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    Legambiente "Sconcerta rimpatrio migranti di Riace"

     

     

    Legambiente "Sconcerta rimpatrio migranti di Riace"

    03 giu 12 "Sconcerto e perplessità sul rimpatrio dei migranti di Riace" è stato espresso da Nuccio Barillà, della Segreteria nazionale di Legambiente che in occasione del 2 giugno, con una delegazione dell'associazione, è stato in visita al sindaco di Riace, "paese dell'accoglienza e della solidarietà a 360 gradi, esempio di integrazione e di concreta applicazione dei principi costituzionali". "Una visita non casuale - ha aggiunto Barillà - dettata dall'esigenza di esprimere vicinanza e sollevare amara perplessità per l'ennesimo grave episodio ai danni dei migranti che sbarcano sulle nostre coste. E' per questo che, a nome di Legambiente e nello spirito dell'ambientalismo sociale che ritiene indissolubili i principi dell'ecologia e i valori della multietnicità solidale, esprimo sconcerto per il rimpatrio avvenuto nei giorni scorsi di trenta cittadini egiziani, approdati in Calabria in cerca di un futuro ai quali è stato negato preventivamente il diritto inviolabile alla richiesta di asilo politico". "Come denunciato dal sindaco di Riace Mimmo Lucano alla stampa - ha proseguito - nel gruppo dei trenta, che è stato ospitato per una notte nel paese dei bronzi insieme a 13 minori, rimasti poi nella Locride, tutti avrebbero espresso chiaramente alle forze dell'ordine e ai rappresentanti delle istituzioni la volontà di accedere alla richiesta di asilo politico. Un diritto sancito dalla Convenzione di Ginevra, a cui il nostro Paese ha aderito, che deve essere garantito a chiunque, indipendentemente dal luogo di provenienza, e non può essere "filtrato" discrezionalmente da nessun corpo di polizia né tantomeno da qualsivoglia autorità ministeriale. A quanto pare, é proprio quello che è avvenuto: prevenendo il responso della Commissione territoriale per lo status di rifugiato e, in seconda battuta, del giudice naturale, i trenta egiziani sono stati tradotti a Lamezia Terme e immediatamente rimpatriati, in palese violazione con le normative internazionali, con una decisione amministrativa che avrebbe dunque violato la giurisdizione precostituita per legge". "Per questi motivi - ha concluso Barillà - chiediamo al ministro dell'Interno Cancellieri e alle autorità preposte di esprimersi sull'accaduto, dando gli opportuni chiarimenti e adottando gli opportuni provvedimenti".

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