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    Imprenditore morì dopo rissa, chiesti 5 rinvii a giudizio a Vibo

     

     

    Imprenditore morì dopo rissa, chiesti 5 rinvii a giudizio a Vibo

    12 nov 14 Il pubblico ministero di Vibo Valentia, Maria Gabriella Di Lauro, ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque persone accusate a vario titolo di rissa aggravata, uso di oggetti atti ad offendere e per l'omicidio preterintenzionale dell'imprenditore balneare Rocco Sainato, avvenuto il primo marzo del 2013 dopo diversi mesi di coma. Il 18 marzo 2015 avrà inizio l'udienza preliminare nei confronti di Giacomo De Salvo, 39 anni, di Spilinga (difeso dagli avvocati Michelangelo Miceli e Patrizio Cuppari); George Nicolae Mihalace, romeno residente a Ricadi (avv. Cuppari), Emanuel Stefan Smical, 10 anni, anch'egli romeno, domiciliato a Spilinga (avv. Diego Brancia). Per loro le accuse di omicidio preterintenzionale e rissa aggravata. A comparire davanti al gup anche i due figli della vittima: Luigi e Giuseppe Sainato, rispettivamente di 36 e 35 anni, entrambi di San Nicolò di Ricadi, assistiti dall'avvocato Francesco Cardone; per loro l'ipotesi di reato è solo rissa aggravata. Rocco Sainato fu ferito la mattina del 10 luglio del 2011 nel corso di una rissa a Ricadi. Fu colpito da un oggetto contundente. I fatti contestati scaturirono da futili motivi. A scatenare la rissa fu il diverbio sorto tra la vittima e De Salvo a causa del passaggio da parte di quest'ultimo e dei due suoi collaboratori stranieri su una strada attigua al villaggio turistico "Eden", gestito dell'imprenditore turistico, e ritenuta dalla vittima interna alla sua proprietà. Strada, però, che rappresentava l'unica zona di accesso al lido "Costa azzurra" per consentire ai tre di depositare delle attrezzature balneari. Durante la rissa si fronteggiarono da un lato De Salvo e i due romeni e, dall'altro, Sainato e i suoi due figli sopraggiunti nell'immediatezza sul posto a supporto del padre. Nella colluttazione furono utilizzati oggetti di varia tipologia.

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