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A Gioia Tauro via intitolata a vittima della ndrangheta per rapporto gay
A Gioia Tauro via intitolata a vittima della ndrangheta per rapporto gay 05 nov 17 Per la prima volta in Italia un'amministrazione comunale ha intitolato una via cittadina alla memoria di un proprio cittadino ucciso dalla 'ndrangheta poiché ritenuto omosessuale. La cerimonia di intitolazione si è svolta stamani a Gioia Tauro, città nota per essere una delle roccaforti della 'ndrangheta calabrese. Dopo gli stimoli anche grazie ad una petizione del massmediologo Klaus Davi, la commissione straordinaria antimafia che gestisce il comune dopo lo scioglimento ha deciso di intitolare una strada a Ferdinando Caristena, un giovane commerciante, titolare di più negozi d'abbigliamento, ucciso da due killer 27 anni fa, il 18 maggio del 1990. Un segnale importante che fa memoria di una vittima di mafia e pone fine ai falsi miti generati dalla 'ndrangheta. Dopo l'appello di Davi, fu l'ex sindaco Giuseppe Pedà ad accogliere l'invito e ad annunciare la disponibilità ad intitolare una strada a Caristena in nome "della memoria di tutte le vittime innocenti, cadute a causa della violenza mafiosa affinché il ricordo dei tragici fatti che hanno caratterizzato il nostro passato - scrisse Pedà - impedisca il ripetersi di simili eventi in futuro". Caristena, secondo quanto dichiararono alcuni pentiti, venne ucciso da un commando composto da due persone che lo punirono in questo modo per aver avuto una relazione con Gaetano Mazzitelli, appartenente ad una famiglia in procinto di imparentarsi con i potenti Molè di Gioia Tauro. Caristena in tal modo avrebbe minato l'onore e la rispettabilità della potente 'ndrina gioiese e tale affronto non poteva restare impunito. Caristena avrebbe poi intrecciato una relazione con Donatella Mazzitelli, sorella di Gaetano, tanto che i due intendevano unirsi in matrimonio. La versione raccontata dai pentiti tra cui Vincenzo Scriva e Annunziato raso è stata spesso contestata dalla famiglia della vittima. Alla manifestazione di stamani erano presenti il Prefetto Michele Di Bari e il Questore Raffaele Grassi.
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