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    Beni per 5 mln di euro sequestrati a Siderno alla Cosca Coluccio

     

     

    Beni per 5 mln di euro sequestrati a Siderno alla Cosca Coluccio

    03 mar 11 Beni per 5 milioni di euro sono stati sequestrati a Siderno dalla Polizia all'imprenditore agricolo, Antonio Stefano, 36 anni, di Locri, sorvegliato e spciale e ritenuto esponente di spicco della cosca Coluccio. Il provvedimento emesso dalla Sezione misure di prevenzione del locale Tribunale, su proposta del Questore di Reggio Calabria Carmelo Casabona e' stato eseguito dal personale del Commissariato di Siderno e della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Reggio Calabria. Stefano e' genero del defunto boss Vincenzo Macri', che a sua volta era nipote di Antonio Macrì, uno dei capi indiscussi della ndrangheta calabrese. Fu proprio lui he per primo aveva instaurato rapporti con gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia, allacciando con le persone emigrate da Siderno contatti non solo di natura commerciale, ma anche criminale. Proprio durante la sua reggenza nasceva il cosiddetto “Siderno Group”, organizzazione delinquenziale operante in Canada e Australia, considerata una dipendenza della “Cosca madre” di Siderno e progressivamente diventata una consorteria di prim’ordine nella scena internazionale.

    I beni sequestarti: Una villa sita in Siderno della superficie di circa 300 mq con due dependance rispettivamente di 240 mq e 140 mq; appezzamento di terreno di 1925 mq, recintato con muri alti tre metri e rivestiti in grande parte in pietra, su cui sorgono le strutture edilizie; azienda agricola individuale “Stefano Antonio” con sede in Siderno avente ad oggetto l’allevamento di razze equine e canine di alto pregio; autovettura Audi serie 3.0 V6 Tdi; conti correnti intestati a Stefano, ai familiari conviventi e all’azienda. 16 i cavalli, prevalentemente di razza araba, che sono stati sequestrati nell’azienda, ubicata a Siderno Superiore, mentre la villa era a Siderno. I cani erano di razza Rottweiler e Bulldog.

    “Abbiamo accertato una discrepanza assoluta – ha spiegato nella conferenza stampa il primo dirigente di Polizia Benedetto Sanna ,a cui ha partecipato il Vice Questore Aggiunto Stefano Dodaro – tra redditi posseduti e beni di cui ha la disponibilità”. Stefano, infatti, ha un reddito di circa 200 euro al mese, a fronte dei beni di circa 5 milioni di euro. Così come per i familiari i redditi sono assolutamente minimi rispetto ai beni sequestrati: la moglie guadagna circa 850 euro mensili mentre i genitori guadagnano 1000 euro al mese il padre e 500 euro la madre. “Con questo sequestro , ha concluso Sanna, abbiamo superato 250 milioni di euro sequestrati alla criminalità organizzata. Un percorso che stiamo inseguendo con forte determinazione”.

    Antonio Stefano il 20 giugno 2005 è stato destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’operazione cd. “nostromo”. Sfuggito alla cattura lo stesso è rimasto latitante per oltre un anno sino ala revoca della custodia cautelare. le indagini hanno evidenziato il ruolo assunto dallo Stefano quale “cardine” tra la cosca capeggiata dal defunto suocero e quella riconducibile a Giuseppe Coluccio, che era riuscito a far giungere, via mare, attraverso i porti venezuelani, un cospicuo carico di cocaina proveniente dalla Colombia. Ad esito del relativo procedimento penale il Tribunale di Reggio Calabria, con sentenza del 21.11.06, ha condannato lo Stefano alla pena di 4 anni di reclusione riconoscendone le responsabilità in ordine al reato associativo di cui all’art. 416 bis del Codice Penale. Le indagini patrimoniali svolte dal Commissariato di Siderno, diretto dal vice questore aggiunto Stefano Dodaro e coordinate dalla Divisione Anticrimine della Questura, diretta dal primo dirigente Benedetto Sanna, hanno messo in evidenza come lo Stefano abbia nel tempo acquisito un patrimonio mobiliare ed immobiliare di ingente valore avvalendosi della forza d’intimidazione esercitata dalla cosca, una tra le più temibili del versante jonico reggino.

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