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Blitz antindrangheta in Svizzera: 15 arresti
Blitz antindrangheta in Svizzera: 15 arresti 08 mar 16 Quindici presunti membri della 'ndrangheta calabrese, accusati dalle autorità italiane di far parte di un'associazione di tipo mafioso, sono stati arrestati oggi in Svizzera su ordine dell'Ufficio federale di giustizia (Ufg): gli arrestati, tutti cittadini italiani, sono stati posti in detenzione in attesa dell'estradizione, riferisce l'agenzia di stampa elvetica Ats. I 15 cittadini italiani sono stati arrestati dalle polizie cantonali turgoviese, zurighese e vallesana e l'Ufg - precisa un comunicato pubblicato a Berna - ha ordinato gli arresti sulla base di richieste d'estradizione italiane presentate tra febbraio 2015 e gennaio 2016 e fondate a loro volta su ordini di arresto e due sentenze del Tribunale di Reggio Calabria per associazione criminale. Dalle richieste di estradizione risulta che gli indagati, domiciliati in maggioranza nel Canton Turgovia, sono sospettati di appartenere alla cellula di Frauenfeld (cantone di Turgovia) della 'ndrangheta calabrese. Gli aderenti a tale associazione mafiosa si distinguono in particolare per la partecipazione a riunioni e rituali, la sottomissione alla gerarchia e l'obbedienza incondizionata, afferma il comunicato. Oggi le autorità turgoviesi, zurighesi e vallesane sentono le persone arrestate per conoscerne il parere in merito alle richieste d'estradizione. Il consenso all'estradizione immediata comporta la procedura semplificata: significa che l'Ufg può autorizzare senza indugio l'estradizione all'Italia e disporne l'esecuzione. "Se invece l'interessato si oppone all'estradizione, l'Ufg deciderà in merito, fondandosi sulla richiesta italiana e il parere dell'estradando", afferma il comunicato. Oltre agli arrestati sono stati convocati per un interrogatorio altri due indagati. Essendo questi ultimi naturalizzati, non è stato possibile arrestarli in attesa di estradizione. In quanto cittadini svizzeri non possono infatti essere estradati in Italia senza il loro consenso. Latitanti cosca Condofuri. Due esponenti di vertice della cosca della 'Ndrangheta di Condofuri, Antonio Nucera e suo figlio Francesco, sono stati arrestati questa mattina in Svizzera nell'ambito di un'operazione congiunta tra la Polizia di Stato e la Polizia federale elvetica. I due erano latitanti dal 2013 per associazione mafiosa e riciclaggio di denaro. L'indagine che ha portato all'arresto dei due esponenti di vertice dalla cosca - 60 anni Antonio, 34 il figlio Francesco - è stata condotta dagli uomini del Servizio centrale operativo e da quelli delle squadre mobili di Torino e Verbania, che da tempo indagavano sulle infiltrazioni della Ndrangheta nell'alto Piemonte. Secondo quanto emerso dalle indagini i due, che facevano parte di una rete operante in Svizzera, riciclavano e reimpiegavano i proventi della cosca. Antonio e Francesco Nucera, secondo quanto si apprende, erano stati individuati da qualche tempo ma il via libera all'operazione è arrivato dalle autorità svizzere soltanto stamattina, in concomitanza con un'altra operazione che ha portato all'arresto di 15 presunti esponenti della 'Ndrangheta in Svizzera. Padre e figlio sono stati catturati entrambi nel Canton Vallese: il primo a Visp, il secondo a Stalden, due cittadine che si trovano a poca distanza dal confine italiano. Nel corso delle perquisizioni, gli uomini dello Sco e della squadra mobile che hanno operato assieme ai colleghi svizzeri, hanno sequestrato diversi documenti e una pistola elettrica. Cosca operativa da 40 anni. Da oltre 40 anni è operativo il locale di 'ndrangheta nel territorio elvetico in particolare nella città svizzera di Frauenfeld. E' quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri di Reggio Calabria, in collaborazione dell'Ufficio Federale di Polizia della Confederazione Svizzera, che hanno portato stamane all'arresto di 15 persone. Nel corso di numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali è emerso che "..la nostra società è formata da 40 anni.." con il pieno e diretto collegamento con la Calabria tanto che da alcune conversazioni degli affiliati è emerso che "il locale è da 40 anni che risponde a Fabrizia". Oggi stesso, su ordine dell'Ufficio federale di giustizia, le autorità svizzere sentiranno le persone arrestate per conoscerne il parere in merito alle richieste d'estradizione. Oltre agli arrestati sono stati convocati per un interrogatorio altri due indagati. Essendo questi ultimi naturalizzati, non è stato possibile arrestarli in attesa di estradizione. In quanto cittadini svizzeri non possono infatti essere estradati in Italia senza il loro consenso. Indagini inizita nel 2012. Le persone arrestate in Svizzera perché accusate di essere affiliate alle cosche della 'ndrangheta sono già destinatarie di decreto di fermo emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "Helvetia" condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, di cui già 2 arrestati il 22 agosto 2014. Gli indagati sono tutti ritenuti componenti dell'articolazione territoriale chiamata Società di Frauenfeld (Svizzera) - dipendente dal "Crimine" di Polsi con collegamenti alla "Società" di Rosarno ed al "Locale" di Fabrizia (Vibo Valentia). L'accusa è di associazione di tipo mafioso, aggravata dalla transnazionalità in quanto commesso in Italia e Svizzera da un gruppo criminale organizzato, impegnato in attività criminali in più di uno Stato. Le indagini, avviate dai Carabinieri di Reggio Calabria nel gennaio del 2012, hanno consentito di confermare l'esistenza e l'operatività del "Locale" di Frauenfeld, con a capo Antonio Nesci, e di individuarne gli associati, i ruoli e le cariche e soprattutto di verificarne la dipendenza al "Crimine" calabrese, per il tramite di Giuseppe Antonio Primerano, la cui figura era stata riconosciuta sia in Calabria, ove era "accreditato" presso il "Crimine" sia all'estero, in Germania e in Svizzera.
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