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Lavori su A3 e Tav, 21 arresti per corruzione dei CC in tutta Italia
Lavori su A3 e Tav, 21 arresti per corruzione dei CC in tutta Italia 26 ott 16 I carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo misure cautelari in diverse regioni nei confronti di 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione. Gli investigatori ipotizzano un'associazione per delinquere che ha compiuto condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto nei lavori di una tratta della TAV Milano-Genova; 6° Macrolotto dell'A3 Salerno-Reggio Calabria e della PEOPLE MOVER di Pisa. L'attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma, è denominata "Amalgama" e ha fatto scattare arresti nel Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria. L'indagine avrebbe ricostruito condotte illecite di un gruppo di persone costituito, organizzato e promosso dalla persona che, fino al 2015, è stato il direttore dei lavori nell'ambito delle tre opere pubbliche interessate e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese del ramo delle costruzioni stradali, che si è avvalso del contributo di altre 9 persone, tra le quali anche alcuni funzionari del consorzio COCIV. Gli investigatori ipotizzano un'associazione a delinquere finalizzata a compiere condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto nell'ambito dei lavori per la realizzazione della tratta TAV "A.V./A.C Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi" (Alta Velocità Milano-Genova); 6° Macrolotto dell'Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e della PEOPLE MOVER di Pisa. Michele Longo ed Ettore Pagani, presidente e vicepresidente di Cociv, l'ingegnere Giampaolo De Michelis e l'imprenditore Domenico Gallo sono, secondo gli inquirenti, le quattro persone che legano le inchieste di Roma e Genova sulla presunta corruzione negli appalti per le grandi opere. In particolare, secondo quanto emerso dall'inchiesta, De Michelis e Gallo volevano mettere in piedi lo stesso sistema adottato per i lavori di realizzazione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Per gli inquirenti, i due avrebbero intimidito anche con metodo mafioso gli imprenditori per fare acquistare loro gli inerti dalle ditte da loro indicate. Contatti con criminalità. Per convincere gli imprenditori ad acquistare i materiali inerti dalle proprie società, Domenico Gallo, imprenditore ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta genovese sulle grandi opere, avrebbe usato metodi di intimidazione mafiosa. Il gip Cinzia Perroni nella sua ordinanza scrive che sono state riscontrate circostanze che "destano allarme in quanto Gallo risulta avere contatti con soggetti legati alla criminalità organizzata". Avrebbe partecipato alla cresima della figlia di Domenico Borrello, affiliato alla 'ndrina Barbaru U Castanu di Platì. Dalle indagini "è emerso - scrive ancora il gip - un sistema alquanto spregiudicato e disinvolto adottato dai dirigenti del Cociv nell'affidamento dei lavori pubblici relativi all'imponente opera di interesse nazionale". Un imprenditore, Giuseppe Balbo confida ad alcuni dirigenti Cociv dei danneggiamenti subiti da alcuni mezzi della società Allara e dei pedinamenti fatti ai camion della stessa società da parte di mezzi riconducibili a Domenico Gallo. Il gip cita un'altra intercettazione tra l'ingegnere De Michelis e sua moglie in cui i due confermano come "si dividono tutto... ognuno ha pigliato la parte sua". Cantone: valuteremo commissariare appalti. "Abbiamo già chiesto copia delle ordinanze cautelari e valuteremo se ci sono le condizioni per chiedere il commissariamento di alcuni appalti: se necessario, siamo pronti a farlo". Lo ha detto il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, interpellato sulle inchieste per corruzione su appalti e subappalti di alcune Grandi opere, tra cui il Terzo valico. Quanto ad alcuni dei nomi coinvolti nelle inchieste, "non mi sento di dare indicazioni - ha aggiunto Cantone - siamo in una fase assolutamente preliminare, bisogna dare il tempo materiale per capire. Ma quello che va rimarcato è il sistema che emerge da queste indagini meritorie, e quel sistema è oggetto di un ripensamento vero nel nuovo Codice appalti. Da queste inchieste emerge probabilmente che il sistema del general contractor e dei subappalti non funziona. Ora nel nuovo codice c'è un meccanismo che prevede molto più rigore". Dubbi su general contractor. "Ho espresso più volte preoccupazioni sul figura del general contractor e mi auguravo che fosse eliminato. Il nuovo Codice degli appalti lo ha però fortemente ridimensionato". Lo ha detto il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, interpellato a margine della firma di un protocollo d'intesa sul post-terremoto, in merito alle inchieste per corruzione e tangenti emerso oggi, che vede coinvolti anche dirigenti del general contractor che si occupano della realizzazione di alcune grandi opere. Intercettazioni: Troppa A3. "Troppa Salerno Reggio Calabria, non per fare il nordico ma c'è troppa Salerno Reggio Calabria. E' diventato un consorzio a gestione meridionale... non va bene, non va bene... troppi calabresi...". Si lamenta Andrea Ottolin, imprenditore del Trentino Alto Adige, con Simone Cinque, direttore responsabile del Tronco Piemonte dell'Alta Velocità nelle intercettazione dell'inchiesta genovese sulle grandi opere. La discussione nasce perché Giampiero De Michelis, ex direttore dei lavori del Cociv, sta cercando di favorire il suo amico imprenditore Domenico Gallo costringendo gli altri imprenditori a comprare inerti e calcestruzzi da lui. "Sì sì... che poi ti fa arrivare quei messaggi trasversali...nel modo calabrese...che danno fastidio..." conferma Cinque, parlando di De Michelis. Secondo quanto emerso dall'inchiesta della procura di Genova, De Michelis e Gallo stavano cercando di sbaragliare la concorrenza facendo comprare tutto il materiale inerte e i calcestruzzi da quest'ultimo. A riprova di questo, secondo l'accusa, anche il fatto che Gallo stesse comprando una serie di cave in Basso Piemonte per creare una sorta di monopolio in zona. Oltre alle 14 persone agli arresti domiciliari ci sono altre 10 persone indagate, tra dipendenti delle società e del Cociv che però avrebbero avuto un ruolo marginale. Cociv noi parte lesa. Il Cociv, contraente generale delle opere del Terzo Valico dei Giovi-Tratta AV/AC Milano-Genova, preso atto dell'attività degli inquirenti, "sottolinea di essere in questa vicenda parte lesa", e precisa che, in ogni caso, "non sussistono oneri aggiuntivi a carico dello Stato così come nessuna differente qualità delle opere il cui controllo è in capo al committente pubblico attraverso l'organo di alta vigilanza". "In tutte le ipotesi in corso di verifica, si tratta infatti di procedure di scelta interna al Consorzio di subappaltatori e subaffidatari, il cui eventuale maggior costo ricade esclusivamente sul contraente generale, trattandosi per il pubblico committente di opera a prezzo fisso ed invariabile". "Eventuali interferenze in corso di accertamento investigativo possono riguardare solo iniziative infedeli di funzionari venuti meno al dovere di lealtà verso l'azienda - spiega il Cociv in una nota - e soprattutto in violazione delle regole di trasparenza e di controllo predisposte allo scopo, inclusa l'adozione di gare telematiche e procedure anticorruzione". Il Consorzio assicura che "adotterà ogni opportuno provvedimento per garantire l'operatività del progetto confidando in una veloce conclusione della vicenda giudiziaria in corso e dichiarando fin d'ora la più ampia collaborazione, sia alla magistratura inquirente che all'Autorità Anticorruzione". "Eventuali responsabilità che dovessero emergere a carico di singoli saranno perseguite in tutte le sedi opportune", conclude il Cociv. Decapitati vertici Pisamover. L'indagine romana sulla presunta corruzione negli appalti e subappalti delle grandi opere ha decapitato la Pisamover spa, la società nata dall'associazione temporanea d'impresa che sta realizzando la metropolitana di superficie pisana che collegherà l'aeroporto alla stazione ferroviaria. Il presidente Mariano Aprea è agli arresti domiciliari e lo stesso provvedimento è stato adottato anche nei confronti di Michele Firpo responsabile del cantiere, e del funzionario Pacifico Belli. Obbligo di dimora invece per Fausto Cioci, coordinatore della sicurezza. E' quanto emerso nel corso di una conferenza stampa in Comune a Pisa. Alla luce degli sviluppi giudiziari, il sindaco, Marco Filippeschi, e l'amministratore unico di Pisamo, la municipalizzata che si occupa di mobilità urbana, Fabrizio Cerri, hanno scritto alla società per chiedere subito l'avvicendamento delle persone coinvolte affinché il cantieri non si fermi proprio ora che è arrivato alle soglie dell'inaugurazione del servizio. I due enti hanno infatti chiesto "urgenti comunicazioni circa le vostre determinazioni in ordine all'individuazione di legittimi interlocutori, sia amministrativi che tecnici, con i quali l'amministrazione concedente e la stazione appaltante (Pisamo, ndr) possano relazionarsi in vista dei prossimi adempimenti, così da garantire il rispetto delle previsioni contrattuali e la continuità della gestione affidata". "Seguiremo gli sviluppi giudiziari - ha aggiunto Filippeschi - e fin da ora ci riserviamo di valutare l'adozione anche di altre azioni di tutela".
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