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Genitori Federica "Decisione Cassazione solo giustizia apparente"
Genitori Federica "Decisione Cassazione solo giustizia apparente" 09 nov 13 "Sono trascorsi 81 mesi da quando ci affidammo alla giustizia, dichiarando che non ci saremmo fermati neanche di fronte ad una sentenza, qualora questa non fosse stata 'giusta'". Lo affermano in una nota Mary Sorrentino e Pino Monteleone, genitori di Federica Monteleone, la ragazza di sedici anni morta nell'ospedale di Vibo Valentia durante un intervento chirurgico. Ieri la Corte di Cassazione ha confermato le condanne, tranne una, per gli imputati accusati di aver avuto responsabilità nella morte della sedicenne. "Sappiamo - aggiungono - che non dipende dalla Cassazione, perché le lievi pene derivano da un errore di partenza dei precedenti giudici. No! Non cerchiamo vendetta, ma questa sentenza non ci soddisfa, non è il giusto epilogo di una così dolorosa vicenda, che solo chi la subisce può comprendere. Il verdetto di ieri è solo una vittoria apparente, che vanifica ogni nostro sforzo volto a prevenire che si operi con leggerezza, quando in ballo ci sono salute o addirittura vita delle persone. Non sempre la verità processuale coincide con la verità vera e sempre più di rado è esemplare. E' stata fatta una indiscutibile ricostruzione dei fatti, ma molte sono ancora le domande in attesa di risposta. Una sentenza esemplare non ci avrebbe restituito la nostra Federica, ma senza dubbio avrebbe tutelato i diritti di chi con fiducia affida il proprio destino ad altri, in quanto avrebbe richiamato gli operatori a vigilare ed esercitare con la dovuta attenzione". "Attendiamo - proseguono i genitori di Federica - di conoscere le motivazioni della sentenza, al contempo, consapevoli del fatto che a luglio 2014 scadranno i termini per la prescrizione del reato, chiediamo per rispetto a Federica, che venga al più presto fissata l'udienza presso la Corte D'Appello e poi in Cassazione, per non lasciare che la posizione di Alfonso Luciano finisca con due condanne in primo e secondo grado e una prescrizione, lasciando tutti nel dubbio solo perché i tempi della giustizia non coincidono con i tempi del giusto. La nostra tenacia non vogliamo che venga scambiata per accanimento. Non sarà certamente una sentenza, qualunque essa sia, a cancellare la sporcizia scritta nell'anima di chi ha privato nostra figlia della vita"
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