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    Boss Pesce in carcere scrive su carta intestata comune a Sindaco Rosarno

     

     

    Boss Pesce in carcere scrive su carta intestata comune a Sindaco Rosarno

    26 ago 11 Il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, ha ricevuto una lettera, su carta intestata del Comune, a firma di Rocco Pesce, di 56 anni, che sta scontando nel carcere di Opera una condanna all'ergastolo. L'autore della missiva lamenta alcune attività svolte dall'amministrazione comunale come ad esempio la costituzione di parte civile nei processi contro la cosca Pesce e lo sgombero di un immobile occupato dalla madre e dal fratello del boss. Il sindaco di Rosarno ha ricevuto la lettera, spedita da Milano a mezzo raccomandata, in Comune e successivamente si è recata dai carabinieri per esporre quanto accaduto. "La cosa che più mi lascia perplessa - ha detto Tripodi - é che la lettera sia stata scritta su carta intestata del Comune. Ora toccherà ai carabinieri accertare l'autore della missiva, che è firmata con il nome di Rocco Pesce. Non sono spaventata ma semplicemente amareggiata. Non abbiamo mai svolto nessuna attività persecutoria ma semplicemente abbiamo compiuto atti amministrativi". Stamane a Rosarno si è svolta anche una conferenza stampa alla quale hanno partecipato l'assessore comunale alla pubblica istruzione, Michele Brilli; l'assessore con delega al Commercio, Michele Fabrizio e Grace D'agata, consigliere del Pd. Gli esponenti dell'amministrazione comunale hanno raccontato quanto é accaduto senza voler fornire particolari sul contenuto della lettera. "Il sindaco - ha spiegato Brilli - nonostante sia ancora in ferie, è rientrata ieri, per una riunione straordinaria, e si é ritrovata tra le mani la busta incriminata". Sono in corso le indagini dei carabinieri per accertare il reale autore della lettera e le modalità con le quali sia riuscito ad entrare in possesso della carta intestata del comune

    "La lettera minatoria giunta al sindaco di Roarno Elisabetta Tripodi, al di là dell'autenticità della firma attribuita ad un boss della 'ndrangheta, e' inquietante per i suoi contenuti e conferma che la strada della legalità intrapresa dalla nuova amministrazione comunale è lunga e difficile ma giusta". Lo afferma in una nota il senatore e commissario regionale del Pd, Adriano Musi. "I contenuti della missiva - aggiunge - sono un chiaro segnale di insofferenza per il percorso legalitario intrapreso dalla dottoressa Tripodi e dalla sua giunta, a cui ribadisco il pieno sostegno del Partito Democratico. Non è evidentemente un momento favorevole per gli amministratori locali, bersagliati dai tagli ai trasferimenti voluti dal governo. Tanto più difficile è il compito dei primi cittadini in regioni come la Calabria, dove alle ristrettezze finanziarie si aggiunge la pressione della malavita organizzata". "Sindaci, magistrati, forze dell'ordine - conclude Musi - in Calabria e nel Mezzogiorno, rappresentano la frontiera dello Stato democratico contro l'illegalità e la negazione dei diritti".

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