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    Op. Overloading: in alloggio colonnello arrestato armi ed esplosivo

     

     

    Op. Overloading: in alloggio colonnello arrestato armi ed esplosivo

    02 dic 10 Potenza della 'ndrangheta: può arrivare anche ad assoldare un colonnello dei carabinieri e fargli svolgere un ruolo attivo nei traffici di droga. E' questo quanto emerge dall'operazione condotta da Guardia di finanza e carabinieri che ha portato al fermo di 77 persone appartenenti ad un'organizzazione di trafficanti internazionali di droga che avrebbe gestito e smerciato enormi quantitativi di cocaina provenienti da Venezuela, Colombia e Brasile. Nell'ambito dell'indagine, inoltre, sono stati sequestrati beni per un valore di 200 milioni di euro. L'ufficiale fermato è il tenente colonnello Luigi Verde, di 57 anni, in servizio a Bolzano dopo essere stato, dal 1999 al 2001, comandante provinciale a Sondrio. Nel suo curriculum, tra l'altro, il coinvolgimento in un procedimento penale per falso ideologico e omessa denuncia, a conclusione del quale era stato assolto. Ma la sorpresa che si è presentata ai carabinieri ed ai finanzieri che gli hanno notificato il provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro è che l'ufficiale nascondeva nel suo alloggio di servizio, nella caserma della Legione di Bolzano, armi ed esplosivo. Verde custodiva, in particolare, un mitra, due bombe a mano, 13 granate, una pistola, cinquecento grammi di plastico e varie campionature di esplosivo. A cosa gli servissero e se le custodisse per conto suo o della 'ndrangheta, al momento, non e' chiaro. "Il ritrovamento dell'esplosivo e delle armi in casa di Verde - hanno detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ed il procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli - ha rappresentato una sorpresa anche per noi. E' chiaro che la circostanza apre adesso nuovi scenari nell'indagine e sarà nostro compito adesso capire per conto di chi e perché Verde detenesse questo materiale". Dall'indagine è emerso, inoltre, che Verde avrebbe gestito il trasporto di un consistente quantitativo di cocaina dall'aeroporto di Fiumicino, dove era giunto con un volo proveniente dal Venezuela, fino al quartiere Cinecittà per essere consegnato ad alcuni affiliati alla 'ndrangheta. Ma Verde non e' l'unico personaggio eccellente che figura nell'inchiesta che ha portato ai 77 fermi. Un ruolo rilevante sarebbe stato svolto anche da un immobiliarista romano, Federico Marcaccini, di 33 anni, detto 'il pupone'. Era sua la gran parte degli immobili sequestrati nell'ambito dell'operazione. E tra questi c'é quello che ospita uno dei teatri più noti della capitale, il Ghione. I beni sequestrati consistono in trenta società di capitali e dieci ditte individuali, nove fabbricati, 16 terreni, 28 automezzi e numerose quote societarie, polizze vita e rapporti bancari. Marcaccini sarebbe stato in stretto contatto, in particolare, con la cosca Strangio per la quale avrebbe messo a disposizione le sue notevoli disponibilità finanziarie per consentire i traffici di droga tra il Sud America e l'Italia, anticipando milioni di euro ai narcotrafficanti. I suoi referenti, in questo senso, sarebbero stati Antonio Strangio e Bruno Pizzata, esponenti di spicco della 'ndrangheta di San Luca e noti perche' coinvolti in traffici di droga in tutto il mondo. Un ruolo centrale nell'ambito dell'organizzazione veniva svolto dalla cosca Muto di Cetraro attraverso uno dei suoi affiliati più influenti, Franco Lido Scornaienchi.

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