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    Solidarietà a Don Panizza

     

     

    Solidarietà a Don Panizza

    11 apr 12 Il deputato del Pdl Giuseppe Galati, dopo il nuovo atto intimidatorio nei confronti della Comunita' Progetto Sud di Don Giacomo Panizza, riferisce un comunicato, ha avuto nell'immediato un confronto telefonico con il sottosegretario all'Interno, prefetto Carlo De Stefano, per esporgli "l'assoluta gravità della situazione". "L'esponente di Governo - si aggiunge - ha assicurato di mettersi subito in contatto con il Prefetto di Catanzaro Reppucci per decidere le misure da adottare per fronteggiare questa insopportabile escalation criminale. Nello stesso tempo il sottosegretario ha espresso la sua disponibilità a venire a breve a Lamezia Terme per aprire un confronto con tutte le componenti istituzionali e cercare di intervenire tempestivamente per fronteggiare in maniera decisa la piaga criminale. Dopo il colloquio con il Sottosegretario di Stato Galati si è messo in contatto con il Comune di Lamezia Terme per informare della visita dell'esponente di Governo ricevendo piena adesione per l'iniziativa da Palazzo Maddamme". "La visita del Sottosegretario De Stefano - afferma Galati - si rende necessaria per mettere in atto misure concrete e determinate da parte del Governo per osteggiare la criminalità organizzata. Tutto questo deve avvenire in perfetta sinergia tra tutte le componenti istituzionali interessate per fare fronte comune e debellare un fenomeno che affligge il nostro territorio. Occorrono fatti. Il tempo delle parole è finito".

    ''Il coraggio di don Giacomo nella sua azione contro la criminalità, mette a rischio la sua stessa persona e la sicurezza di chi gli sta accanto. Chiediamo alla Ministro degli Interni di valutare ogni decisione e ogni azione a difesa del sacerdote di Lamezia Terme". Lo afferma il deputato del Pd, Franco Laratta. "''Dopo l'ennesimo attentato di queste ultime ore - aggiunge - alla vita del sacerdote lametino, dopo le tante aggressioni e danneggiamenti alla strutture e alle sedi delle associazioni che fanno capo a Don Giacomo Panizza, è necessario e urgente che lo Stato difenda e protegga il coraggioso prete impegnato in tante attività sociali e civili in difesa delle persone deboli, degli immigrati, degli emarginati".

    Il deputato dell'Udc, Roberto Occhiuto afferma che "il settimanale Famiglia Cristiana si lamenta che non ci sia neanche un tweet per don Giacomo Panizza, e ha ragione: c'é una pericolosa sottovalutazione di ciò che sta succedendo a Lamezia. Non è tollerabile che, nell'indifferenza generale, la 'ndrangheta continui nella sua sequenza di intimidazioni all'associazione del coraggioso prete calabrese, colpevole di aver utilizzato un bene confiscato alle 'ndrine''. "La Commissione Antimafia - aggiunge - che domani andrà a Monasterace, per testimoniare l'attenzione delle Istituzioni al Sindaco Lanzetta e agli altri amministratori calabresi minacciati dalla 'ndrangheta, passi prima da Lamezia per accendere i riflettori dello Stato sui vergognosi atti intimidatori che stanno riguardando Don Panizza e la sua comunita'. La Chiesa calabrese e i cittadini onesti di questa regione hanno bisogno di sentire che lo Stato non li lascia da soli e che è più forte della 'ndrangheta''

    "Il Partito Democratico esprime solidarietà a Don Giacomo Panizza e alla Comunità Progetto Sud per questo ennesimo atto intimidatorio che vuole minare la serenità di chi è impegnato da anni a sostegno dei soggetti più fragili e tende ad isolare questa importante realtà dalla popolazione del territorio. Nella nostra recente visita del 29 marzo scorso - affermano Cecilia Carmassi, responsabile Terzo settore del PD e Alfredo D'Attorre, commissario regionale del PD in Calabria - abbiamo incontrato Don Giacomo e la vicepresidente del CNCA, Marina Galati e abbiamo ragionato a lungo con loro sulle difficoltà e le potenzialità che il mondo del volontariato e delle cooperazioni possono rappresentare in un territorio così difficile come la Calabria e crediamo che di fronte a questi gesti intimidatori la migliore risposta della politica sia sostenere e favorire un nuovo patto civico tra i migliori rappresentanti delle istituzioni e il Terzo Settore. A queste persone che stanno in trincea ogni giorno vanno il nostro pieno sostegno e la nostra collaborazione"

    'Manco un tweet per i preti coraggiosi". "Campagne contro la Chiesa sempre più frequenti. Solo silenzio, invece, per i sacerdoti che in Calabria, Campania e Sicilia lottano contro la mafia". Famiglia Cristiana titola così un articolo dedicato a don Giacomo Panizza e alla sua comunità, "Progetto Sud", nuovamente oggetto di gravi intimidazioni. A Lamezia Terme questa struttura accoglie disabili e immigrati in un edificio sequestrato alla criminalità organizzata. "Dopo questo episodio, abbiamo due sole certezze - scrive il settimanale dei Paolini -. La prima è che don Giacomo non si farà scoraggiare. La seconda è che per lui non ci saranno tweet né post su Facebook; non partiranno campagne e non ci saranno mobilitazioni fuori da quel mondo cattolico affezionato alla legalità che da sempre cerca di essere vicino a lui e agli altri sacerdoti che resistono al dilagare male in Calabria, in Sicilia, in Campania". "Famiglia Cristiana e Famigliacristiana.it cercano da tempo di raccontare questa ostinato, rischioso attaccamento al Vangelo nelle terre di mafia. Che produce eroismo ma anche vittime: per fare solo pochissimi esempi, dai martiri don Peppino Diana e don Pino Puglisi a don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera, che da decenni non può muoversi se non accompagnato dalla scorta. Non siamo i soli a parlare di loro ma ci piacerebbe ugualmente essere in più folta compagnia. In compagnia, per esempio, di chi ha organizzato una campagna piena di falsità per spiegare al popolo che la Chiesa (tutta la Chiesa) non paga le tasse e che i preti sono evasori fiscali. O dei molti che hanno usato i social network, e anche la disponibilità del nostro sito, per provare a diffondere la vergognosa equazione "preti = pedofili", ignorando bellamente non solo la realtà, ma anche l'operazione di moralizzazione e pulizia varata e condotta da Benedetto XVI".

    Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) esprime la sua solidarietà a don Giacomo Panizza e alla Comunità Progetto Sud, vittime di una nuova intimidazione mafiosa. "Ancora una volta la 'ndrangheta cerca di spaventare don Panizza e tutti coloro che, nella Comunità Progetto Sud, si impegnano ogni giorno per offrire opportunità e speranza a disabili e ragazzi stranieri senza famiglia", dichiara Don Armando Zappolini, presidente del Cnca. "Conoscendo Giacomo da tanti anni, sappiamo che queste minacce cadranno nel vuoto. Il Cnca, di cui don Panizza è stato vicepresidente nazionale per molti anni, terrà il prossimo incontro dell'Esecutivo nazionale, il 18 aprile, proprio nello stabile teatro, in questi mesi, di una serie continua di intimidazioni. Non dobbiamo lasciare soli tutti quelli che, coraggiosamente, tentano di costruire legalità e benessere sociale senza riguardi per gli interessi e il potere dei mafiosi. E' un impegno che la nostra Federazione ha preso con don Panizza e con tante altre esperienze che vanno avanti con determinazione e passione", conclude la nota.

    Il vice presidente del Senato, Vannino Chiti, ha espresso in un messaggio ''vicinanza e solidarietà " a Don Giacomo Panizza per l'ennesimo episodio intimidatorio contro la sua Comunità di Lamezia Terme. "Queste aggressioni - ha affermato Chiti - sono il tentativo di scoraggiare chi da anni si impegna per far comprendere a tutti che i valori di riferimento, i fondamenti della convivenza civile possono essere molto diversi da quelli di una cultura che la criminalità organizzata tenta di imporre in terre martoriate. Il suo lungo impegno, nel cuore del regno del malaffare della 'Ndrangheta, e' un esempio di coraggio per tutti coloro che credono nel cambiamento, nella diffusione di legalità e giustizia come fondamento della coesione sociale". "Guardare alle sue battaglie - ha aggiunto il vicepresidente del Senato - rafforza la convinzione che dobbiamo impegnarci tutti per far sì che sempre più persone rifiutino una cultura oppressiva dedita esclusivamente all'accrescimento del potere a prezzo di una distruzione fisica e psicologica. Voglio dirle con semplicità che lei non è solo: sono in tanti quelli che vogliono un'Italia diversa, quella scritta nella nostra Costituzione. E' necessario - ha concluso - che da parte delle istituzioni vi sia il massimo impegno per difendere e sostenere lo sforzo profuso da lei e dalla sua Comunità".

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