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    Le mani delle ndrine in Piemonte: 19 arresti, anche consigliere comunale

     

     

    Le mani delle ndrine in Piemonte: 19 arresti, anche consigliere comunale

    21 giu 11 I Carabinieri del Ros hanno eseguito nelle prime ore di quetsa mattina 19 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Torino, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei riguardi di altrettante persone ritenute esponenti di vertice delle cosche della 'ndrangheta nel basso Piemonte. In particolare, i militari stanno effettuando arresti nelle province di Asti, Alessandria e Cuneo, dove le indagini condotte finora hanno consentito di documentare le dinamiche associative di alcune 'ndrine che riproducevano il modello dell'area calabrese di origine e che erano funzionali al coordinamento delle loro iniziative criminali con gli interessi dell'organizzazione madre. Il cui capo è stato individuato in Bruno Francesco Pronestì, che è stato arrestato. Pronestì - secondo la ricostruzione dei Carabinieri - svolgeva la funzione di 'capo societa'', dirigeva e organizzava il sodalizio assumendo le decisioni più rilevanti. L'operazione è stata denominata 'Maglio'. Le indagini inoltre hanno confermato l'adozione delle tradizionali cariche e formule della 'ndrangheta e hanno consentito di documentare incontri, rituali e affiliazioni. Lo scorso 8 giugno un'analoga operazione, denominata 'Minotauro', aveva portato all'esecuzione di 151 ordinanze di custodia cautelare in tutta Italia per la presenza della 'ndrangheta nella sola provincia di Torino. Gli arresti effettuati furono 146; cinque persone sono tuttora latitanti. I particolari dell'operazione odierna saranno resi noti in mattinata dalla Procura della Repubblica di Torino.

    -- Arresti Piemonte, Caselli "Consigliere affiliato a pieno titolo"

    In manette sono finiti: Angelo Bandiera, Gaetano Bandiera, Giuseppe Carid, Fabrizio Ceravolo, Roberto Coloca, Luigi Diliberto Monella, Stefano Diliberto Monella, Luigi Gariuolo, Michele Gariuolo, Francesco Guerrisi, Damiano Guzzetta, Giuseppe Inì, Francesco Librizzi, Antonio Maiolo, Domenico Persico, Bruno Francesco Pronestì, Romeo Rea, Sergio Romeo, Rocco Zangrà

    Arrestato Consigliere comunale. Un consigliere comunale di Alessandria - Giuseppe Caridi (Pdl) - è stato arrestato stamani nell'ambito dell'operazione 'Maglio' contro la 'ndrangheta nel basso Piemonte. Nel corso delle indagini - hanno riferito i Carabinieri - sono emersi elementi quali il conferimento della dote di 'picciottò con cui era stato ammesso ufficialmente a partecipare alle attività della 'locale' guidata da Bruno Francesco Pronestì. I Carabinieri, inoltre, hanno documentato che nella sua abitazione fu tenuta la cerimonia di attribuzione della dote di 'santa' ad alcuni degli affiliati. Secondo quanto emerso dall'inchiesta dei Carabinieri, vi sono tracce dell'esistenza della 'locale' del basso Piemonte da circa un anno. I primi riscontri derivano dalle intercettazioni ambientali effettuate nell'ambito nell'operazione "Il crimine" del luglio scorso dalla Procura di Reggio Calabria, in cui erano rimaste coinvolte 300 persone. In particolare, era stato documentato un incontro avvenuto il 30 agosto 2009 all'interno di un agrumeto di Rosarno (Reggio Calabria) tra il capo della locale 'crimine', la 'ndrina incaricata di eseguire le azioni violente sul territorio, Domenico Oppedisano, e due delle persone arrestate oggi, Rocco Zangra' e Michele Gariuolo. In quell'incontro era stata ipotizzata la costituzione di una nuova 'locale' di 'ndrangheta, da insediare ad Alba (Cuneo). Proprio in quel frangente era emerso il ruolo di vertice della struttura piemontese di Pronesti', il quale - da quanto riferiscono gli investigatori - comminava sanzioni agli altri associati a lui subordinati, dirimeva i contrasti interni ed esterni al sodalizio e curava i rapporti con le altre articolazioni dell'organizzazione". La 'locale' fu però poi insediata con centro a Novi Ligure (Alessandria).

    Gip: Caridi pericolo per democrazia. Per quanto si trovi ai "gradini più bassi" della scala gerarchica della 'ndrangheta, Giuseppe Caridi, consigliere comunale del Pdl ad Alessandria, arrestato dopo un'indagine dei Carabinieri del Ros insieme ad altre 18 persone, "rappresenta più di altri un pericolo per la libertà e la democrazia". Lo scrive il gip di Torino Giuseppe Salerno nell'ordinanza di custodia cautelare. Caridi, 54 anni, originario di Taurianova (Reggio Calabria), é titolare di un negozio di calzature ad Alessandria. Eletto nel 2007 nella lista del Pdl, è diventato presidente della commissione consiliare "Politiche e territorio", e attualmente é il segretario organizzativo del partito Alleanza Democratica. E' stato affiliato al "Locale" del Basso Piemonte nel corso di una cerimonia che si è svolta a casa sua il 28 febbraio 2010. Ma la sua nomina a "picciotto" ha provocato delle discussioni: le regole della 'ndrangheta, in teoria, non permettono la cooptazione di un politico (cosi' come di chiunque indossi una divisa). In una conversazione intercettata dal Ros in un negozio di frutta si sente un personaggio (coinvolto in un'indagine della Dda di Milano) giustificarsi con un altro uomo (non identificato). "Il Caridi è un bravo amico, si è voluto chiudere un occhio. Sappiamo che è un cristiano che si comporta bene". Secondo il gip, l'affiliazione di Caridi "non è del tutto conforme alle regole del sodalizio" ma proprio per questo indica la volontà della banda "non solo di estendere il proprio controllo alla politica ma anche si inserirvisi in prima persona, segno inequivocabile non solo della sua forza, ma anche della debolezza delle istituzioni"

    Boss "Fare riforme, dentro i politici". "E' cambiata l'Italia, è cambiato il mondo, dobbiamo cambiare anche noi tante cosettine. Dobbiamo fare le nuove riforme". A parlare non sono due esponenti politici ma due presunti appartenenti alla 'ndrangheta, in una conversazione intercettata dai Carabinieri del Ros su richiesta della Dda di Genova. Il resoconto e' stato riportato nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di 19 persone appartenenti al "Locale" Basso Piemonte, smantellato oggi dagli stessi Carabinieri in seguito a un' inchiesta coordinata dalla procura di Torino. Il colloquio si svolge in un negozio di frutta il 18 marzo 2010 e l'argomento è l'affiliazione di un uomo politico, cosa che in base alle regole della 'ndrangheta non sarebbe permessa: si tratta di Giuseppe Caridi, consigliere comunale del Pdl di Alessandria. Domenico Gangemi (considerato il boss di diversi ''locali" in Liguria) rassicura un interlocutore non identificato. "Io di Caridi mi fido come di voi, perché è un cristiano come noi. Pure il sindaco di Siderno è un cristiano come noi. Se è un buon cristiano, un politico ci fa comodo". "Allora - risponde l'altro - dobbiamo fare le nuove riforme".

    Trovato testo affiliazione. ''Il picciotto è un servo di umiltà": sono queste le parole che deve pronunciare, nel corso di un vero e proprio rito di iniziazione, la persona che aspira a entrare nella 'ndrangheta. I Carabinieri, nel corso dell'operazione che oggi ha portato a 19 arresti nel basso Piemonte, hanno trovato e sequestrato in provincia di Alessandria un documento che riproduce nei dettagli una parte della cerimonia: si tratta del dialogo, articolato in domande e risposte, tra una persona, evidentemente la figura che conduce il rito, e l'aspirante "picciotto". Il foglio è scritto in stampatello ed è stato recuperato durante una perquisizione. La prima domanda che viene posta al candidato e' questa:

    "Qual è il dovere e il comportamento di un picciotto con i saggi mastri?"

    "Il picciotto - è la risposta - è un servo di umiltà e il dovere lo chiama di essere pronto ad ogni chiamata e di essere umile e saggio nei comportamenti e andare sempre a apprendere e

    di servire i suoi saggi mastri".

    "Quante strade ci ha la società?".

    "Nella società ci sono tre strade".

    "E come sono composte?".

    "Di piede di gallina".

    "E voi quale strada avete preso per essere picciotto?".

    "Ho preso la strada a destra".

    "E perché avete preso quella a destra e non quella a sinistra?".

    "Perché vedevo i miei saggi mastri camminare così. Possa andare in cerca per la sedia camorrestale".

    "E nella strada sinistra cosa c'era?".

    "Sbirri, infami e tragediatori".

    Acquisiti elenchi da decifrare. I Carabinieri del Ros hanno acquisito, nell'ambito dell'operazione 'Maglio' sulla presenza della 'ndrangheta nel basso Piemonte, tre elenchi contenenti diversi nominativi di persone, che devono ancora essere decodificati. Gli elenchi sono intitolati rispettivamente 'Fiori da prenderé, 'Fiori mandati a casa' e 'Bar'. Accanto ad alcuni nominativi sono indicate anche cifre e somme, presumibilmente di denaro, il cui significato tuttavia anche in questo caso deve essere ancora compreso e attribuito con certezza. Il materiale acquisito è stato definito "molto interessante" dal procuratore di Torino, Gian Carlo Caselli, che ha coordinato l'inchiesta.

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