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    Oliverio (Pd) "Rissoluzione pesca prima risposta"

     

     

    Oliverio (Pd) "Rissoluzione pesca prima risposta"

    30 giu 10 “Adottare ogni iniziativa necessaria, in sede comunitaria, affinché sia avviata una revisione della normativa sulla pesca in tempi anticipati rispetto a quelli previsti (2012), cogliendo anche l’occasione offerta in tal senso dal “Libro verde” sulla riforma della politica comune della pesca (PCP), in materia di maggiore sussidiarietà e con particolare riferimento alle politiche nei confronti dei Paesi mediterranei non appartenenti all’Unione europea e richiedere alla Commissione europea tutte le deroghe consentite, nel rispetto delle scadenze fissate e delle condizioni poste dalla regolamentazione comunitaria, al fine di ridurre l’impatto delle misure in questione, compresa quella relativa alla riconversione delle unità da pesca dedite alle cosiddette “pesche tradizionali” (bianchetto, rossetto, latterino)”. È quanto prevede la risoluzione approvata da tutte le forze politiche in Commissione Agricoltura alla Camera e resa nota dal parlamentare Nicodemo Oliverio, capogruppo del Pd. “Si tratta - spiega Oliverio - di una prima risposta alle emergenze di queste settimane, voluta dal Pd e sostenuta da tutti i componenti della Commissione. È chiaro che questo non basta e noi vigileremo affinché si mettano in campo dei concreti piani di rilancio della pesca, nel pieno rispetto di tutto l’habitat marino”. La risoluzione, inoltre, impegna il Governo ad intraprendere una serie di iniziative per far fronte alle problematiche del settore della pesca in relazione all’applicazione del regolamento comunitario sulla pesca nel Mediterraneo, che sta provocando - si evidenzia - una giustificata e legittima preoccupazione tra tutte le marinerie italiane, che lamentano l’inadeguatezza di queste disposizioni perchè non terrebbero conto non solo del tipo di pesca praticato, ma anche e soprattutto delle conseguenze derivanti dalle stesse, che comporterebbero una riduzione pari al 50 per cento del pescato odierno e paralizzerebbero un settore che sta attraversando, proprio per la crisi economica e finanziaria in atto, un momento di stallo che sarebbe aggravato da un aumento dei costi di gestione che influirebbe negativamente sui posti di lavoro”.”Nella risoluzione - continua Oliverio - si chiede quindi all’Esecutivo di individuare, d’intesa con le Regioni e le organizzazioni professionali interessate, gli strumenti operativi per l’eventuale elaborazione di un programma coordinato di interventi - statali e regionali - che, a partire dal complesso degli strumenti finanziari disponibili, sia espressamente finalizzato al superamento dei problemi posti dall’entrata in vigore dei divieti di cui in premessa; una rapida attuazione di un fermo pesca straordinario chiamato, diversamente dal passato, a contribuire non solo alla soluzione del problema del sovrasfruttamento delle risorse, ma anche alla gestione della fine delle deroghe e dell’introduzione delle nuove maglie; l’attivazione di tutte le iniziative, anche in sede Ecofin, per l’adozione del regime speciale dell’Iva agricola nel settore della pesca in ragione dell’equiparazione dell’imprenditore ittico con quello agricolo avvenuta con il decreto legislativo n. 154 del 2004; l’accelerazione delle procedure per il varo del programma nazionale triennale della pesca e dell’acquacoltura, attualmente in proroga di un’annualità, prevedendo un piano per il piccolo strascico costiero, comprendente l’attuazione di una serie di misure socio-economiche per avviare un processo di adeguamento e riposizionamento delle imprese coinvolte; l’avvio delle procedure per il riassetto, il riordino, il coordinamento e l’integrazione della normativa nazionale in materia di pesca e acquacoltura così come previsto dalla delega conferita al Governo nell’ambito della legge comunitaria 2009; il rafforzamento dell’unità di crisi già prontamente costituita dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, anche promuovendo, ove ritenuto opportuno, un coordinamento degli interventi propri delle regioni quali, ad esempio, piani di gestione locali, ammodernamenti per la flotta in attività, azioni per l’integrazione del reddito e la diversificazione di attività, servizi e formazione; di presentare alla Commissione Europea la richiesta di poter utilizzare la misura “Ammodernamento” del Fondo europeo della pesca (FEP) per sostenere l’adeguamento delle reti alla luce del regolamento e di attivarsi presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali affinché siano promosse iniziative per la prosecuzione, con estensione ai lavoratori marittimi imbarcati su pescherecci di cui sono proprietari, della cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre 2011, in attesa di rendere tale istituto un ammortizzatore sociale ordinario”.

     

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