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Pannunzi arrestato, aveva falso documento venezuelano
Pannunzi arrestato, aveva falso documento venezuelano 06 lug 13 Quando è stato bloccato dalle autorità colombiane, il boss del narcotraffico Roberto Pannunzi aveva un falso documento venezuelano, intestato a tale Silvano Martino ed era in compagnia di altre due persone di nazionalità colombiana la cui posizione è ora al vaglio degli inquirenti. L'uomo che ha 'lavorato' anche con la mafia turca, il clan dei marsigliesi ed ebbe contatti con Gaetano Badalamenti e Gerlando Alberti, arriverà stasera alle 20.30 all'aeroporto di Fiumicino, proveniente dalla Colombia. La cattura di Pannunzi è il frutto di due anni di indagini del Gico della Guardia di Finanza e del Ros dei carabinieri, coordinati della Direzione centrale per i servizi antidroga sia in Italia sia in Colombia, dove un esperto italiano ha seguito tutto lo sviluppo dell'indagine. Pannunzi deve scontare un cumulo di pena pari a 12 anni, 5 mesi e 26 giorni. Dalle indagini è emerso che il boss era il massimo referente dei narcotrafficanti sudamericani per la vendita di cocaina destinata alle famiglie di 'Ndrangheta dei Morabito Coluccio-Aquino, Romeo, Bruzzaniti, Sergi, Trimboli e Papalia, nonché delle più importanti famiglie di Cosa Nostra. Quando gli uomini della Direzione antidroga e della Direzione antisequestri ed estorsioni l'hanno bloccato, Pannunzi ha negato ripetutamente di essere il narcotrafficante che la polizia stava cercando, forte del documento d'identità falso venezuelano, con tanto di impronta digitale, che aveva con sè. Le foto segnaletiche fornite agli investigatori colombiani dai colleghi italiani, però, hanno tolto ogni dubbio agli agenti che hanno proceduto all'arresto. Arrivare a Pannunzi è stato tutt'altro che semplice: gli uomini del Ros e del Gico da ormai due anni stavano seguendo le sue tracce e una delle ultime informazioni ricevute lo dava in un paesino della giungla colombiana al confine con il Venezuela. Le intercettazioni e le successive attività di indagine, comprese alcune segnalazioni poi dimostratesi molto attendibili, hanno però consentito ai poliziotti colombiani di rintracciare il narcotrafficante a Bogotà e di bloccarlo. Con l'arresto di Pannunzi le indagini non sono chiuse: è probabile infatti che l'uomo abbia avuto una serie di protezioni, anche ad alto livello, che gli avrebbero consentito di ottenere il passaporto falso e di circolare tutto sommato tranquillamente, vista la sua condizione di latitante, in Colombia. Quel che è certo, dice il capo della Direzione centrale per i servizi antidroga, il generale della Gdf Andrea De Gennaro, è che Pannunzi "al momento è il broker più importante per il traffico di cocaina dal Sud America all'Europa, in grado di movimentare migliaia di chili di cocaina: 8 transazioni su dieci, fino ad oggi, passavano da lui"
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