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    La ndrangheta in Liguria condizionava il voto, 15 arresti e sequestri della Dia

     

     

    La ndrangheta in Liguria condizionava il voto, 15 arresti e sequestri della Dia, indagato sindaco

    03 dic 12 Arresti e perquisizioni sono in corso in provincia di Imperia da parte della Direzione investigativa antimafia (Dia), che sta indagando sugli intrecci tra criminalità organizzata e politica. Nell'operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimadia (Dda) di Genova, sarebbero state eseguite 15 misure cautelari. Tra gli arrestati ci sono il presunto capo della cosca di 'ndrangheta Giuseppe Marcianò, il figlio Vincenzo e un nipote. Nell'operazione, secondo quanto si apprende, sono state perquisite anche le abitazioni dell'ex sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino, dell' ex direttore generale dello stesso comune, Marco Prestileo, e dell'ex sindaco di Bordighera, Giovanni Bosio. Le amministrazioni di Ventimiglia e Bordighera sono state sciolte nei mesi scorsi per presunte infiltrazioni mafiose. Secondo le prime informazioni, due arresti sarebbero stati compiuti anche in provincia di Reggio Calabria. Nell'indagine ci sono anche 13 persone indagate.

    Procura già indagava su attentati e voti scambio. L'indagine che ha portato all'esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere si innesta sulle risultanze di indagine effettuate tra il 2008 e il 2010 dalla procura di Sanremo che ha inviato alla Dda di Genova tutti gli atti relativi. Tra gli episodi segnalati quello relativo all'attentato al costruttore Piergiorgio Parodi, che venne minacciato con un fucile il 25 agosto 2010, ma anche il progettato attentato al comandante della compagnia di Carabinieri di Bordighera e l'arresto di alcuni ragazzi arrivati dalla Calabria verosimilmente per compiere un attentato contro l'ex consigliere comunale di Bordighera, Donatella Albano (Pd), più volte minacciata perché si opponeva alla realizzazione di una sala giochi. Oltre a questo sono stati inviati alla Dda tutti gli atti relativi alle indagini che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Bordighera (20 aprile 2011) e di Ventimiglia (febbraio 2012), entrambi in provincia di Imperia.

    Affermato potere cosca. "La gente sapeva chi era Marcianò e cosa era in grado di fare e questo ha determinato il grado di potere e la 'mafiosita' del gruppo da lui guidato, completamente autonomo rispetto alla 'ndrina di riferimento in Calabria che e' quella guidata dai Piromalli". Lo si apprende dall'ordinanza di custodia cautelare notificata stamani a 11 persone accusate tutti a diverso titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata all'usura, all'estorsione e al traffico di armi e droga. Tra l'altro nell'ordinanza è citato un episodio che riguarda proprio Giuseppe Marcianò in relazione all'arrivo di tre calabresi della cosca Piromalli a Ventimiglia. Marcianò, secondo quanto appreso, si recò in un albergo a fissare le camere per i tre e impose alla proprietaria che non fossero registrati. Quando successivamente i carabinieri chiesero alla donna perché avesse aderito alle richieste di Marcianò si sentirono rispondere che "era meglio non farlo arrabbiare".

    Politica si rivolgeva direttamente a boss. "Insomma che fai, mi appoggi?". Era la politica a chiedere appoggi al presunto capo della 'ndrina di Ventimiglia Giuseppe Marciano' e non il contrario. Ne sono convinti gli investigatori che hanno lavorato all'indagine denominata 'La svolta' che ha portato alla notifica di 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere per reati che vanno dall'associazione di tipo mafioso all'usura, estorsione, traffico di droga e armi. Secondo gli inquirenti, il presunto capo della cosca era solito organizzare cene elettorali nel suo ristorante e, quando cedette l'esercizio commerciale, nella sua abitazione provvedeva anche a stilare le liste elettorali facendo caso a non inserire troppi calabresi "perché altrimenti - avrebbe detto, intercettato in un'ambientale - poi se ne accorgono".

    Le ndrine sceglievano anche i candidati. La locale 'ndranghetista di Ventimiglia che faceva capo a Giuseppe Marciano' era in grado di imporre i nomi dei candidati, sia d'area di centrodestra che di centrosinistra, e spostare grandi pacchetti di voti. Il passaggio è ricompreso nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere 11 persone e che vede indagati altri 17 soggetti. Secondo gli inquirenti, Giuseppe Marcianò sarebbe il dominus di una vera e propria 'ndrina che si e' costituita nel ponente ligure tra Ventimiglia e Imperia. Con lui sono stati arrestati il figlio Vincenzo e il nipote, omonimo di quest'ultimo, Omar Allavena, Giuseppe Gallotta, Antonio Palamara, Giuseppe Scarfò, Annunziato Roldi, Federico Paraschiva, Salvatore Trinchera, Giuseppe Cosentino, tutti accusati di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzato all'usura, all'estorsione e al traffico di droga. Notificata l'ordinanza di custodia cautelare anche a Filippo Spirlì, Rosario Ambesi e ai due fratelli Pellegrino, Maurizio e Roberto. Tra gli indagati anche due consiglieri regionali oltre all'ex sindaco di Ventimiglia Scullino, l'ex direttore generale dello stesso comune Marco Prestileo e l'ex sindaco di Bordighera Giovanni Bosio. In più competizioni elettorali, dal 2008 al 20010, ci sono state "ingerenze andate a buon fine", affermano gli inquirenti. In un solo caso, i candidati imposti erano sia d'area di centrodestra che di centrosinistra tanto che proprio Marcianò, prima di una elezione per le Comunali, avrebbe detto in una telefonata effettuata a un componente della 'drina, e intercettata dai carabinieri: ''vedi che abbiamo fatto bene a puntare su.... Ma se vince ... siamo coperti pure". Marcianò assicurava cene elettorali nel suo ristorante di Ventimiglia e, quando ha ceduto l'attività, nella sua casa. Dunque secondo gli inquirenti Marcianò poteva spostare voti e imporre candidati per assicurarsi una 'amministrazione amica' capace di garantire anche appalti per le aziende controllate dal 'locale'.

    Indagato sindaco. La Dda di Genova ha indagato il sindaco di Vallecrosia, Armando Biasi (indipendente, vicino al Pdl) nell'ambito dell'indagine 'La Svolta' contro la 'ndrangheta nel Ponente ligure. I magistrati stanno verificando la correttezza delle elezioni amministrative del 2011, con particolare riferimento all'eventualità del voto di scambio. "Sono indagato, ma è un atto dovuto - dice Biasi - viste le verifiche che stanno avvenendo per gli arresti nel mio territorio. Sono sereno".

    La cosca condizionava il voto. L'indagine che ha portato all'emissione di 15 misure cautelari, è stata battezzata "La Svolta" e riguarda gli scioglimenti dei comuni di Ventimiglia e Bordighera per infiltrazioni mafiose. Impegnati oltre 200 carabinieri e un elicottero dell'Arma, atterrato all'alba sulla piazza del Comune a Ventimiglia per portare via documenti. Le misure cautelari sono state emesse nei confronti di capi e gregari dell'organizzazione criminale per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, detenzione di sostanze stupefacenti ed armi. Le indagini sono partite nel marzo del 2010 ed hanno permesso di svelare l'operatività dell'organizzazione mafiosa, i rituali di affiliazione, il controllo del territorio, i collegamenti con le cosche calabresi dei Piromalli, Alvaro e Pelle. Sono così emerse le capacità di influenzare le competizioni elettorali a livello locale, i rapporti con la politica, gli interessi economici.

     

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