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Truccavano le aste giudiziarie, 5 arresti della Mobile a Vibo
Truccavano le aste giudiziarie, 5 arresti della Mobile a Vibo 13 mag 10 Gli uomini della squadra mobile di Vibo Valentia hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata a corruzione in atti giudiziari, falso pubblico, turbata liberta' degli incanti e peculato. Arrestato Vincenzo Grasso, 45 anni, direttore dell'istituto vendite giudiziarie, che avrebbe alterato lo svolgimento delle aste appropriandosi direttamente dei beni oppure facendo aggiudicare i beni all'asta a prestanome o conoscenti consentendo il rientro dei beni nel patrimonio dei debitori. Insieme a lui, nell'operazione denominata "Ultimo incanto", sono stati arrestati i suoi collaboratori. In manetet sono finiti Domenico Mazzotta 57 anni, Michele Guccione 52 anni. Francesca Gerace di 42 anni, agli arresti domiciliari. Una quinta persona destinataria della misura cautelare al momento è irreperibile. Altri 16 soggetti sono stati denunciati dagli agenti della Mobile. Le indagini sono iniziate otto mesi fa, dopo la denuncia di un imprenditore che aveva perso la sua abitazione in una causa civile. PG Spagnuolo "Sistema radicato". Il sistema truffaldino che caratterizzava a Vibo Valentia le aste giudiziarie andava avanti da anni sulla base di un preciso accordo criminoso tra i l'agenzia titolare della concessione ministeriale, i proprietari dei beni ed i prestanome che si aggiudicavano fittiziamentE gli incanti. E' quanto ha detto il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, incontrando i giornalisti per illustrare i risultati dell'operazione 'Ultimo incanto' che ha portato all'arresto di quattro persone. Oltre a Vincenzo Grasso, alla moglie, Francesca Gerace, ed a due suoi collaboratori, Domenico Mazzotta e Michele Cuccione, nell'inchiesta e' coinvolto un altro collaboratore di Grasso, Rocco De Paola, di 51 anni, di Rosarno (Reggio Calabria), che al momento, pero', risulta irreperibile. Nella vicenda, secondo quanto riferito dal questore di Vibo Valentia, Filippo Nicastro, e dal dirigente della Squadra mobile, Maurizio Lento, hanno svolto un ruolo fondamentale i prestanome cui venivano venduti, attraverso le aste truccate, i beni mobili che poi venivano consegnati agli originari proprietari. Questi ultimo, poi, ricompensavano con somme di denaro Grasso ed i suoi collaboratori. Spagnuolo ha riferito che da tempo sono state attivate le procedure per introdurre un sistema informatico per gestire la vendita all'asta dei beni in modo da impedire qualsiasi illecito. Il procuratore ha anche sottolineato ''l' impegno ed i risultati significativi della Procura della Repubblica di Vibo Valentia malgrado la forte carenza di magistrati. Da tempo - ha detto Spagnuolo - non svolgo piu' le funzioni di Procuratore della Repubblica, ma di semplice sostituto. Di questo passo credo che restero' da solo a reggere l'ufficio''. Cerca con nell'intero giornale: -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "
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