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Prosegue protesta operai sulla torre Italcementi a Vibo
Prosegue protesta operai sulla torre Italcementi a Vibo 28 giu 13 Hanno trascorso la notte sul silos dello stabilimento i tredici operai dell'Italcementi di Vibo Valentia che da ieri protestano per il loro futuro occupazionale. I lavoratori hanno deciso che proseguiranno la protesta ad oltranza per chiedere che venga trovata una soluzione per la riconversione dello stabilimenti. Tra i tredici operai c'é anche il rappresentante dello Slai-Cobas, Giovanni Patania. Il cementificio di Vibo Valentia è chiuso da oltre un anno e gli 80 dipendenti sono in cassa integrazione. La protesta è iniziata ieri dopo un incontro svoltosi presso la Prefettura di Vibo Valentia. Il Prefetto, Michele Di Bari, ha proposto l'istituzione di un tavolo tecnico per trovare eventuali imprenditori interessati all'utilizzo dell'area di Italcementi per nuove iniziative produttive. Esprimo sincera vicinanza agli operai della Italcementi per la drammatica vicenda che stanno vivendo". Lo afferma in una nota la deputata del Movimento Cinque Stelle, Dalila Nesci, circa la protesta dei lavoratori dello stabilimento Italcementi di Vibo Valentia. "Con determinazione e dignità - aggiunge - gli operai stanno difendendo il sacrosanto diritto al lavoro, dunque occorre che non siano lasciati da soli, che la politica sappia intervenire con rapidità e compattezza e che si trovino soluzioni vere". Stamani la deputata ha sentito il prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, che per la vicenda ha proposto un tavolo tecnico. Nesci sottolinea che "non è affatto ammissibile che la Calabria e la sua gente siano sempre beffati, dal momento che Italcementi è impresa del Nord, beneficiaria di finanziamenti pubblici, che per opportunità d'impresa dichiara oggi di voler abbandonare". "Non possiamo dimenticare questo pezzo di storia della nostra terra - prosegue la parlamentare - che ci rimanda al sacrificio di tanti lavoratori, diversi dei quali si ammalarono di silicosi, pur di mantenere le loro famiglie. Questo significa che dobbiamo una soluzione sia agli operai di oggi che alla memoria dei lavoratori del passato. Mi preoccupa la crisi del mercato dei cementi, perché la 'ndrangheta ha sempre più spazi nel settore. Si tratta, adesso, di guardare a possibilità di lavoro che garantiscano gli operai, sia per lo stipendio che per la salute. Il Movimento Cinque Stelle è con gli ottanta dipendenti Italcementi e con i tredici dell'Eni di Vibo Valentia, che attende delocalizzazione, pronto alla battaglia civile e alla proposta per il lavoro, oggi indispensabile".
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