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    Vibo Valentia, Presidente De Nisi “Dopo 5 anni siamo stati dimenticati”

     

     

    Vibo Valentia, Presidente De Nisi “Dopo 5 anni siamo stati dimenticati”

    02 lug 11 "Ciò che accadde il 3 luglio del 2006 rappresenta un momento cruciale nella vita di tutti i vibonesi. La 'bomba d'acquà, come la definirono gli esperti, che si abbatté soprattutto sulla città capoluogo e sulla sua frazione marina, ha lasciato ferite che a distanza di cinque anni sono ancora aperte e dolorose". Lo afferma il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, in occasione del quinto anniversario dell'alluvione di Vibo Valentia in cui morirono tre persone tra cui un bambino di 16 mesi. "L'alluvione - aggiunge - non spezzò soltanto quelle esistenze, ma incise anche profondamente sul tessuto di questo territorio, da allora ancora più fragile da un punto di vista ambientale. La consapevolezza di un dissesto idrogeologico non risolto ci accompagna quotidianamente come amministratori e cittadini, sebbene non siano mancati gli sforzi, tutt'ora in atto, per cercare di mettere definitivamente in sicurezza il territorio. Il piano Versace non attuato e la necessità di risorse esorbitanti rispetto alle reali possibilità finanziarie delle autonomie locali, rendono il quadro complessivo ancora precario. A ciò si aggiunge il blocco dell'edilizia, che viene perpetrato nonostante in molte aree non sia più giustificato da motivi di sicurezza. Vincoli inderogabili che continuano a incidere negativamente sulle dinamiche economiche locali e che a molti, soprattutto alle imprese del settore e a chi in quelle aziende ci lavora, appaiono come una sorta di deresponsabilizzazione politica e amministrativa, un modo per non correre rischi lasciando le cose come stanno". "Ma i cittadini chiedono decisioni e soluzioni - dice ancora De Nisi - non certo indifferenza a problemi di primaria importanza per il territorio. Vibo e la sua provincia hanno avuto grande attenzione nella contingenza del dramma, ma poi, come spesso già accaduto in passato, sono stati dimenticati. Quella che appariva, e che per certi versi appare tutt'oggi, come una priorità di carattere nazionale, alla stregua di un terremoto distruttivo, è stata archiviata senza un congruo impegno economico da parte dello Stato centrale e della Regione, che potesse consentire di superare una volta per tutte i problemi causati dall'alluvione. L'auspicio dunque, è che l'alluvione del 3 luglio 2006 non venga dimenticata da chi ancora oggi ha il dovere di contribuire concretamente alla salvaguardia del Vibonese ed all'incolumità della sua popolazione affinché il sacrificio di chi quel giorno perse la vita continui a rappresentare un forte monito per tutti noi".

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