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    Legami tra Lega Nord e cosche, indaga Procura Reggio Calabria

     

     

    Legami tra Lega Nord e cosche, indaga Procura Reggio C. che ha emesso 8 avvisi

    03 apr 12 Riguarda presunti legami tra esponenti della 'ndrangheta reggina e alcune societa', tra cui la Siram, che avrebbe intrattenuto rapporti con uomini della Lega, il filone di indagine di Reggio Calabria. E' quanto si apprende in ambienti della Dda reggina. Alcune decine le perquisizioni in corso in varie località del nord Italia. Carabinieri e uomini della Gdf si sono presentati stamani nella sede della Lega in via Bellerio oltre loro anche i carabinieri del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico di Roma e con loro c'é il pm napoletano Henry John Woodcook. Nel filone reggino dell'inchiesta sul riciclaggio ci sono più indagati. L'unico politico, secondo quanto si è appreso, sarebbe il tesoriere della Lega Francesco Belsito. Gran parte degli elementi posti a base delle indagini nascono in Calabria dove operano, in diversi settori, alcune società su cui si è concentrata l'attenzione degli investigatori. Sarebbero proprio queste società a creare i collegamenti tra ambienti criminali e imprenditoriali. Da quanto si è saputo, gli inquirenti delle tre procure (Milano, Reggio Calabria e Napoli) stanno effettuando una serie di audizioni di testimoni nell' ambito dell'inchiesta che vede indagato nel capoluogo lombardo il tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito. Non si esclude che nelle prossime ore alcuni indagati possano essere sottoposti ad interrogatorio.

    DDA Reggio a Milano. E' a Milano il pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, titolare del filone reggino dell'indagine sul riciclaggio che ha portato alla perquisizione della sede della Lega nord decisa congiuntamente con le Procura di Milano e Napoli. Lombardo sta seguendo personalmente alcune delle perquisizioni, in tutto una decina, che si stanno svolgendo nel nord Italia.

    Procura Reggio sequestra migliaia di documenti. Sono migliaia i documenti sequestrati oggi dalla Dia di Reggio Calabria nelle 14 perquisizioni disposte dalla Dda reggina contestualmente a quelle delle Procure di Milano e Napoli nell'ambito dell'inchiesta nella quale è indagato il tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito. Oltre al materiale cartaceo, gli investigatori hanno sequestrato anche alcuni computer. Tutto il materiale passerà ora al vaglio del pm Giuseppe Lombardo che a Milano ha seguito personalmente alcune delle perquisizioni fatte. Per una prima valutazione della documentazione recuperata sarà necessaria almeno una settimana. Poi inquirenti ed investigatori decideranno come proseguire il lavoro. Non è escluso che già da oggi il magistrato possa iniziare a sentire qualcuno degli indagati, ma al momento su questo aspetto non ci sono certezze.

    Da Reggio 8 avvisi di garanzia. La Dia di Reggio Calabria, coadiuvata da personale dei Centri Dia di Padova, Milano e Genova, da personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Veneto, Lombardia e Liguria, diretto dalla Dda di Reggio Calabria, ha eseguito 14 perquisizioni e notificato 8 avvisi di garanzia a persone indagate per il reato di concorso in riciclaggio. Oltre al tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, nell'indagine della Dda di Reggio Calabria sono indagati l'avv. Bruno Mafrici, nato a Malito Porto Salvo (Reggio Calabria), ma residente a Milano in via Borgogna, al quale questa mattina sono state perquisite le abitazioni e lo studio professionale in via Durini nel capoluogo lombardo; Romolo Girardelli, procacciatore di grandi affari, detto "l'ammiraglio"; Stefano Bonet, Paolo Scala, Lisa Trevisan, Leopoldo Caminotto e Nadia Arcolin. Le perquisizioni hanno, tra gli altri, riguardato la Effebi immobiliare, con sede a Genova, di cui Girardelli è risultato socio di Belsito attraverso il figlio Alex Girardelli, e la Polare Scarl, riconducibile a Stefano Bonet, del cui sportello genovese, secondo l'accusa, Romolo Girardelli risulta essere responsabile. Gli otto sono indagati per riciclaggio e Girardelli con l'aggravante di avere agevolato la cosca dei De Stefano.L'operazione, alla quale hanno partecipato più di 60 unità, è stata eseguita a Milano, Genova, Padova e nelle provincie di Venezia e Treviso, unitamente ad altre Forze di Polizia coordinate dalle Procure di Milano e Napoli per indagini in alcuni casi parallele a quella reggina. Ad uno degli indagati è stata contestata l'aggravante di cui all'art. 7 della legge 12 luglio 1991, n. 203, in quanto avrebbe "posto in essere la propria condotta al fine di agevolare l'attività della ndrangheta". Le indagini, sottolineano i magistrati, sono state "avviate nel 2011 nei confronti di soggetti prossimi a cosche reggine, responsabili, in passato, della commissione di innumerevoli delitti contro la persona ed il patrimonio, tra i quali quelli di riciclaggio e 'monetizzazione' di strumenti finanziari atipici di illecita provenienza", ed hanno avuto "una improvvisa accelerazione allorché sono stati individuati anomali flussi finanziari relativi a commesse tra società private e pubbliche; costituzione di capitali all'estero finalizzati a pagamenti in nero; trasferimento di capitali all'estero (Tanzania e Cipro) per non meglio specificati investimenti". Gli accertamenti, ancora in corso, ruotano intorno alla figura di un personaggio ritenuto contiguo ad una cosca di 'ndrangheta e mirano ad accertare la natura dei rapporti intrattenuti da quest'ultimo con imprenditori, politici e lobbisti.

    Inchiesta nata da esposto militante Lega. L'inchiesta della Procura di Milano nella quale è indagato tra gli altri il tesoriere della lega Francesco Belsito, è nata in seguito all'esposto di un militante del carroccio riguardante l'utilizzo dei fondi del partito negli investimenti in Tanzania e a Cipro. E' quanto si legge nel decreto di perquisizione a carico di Belsito, Scala e Bonet. In seguito alla denuncia l'inchiesta era stata avviata per approvazione indebita a carico di ignoti.
    "Per questi sospetti in merito alla liceità di questa e di molte altre operazioni finanziarie, effettuate mediante denaro pubblico (...) sottopongo all'attenzione dell'Autorità giudiziaria questi fatti". Così scriveva un 'vecchio' militante dell'hinterland milanese della Lega Nord in un esposto indirizzato alla Procura di Milano e depositato agli inquirenti lo scorso 23 gennaio. All'esposto fanno riferimento anche i pm milanesi nel decreto di perquisizione a carico del tesoriere Francesco Belsito. Il militante del Carroccio si era presentato come 'socio sostenitore' del partito in Procura, accompagnato da un avvocato, e aveva affidato l'esposto, contenente una serie di articoli di stampa che facevano riferimento agli investimenti in Tanzania, all'aggiunto di turno Alberto Nobili, il quale poi l'aveva 'girato' al collega del secondo dipartimento per i reati contro la pubblica amministrazione, Alfredo Robledo.

    Soldi del partito gestiti in nero. Si parla di "gestione 'in nero' (sia in entrata sia in uscita) di parte delle risorse affluite alla cassa del partito", nel decreto di perquisizione firmato dai pm a carico del tesoriere della Lega Francesco Belsito e degli uomini d'affari Paolo Scala e Stefano Bonet. Per questo è stato ipotizzato oltre al reato di appropriazione indebita anche la truffa ai danni dello Stato in quanto "buona parte del denaro che fluisce nelle casse della lega proviene dalle casse pubbliche sotto forma di destinazione del 4 per mille".

    Perquisizioni in sede Siram ed in Veneto. E' ancora in corso a Milano la perquisizione ordinata dall'autorità giudiziaria nella sede della Siram, la società di servizi energetici e ambientali al centro dell'inchiesta di tre procure che ha portato a indagare il tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito e due uomini d'affari Paolo Scala e Stefano Bonet. Secondo quanto si è appreso davanti alla sede della società, che fa parte di un gruppo internazionale, i finanzieri sarebbero giunti intorno alle 8 per acquisire documenti e non se ne sarebbero ancora andati. Personale dell'amministrazione dell'azienda ha fatto sapere che la dirigenza è attualmente impegnata in questi accertamenti e che al momento l'unico commento ufficiale sulla vicenda è un "no comment". Il nome della Siram spa è ricorrente nelle inchieste delle varie Procura che indagano sulla vicenda. In particolare l'inchiesta della procura della Repubblica di Milano riguarda un filone di indagine che vede indagati Bonet e Belsito per truffa ai danni dello stato in riferimento a un giro di fatture ed erogazioni concesse come credito d'imposta in favore della società. L'accusa ipotizzata in questo caso, verso gli indagati, è truffa ai danni dello Stato. Il filone aperto dalla procura di Reggio Calabria, invece riguarderebbe presunti legami tra esponenti della 'ndrangheta reggina per alcune societa' tra cui la Siram, che secondo l'accusa avrebbe intrattenuto rapporti con uomini della Lega. Altre perquisizioni sono infatti in corso da parte di altri nuclei investigativi di carabinieri e Gdf in sedi, oltre che della Siram, anche di altre società. La procura di Napoli ha inquadrato la società nell'ambito di una inchiesta di riciclaggio che scaturirebbe da intercettazioni telefoniche e da operazioni spregiudicate riferibili, secondo l'accusa, ai tre indagati.
    In veneto: L'ufficio di San Donà di Piave e uno stabilimento, entrambi riconducibili all'imprenditore veneziano Stefano Bonet, sono stati oggetto di perquisizioni su disposizione della Procura di Napoli. Bonet, è indagato dalla magistratura partenopea con altre 4 persone, tra cui il tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, per riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e finanziamento illecito ai partiti. Bonet è inoltre indagato dalla Procura di Milano per appropriazione indebita aggravata. Carabinieri del comando provinciale di Venezia, del Noe di Treviso con i colleghi venuti da fuori regione hanno perquisito lo studio di San Donà, nel veneziano, e uno stabile nel trevigiano.

    Belsito indagato per riciclaggio. Il tesoriere della Lega Francesco Belsito è indagato per riciclaggio nell'ambito del filone reggino dell'inchiesta che stamani ha portato alla perquisizione della sede della Lega. Belsito, secondo l'accusa, sarebbe stato legato ad un intermediario ligure che a sua volta era in stretto contatto con esponenti della cosca De Stefano di Reggio, la più potente della città insieme a quella dei Condello. Intanto e' in corso a Genova una perquisizione in una delle abitazioni del tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito. L'edificio si trova nel centro del capoluogo ligure. Secondo quanto si è appreso, le perquisizioni sono effettuate da uomini del Nucleo di polizia tributaria di Milano su disposizione della procura milanese.

    Investigatori: Belsiito non è il nuovo Lusi. Francesco Belsito, il tesoriere della Lega Nord indagato a Milano per truffa e appropriazione indebita, "al momento non è un nuovo Lusi", con riferimento al tesoriere della Margherita che avrebbe fatto sparire milioni di euro del partito. Così gli investigatori e inquirenti ricostruiscono alcuni aspetti dell'inchiesta. Per il reato di appropriazione indebita, infatti, la Lega potrebbe essere parte lesa, mentre per il reato di truffa, gli inquirenti stanno valutando l'utilizzo non trasparente dei fondi. Mentre infatti per l'accusa di appropriazione indebita contestata a Belsito e agli uomini d'affari Paolo Scala e Stefano Bonet, si tratterebbe di denaro "sottratto al partito politico Lega Nord", e dunque il Carroccio sarebbe parte offesa, gli inquirenti per l'accusa di truffa ai danni dello Stato stanno cercando di ricostruire come siano stati utilizzati i soldi dei rimborsi elettorali ottenuti dalla Lega. Infatti, come viene spiegato da alcune fonti, i partiti hanno l'obbligo di mettere a rendiconto i soldi ottenuti come rimborsi elettorali, altrimenti, in base alla legge, l'erogazione dei fondi viene sospesa e i partiti sottoposti a sanzioni. Dunque, in questo caso, gli investigatori starebbero cercando di capire se alcuni soldi destinati al partito siano stati spesi in maniera non corretta e senza una veritiera indicazione a rendiconto dei rimborsi ottenuti.

    Belsito: illeciti come sottosegretario. Francesco Belsito, indagato a Milano per truffa e appropriazione indebita, avrebbe, da quanto si è appreso, avuto comportamenti illeciti anche quando era sottosegretario alla semplificazione nel governo Berlusconi. Da quanto si è saputo, infatti, Belsito, in virtù delle sue relazioni politiche ampie, sia come sottosegretario che come tesoriere della Lega sarebbe stato in grado di procacciare affari, soprattutto per quanto riguarda la società Siram.

    Belsito: Accuse devono essere provate. "Mi è stato consegnato un avviso di garanzia in cui si dice che il movimento Lega Nord è indagato per finanziamento illecito. Queste cose dovranno poi essere provate. Per adesso non possiamo dire altro". Lo ha detto Francesco Belsito all'uscita dalla sua abitazione, in via Fiasella, nel centro di Genova.Belsito è stato accompagnato in auto dagli investigatori che hanno effettuato la perquisizione nella sua abitazione. "Sto andando con loro per sbrigare le pratiche", ha detto a Telenord, che ha ripreso la scena. Alcuni agenti sono usciti dall'edificio con delle borse contenenti documenti presumibilmente sotto sequestro. "Non sono in grado al momento - ha commentato l'avvocato Paolo Scovazzi, legale di Belsito - di valutare il fondamento delle accuse. Devo ancora vedere il mio cliente".
    "I fondi sono tornati dalla Tanzania più di due mesi fa. Sono stati restituiti alla Lega Nord perché dopo la bagarre che i giornali hanno fatto nei mesi scorsi abbiamo ritenuto opportuno disinvestire. I fondi ora sono sui conti della Lega Nord. Non abbiamo nulla da nascondere". Lo ha detto Francesco Belsito, tesoriere del Carroccio, uscendo dalla sua abitazione nel centro di Genova dopo la perquisizione disposta nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla procura di Milano.

    Rendiconti irregolari per rimborsi elettorali. Nell'inchiesta che vede indagato il tesoriere della Lega Francesco Belsito si ipotizza siano stati presentati rendiconti irregolari per rimborsi elettorali ottenuti dal Carroccio ai presidenti di Camera e Senato che sarebbero così stati tratti in inganno e che quindi non hanno sospeso i rimborsi stessi. Nelle indagini della procura di Milano che vedono indagato tra gli altri il tesoriere della Lega, Francesco Belsito, si stanno effettuando accertamenti anche sull'ultimo rimborso elettorale, erogato al partito lo scorso agosto, di circa 18 milioni di euro. Ciò è legato al sospetto degli inquirenti che siano stati presentati dei rendiconto per i rimborsi elettorali irregolari alle presidenze di Camera e Senato. In sostanza sarebbe stata violata la legge del 1999 del finanziamento ai partiti. Per quanto riguarda infatti il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato contestato al tesoriere Belsito, "con riferimento alle somme ricevute a titolo di rimborso spese elettorali" dalla lega Nord, i pm ipotizzano che sarebbe stata violata la legge del 1999 che regola appunto i rimborsi e le forme di finanziamento dei partiti. La normativa, infatti, impone che i partiti facciano pervenire ogni anno ai revisori della presidenza della Camera e del Senato, rendiconti sui rimborsi. L'articolo 1 comma 8 della legge del 1999 stabilisce che in caso non vengano effettuati i rendiconti o siano redatti in maniera irregolare i presidenti di Camera e Senato devono sospendere l'erogazione dei rimborsi. Poiché questa sospensione non c'é stata e un ultimo rimborso a favore della Lega è datato agosto 2011 ed è di circa di 18 milioni di euro, l' ipotesi degli inquirenti è che il tesoriere Belsito abbia ingannato i presidenti di Camera e Senato mettendo in atto una truffa ai danni dello Stato presentando rendiconti irregolari.

    Presi fondi per la famiglia Bossi. Si parla di "esborsi effettuati per esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord" nel decreto di perquisizione a carico del tesoriere del Carroccio Francesco Belsito. Per quanto riguarda l'imputazione di appropriazione indebita contestata al tesoriere Francesco Belsito, che avrebbe sottratto soldi del partito, i pm scrivono infatti nel decreto di perquisizione che sarebbero stati effettuati "esborsi" per "esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord". Si tratta, riporta ancora il decreto, "di esborsi in contanti o con assegni circolari o attraverso contratti simulati".
    Bossi non indagato. Né il leader della Lega Umberto Bossi né i suoi familiari risultano indagati nell'inchiesta milanese nella quale al tesoriere del Carroccio Francesco Belsito e ad altre due persone sono contestati i reati di appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato. Lo si è appreso in ambienti giudiziari. Nel decreto di perquisizione a carico di Belsito c'é un riferimento a "esborsi effettuati per esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord".

    Investimenti fondi Tanzania e Cipro. Ci sono anche gli investimenti di fondi della Lega in Tanzania e a Cipro, non solo rimborsi elettorali, nell'inchiesta della Procura di Milano, che vede tra gli indagati il tesoriere del carroccio Francesco Belsito. Inquirenti ed investigatori stanno accertando se davvero la Lega voleva effettuare questi investimenti e se Belsito aveva il potere statutario per farli. I pm in assenza di una querela del partito procedono d'ufficio perché il reato è aggravato.
    6 mln investiti in Tanzania. Sarebbe di circa sei milioni di euro la cifra che il tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito, indagato dalla procura di Milano per appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato, ha investito alla fine dell'anno scorso in Tanzania. Lo si legge nel decreto di perquisizione firmato dai pm milanesi, che hanno sottolineato che Belsito "era tesoriere della Lega Nord e che in tale veste gestiva il denaro del partito politico".

    Operazioni spregiudicate: La società attiva nel campo dei servizi energetici e tecnologici al centro dell'inchiesta dei pm di Napoli sul riciclaggio, nell'ambito dell'inchiesta che ha portato a perquisizioni in tutta Italia, è la Siram. L'indagine del procuratore aggiunto Francesco Greco, coordinatore della Sezione reati contro la pubblica amministrazione, è svolta dai pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, quest'ultimo impegnato nel coordinare l'attività di perquisizione presso la sede della Lega Nord. Piscitelli è invece a Genova dove sono in corso perquisizioni anche presso l'abitazione del segretario del tesoriere Belsito. A quanto si è appreso l'indagine napoletana scaturisce da intercettazioni telefoniche disposte nell'ambito del dell'inchiesta nei confronti del direttore dell'Avanti! Valter Lavitola. I magistrati partenopei indagano, in particolare, su operazioni definite "spregiudicate" riferibili all'imprenditore veneto Bonet e ai rapporti economici con il tesoriere della Lega Nord.

    La perquisizione in corso nella sede della Lega riguarda a quanto si è appreso una inchiesta relativa alla vicenda degli investimenti in Tanzania effettuati dal tesoriere del partito Francesco Belsito che risulta indagato per appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato. Stamattina nell'ambito delle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano, come spiega una nota firmata dal procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati, "sono state eseguite perquisizioni nei luoghi in disponibilità degli indagati, nonché di soggetti loro collegati". La procura della Repubblica di Milano, si legge ancora nella nota, "procede per il reato di appropriazione indebita aggravata a carico di Belsito Francesco, Scala Paolo e Bonet Stefano, con riferimento al denaro sottratto al partito politico Lega Nord". I pm procedono "inoltre per il delitto di truffa aggravata ai danni dello stato a carico dello stesso Belsito con riferimento delle somme ricevute a titolo di rimborso spese elettorali". La procura, infine, procede "per truffa ai danni dello Stato a carico di Bonet Stefano e Belsito Francesco con riferimento alle erogazioni concesse allo Stato sotto forma di credito di imposta in favore della società Siram Spa con sede a Milano". I presunti reati sarebbero stati commessi "in Milano e altrove dal 2010 al gennaio 2012". L'attività di indagine, conclude la nota, "é svolta in coordinamento con le procura di Napoli e Reggio Calabria".

    PM: Non dico niente. Perquisizioni finite alle 11. Il pm Woodcock ha lasciato la sede federale della Lega Nord di via Bellerio, dove da stamani sono in corso perquisizioni di carabinieri e Gdf. "Non vi posso dire niente", ha detto ai giornalisti. C'é stata collaborazione? "Certo", ha replicato. Quanto alla sua presenza in via Bellerio, Woodcock ha risposto: "vado spesso", alle perquisizioni.
    "Poi dicono che Radio Padania nasconde le notizie, un par di palle". Così uno dei conduttori della radio della Lega ha dato la notizia della visita di Carabinieri e Guardia di Finanza nella sede di via Bellerio. La radio, che ha la sede nell'edificio, ha riferito che la perquisizione si è conclusa. Dopodiché ha proseguito la normale programmazione con il microfono aperto. Tra le telefonate giunte in redazione molte esprimevano perplessità per la tempistica "pre-elettorale" dell'inchiesta. In molti, peraltro, si sono scagliati contro il pm John Henry Woodcook e il fatto che l'inchiesta proviene da Napoli.
    I carabinieri hanno lasciato poco dopo le 11.00 la sede federale della lega nord di via Bellerio a Milano, dove stamani si sono svolte perquisizioni con il pm napoletano Henry John Woodcock, nell'ambito dell'inchiesta in cui è indagato anche il tesoriere del carroccio Francesco Belsito. Mentre i militari erano al lavoro, nessun big della Lega era in sede, si è visto solo passare l'europarlamentare Matteo Salvini. All'esterno è rimasta in attesa una folla di giornalisti, fotografi e cameramen.

    Indagato tesoriere. L'inchiesta della procura di Milano, che vede indagato il tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, è nata, da quanto si è saputo, da alcune indagini su transazioni finanziarie riferibili all'uomo d'affari Stefano Bonet, legato ad un altro uomo d'affari, Paolo Scala, entrambi indagati. E' partendo da queste movimentazioni finanziarie che gli inquirenti milanesi sarebbero arrivati a contestare il reato di appropriazione indebita aggravata a carico di Belsito, Scala e Bonet, in relazione agli investimenti in Tanzania, passando anche per Cipro, con soldi sottratti alla Lega Nord. Per quanto riguarda invece il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, sempre a carico del tesoriere della Lega, le accuse riguarderebbero un illecito utilizzo da parte del tesoriere del partito dei rimborsi elettorali arrivati al Carroccio. Una serie di perquisizioni da parte dei militari della Gdf sono in corso nella sede della Lega in via Bellerio a Milano, ma anche nelle sedi della società Siram, colosso che si occupa di innovazione tecnologica. Le perquisizioni nella società riguardano un altro filone di indagine che vede indagati Bonet e Belsito per truffa ai danni dello Stato in riferimento a un giro di fatture e ad erogazioni concesse allo stato come credito d'imposta in favore della società. Perquisizioni sono anche in corso a Genova, perché Belsito è originario del capoluogo ligure. Stanno indagando anche le procura di Napoli e Reggio Calabria. A Napoli stanno lavorando i pm Woodcock e Piscitelli e a Reggio Calabria il magistrato Giuseppe Lombardo della Dda. L'inchiesta napoletana è legata, da quanto si è saputo ad alcune tracce di movimentazioni che riguardano Bonet e vede al centro il reato di riciclaggio, mentre i magistrati di Reggio sono al lavoro su collegamenti tra gli uomini d'affari indagati a Milano e altre persone, forse legate alla criminalità organizzata. Ieri sera, proprio per coordinare le attività di indagine che coinvolgono tre procure, si è svolta in procura a Milano una riunione operativa tra l'aggiunto Robledo, che coordina l'inchiesta milanese assieme ai Pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano, e il pm di Napoli Henry John Woodkcock e il collega della dda Calabrese Giuseppe Lombardo. L'inchiesta milanese è condotta dalla Gdf, mentre quella reggina dalla Direzione Investivativa Antimafia e quella napoletana dai militari del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico.

    Procura Napoli indaga per riciclaggio. Le perquisizioni in corso nella sede della Lega di Via Bellerio a Milano e in quelle di società e aziende sono coordinate dalle procure di Napoli, Milano e Reggio Calabria.Per quanto concerne l'indagine degli inquirenti partenopei l'ipotesi di reato formulata è di riciclaggio. A quanto si è appreso l'inchiesta della procura di Napoli scaturisce dall'indagine che portò al coinvolgimento del direttore dell'Avanti! Valter Lavitola e dell'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini.I magistrati di Napoli sono alla ricerca di prove in relazione al presunto riciclaggio e indagano in particolare sui rapporti tra un imprenditore veneto e il tesoriere della Lega Francesco Belsito. Fonti della procura precisano che tuttavia la Lega non è coinvolta in attività di riciclaggio

    Società coinvolta eroga servizi energetici. La Siram Spa, è una grossa società con sede a Milano che si occupa principalmente di energie rinnovabili e servizi ambientali. Il gruppo ha sedi a Milano, Massa Martana (Perugia) e Roma. La procura procede "per truffa ai danni dello Stato a carico di Bonet Stefano e Belsito Francesco con riferimento alle erogazioni concesse allo Stato sotto forma di credito di imposta in favore della società Siram Spa con sede a Milano".

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