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Strutture sanitarie calabresi denunciano "La Regione non paga, siamo al collassso"
Strutture sanitarie calabresi denunciano "La Regione non paga, siamo al collassso" 08 nov 17 Le strutture socio sanitarie private calabresi sono al collasso. La denuncia arriva dalle associazioni di categoria Uneba, Anaste, Agidae e Aris e dai loro rappresentanti regionali, Ferdinando Scorza, Michele Garo, Massimo Poggi e Pietro Siclari. Nel corso di una conferenza stampa è stato reso noto il contenuto di una lettera inviata dalle associazioni ai parlamentari calabresi, ai prefetti e ai consiglieri regionali con la richiesta di "un pronto intervento per scongiurare la rottura degli equilibri nel sistema del welfare socio sanitario in Calabria". Il nodo da sciogliere con urgenza, é stato spiegato nel corso dell'incontro con i giornalisti, è il pagamento della quota sociale della Regione per gli anni che vanno dal 2010 al 2014. "È in atto - è stato detto - un cortocircuito burocratico. Non solo la Regione sostiene, sulla base di una sentenza della Cassazione, che i trasferimenti debbano essere effettuati dalle aziende sanitarie, ma pretende che le strutture sanitarie restituiscano i fondi già ricevuti". Uneba, Anaste, Agidae e Aris chiedono un immediato intervento della politica per "spezzare il circolo vizioso che si é determinato" e "l'immediato sblocco dei pagamenti del 2017. I soldi ci sono - aggiungono - sono accantonati in una apposita voce del bilancio regionale. Eppure a oggi non ci è stato versato neanche un euro". Le associazioni, infine, hanno annunciato anche una denuncia alla Procura della Repubblica di Catanzaro e alla Corte dei conti parlando di "possibili irregolarità nella gestione del denaro pubblico"
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