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      Incendio in nuova tendopoli San Ferdinando, ancora un morto

       

       

      Incendio in nuova tendopoli San Ferdinando, ancora un morto

      22 mar 19 Un migrante, Sylla Noumo, di 32 anni, originario del Senegal, è morto la notte scorsa in un incendio divampato nella nuova tendopoli di San Ferdinando gestita prima dal Comune ed ora dalla Caritas. Il trentaduenne era stato trasferito nella nuova struttura a seguito dell'abbattimento della baraccopoli avvenuto lo scorso 7 marzo. Il cadavere completamente carbonizzato di Sylla Noumo è stato rimosso e la bara è stata posta all'interno di un mezzo funebre e portata all'esterno della struttura da dove sarà condotta in obitorio. Un centinaio circa di migranti, ospitati nella nuova tendopoli. si sono raccolti i silenzio ponendo le loro mani sopra al mezzo funebre quasi come per accompagnarne l'addio.

      La tendopoli si trova a poche centinaia di metri dalla vecchia baraccopoli - smantellata nelle scorse settimane - nella quale, in un anno, 3 migranti sono morti a causa di incendi divampati nelle strutture fatiscenti di cui era fatta. L'incendio, secondo una prima ricostruzione, si è sviluppato in un angolo della tenda da sei posti, dove erano posizionati alcuni cavi elettrici. Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco che hanno domato le fiamme. Nell'incendio è andata distrutta solo una tenda. La tendopoli, realizzata alcuni anni fa dalla Protezione civile, è attrezzata, con presenza di servizi igienici e presidi sanitari, ed è vigilata. All'inizio di marzo, la struttura è stata ampliata per consentire il trasferimento di una parte dei migranti che viveva nella baraccopoli - una struttura fatiscente fatta di baracche in lamiera, plastica e cartone - sorta a poche centinaia di metri e che è arrivata ad ospitare, nel periodo invernale della raccolta degli agrumi, anche 3.000 persone. Baraccopoli che è stata definitivamente abbattuta il 7 marzo scorso. I migranti che sono confluiti nella nuova tendopoli sono stati complessivamente 840.

      Tenda in fiamme era igniufuga

      Era stata installata recentemente, per fare posto ai migranti spostati dalla baraccopoli demolita, la tenda andata a fuoco ieri sera a San Ferdinando. La tenda era realizzata con materiale ignifugo ma, hanno spiegato i vigili del fuoco, questo accorgimento serve solo a rallentare lo svilupparsi delle fiamme e non ad impedire l'incendio. Il rogo, poi, può essersi propagato a causa dei materiali presenti all'interno della tenda quali materassi, vestiti ed altro.

      Pm: Non esclusa alcuna pista.

      "Al momento non viene esclusa alcuna causa. Si sta lavorando per effettuare accertamenti tecnici e scientifici sulla tenda incendiata". A dirlo il procuratore di Palmi Ottavio Sferlazza, nel corso della riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocata dal prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari dopo l'incendio nella tendopoli di San Ferdinando che ha provocato una vittima. Il magistrato, parlando con i giornalisti, ha chiesto tempo "per avere gli elementi necessari per avere un quadro della situazione". Sferlazza, in mattinata, effettuerà un sopralluogo nella tendopoli.

      Abbattuta vecchia baraccopoli

      La vecchia baraccopoli di San Ferdinando, che si trovava a poche centinaia di metri dalla tendopoli gestita dal Comune, è stata definitivamente abbattuta il 7 marzo scorso dopo che, in un anno, si erano registrate tre vittime a causa di incendi. Era stato il ministro dell'Interno Matteo Salvini, dopo l'ultimo rogo del 16 febbraio scorso, ad annunciare che la vecchia struttura sarebbe stata abbattuta. Nell'occasione aveva perso la vita un 29enne senegalese, Moussa Ba. In precedenza, il 27 gennaio 2018, era morta Becky Moses, 26enne nigeriana, mentre il 2 dicembre 2018 Surawa Jaith era morto pochi giorni prima del suo 18mo compleanno. Le operazioni di sgombero e poi di demolizione delle vecchie baracche sono cominciate il 6 marzo e si sono concluse il giorno successivo senza alcun problema dal punto di vista dell'ordine pubblico. Nelle scorse settimane, il Viminale ha stanziato 350mila euro per il Comune di San Ferdinando per la gestione della fase post-sgombero e per ripristinare il decoro urbano e garantire "idonee condizioni di vivibilità sul territorio". Dopo lo sgombero, una parte dei migranti che viveva nella baraccopoli è stata trasferita nella vicina tendopoli che è stata ampliata.

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