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Procuratore De Rao: Gestori locali reggini sottomessi ai fermati di oggi
Procuratore De Rao: Gestori locali reggini sottomessi ai fermati di oggi 27 apr 17 Le 15 persone sottoposte a fermo stamani dai carabinieri e dalla squadra mobile di Reggio Calabria in esecuzione di un provvedimento della Dda costituivano "un gruppo criminale che aveva sottomesso, attraverso l'uso sistematico della violenza, gli esercenti e i gestori dei lidi cittadini, con risse e aggressioni, culminate anche con il ferimento alle gambe di un giovane che si era difeso durante una delle tante aggressioni, raggiunto nei pressi di Gallico Marina e li gambizzato da Domenico Nucera, uno dei riferimenti del boss Pasquale Condello". A dirlo è stato il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, incontrando i giornalisti per illustrare i dettagli dell'operazione Eracle. Tra i fermati figurano i fratelli Andrea, Cosimo e Fabio Morelli, ritenuti le nuove leve della criminalità organizzata, che avrebbero ricevuto la piena fiducia delle più importanti cosche della 'ndrangheta di Reggio Calabria per l'esecuzione di furti e rapine e traffico di armi. "Un gruppo di assoluta pericolosità criminale - ha detto il questore Raffaele Grassi - che siamo riusciti ad individuare grazie ad un forte lavoro comune con l'Arma dei carabinieri. Un gruppo che aveva destato preoccupazione sociale per il modo di agire e di usare i metodi violenti". Per il comandante provinciale dei carabinieri, col. Alessandro Scafuri, "i fermati possono essere considerati a pieno titolo come i nuovi emergenti delle cosche cittadine facenti capo ai Condello. Voglio ricordare che uno degli elementi di primo piano del gruppo è Domenico Nucera, gravitante costantemente alla pizzeria 'Mirablù', luogo di ritrovo abituale di esponenti dell'ala 'condelliana' della 'ndrangheta reggina, in ottimi rapporti con Domenico Tegano, 'rampollo' dell'omonima famiglia mafiosa per essere figlio di Pasquale Tegano, fratello di Giovannino Tegano detto 'uomo di pace'". "E' un ottimo risultato - ha commentato il dirigente della squadra mobile Francesco Rattà - raggiunto senza che nessuno abbia mai ufficialmente denunciato i fatti, lavorando con controlli costanti sul territorio e monitorando efficacemente i movimenti degli indagati".
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