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    Droga alle cosche di Reggio C., 52 arresti in tutta Italia

     

    Il neo comandante dei Ros, col Angelosanto, mostra i particolari dell'operazione

     

    Droga alle cosche di Reggio C., 52 arresti in tutta Italia

    18 ott 12 Cinquantadue arresti sono in corso in tutta Italia nell'ambito di un'indagine dei carabinieri del Ros nei confronti di una presunta organizzazione criminale accusata di essere dedita al traffico di droga e finanziata dalle cosche di Reggio Calabria. L'inchiesta, coordinata dalla Dda della procura di Milano, è scaturita dall'omicidio di un narcotrafficante, avvenuto qualche anno fa. Sono complessivamente 52 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Milano per altrettanti soggetti nei confronti dei quali i magistrati ipotizzano il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dalle finalità mafiose e dalla transnazionalità. I carabinieri del Ros e quelli dei comandi territoriali stanno eseguendo gli arresti oltre che in Lombardia anche in Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata. L'indagine, partita dall'omicidio di un narcotrafficante, si è poi allargata e ha consentito ai carabinieri di scoprire che la presunta organizzazione era finanziata dalle cosche reggine della 'Ndrangheta, per le quali acquistava ingenti quantitativi di droga in Sudamerica.

    Sbloccare per fondi sociali miliardi sequestrati. Bisogna poter rendere immediatamente disponibili per opere di utilità sociale i miliardi sequestrati alla mafia. E' quanto ha chiesto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, inaugurando a Milano il corso di alta formazione per amministratori giudiziari di aziende e beni confiscati e sequestrati organizzato dall'università Cattolica. "In 4 anni - ha ricordato Grasso - sono stati sequestrati beni per 40 miliardi di euro, solo nel 2011 siamo arrivati a un sequestro di quasi 5 miliardi di euro e a una confisca attorno ai 2 miliardi di euro. In un momento di crisi economica è un valore, se però non si adottano le leggi e le forme per poter rendere più agile la destinazione all'utilità sociale, per poter far reddito con questo imponente valore economico, perderemmo una grande occasione". "Ci aspettiamo che si possa por mano ad aggiustare, secondo il meccanismo che prevede la stessa legge delega, alcune norme del codice antimafia e, con una legge, rendere più agile l'azione dell'agenzia dei beni confiscati", ha spiegato Grasso, dal momento che "non possiamo iniziare con questa grande repressione come priorità nella strategia dell'aggressione alle organizzazioni mafiose sul patrimonio e poi disperdere tutto quello che abbiamo fatto attraverso una mancata destinazione all'utilità sociale"

    Grasso "Cittadini diano una mano". Gli arresti di questa mattina fanno parte di "una grossa operazione, di quelle che riusciamo a coordinare fra Reggio Calabria, la Lombardia, e altre Procure". Così il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha commentato i numerosi arresti avvenuti in tutta Italia questa mattina per sgominare un traffico internazionale di droga. "La droga - ha spiegato Grasso a margine di un convegno all' Università Cattolica di Milano - veniva dall'Ecuador e Colombia e arrivava nei porti di Anversa e di Amburgo. E' un'operazione che dà l'indice che la repressione funziona così come la prevenzione sotto il profilo della confisca e del sequestro. Adesso - ha concluso Grasso - ci aspettiamo che tutte le Istituzioni si allineino e che tutti i cittadini ci diano una mano".

    Grasso "Milano non è Palermo o Reggio Calabria". "No, assolutamente no, non si può fare questo paragone": così il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha risposto a chi gli chiedeva se, dopo le ultime inchieste sulla Regione Lombardia, Milano fosse paragonabile a Palermo o a Reggio Calabria. A margine di un convegno all'università Cattolica di Milano, Grasso ha spiegato che il paragone non si può fare "perché il controllo del territorio in quelle zone e l'intimidazione diffusa è certamente diversa. Qua - ha aggiunto - c'é ancora la possibilità di reazione da parte della società, dell' imprenditoria e della politica: è assolutamente diverso il contesto". Commentando l'inchiesta che ha portato all'arresto dell' assessore alla Casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti, Grasso ha spiegato che "certamente non pensavamo che si arrivasse al voto di scambio anche in questa regione attraverso il pagamento dei voti. Pensavamo fosse un fenomeno connaturato, almeno secondo noi, all'estrema povertà di certe regioni del sud in cui chi non aveva da sfamare i figli con quelle 50 euro quel giorno poteva sfamarli. In contesti così ricchi come quello lombardo - ha concluso - pensavamo non potesse allignare una cosa del genere. Ci sbagliavamo".

    Anche Cosa nostra. Le indagini condotte dal Ros hanno documentato come la presunta organizzazione, utilizzando le rotte commerciali marittime, importasse la droga dalla Colombia e dall'Ecuador, introducendola in Europa attraverso i porti di Anversa ed Amburgo. "Per gli approvvigionamenti della cocaina - si legge in una nota dell'Arma - destinata oltre che in Italia, anche in Belgio, Germania, Olanda ed Austria, era stato costituito un cartello dalle proiezioni milanesi di diverse cosche della 'ndrangheta''. Documentata anche la compartecipazione al traffico di soggetti riconducibili a Cosa Nostra e, in particolare, alla famiglia Fidanzati di Palermo e ad alcune famiglie mafiose di Gela.

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