Processo Minotauro: chieste 74 condanne

03 lug 13 Settantaquattro condanne, la più alta delle quali a 22 anni di carcere, e una assoluzione, sono state chieste dalla procura di Torino al processo Minotauro contro la 'ndrangheta. Per l'unico politico fra gli imputati, l'ex sindaco di Leinì Nevio Coral, sono stati proposti dieci anni.

La procura di Torino presenta il conto alla 'ndrangheta. Con 73 richieste di condanna (e una sola proposta di assoluzione) per un totale di 733 anni di carcere, i magistrati dell'ufficio guidati da Gian Carlo Caselli hanno chiuso la loro requisitoria al maxi-processo Minotauro, il frutto della più vasta inchiesta dell'ultimo ventennio sulla criminalità organizzata in Piemonte. Il tribunale dovrà pronunciarsi sull'attività di nove 'locali', operative a Torino e nel circondario, regolarmente riconosciute dalle case madri calabresi (più una banda non autorizzata e, quindi, chiamata in gergo "la bastarda"), che fino al 2011, quando furono smantellate da una raffica di arresti, avevano messo in scena - secondo l'accusa - tutto il repertorio dell'onorata società: l'assoggettamento del territorio, l'intrusione nella rete degli appalti, i tentativi di condizionare la vita politica locale persino a Torino, dove le intercettazioni rivelarono il disegno di convogliare i voti degli elettori calabresi verso questo o quel candidato del PD alle primarie per le comunali. I politici (nelle carte compaiono personaggi di tutti gli schieramenti) sono risultati all'oscuro delle manovre con una sola eccezione: l'imprenditore Nevio Coral, all'epoca sindaco di Leinì (suocero di una ex assessore regionale di centrodestra), per il quale sono stati chiesti dieci anni. "La pericolosità della 'ndrangheta - ha detto il procuratore aggiunto Sandro Ausiello subito prima di quantificare le pene - non permette a nessuno di sottovalutare il fenomeno o di relegarlo a un'immagine di folklore regionale". Parole che hanno rilanciato i ripetuti segnali d'allarme lanciati pubblicamente da Caselli negli ultimi mesi. Molte sono state le inchieste di 'ndrangheta aperte dalla procura di Torino (con l'importante contributo del pentito Rocco Varacalli) ma in almeno un paio di casi, fra cui il processo Albachiara sulle cosche del Basso Piemonte, i giudici non hanno recepito tutte le tesi dell'accusa. Gli avvocati preparano battaglia e c'e già persino chi, come Andrea Galasso, difensore di Domenico Agresta, nel dirsi certo dell'assoluzione annuncia che chiederà un indennizzo per l'ingiusta detenzione. Per Minotauro la procura ha profuso uno sforzo immane: sono scesi in campo i pm Roberto Sparagna, Stefano Castellani, Giuseppe Riccaboni, Enrico Arnaldi di Balme, Monica Abbatecola. E c'e un precedente confortante: la prima tranche del maxi processo, quella celebrata con rito abbreviato, si è conclusa l'anno scorso con una sessantina di condanne.