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    Laganà "Inutile accorpamento piccoli comuni"

     

     

    Laganà “Inutile accorpamento piccoli comuni”

    26 ago 11 "L'allarme lanciato dai rappresentanti dei piccoli comuni, che potrebbero essere aboliti dalla nuova manovra, va raccolto e sostenuto. Sopprimere questi enti sarebbe solo ed esclusivamente un'operazione propagandistica, un'occasione per gettare fumo negli occhi distogliendo l'attenzione dai ben più gravi sprechi che andrebbero individuati e combattuti". E' quanto afferma l'on. Maria Grazia Laganà Fortugno. "Il risparmio in termini economici che deriverebbe dalla cancellazione del livello istituzionale più vicino ai cittadini - aggiunge - sarebbe irrisorio. Ai sindaci dei piccoli comuni vengono riconosciute delle indennità bassissime, così come ai consiglieri delle locali amministrazioni che, in alcuni casi, non percepiscono neanche un gettone, anzi non lesinano energie e risorse personali per far sì che in queste piccole comunità la cosa pubblica sia amministrata nel modo migliore". "Che fine farà - si chiede la parlamentare - il personale delle amministrazioni da tagliare, che ovviamente dovrà essere mantenuto in servizio? Questo significa che, se dal punto di vista della partecipazione democratica ci sarà una compressione del diritto di rappresentanza delle diverse comunità, sul piano burocratico non cambierà nulla ed è proprio questo uno degli aspetti che maggiormente pesano sulle casse pubbliche. Il tentativo di ovviare a tale miope orientamento accorpando i servizi pubblici per più comuni corre il rischio di arrecare conseguenze ulteriormente negative. Se già oggi la qualità dell'offerta è scadentissima, figuriamoci cosa accadrà quando una stessa società dovrà occuparsi di raccogliere i rifiuti o di erogare acqua potabile a cinque, sei o dieci amministrazioni. L'accorpamento comporterà solo danni inaccettabili, che noi in sede parlamentare ci impegneremo a scongiurare". Secondo l'esponente del PD, "questa è l'ennesima dimostrazione che la manovra, così come è stata ideata e proposta, va a colpire i 'soliti noti', che non solo solo gli strati più deboli della popolazione, ma anche le comunità locali meno rappresentate e più emarginate. Il risultato finale di questa operazione sarà quello di privare i cittadini dei punti di riferimento più importanti e vicini, costituiti dai loro sindaci e dai loro rappresentanti istituzionali. Tutto ciò non fa che snaturare ulteriormente il tessuto socio-politico italiano, costituito in massima parte da piccole realtà dotate di un'identità forte, di coesione interna e di uno spirito solidaristico che oggi l'Italia non conosce più, come dimostra la presenza di forze politiche come la Lega che continuano a evocare l'idea antistorica della secessione. Infine, un rilievo di carattere giuridico: questa misura va in direzione esattamente opposta all'ordinamento delle autonomie locali disegnato dalla Costituzione, che con la riforma del titolo V è formulato adesso in una maniera che esalta proprio il ruolo degli enti più prossimi ai cittadini, cioé i Comuni". "Il governo Berlusconi - conclude l'on. Laganà Fortugno - vuole cancellarli con un colpo di spugna lasciando invece intatti tutti gli altri privilegi. In aula la nostra opposizione sarà durissima".

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