Caso Scajola, la Rizzo non riponde al Gip, risponderà al PM giovedì

23 mag 14 Chiara Rizzo si è avvalsa della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio di garanzia. Lo ha deciso la moglie di Amedeo Matacena dopo che il gip ha rigettato l'istanza dei legali della Rizzo di poter parlare con la donna. ''Si è trattato solo di un silenzio tecnico che non durerà a lungo''. Lo hanno detto, all'uscita dal carcere di Reggio Calabria, gli avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi, difensori di Chiara Rizzo, a proposito della decisione della moglie di Amedeo Matacena di avvalersi della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio davanti al Gip. Chiara Rizzo ora sarà interrogata dal sostituto procuratore nazionale antimafia Francesco Curcio e dal pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo giovedì prossimo, 29 maggio, alle 15. L'interrogatorio dei pm è stato concordato con i difensori della Rizzo, gli avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi. ''Oggi - hanno detto i legali - è stato un silenzio tecnico. C'è la volontà di rispondere e per questo abbiamo concordato con i pm l'interrogatorio per giovedì alle 15''. L'interrogatorio di garanzia di Chiara Rizzo, moglie di Amadeo Matacena era iniziato, nel carcere reggino di Arghillà, verso le 11.30. All'interrogatorio, condotto dal gip Olga Tarzia, che ha emesso i provvedimenti restrittivi, ha partecipato il pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. I legali della donna, gli avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi, avevano presentato un'istanza al gip chiedendo di poter parlare con la loro assistita.

Ieri colloquio con la vedova di Biagi. A proposito di quanto dichiarato da "ambienti vicini alla famiglia di Marco Biagi, che riterrebbero non plausibile l'intervista concessa a Giacomo Amadori dalla vedova del giuslavorista ucciso dalle Br, la direzione di Libero precisa che Amadori ha parlato ieri con Marina Orlandi". "Le frasi pubblicate, tra le quali quella riguardante l'ex ministro Scajola e l'accusa di omicidio per omissione - prosegue la Direzione di Libero - corrispondono dunque alla lettera a quanto dichiarato dalla signora. Del colloquio esiste per altro una registrazione".

Inquirenti a Bologna aspettano altri documenti. Continua nel riserbo l'inchiesta a Bologna sulla mancata scorta a Marco Biagi. Gli inquirenti bolognesi aspetterebbero l'arrivo di altri documenti sequestrati nelle diverse inchieste in cui è coinvolto il nome di Claudio Scajola, in particolare da Roma. Non è esclusa una trasferta di personale della procura bolognese nella capitale. L'obiettivo è fare una precisa ricostruzione documentale dei passaggi che portarono all'effetto della mancata protezione al giuslavorista bolognese. Solo una volta analizzata la documentazione si potrà infatti capire con esattezza se qualcuno era informato del reale pericolo che correva Biagi, e decise ugualmente di ignorare l'allarme. Catena decisionale che, in via ipotetica, potrebbe condurre alla stessa figura apicale del Viminale, cioè Scajola. Una volta ricostruita quella catena è facile ipotizzare che l'orientamento degli inquirenti sia di sentire l'eventuale, nonché presunto, responsabile della decisione già in veste di indagato. Il fascicolo è al momento ancora contro ignoti.

Bagnasco: Apprendo adesso chiamata in causa. 'Lo apprendo adesso' - ha detto il presidente della Cei Angelo Bagnasco interpellato su notizie di stampa su una intercettazione telefonica in cui l'ex ministro Scajola avrebbe parlato di una sua richiesta di appoggio per le elezioni, formulata anche a Bagnasco - ho detto ieri quando mi hanno informato dell'articolo sul Corriere, e oggi lo ripeto: questo dice tutto, nella verità assoluta, non c'è stato assolutamente altro: lo apprendo adesso".