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      Strategia nazionale della Protezione Civile per riduzione rischi eventi

       

       

      Strategia nazionale della Protezione Civile per riduzione rischi eventi

      07 feb 19 La definizione di una prima Strategia nazionale organica per la riduzione del rischio da disastro e la predisposizione del Documento unico di valutazione dei rischi e della capacità di gestione degli stessi. Sono i due obiettivi, con scadenza dicembre 2020, che il capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha sottolineato oggi all'incontro della Piattaforma nazionale per la riduzione del rischio, il forum che raccoglie tutti gli attori istituzionali e non coinvolti nella gestione del rischio. "Gli eventi meteo estremi che hanno colpito il nostro Paese, causando danni molto seri da nord a sud del Paese - ha spiegato Borrelli - hanno evidenziato, se possibile, ulteriori e più serie vulnerabilità di cui dovremo farci carico. Il caso del Ponte Morandi ha fatto emergere in maniera dirompente il problema dell'obsolescenza delle infrastrutture come fattore di rischio con cui ci troveremo sempre più spesso a confronto. Per questo mi preme sottolineare che, al di là degli obblighi che ci derivano dall'appartenenza alle Nazioni Unite e dalla Commissione Europea, la Strategia di riduzione del rischio che dovremo delineare per il nostro Paese non è un mero adempimento, ma uno strumento che deve avere un'utilità e un impatto nazionale". L'Italia, geologicamente 'giovane', presenta una varietà di calamità naturali senza confronto, i cui effetti sono resi più disastrosi dall'antropizzazione del territorio (abbandono delle aree rurali, deforestazione, inurbamento, alterazione dei corsi d'acqua, presenza di insediamenti in aree a rischio). E' uno dei paesi europei a più alta sismicità, con 4 terremoti di magnitudo pari o superiore a 6 negli ultimi 10 anni. Ma, insieme all'Islanda, ha anche la più alta concentrazione di vulcani attivi, mentre l'estensione delle coste espone ampi settori del territorio nazionale al rischio maremoto. La conformazione prevalentemente collinare e montuosa fa sì che l'Italia presenti, inoltre, un record negativo per frane e dissesti e il 90% dei Comuni italiani è esposto al rischio idraulico o idrogeologico.

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