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    Teste uccisa col muriatico: si amplia inchiesta, 6 arresti dei cc

      Procura di Palmi

     

    Teste uccisa col muriatico: si amplia inchiesta, 6 arresti dei cc

    18 nov 14 I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone nell'ambito dell'inchiesta sulla morte di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia deceduta nel 2011 dopo avere ingerito acido muriatico. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip di Palmi su richiesta della Procura della Repubblica, diretta da Emanuele Crescenti. Agli arrestati vengono contestati i reati di detenzione illegale di armi comuni da sparo, furto aggravato e istigazione ad esternare false dichiarazioni davanti al Tribunale. Secondo quanto è emerso dalle indagini, Maria Concetta Cacciola, nipote del boss della 'ndrangheta Gregorio Bellocco, sarebbe stata costretta ad ingerire acido muriatico per indurla a ritrattare le accuse di appartenenza alla 'ndrangheta che aveva rivolto ad alcuni suoi familiari. Nell'inchiesta sono coinvolti anche due avvocati, Gregorio Cacciola e Vittorio Pisani. Quest'ultimo, da qualche mese, collabora con la giustizia ed è proprio dalle sue dichiarazioni che sarebbero scaturiti gli sviluppi investigativi che hanno portato ai nuovi arresti.

    Nuova ordinanza per legale. C'e' anche l'avvocato Gregorio Cacciola, già arrestato nel febbraio scorso con l'accusa di avere favorito le cosche Bellocco e Cacciola della 'ndrangheta, tra le sei persone nei confronti delle quali i carabinieri hanno eseguito stamattina altrettante ordinanze di custodia cautelare, in un'operazione denominata "Onta 2", nell'ambito delle indagini sulla morte, nel 2011, della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, costretta ad ingerire acido muriatico per il suo rifiuto a ritrattare le accuse di appartenenza alla 'ndrangheta che aveva rivolto ad alcuni familiari. "Le indagini - ha detto, incontrando i giornalisti, il procuratore della Repubblica di Palmi, Emanuele Crescenti - hanno accertato il modus operandi esercitato dall'avvocato Cacciola, già arrestato nell'operazione Onta, che operava in violazione del codice deontologico della professione forense tanto che nel suo studio legale attivava una serie di atteggiamenti e strategie contro la legge per aggiustare processi e persino per nascondere armi". Determinante, per lo sviluppo delle indagini, a detta del procuratore Crescenti, si è rivelata l'attività di intercettazione ambientale effettuata nello studio dell'avvocato Cacciola. Dalle intercettazioni sono emersi, in particolare, ulteriori elementi rispetto a quelli acquisti con l'operazione "Onta" indicativi, hanno riferito gli investigatori, della contiguità dell'avvocato Cacciola con gli ambienti della criminalità organizzata dell'area tirrenica reggina. Il penalista, in particolare, secondo l'accusa, avrebbe istigato un teste ad affermare il falso in un processo per armi celebratosi davanti al tribunale di Palmi. Gli altri arrestati nel corso dell'operazione di stamattina sono Gregorio Cacciola, di 63 anni (omonimo dell'avvocato) ed i figli Antonio e Domenico, e Giovanni e Gianfranco Nocera, accusati di detenzione illegale di armi.

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