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      I polizotti del SAP di Cosenza al Governo: Siamo ai minimi termini

       

       

      I polizotti del SAP di Cosenza al Governo: Siamo ai minimi termini

      30 giu 18 "Se dovessimo fare una valutazione esclusivamente economica possiamo dire che la Polizia di Stato in Provincia di Cosenza è al fallimento! Giammai per il sacrificio diuturno che offrono gli uomini e le donne in divisa, ma per la tragica gestione delle risorse che negli anni hanno portato al quadro attuale sul territorio". Così in una denuncia del segretario del sindacato di Polizia SAP Antonio Giordano. "Le strutture dei Commissariati fatiscenti -scrive Giordano- ed alcuni “fuori norma”, la Questura con uffici insufficienti ed al “collasso” oltre che anche qui con spazi “fuori dalle norme” locata in un centro cittadino, sito oramai anacronistico e congestionato rispetto alle esigenze di fruibilità da parte dei cittadini e di sicurezza passiva della struttura oltre che personale degli agenti, gli uffici della Sezione della Polizia Stradale da anni inseriti in un contesto “condominiale” che non rende affatto “normale” lo svolgimento delle attività lavorative. Tutto questo condito con la datazione del personale costretto a vivere siffatta situazione oltre a quella che gli piove di volte in volta dal Dipartimento. Una situazione certamente drammatica, sia dal punto di vista strutturale che organizzativo, che deve essere urgentemente attenzionata. Ministro, pur comprendendo le sue quotidiane preoccupazioni per la gestione di un paese “complesso” come il nostro, le rivolgiamo queste poche righe per chiederle AIUTO! Tutta la Polizia di Stato in provincia, sotto organico di moltissime unità rispetto alle piante organiche del 1989, sarà ulteriormente diminuita di quasi 50 unità nell’anno in corso, per effetto di pensionamenti e dimissioni per malattia. Il personale che rimane in servizio ha un’anzianità media di oltre 50 anni, come le risulterà dai dati fornitegli dal Capo della Polizia, e tanto fa comprendere come siano molti quelli che hanno superato appunto i 50 anni. In un paese normale, a questa età, non si mandano per strada a pattugliare o ad effettuare attività operative personale di Polizia, se non per emergenze improvvise. Ma qui è tutta un’emergenza che stà stremando le residue forze dei pur volenterosi colleghi. Urgono provvedimenti normativi che mettano nel circuito della sicurezza personale più giovane favorendo il pensionamento, senza penalizzazioni, di quello datato in servizio. A più riprese abbiamo lamentato negli anni le continue disattenzioni verso un territorio ed un’istituzione che “deve” essere al centro delle pianificazioni organiche e strutturali del Governo, ma questo purtroppo non è stato. Lo abbiamo fatto anche sforzandoci di offrire soluzioni ai problemi, come quando “da visionari” chiedemmo l’istituzione del Reparto Prevenzione Crimine a Cosenza per aumentare anche la presenza di “giovani” tra le file degli operatori cosentini oltre che di un aumento complessivo delle presenze sul territorio o come quando abbiamo con forza rivendicato il mantenimento della Polizia Postale e della Polizia Ferroviaria o, ancor di più, come quello che stiamo cercando di far comprendere in questi ultimi tempi, circa la necessaria “condivisione” di una unica struttura per l’accorpamento degli Uffici di Polizia in Città con la conseguente ottimizzazione delle risorse organiche oltre al corposo risparmio economico per le casse dello Stato. Ma altri gravi problemi strutturali e di organico, ad oggi, sono stati inascoltati, come per il Commissariato di Paola, il nuovo Commissariato di Castrovillari da anni in attesa di essere “consegnato” e quello di Rossano che oggi più che mai, dopo la fusione dei Comuni di Rossano e Corigliano, dovrà urgentemente essere elevato a Distretto e quindi “rinnovato e adeguato con l’invio di nuovi operatori”. Purtroppo tanto stride con la necessità di un territorio che quotidianamente deve affrontare situazioni sociali di “elevata criticità”. Ma ciò non vuole certamente essere un alibi per chi è deputato a gestire ed organizzare la forza sul territorio, che magari avrà anche le sue responsabilità, ma lo stress quotidiano al quale è costretto “sotto diversi aspetti” il personale, come detto “datato”, non può essere sottovalutato e rinviato a soluzione. E’ urgente una riorganizzazione strutturale e di uomini in provincia! Ci dia un segnale, magari anche con una stretta di mano durante una sua presenza in città, perché vorremmo ci fosse un servizio più “sicuro” per i cittadini e per gli operatori tutti. Confidiamo in Lei!"

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