantaleone Sergi. Voglio ricordare quanto egli disse, poiché le sue parole hanno avuto un senso quasi profetico: 'il fenomeno mafioso cresce nel momento in cui si allontanano le resistenze democratiche. Nel Sud in Calabria anche a Reggio Calabria, le resistenze democratiche sono labili e fragili. I partiti forse andrebbero analizzati con piu' attenzione, e non sempre si fa, anzi non si fa quasi mai. I partiti calabresi non fanno congressi da epoca immemorabile, sono diretti da fiduciari, commissari, elementi esterni. Vita democratica nei partiti, nel senso non dico antico, ma corretto della politica non c'é". "In queste parole poche parole - conclude - si può racchiudere il senso della democrazia che pervadeva la vita politica di Giacomo Mancini. Senza la sua presenza in Parlamento, nel Governo e nel Psi, la Calabria sarebbe in condizioni molto peggiori di quanto non si trovi adesso. Era un uomo che non evitava certamente gli scontri politici, ma che sapeva anche rendere onore all'amicizia e all'intelligenza altrui. Certamente non amava provocatori e mestatori. Questo in breve il ricordo che io conservo di Giacomo Mancini senior".