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    Le mani della cosca Lanzino sulla Regione Calabria, 7 arresti dei CC a Cosenza

     

    Le mani della cosca Lanzino sulla Regione Calabria, 7 arresti dei CC a Cosenza. Indagato Trematerra

    07 lug 15 Un'operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, denominata Acheruntia, è in corso per l'esecuzione di 7 arresti nei confronti di presunti elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà. Tra loro un ex consigliere comunale di Acri e alcuni imprenditori, accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, concussione, corruzione elettorale, usura, frode informatica e reati in materia di armi. La cosca avrebbe condizionato l'attività del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria e del Comune di Acri per ottenere appalti nel settore della forestazione.

    --- Video Video-arresti

    --- Video Video-conferenza con la DDA

    Gli arrestati: Quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere e tre ai domiciliari. In carcere sono stati portati Angelo Gencarelli, di 59 anni, Giuseppe Perri (59), detto "Zio Pino" o "U' Guappo", Rinaldo Gentile (55), detto "Zio Rinaldo", e Gianpaolo Ferraro (35). L'ordinanza agli arresti domiciliari è stata eseguita nei confronti di Salvatore Gencarelli (51), Massimo Greco (43), detto "Massimino" o "Massimo malavita", e Adolfo D'Ambrosio (48)

    Indagato Trematerra. L'ex assessore all'Agricoltura della Regione Calabria Michele Trematerra (Udc) è indagato in stato di libertà. Trematerra è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Nel giugno dello scorso Trematerra subì una perquisizione con la stessa ipotesi di reato. Insieme a lui è indagato, per concussione, l'ex sindaco di Acri Luigi Maiorano. Secondo l'accusa, la cosca avrebbe cercato di procacciare voti per Trematerra in occasione delle regionali del 2010.

    DDA aveva richiesto arresto Trematerra. La Direzione distruttale antimafia di Catanzaro aveva richiesto l'arresto dell'ex assessore all'Agricoltura e foreste della Regione Calabria Michele Trematerra per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato dal favorire una consorteria mafiosa, ma il gip distrettuale l'ha rigettata. In merito al primo capo d'imputazione - il concorso esterno - il gip ritiene che "gli elementi posti dall'accusa a sostegno della mozione cautelare non siano sufficienti per ascrivere all'indagato la condotta di concorrente esterno in quanto non emerge la prova di un concreto ed effettivo contributo prestato da Trematerra a favore dell'associazione, emergendo, al contrario, piuttosto chiaramente, l'esistenza di una reiterata condotta di favore nell'interesse esclusivo di Angelo Gencarelli e di soggetti comunque ricollegati ad interessi personali (ed economici) di quest'ultimo". "Ed invero - scrive il gip nelle 300 pagine dell'ordinanza - se da un lato è pacifico che gli eloquenti elementi investigativi delineano in modo assolutamente nitido ed evidente l'immagine, invero desolante, di un politico che ha intessuto una stabile e assolutamente deprecabile relazione di cointeressenza con il coindagato Gencarelli (compagno politico di partito e, notoriamente, soggetto legato a contesti illeciti), nella perfetta consapevolezza di piegare le sue funzioni politiche agli interessi personalistici del Gencarelli, è però al tempo stesso vero come le indagini sin qui svolte non hanno consentito di ricondurre le condotte poste in essere da Trematerra come finalizzate anche a vantaggio non del singolo sodale ma piuttosto dell'intero clan". Quanto al voto di scambio, secondo il gip, "gli esiti dell'attività investigativa documentano in maniera evidente come Angelo Gencarelli si sia attivamente operato a favore del candidato Trematerra sostenendone la compagna elettorale; del pari evidente è che, successivamente alla sua elezione, Trematerra abbia assunto comportamenti di palese favore nei confronti dello stesso Gencarelli e dell'impresa 'la Fungaia' allo stesso riconducibile. Tali elementi appaiono rappresentativi della realizzazione dell'accordo sinallagmatico". Tuttavia, per il gip, "il titolo di reato contestato, anche nella forma aggravata, per i limiti edittali di pena prevista non consentirebbe il ricorso al rimedio cautelare".

    Ricorso DDA contro non arresto Trematerra. La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro farà ricorso contro la decisione del Gip che ha ritenuto di non accogliere la richiesta di misura cautelare per l'ex assessore all'Agricoltura della Regione Calabria Michele Trematerra. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri incontrando i giornalisti per illustrare i dettagli dell'inchiesta "Acheruntia" (dal nome antico dell'area geografica di Acri) che stamani ha portato all'arresto di sette presunti elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà e nella quale è indagato Trematerra. "Il rapporto tra Trematerra e Angelo Gencarelli - ha aggiunto il magistrato - emerge dagli eloquenti elementi investigati che certificano una condotta di ricerca di favori e di scambio di voti ma il gip ha ritenuto che i favori erano operati in favore della persona Gencarelli e non come appartenente alla cosca. Per questo non condividiamo la decisione del giudice e questa scissione e faremo ricorso". "Si tratta - ha detto Bombardieri - di un'indagine importante perché svela una serie di rapporti fra la criminalità organizzata e una parte della politica cosentina". Secondo quanto è stato riferito, Gencarelli, forte della sua attività politica, all'epoca, di consigliere comunale ad Acri e presidente della commissione urbanistica, cercava di accaparrarsi appalti pubblici, in particolare in materie boschive. E quando ciò non avveniva il gruppo metteva in pratica estorsioni o minacce per indurre la ditta assegnataria dell'appalto a lasciare il lavoro. Gencarelli, nel corso delle varie tornate elettorali, secondo l'accusa, ha sostenuto anche altri candidati, appartenenti ad altri colori politici, quali l'avvocato Franz Caruso, candidato con i socialisti alle ultime elezioni regionali. "Ma è necessario chiarire - ha specificato Bombardieri - che sebbene Gencarelli abbia utilizzato lo stesso modo di operare, non si ravvisa lo scambio di voti perché Caruso non ha palesato favori, e dunque non si configura lo scambio come invece ha fatto Michele Trematerra. Per questo da parte della Procura non c'è alcuna richiesta nei confronti di Caruso".

    Gip: Degrado morale Trematerra. "L'inadeguatezza degli elementi investigativi a fondare un giudizio di gravità indiziaria a carico dell'indagato Michele Trematerra" in relazione all' ipotesi di reato di concorso esterno in associazione mafiosa, "non esclude e non sminuisce, tuttavia, il degrado morale e lo squallore" della vicenda. Lo scrive il gip distrettuale di Catanzaro nella sua ordinanza nella parte in cui motiva il no alla richiesta di arresto per l'ex assessore della Regione Calabria. "Una vicenda - sostiene il gip - in cui l'uomo politico, per di più chiamato a ricoprire un ruolo istituzionale di primo piano, quale quello di assessore regionale, tradendo gli elettori e l'intera popolazione calabrese, non esita a sviare, screditando il prestigio dell'istituzione che rappresenta, i propri poteri dai fini istituzionali, anteponendo il soddisfacimento di interessi (anche economici) personalistici del singolo beneficiario di turno a discapito del perseguimento del bene comune. Significativa in tal senso appare la vicenda legata a Gencarelli che conservava il proprio posto anche e soprattutto a fronte di resistenze dei membri dell'apparato che osteggiavano il mantenimento dell'incarico da parte di un soggetto inadatto a ricoprire il ruolo rivestito e che, per sua stessa ammissione, non svolgeva neanche le funzioni connesse all'incarico cui era preposto, disertando il luogo di lavoro e preoccupandosi di utilizzarlo solo come strumento per soddisfare i propri interessi". Secondo il gip il "vulnus probatorio" non può essere superato neanche dal fatto che "l'ex assessore regionale fosse consapevole della caratura criminale 'ndranghetistica del coindagato, non essendo tale elemento sufficiente ad inferire, se non surrettiziamente, la prova che aiutando costui Trematerra, andando al di là dell'interesse egoistico del beneficiario, volesse fornire un concreto contributo rafforzativo all'associazione".

    Collaboratore assessore ai vertici della cosca. L'ex consigliere del Comune di Acri ed ex componente la segreteria dell'ex assessore alla Forestazione della Regione Calabria Michele Trematerra, Angelo Gencarelli, arrestato stamani dai carabinieri di Cosenza, è ritenuto dalla Dda di Catanzaro un elemento di spicco della cosca. Gencarelli, infatti, secondo l'accusa è ritenuto al vertice e promotore della cosca insieme a Giuseppe Perri, indicato come il reggente dell'articolazione territoriale di Acri - paese natale di Trematerra - della 'ndrina Lanzino di Cosenza, una delle piu' potenti della provincia di Cosenza. L'uomo, nel periodo in cui è stato consigliere comunale, ha ricoperto anche la carica di presidente della Commissione urbanistica del Comune, L'accusa lo ritiene l'"elemento di congiunzione tra l'associazione mafiosa e le istituzioni pubbliche, quali la Regione e gli Enti ad essa collegati ed il Comune di Acri" e "soggetto in grado di condizionare, grazie al rapporto collusivo instaurato con pubblici funzionari, le scelte amministrative degli Enti e di orientarne le procedure amministrative riguardanti gli appalti pubblici a favore di società o 'cartelli' di società facenti capo ad imprenditori organici alla cosca".

    Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro (Procuratore Aggiunto Dr. Vincenzo Luberto e Sost. Proc. Pierpaolo Bruni) e sviluppate, congiuntamente, dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cosenza e dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Rende, hanno consentito di delineare l’assetto della citata cosca in Acri, i cui appartenenti erano dediti, fra l’altro, a “condizionare” l’attività del Dipartimento Agricoltura e Forestazione della Regione Calabria e del Comune di Acri per l’aggiudicazione di appalti pubblici nel settore della forestazione a favore di società di riferimento dello stesso sodalizio di ‘ndrangheta. In tal senso, sono state riscontrate “pressioni” nei confronti dei funzionari preposti alla trattazione delle pratiche che avevano dimostrato riottosità. In tale contesto risultano indagati anche un ex Assessore regionale (per concorso esterno all’associazione mafiosa) e un ex Sindaco di Acri (per concussione). Inoltre, veniva accertata l’attività di procacciamento di voti, da parte di esponenti del sodalizio di ‘ndrangheta, durante la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale. Le indagini hanno altresì evidenziato, oltre ad una serie di estorsioni e reati di usura ai danni di imprenditori e commercianti, l’imposizione fatta a vari commercianti per l’installazione nei loro locali di slot-machines e videopoker forniti da una società di riferimento della cosca.

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