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    Maxi blitz contro le estorsioni a Reggio: 16 arresti della PS

     

    Maxi blitz contro le estorsioni a Reggio: 16 arresti della PS

    25 gen 16 La Polizia di Stato di Reggio Calabria sta eseguendo una operazione contro la 'ndrangheta con l'esecuzione di 16 fermi emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di soggetti legati alla "famiglia" Franco della frazione Pellaro del capoluogo reggino. Tra i reati contestati l'associazione mafiosa e l'estorsione in danno di operatori economici. Nel corso dell'operazione gli agenti della polizia di stato hanno eseguito anche anche numerose perquisizioni. Si chiama Antibes l'operazione che la Squadra Mobile e l'aliquota Polizia di Stato della Sezione presso la Procura della Repubblica stanno eseguendo in queste ore a Reggio Calabria. L'operazione ha preso il nome della località turistica francese in cui, nel novembre 2013, venne arrestato il latitante Giovanni Franco nel corso di un'operazione congiunta della Squadra Mobile di Reggio Calabria e della Polizia francese, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia.

    I fiancheggiatori della latitanza di Giovanni Franco sono stati individuati dagli investigatori della polizia di Stato di Reggio Calabria che stamane ha portato a termine una operazione per il fermo di sedici persone. Le indagini della polizia sono state dirette dalla Dda di Reggio Calabria. Giovanni Franco fu arrestato nel novembre 2013, nella località turistica francese di Antibes, dopo che si era sottratto all'esecuzione di una condanna definitiva ad 11 anni e 4 mesi di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti. Nel corso delle indagini è emerso che i fiancheggiatori avrebbero raggiunto più volte il ricercato nel paese d'Oltralpe. Per sviare le indagini, durante alcuni viaggi, avrebbero spedito, con un corriere, i loro telefoni cellulari accesi, in una località turistica del Nord Italia che avrebbero raggiunto, con autovetture prese a noleggio, dopo aver incontrato il latitante in Francia, mentre in altri casi avrebbero affidato gli apparecchi telefonici ad altri affiliati, per simulare la loro presenza a Reggio Calabria.

    Procuratore De Raho: Individuata area grigia. "L'indagine odierna ha consentito di individuare "un'area grigia, che poi grigia non è". Lo ha detto il Procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, circa i 16 fermi eseguiti stamane dagli agenti della Squadra mobile. "In questo caso - ha aggiunto - non c'è solo il compito di mettere sotto stretto controllo il territorio. La 'ndrangheta si dimostra anche capace di inquinare il tessuto economico locale attraverso soggetti che utilizzano l'affiliazione per imporre il loro potere e porsi così come interlocutori privilegiati nell'attività economica in cui operano. Si crea così una confusione di ruoli tra chi esercita attività economiche e chi attività criminose, riuscendo persino a mantenere un'immagine pulita: un'area che è più nera di quanto possiamo immaginare e che riesce a tessere normali rapporti con la pubblica amministrazione e con la politica, riuscendo così ad inquinare tutto il territorio". "Rileviamo da qualche tempo a questa parte - ha proseguito il procuratore Cafiero de Raho - una maggiore fiducia verso lo Stato e le forze dell'ordine, da parte delle vittime di estorsione. In passato capitava che tali vittime denunciassero il fatto, ma non fornissero mai elementi utili per l'individuazione degli autori. Oggi, invece riceviamo indicazioni anche utili per l'identificazione degli autori, con la descrizione del mezzo usato per compiere il reato". Il questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, ha evidenziato che "si tratta di una cosca operativa nella città di Reggio Calabria sulla quale indirizzammo la nostra attenzione per individuare il latitante Giovanni Franco, condannato per traffico di stupefacenti e la rete di uomini che lo proteggeva, a cominciare dal figlio Paolo Franco. In quelle intercettazioni fu scoperto un incontro al vertice della cosca per l'affiliazione di due uomini che già operavano da tempo nel gruppo".

    Nuovi affiliati con assenso boss latitante. I particolari sulle affiliazioni di nuove persone sono emersi nel corso dell'inchiesta della polizia di Stato chiamata "Antibes" che ha portato al fermo di 16 persone. Le indagini della squadra mobile sono state dirette dalla Dda di Reggio Calabria guidata dal Procuratore Federico Cafiero de Raho. A 12 delle 16 persone fermate è stato contestato il reato di associazione mafiosa per avere preso parte, con ruoli specifici, al locale di 'ndrangheta di Pellaro di Reggio Calabria. Nel corso delle indagini sono state intercettate conversazioni sulle affiliazioni di nuove leve al locale di 'ndrangheta di Pellaro, avvenute con la benedizione del boss Giovanni Franco, dal luogo di latitanza in Francia. A margine del summit dei battesimi di 'ndrangheta, alcuni affiliati si sarebbero lamentati della mancanza di giovani da 'arruolare'. Le indagini della polizia hanno portato anche a scoprire alcune estorsioni per alcune migliaia di euro ai danni di un operatore economico del luogo da soggetti contigui al "locale" di Pellaro. La vittima sarebbe stata vessata da continue minacce di attentati all'incolumità personale, atti intimidatori, pressanti avvisi secondo cui era necessario aiutare le famiglie dei carcerati, danneggiamenti ed asportazione di beni strumentali, al punto che aveva deciso di chiudere il suo esercizio commerciale.

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