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32 arresti a CosenzaSgominata a Cosenza la cosca Cicero: 32 arresti dei CC. Avevano creato una banca occulta. Sequestrati residence e discoteca 11 giu 08 E' partita dalla denuncia di un imprenditore l'indagine dei carabinieri a Cosenza contro un'organizzazione di usurari ed estorsori. L'imprenditore, nel 2006, aveva ricevuto una richiesta estorsiva ed aveva subito successivamente un'intimidazione, trovando una bottiglia incendiaria davanti il suo cantiere edile. Una situazione che lo aveva spinto a rivolgersi ai carabinieri. Successivamente l'imprenditore aveva ritirato la denuncia, ma questo non ha bloccato le indagini dei carabinieri, che hanno fatto piena luce sull'attività dell'organizzazione criminale. A gestire gli affari dell'organizzazione, secondo l'accusa, il boss Domenico Cicero, che sarebbe riuscito a pianificare l'attività estorsiva e di usura malgrado fosse detenuto in carcere. Gli imprenditori che si ribellavano all'organizzazione subivano agggressioni e pestaggi. Episodi che i carabinieri hanno documentato con riprese filmate. Sequestrata discoteca e residence. L'operazione dei carabinieri del Comando provinciale si è svolta a partire dalle prime luci dell’alba a Cosenza per l'esecuzione di 32 fermi disposti dalla Dda di Catanzaro nei confronti di altrettanti affiliati alla 'ndrangheta. Le persone coinvolte nell'operazione, presunte appartenenti alla cosca capeggiata da Domenico Cicero, esponente storico della criminalità organizzata cosentina, già detenuto, sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, usura ed estorsione. Alla cosca capeggiata da Cicero viene anche attribuita la responsabilità del sequestro e dell'omicidio di Angelo Cerminara, ucciso il 4 ottobre del 2006 ed il cui cadavere non é mai stato trovato. Il gruppo criminale che fa capo d Cicero avrebbe avuto anche una base logistica in Spagna. Nell'ambito dell'operazione sono stati sequestrati un complesso residenziale, una discoteca (nella foto) ed una rivendita di materiale edile, nel quartiere San Vito di Cosenza, che sarebbe stata anche la base logistica della cosca. Il residence sequestrato Gli arresti. Queste le persone contro le quali la Procura antimafia di Catanzaro ha emesso i provvedimenti di fermo nell'ambito dell'operazione contro l'organizzazione di usurai ed estorsori sgominata a Cosenza. Domenico Cicero, di 51 anni, già detenuto, presunto capo dell'organizzazione criminale; Osvaldo Cicero (33); Francesco Cicero (47); Vincenzo Candreva (45); Giampiero Mario Stellato (44); Pietro De Mari (39); Lorenzo Lucchetta (54); Gianfranco Sganga (34); Giuseppe Perna (50); Giuseppe Caputo (42); Roberto Porcaro (24); Antonio Mario Intrieri (45); Domenico Caputo (31); Massimo Carelli (33); Giovanni Battista Romano (37); Giampiero Castiglia (36); Alfonsino Falbo (38); Fausto Sposato (28); Orlando Baleno (35); Francesco Brunetti (44); Gianluca Fantasia (33); Massimo Donato (30); Santo Francesco Perna (53); Giovanni Bassi (43); Adele Nappo (53); Katia Greco (24); Vanessa Greco (19); Antonio Bruno (41); Raffaello Morabito (36); Giuseppe De Cicco (29); Piero Mazzei (43) e Claudio Castiglia (33). Avevano creato una banca occulta. Avevano creato una vera e propria banca occulta, erogando prestiti per centinaia di migliaia di euro a tassi usurari, i componenti dell'organizzazione criminale sgominata dai carabinieri a Cosenza. Alle 32 persone coinvolte nell'operazione, denominata Anaconda, vengono contestati, infatti, una trentina di episodi di esercizio abusivo del credito, con l'erogazione di somme di denaro a imprenditori e commercianti che erano costretti a restituirli a tassi d'interesse molto alti. L'organizzazione sgominata dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza avrebbe gestito anche un vasto traffico di droga ed un'attività di riciclaggio di proventi illeciti. Nella tarda mattinata sono stati illustrati i particolari dell'operazione dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo, e dal pm Raffaella Sforza, titolari dell'inchiesta, nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato anche il procuratore nazionale antimafia aggiunto, Emilio Ledonne. PM Spagnuolo “Pericolosità della ndrangheta cosentina”. Secondo il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo, "l'operazione eseguita oggi dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza dimostra ancora una volta l'estrema pericolosità della ndrangheta cosentina". "Si tratta di un'organizzazione criminale - ha aggiunto Spagnuolo - capace di condizionare il tessuto commerciale ed imprenditoriale della città e di estendere i propri interessi criminali in territorio spagnolo. La Dda di Catanzaro, in stretta collaborazione con la Procura di Cosenza, continua a lavorare nell'azione di contrasto di questo gravissimo fenomeno criminale". Nell'inchiesta che ha portato all'emissione dei 32 provvedimenti di fermo sono stati applicati alla Dda di Catanzaro due pm della Procura della Repubblica di Cosenza, Claudio Curreli e Francesco Minisci. Una "lezione" a componente clan per sgarro intercettato dei CC a San Vito Loiero “La Regione si costituirà parte civile”. ''Una buona notizia, un'altra tappa importante nel ripristino della legalità nel nostro territorio". Lo afferma il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, riferendosi ai fermi per usura fatti a Cosenza. "Mi congratulo con i magistrati e con i carabinieri - ha aggiunto Loiero - che hanno brillantemente portato a conclusione un'operazione delicatissima e fondamentale nella lotta, che deve continuare a essere senza tregua, alla criminalità organizzata. La Calabria può risollevarsi soltanto attraverso un'azione antimafia organica, efficace e costante, così come sta avvenendo negli ultimi tempi". Secondo Loiero, "l'operazione effettuata stamani a Cosenza contro un' organizzazione così ramificata è inoltre importantissima perché mette in luce uno dei problemi più scottanti del nostro territorio: l'usura, spesso dovuta, alle enormi difficoltà di accesso al credito bancario. Secondo le accuse gli arrestati avevano creato una vera e propria banca occulta, erogando prestiti per centinaia di migliaia di euro a tassi usurari". "La Regione Calabria, come ha già fatto in precedenza - ha concluso Loiero - non starà a guardare con le mani in mano, ma continuerà a costituirsi parte civile in questo e in tutti i processi contro la criminalità". Minniti “Ottima operazione”. ''E' un'ottima operazione quella fatta dai carabinieri di Cosenza". Lo afferma il ministro dell'Interno del Governo ombra del Pd, Marco Minniti. "L'operazione, coordinata dalla Procura Antimafia di Catanzaro - aggiunge Minniti - ha portato a 32 fermi per associazione mafiosa ed ha azzerato la più pericolosa cosca della 'ndrangheta che condizionava pesantemente l'economia cittadina". "Non dare un attimo di respiro alla criminalità organizzata - conclude Minniti - lavorarle contro con continuità, arrestare i latitanti, confiscare i patrimoni illegittimamente accumulati é la strada maestra che bisogna continuare a perseguire per sconfiggere tutte le mafie". Napoli (AN) “Attaccati patrimoni dei boss”. Il deputato del Pdl Angela Napoli, in una nota, elogia la Dda di Catanzaro per l'operazione che ha portato ai 32 fermi di affiliati alla cosca Cicero. "Grazie all'importante, ennesima attività della Dda di Catanzaro - scrive l'on.Napoli - oggi finalmente sono stati attaccati i patrimoni illeciti della cosca Domenico Cicero, uno tra i principali boss della 'ndrangheta cosentina. Da tempo si registrava nella citta' di Cosenza la preoccupante piaga dell'usura , che, come nelle altre parti del territorio calabrese, viene praticata da uomini della 'ndrangheta''. Secondo il deputato del Pdl, "proprio la grave attività usuraia esercitata su imprenditori e commercianti finisce col consentire alla 'ndrangheta di inserirsi nell'economia legale della Calabria. L'operazione Anaconda, che ha visto l'impegno degli uomini del Comando provinciale carabinieri di Cosenza e che ha portato all'esecuzione di ben 32 fermi, dimostra l'importanza e la necessità di attuare indagini sempre più serrate per aggredire i patrimoni che i boss mafiosi acquisiscono con le loro attività illecite a danno della gente onesta". Villecco Calipari “Condizionata l’economia della città”. "Questa operazione dimostra la pericolosità della 'ndrangheta cosentina''. Lo afferma Rosa Villecco Calipari, capogruppo del Partito Democratico in commissione Difesa della Camera dei deputati. "E' una 'ndrangheta - aggiunge - che condiziona pesantemente il tessuto commerciale ed economico della citta', con ramificazioni della sua azione anche in paesi stranieri. Il forte contrasto delle forze di polizia, però, deve essere accompagnato da una azione sinergica delle classi dirigenti locali che devono con tenacia lavorare nella direzione dello sviluppo economico e sociale dei territori". "Nelle attività di prevenzione - prosegue Villecco - rientrano anche quelle politiche che le istituzioni mettono in atto per contrastare efficacemente criminalità ed illegalità e per spezzare il meccanismo che permette alla 'ndrangheta di penetrare con facilita' il tessuto sociale avvalendosi di prestanome. L'operazione di stamani conferma, ancora una volta, che il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine e della magistratura produce risultati concreti nell'ambito del contrasto alle organizzazioni mafiose". Santelli (Pdl) “Un punto a favore dello Stato”. Il deputato del Pdl Jole Santelli commenta positivamente, in una nota, l'operazione fatta dai carabinieri a Cosenza. "Una buona notizia - afferma Santelli, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali della Camera - quella che arriva da Cosenza: l'operazione che questa mattina è stata magistralmente condotta dai carabinieri, coordinati dalla Procura Antimafia di Catanzaro, segna un punto a favore dello Stato e della legalità di cui il nostro Paese ed il sud in particolare avvertono il bisogno". "Alle forze dell'ordine - aggiunge l'on.Santelli - va il mio personale ringraziamento per la lotta senza quartiere che conducono nei confronti della criminalità organizzata diffusa sul territorio. Il successo dell'operazione testimonia, una volta di più, la presenza dello Stato in una terra difficile che non vuole arrendersi" Sindaco Perugini “Sferrato colpo durissimo”. ''L'importante operazione condotta a Cosenza dal Comando Provinciale dei Carabinieri e coordinata dalla DDA di Catanzaro in collaborazione con la Procura di Cosenza - dichiara il Sindaco, Salvatore Perugini - ha sferrato un colpo durissimo ad una potente organizzazione criminale, con ramificazioni all'estero, che condizionava pesantemente l'economia cittadina attraverso l'usura e il controllo di attività commerciali e imprenditoriali. A nome di tutta la città, ringrazio la Magistratura e i Carabinieri per l'efficace opera di contrasto nei confronti della criminalità organizzata, che avrà sicuramente riflessi significativi sulla vita quotidiana dei cosentini, a partire dalla giusta esigenza di sicurezza. Lo sviluppo di un territorio ha bisogno di un contesto sereno, libero dalla paura e dai condizionamenti e l'azione convergente delle istituzioni, delle forze sociali e dei cittadini onesti non potrà che produrre risultati positivi in questa direzione". Bilotta (Confesercenti) “Banca parallela conseguenza di cattivo credito”. ''Non mi meraviglia che la criminalita' organizzata abbia creato una banca parallela, l'operazione di oggi dimostra che gli allarmi lanciati da noi piu' volte restano senza soluzione''. E' critico il presidente provinciale di Confesercenti Domenico Bilotta sul fenomeno dell'usura che oggi ha portato al fermo di 32 persone a Cosenza. Il rappresentante dei commercianti cosentini interpreta come un fallimento gli incontri convocati in Prefettura dopo il precetto emanato dal precedente Governo Berlusconi che aveva chiesto di raggiungere un accordo sul credito proprio per contrastare il fenomeno dell'usura. ''Questo brutto fenomeno e' la conseguenza del cattivo credito legale cioe' il modo in cui le banche si rapportano con l'imprenditore'', denuncia Bilotta, che aggiunge: ''Se la legge venisse applicata seriamente, le banche cosentine andrebbero oltre la soglia consentita''. Il presidente di Confesercenti Cosenza sostiene che il costo percepito del denaro e' del 20% perche' al prestito bisogna aggiungere altri costi e oneri che fa ''sforare'' il limite agli istituti di credito. Per far fronte alle difficolta' l'associazione dei commercianti si sta impegnando per creare un'associazione antiracket e antiusura attiva nella provincia di Cosenza . ''Il dato drammatico - dice Bilotta - e' che le denunce sono in diminuzione mentre il fenomeno dell'usura e' in aumento''. Infine, il presidente Confesercenti rivolge un appello agli imprenditori: ''Non si rivolgano agli usurai perche' danno una falsa soluzione al problema che poi raddoppia o triplica'' e parla della fiducia verso le istituzioni che spesso manca, altro problema da affrontare''. Bilotta termina il suo intervento con un'immagine della storia economica del Paese: ''Se gruppi finanziari come Fiat e Olivetti non avessero avuto il sostegno delle banche nei momenti di difficolta' non sarebbero diventati i grandi gruppi di oggi. E' una questione di comportamento ingiusto se il piccolo imprenditore non riesce ad ottenere prestiti mentre Alitalia ha accesso a un prestito ponte del Governo''.
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