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L'Unità d'Italia vista da Sud dopo Centocinquanta anni
L'Unità d'Italia vista da Sud dopo Centocinquanta anni 10 mar 11 Ripercorrere gli eventi che un secolo e mezzo fa portarono l'Italia ad essere un paese unito secondo una prospettiva meridionale. E' stato questo il senso di “Centocinquanta anni d’Unità d’Italia visti da Sud”, convegno tenutosi presso la sede del Coni di Cosenza che ha aperto il programma della Fiera di San Giuseppe, edizione 2011. Cordinati dalla giornalista Maria Cipparrone, i lavori sono iniziati con il saluto del padrone di casa Pino Abate, Presidente della sezione del Coni di Cosenza. E' stata poi la volta della professoressa Katia Massara, docente di Storia Contemporanea dell'Unical, che ha trattato il tema del Risorgimento, concetto che arrivò a realizzarsi compiutamente a metà Ottocento ma che nacque, in sostanza, già diverso tempo prima visto che è possibile ritrovarla in alcuni discorsi medievali. Ciò che colpisce maggiormente è la grande influenza che le idee francesi ebbero per la realizzazione di quella che, di fatto, era divenuta una necessità storica. Ma il moto risorgimentale non si esaurì in quella stagione e tornò d'attualità nel secondo dopoguerra. E proprio l'attualità è stata oggetto dell'intervento del professor Alessandro Mazzitelli, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico dell’Università della Calabria. Mazzitelli ha sottolineato come nel corso della sua storia, l'Italia si sia si sviluppata sotto il profilo legislativo ma non sotto quello della partecipazione attiva di tutte le fasce della popolazione. Il risultato fu la nascita dei partiti di massa e la facile affermazione del Fascismo che, senza trovare alcuna resistenza, riuscì a svuotare di ogni potere legislativo la Camera. E proprio il Fascismo pensò ad una riforma che responsabilizzasse e valorizzasse le autonomie locali, in pratica anticipò il Federalismo, riforma in cima all'agenda dell'attuale governo. A completare la scaletta degli interventi Leonardo Acri, Sociologo dell’Uffico Europa del Comune di Cosenza, e l’assessore alle Attività Economiche e Produttive del capoluogo bruzio, Marco Ambrogio, che rimarcando con forza il grande contributo di sangue dato da Cosenza per la causa dell’Unità, ha ricordato che: «Nel patrimonio del comune di Cosenza c'è anche il tricolore dei fratelli Bandiera che per pgarono anche per aver esibito quel simbolo rivoluzionario». Un motivo in più per sentirsi orgogliosi di essere italiani e per ricordare a tutti il ruolo fondamentale assunto dal Meridione che contribuì attivamente al compimento la dell’Unità.
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