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Ingressi illegali in Italia, 5 arresti a Potenza. Coinvolto ambasciatore italiano
Ingressi illegali in Italia, 5 arresti a Potenza. Coinvolto ambasciatore italiano 18 giu 14 Una banda che, dal 2010, avrebbe fatto arrivare in Italia - soprattutto dal Pakistan, dove si trova un funzionario dell'ambasciata italiana che è indagato, e dall'India - decine di persone con permessi di soggiorno rilasciati grazie a contratti di lavoro fittizi, è stata sgominata dalla Polizia che stamani, all'alba, ha arrestato cinque persone, fra le quali un imprenditore di Pietragalla (Potenza). La ''base'' dell'organizzazione - che garantiva agli imprenditori compiacenti circa cinquemila euro a permesso di soggiorno - era a Piacenza, ma aveva diramazioni in molte province italiane. In pratica, i datori di lavoro, ricompensati, erano disposti a fare i contratti di lavoro: la banda riceveva dal Pakistan e dall'India, via mail o fax, i nominativi delle persone in arrivo. Il permesso di soggiorno, inviato nel Paese asiatico, permetteva all'immigrato di ottenere il visto dall'ambasciata italiana e quindi di partire. Arrivato in Italia l'immigrato, il contratto di lavoro era rescisso e lui era libero di rimanere qui o andare in un altro Paese europeo. Quando l'inchiesta (coordinata dal Servizio centrale operativo della Polizia) è cominciata, gli investigatori, anche in provincia di Potenza - dove la squadra mobile e altri reparti della Polizia hanno fatto stamani decine di perquisizioni - hanno avviato alcuni controlli sulle procedure seguite dagli imprenditori. Il loro ''nervosismo'' e i loro contatti con i capi dell'organizzazione, a Piacenza, hanno fornito utili elementi di indagine. Oltre alla squadra mobile di Piacenza (la Polizia ha eseguito stamani nella città dell'Emilia-Romagna tre ordinanze di custodia cautelare e 47 perquisizioni), hanno collaborato alle indagini lo Sco della Polizia e le questure di Lodi, Brescia, Verona, Mantova, Prato, Rieti, Potenza e Foggia. Dal 2010 al 2012 sono centinaia gli stranieri, soprattutto pakistani, giunti in Italia irregolarmente, con 'guadagni', per chi ne favorisce l'ingresso, pari a circa dieci milioni di euro. Durante le indagini sono state sequestrate un'attività commerciale e un'automobile intestate ad un pakistano considerato ''tra i principali promotori dell'organizzazione''. Per le 11 è stata convocata una conferenza stampa presso la Procura della Repubblica di Bologna per illustrare altri dettagli dell'operazione, denominata 'Good news'.
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