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Consumatori

 

Sblocco del telefonino dopo un anno, utente cita la Tre (H3G) per inadempienze

17/05 Ha acquistato un telefonino a prezzi promozionali, ma si è visto cambiare, senza essere informato, le regole che disciplinano lo svincolo dal blocco che impedisce l' uso dell'apparecchio con altri gestori di telefonia mobile. E' quanto accaduto ad un catanzarese che ha deciso di citare per danni la società Tre-H3G rivolgendosi all' avv. Rossana Greco, legale del Comitato difesa consumatori. Il consumatore, ha riferito in comunicato, nel novembre 2005 ha acquistato un telefono marchiato "3" a prezzo promozionale. "Non riscontrando la convenienza delle tariffe offerte dalla compagnia - è scritto in una nota - non volendo ricorrere allo sblocco illegale del telefonino e visto che le clausole contrattuali prevedevano la possibilità di chiedere lo sblocco gratuito del telefono non prima di 12 mesi dall' acquisto, il consumatore ha chiesto alla Società Tre lo sblocco dell' apparecchio alla scadenza di un anno. Il call-center della Tre con sorpresa informava il consumatore che per sbloccare gratuitamente il telefono occorreva attendere ben 18 mesi, e non i 12 mesi per come espressamente scritto sulla stessa confezione del prodotto". Se il consumatore avesse voluto sbloccare prima il telefono, inoltre, il call-center lo ha informato "che si sarebbe dovuta pagare in più una somma di circa 200 euro". "Anziché ricorrere subito alle vie legali - prosegue la nota - il consumatore ha preferito attendere la scadenza degli ulteriori e vessatori sei mesi prima di chiedere nuovamente lo sblocco. Passati altri sei mesi di attesa, e senza usare il telefono perché non compatibile con schede di altri gestori, l' utente ha nuovamente diffidato la Società Tre a sbloccare immediatamente il cellulare. Nonostante tutte le richieste formali e informali per risolvere la controversia, la Società telefonica non ha inteso attivarsi per effettuare lo sblocco. Addirittura, dopo il danno la beffa: il call-center informava il consumatore che l' attesa per lo sblocco effettivo del telefono sarebbe stata di diversi mesi". "Così, dopo questa lunga trafila - ha sostenuto l' avvocato Greco - il consumatore ha chiesto il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali".

Prezzi: In aumento la pizza, in calo il caffè

26/04 Divisi e in ordine sparso. E' quanto starebbe accadendo per i costi di due tra i più apprezzati appuntamenti gastronomici degli italiani: il caffé e la pizza. Per una delle bevande più amate nello Stivale - informa uno studio della Fipe-Confcommercio, che ha fotografato l'andamento dei prezzi a febbraio scorso - il ribasso più sostenuto lo avrebbe incassato Campobasso (-2,85%, portando da 73 a 71 centesimi la consumazione al banco), ma in termini di prezzo il caffé meno pesante per il portafogli viene sorseggiato a Bari (64 centesimi, grazie anche a un ribasso contenuto dello 0,09% rispetto a febbraio dell'anno scorso). Per la pizza invece prezzi alle stelle a Milano, Venezia, Padova e Roma; più a buon mercato invece a Reggio Calabria. Per il caffé, spiega la Fipe, l'aumento maggiore sarebbe stato individuato a Perugia (pari al 2,52%, che ha portato il costo da 75 a 77 centesimi di euro), ma in termini assoluti il prezzo più in Italia viene praticato a Bolzano (97 centesimi). Inoltre, secondo l'indagine della Federazione dei pubblici esercizi della Confcommercio, la graduatoria relativa alla più alta percentuale di bar ogni mille abitanti vede in prima posizione Como e Mantova (con il 4,9%). Per quanto riguarda poi la città di Napoli, storico punto di riferimento nazionale per il caffé e la pizza, lo studio della Confcommercio evidenzia una flessione del numero dei bar e un contestuale e generalizzato aumento del costo della tazzina (+1,38%, a 0,71 centesimi). Per la pizza, ricorda la Fipe-Confcommercio, a febbraio scorso l'aumento più consistente (rispetto a un anno prima) è stato registrato a Brescia (+77,6%, portando il costo medio da 4,33 a 7,70 euro). Tuttavia, viene precisato, il costo praticato nella città lombarda continua ad essere più basso rispetto quello di Milano (che guida la classifica con 9,46 euro), seguita da Venezia (8,94), Padova (8,48) e Roma (8,37 euro). Come accennato, la pizza più economica la si può mangiare invece a Reggio Calabria (5,43 euro, contro i 5,51 di febbraio 2006), che nella classifica della convenienza riesce a fare meglio di Napoli (5,91) e Potenza (5,99 euro contro, tuttavia, i 5,73 del 2006). Quindi, conclude lo studio, ancora una volta è Campobasso ad imporsi per il maggior ribasso, con una variazione del 14,49%, che consente quest'anno di spendere 6,44 euro contro i 7,53 di un anno fa.

Codacons “10 anni dopo la legge sull’usura, il fenomeno dilaga”

24/04 "Sono trascorsi esattamente dieci anni dall' entrata in vigore della legge contro l' usura, ma il fenomeno continua a dilagare e ciò avviene a dispetto delle denunce che sono in costante calo". E' quanto si afferma in una nota del Codacons Calabria. "In questa tragica situazione - prosegue la nota - la nostra regione è tra quelle che soffrono maggiormente la piaga dello strozzinaggio. Il Codacons ha preso in considerazione alcuni parametri quali indicatori di una situazione di potenziale difficoltà capace di esporre i cittadini al rischio usura. Il Codacons ha considerato la situazione occupazionale, la frequenza dei protesti, il numero di procedure fallimentari, la presenza della criminalità, le denunce di estorsione ed usura, la presenza ed il numero di sportelli bancari sul territorio, le sofferenze registrati negli istituti di credito ed il costo del denaro praticato ai cittadini. Solo per fare un esempio, laddove viene riscontrato un alto numero di protesti e di procedure fallimentari, dove i tassi di interesse praticati dagli Istituti di Credito sono particolarmente elevati e vi sono numerosi conti correnti in 'sofferenza', allora maggiore è il rischio di ritrovarsi tra le fauci degli strozzini. E' innegabile che in Calabria il costo del denaro sia praticamente il doppio, rispetto alle regioni del Nord-Italia. Com' è possibile ipotizzare uno sviluppo del territorio a queste condizioni". "La Regione - sostiene Francesco Di Lieto del Codacons Calabria - dovrebbe revocare l' autorizzazione all' esercizio del credito per quegli istituti che in Calabria praticano condizioni discriminatorie per i singoli cittadini e per le aziende. Il più elevato costo del denaro incide negativamente sullo sviluppo economico della regione e sull' occupazione, spingendo molti giovani a trasferirsi in altre zone del Paese nelle quali le condizioni economiche sono più favorevoli ovvero a rivolgersi all' anti-stato. In Calabria viviamo in una situazione discriminatoria, rispetto al resto del Paese ed imposta dai colossi della finanza, che deve finire. La presenza della Regione Calabria al fianco ed a sostegno degli imprenditori tartassati, deve essere un segnale per l' affermazione del principio di legalità nel nostro territorio e un gesto per tentare di difendere i cittadini e la disastrata economia nei confronti di istituti bancari che raccolgono il denaro dei calabresi, pagandolo pochissimo, per poi investirlo in altre zone del paese".

Codacons “A rischio usura il debito delle famiglie”

17/04 Cresce in maniera esponenziale l' indebitamento dei calabresi. A sostenerlo è il Codacons Calabria secondo cui "ci sono rischi non solo per beni di prima necessità come la casa, ma anche per acquistare elettrodomestici, per pagare le spese mediche o la comunione dei bambini". "Così, mentre prima si chiedeva un prestito solo per grandi acquisti - è scritto nella nota dell' associazione consumatori - ora si è costretti a domandare credito anche per fare la spesa. Da queste considerazioni emerge che, a causa del caro-vita, per poter mantenere lo stesso tenore di vita le famiglie calabresi sono costrette ad indebitarsi. Chiedere un prestito e rimandare a tempi migliori il pagamento, ma il pericolo sta proprio qui. Se ora si rimane allettati dall' idea di comprare e iniziare a pagare il prossimo anno, non dimentichiamo che prima o poi arriverà il momento di saldare le rate e lo stipendio, purtroppo, non sarà aumentato". "Riceviamo continue segnalazioni di cittadini - prosegue la nota del Codacons - costretti a chiedere un finanziamento non per effettuare acquisti, ma per pagare altri prestiti. Un circolo vizioso che rischia di generare una nuova categoria di poveri. Ma questo fenomeno dilagante della richiesta di finanziamenti lascia spiragli sempre più ampi al rischio usura. La legge 108/1996 stabilisce che scatta l' usura quando il tasso supera del 50% il tasso medio rilevato ufficialmente ogni trimestre e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. E' bene chiarire che il 'tasso' cui deve farsi riferimento è il Taeg, cioé il tasso annuale effettivo globale, che deve comprendere anche tutte le spese accessorie (costi della pratica, costi di commissioni varie, spese di assicurazione). Tali spese, infatti, non sono incluse nel Tan, il tasso annuale nominale. Per comprendere se siamo vittime di usura occorre far riferimento al TAEG che indica il costo reale del finanziamento. La clausola di un mutuo o di un finanziamento che prevede tassi usurari deve essere considerata nulla"

Adusbef: Sulle banche on-line poca trasparenza

24/03 Il 60% dei siti internet delle banche non offre al cliente un adeguato livello di informazione su prodotti e servizi. E' questo l'esito dell'inchiesta svolta da Adusbef su 26 istituti di credito per verificare la trasparenza delle informazioni fornite al cliente su conti correnti, mutui, prestiti ed investimenti. Dal punto di vista qualitativo l'associazione dei consumatori dà la palma dei migliori a Monte dei Paschi di Siena, Deutsche Bank e Poste Italiane. Secondo quanto rileva l' Adusbef, i siti meno qualificati per trasparenza, accessibilità, navigabilità, informazioni fornite e completezza, sarebbero invece quelli di banca Mediolanum, Unipol, della rete Banca Intesa e Bnl. In merito alle informazioni sui conti correnti, fra i 26 siti indagati solo dieci riportano l'entità dei tassi attivi e passivi. Per gli attivi l'intervallo va dallo 0,0% di Bipop Carire allo 0,5% di Monte dei Paschi. Per i passivi dall'8,77% del Monte dei Paschi al 14,85% di Carifirenze. Gli altri 16 rimandano a fogli informativi presenti allo sportello. Sui prestiti solo otto dei 26 siti riportano i livelli di tasso (Taeg) mentre gli altri 18 rimandano ai fogli informativi. L'intervallo va dall'8,41 di Bipop Carire al 14,27 di Banca Antonveneta. Solo quattro siti permettono di giungere ai tassi applicati dalla banca sui mutui. Il livello minimo viene indicato dalla Banca del Fucino (4,08%), il massimo da Carifirenze (5,85), mentre la Banca Popolare Italiana indica solo il tasso dell'Euro Interbank Offered Rate (euribor) a +0,80. Per quanto riguarda gli investimenti l'Adusbef lamenta la presenza di "informazioni confuse e variegate". Si va da Banca Intesa (il sito della rete Intesa, separato da quello Intesa-San Paolo) che rimanda a fogli informativi presenti negli sportelli, a Banca Mediolanum che permette l'accesso alla totalità dell'offerta dei servizi di investimento. "Non è raro" si legge nella ricerca, anche il rimando ad altri siti. Adusbef sottolinea che, in base al Testo Unico Bancario, i prospetti informativi su conti correnti, mutui, prestiti ed investimenti dovrebbero essere pubblicati sui siti web in maniera chiara per consentire al cliente un'informazione preventiva adeguata. Lo stesso obbligo di legge è imposto da una delibera del Comitato interministeriale del Credito e Risparmio del 2003. L'unico rimedio che l'associazione di consumatori ritiene utile per arginare questa "mancanza di trasparenza" è un intervento più deciso della Banca d'Italia, "che dovrebbe svolgere un ruolo più stringente nel far rispettare la legge, per sradicare la cultura dell'approssimazione dagli istituti di credito". Il quadro poco confortante dipinto dall'inchiesta di Adusbef può suscitare preoccupazione se si considera che i cittadini che si rivolgono alle banche online per cercare informazioni su specifici prodotti o servizi sono sempre in aumento. L'ultimo rapporto di Nielsen NetRatings (luglio 2006), infatti, ha messo in evidenza che nel primo trimestre 2006 gli utenti dei siti banking in Italia sono stati più di sette milioni e mezzo. Se si pensa poi che, secondo il terzo rapporto sulla multicanalità delle banche condotto dall'Abi a luglio 2006, i conti correnti abilitati ad essere utilizzati tramite Internet o Mobile Banking hanno toccato quota nove milioni, diventa ancora più evidente la necessità per i consumatori di avere informazioni complete e trasparenti accessibili dai siti web delle banche.

In Calabria si spendono 51,6 milioni di euro per le revisioni auto

13/03 Nel 2006 gli automobilisti calabresi hanno speso 51,6 milioni di euro per far revisionare i loro autoveicoli presso le officine private autorizzate. Questi valori derivano da elaborazioni su dati ufficiali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti eseguite dall'Osservatorio Autopromotec, la struttura di ricerca della più importante manifestazione fieristica internazionale di attrezzature, prodotti e servizi per l'assistenza ai mezzi di trasporto. La cifra comprende il pagamento della tariffa fissata per le revisioni per complessivi 13,5 milioni di euro ed il costo delle operazioni di manutenzione e riparazione necessarie per porre gli autoveicoli in grado di superare i controlli previsti, cioé la spesa per la cosiddetta attività di pre-revisione, che ammonta a 38,1 milioni di euro. E' Cosenza la provincia della Calabria che registra con 20,2 milioni di euro la spesa più alta per revisioni e prerevisioni eseguite nel 2006. Seguono le province di Reggio Calabria con 14,1 milioni, Catanzaro con 9,5 milioni, Crotone e Vibo Valentia con 3,9 milioni di euro. Nel 2006 in tutta Italia gli automobilisti hanno speso per la revisione dei propri autoveicoli 1.731 milioni di euro, rispettivamente 453,6 milioni di euro come pagamento della tariffa fissata per la revisione e 1.277,4 milioni di euro per l'attività di pre-revisione. Rispetto al 2005 il calo è stato del 10,3%, dovuto al minor numero di autoveicoli chiamati al controllo (che è passato dai 12 milioni 644 mila del 2005 agli 11 milioni 204 mila del 2006).

Petizione del Codacons contro lo scatto alla risposta sui cellulari

25/02 Parte dalla Calabria una petizione per eliminare il balzello dello scatto alla risposta nei telefonini. Protagonista dell'iniziativa è il Codacons, che si propone, attraverso una raccolta di firme, di sensibilizzare l'opinione pubblica per costringere le compagnie telefoniche ad abolire lo "scatto alla risposta". Lo 'scatto alla risposta', ricordano i consumatori, porta nelle casse dei gestori telefonici circa 400 delle vecchie lire per ogni singola chiamata (oltre alla normale tariffa), e questo avviene anche se la conversazione non viene posta in essere per problemi sulla linea telefonica. In passato si era sostenuto che questo contributo dovesse servire a sostenere economicamente l' allora nascente rete mobile, affinché avesse piena diffusione su tutto il territorio nazionale. "Ma oggi - dice Codacons - lo scatto alla risposta non trova nessuna giustificazione, anzi, costituisce un modo per rendere meno chiare e trasparenti le tariffe".

Codacons “Strani disguidi sui conti correnti di Poste Italiane”

19/02 Una diffida "a cessare pratiche scorrette e vessatorie nei confronti dei propri clienti" è stata rivolta a Poste Italiane dal Codacons al quale si sono rivolti due catanzaresi dopo "'strani' disguidi che si verificano per i titolari di un conto corrente postale". Il Codacons ha anche chiesto "pubbliche scuse per i protagonisti della triste vicenda". "Un utente catanzarese - è scritto in un comunicato - ad inizio di febbraio, si è recato all'Ufficio postale per versare sul proprio conto corrente un assegno di circa 4.000 euro. Com'é naturale, le condizioni di contratto prevedono che la somma non sia immediatamente disponibile. Occorre, infatti, per avere la disponibilità dell'importo versato, che sia decorso un determinato lasso di tempo. Nel caso in questione, proprio sulla ricevuta del versamento, Poste Italiane indicavano che la somma versata sarebbe stata disponibile a far data dal 14 febbraio". Il correntista, riferisce il Codacons, il 14 febbraio si è recato a verificare la disponibilità sul proprio conto corrente, ma nel quel giorno né nei giorni successivi, la cifra era disponibile. Alla richiesta di spiegazioni, l'ufficio postale, secondo quanto riferisce il Codacons, avanza "dubbi sulla solvibilità del soggetto che ha emesso l'assegno". Il correntista ha quindi rintracciato chi ha emesso l'assegno, fugando ogni dubbio sulla sua solvibilità. "Ora - é scritto nella nota del Codacons - i soggetti indignati con le poste sono due. Da una parte il correntista che non riesce ad avere la disponibilità del proprio denaro e dall'altra il soggetto che ha emesso l'assegno, dipinto ingiustamente come un pericoloso truffatore. Entrambi sono risoluti a portare Poste Italiane in tribunale e hanno deciso di rivolgersi al Codacons per denunciare un comportamento illegittimo tenuto nei loro confronti". "Questo - conclude la nota dell'Assocazione - non è certo il primo caso del genere che ci viene segnalato. Non vorremmo trovarci dinnanzi ad un ingegnoso sistema finalizzato a 'giocare' sui giorni di valuta per derubare gli Utenti di conto correnti postali".

Il Codacons Calabria contro i costi delle ricariche dei cellulari

11/01 Il Codacons Calabria avvierà una serie di cause per conto di utenti che vogliono farsi restituire i soldi spesi per ricaricare il credito del proprio telefonino. E' quanto si afferma in un comunicato dell' associazione dopo le dichiarazioni del ministro per lo sviluppo economico Pierluigi Bersani e in attesa del pronunciamento dell' Autorità per le comunicazioni. "In un anno - afferma il presidente di Codacons Calabria, Maria Stefania Valentini - i consumatori hanno speso circa 2 miliardi di euro per tale inutile balzello, soldi che devono rientrare nelle tasche degli utenti. Per questo invitiamo tutti i cittadini a conservare le ricariche o le ricevute di avvenuta ricarica, così da poter avviare azioni di massa dinanzi ai giudici di pace contro i gestori telefonici, chiedendo non solo la restituzione di quanto pagato, ma anche gli interessi maturati su tali costi". "E se l' Antitrust e l'AGCOM non prenderanno seri provvedimenti per cancellare i costi di ricarica - prosegue Valentini - siamo pronti a citare in giudizio i presidenti delle due autorità".

Codacons fa guerra alla Telecom: Canone illegittimo

09/01 "Il canone che Telecom Italia chiede agli utenti è illegittimo". A sostenerlo, in un comunicato, è il Codacons Calabria che annuncia di avere provveduto all' attivazione di un' azione giudiziaria per conto di un utente catanzarese che intende non corrispondere più la somma alla società e punta a ottenere il rimborso dell' importo dei canoni corrisposti. Per il Codacons "sulla base di quanto statuito dall' art. 3 del DPR nr. 318/97, che impone a Telecom di fornire 'il servizio universale' su tutto il territorio nazionale", si deve ritenere "che il servizio consiste nella fornitura di alcuni servizi, ma che nella norma non viene nominato alcun canone di abbonamento. Il successivo comma 4, infatti, - prosegue la nota - attribuisce il servizio alla società Telecom spa e aggiunge che il suddetto servizio viene effettuato dallo stesso gestore, ma dal primo gennaio 1998, può essere espletato anche da altre società di telecomunicazioni". In merito alla clausola contrattuale che vincolerebbe l' utente al pagamento del canone, nelle nota dell' associazione dei consumatori si precisa che "il contratto di utenza telefonica è un 'contratto di adesione' e, in quanto tale, appare necessario verificare la eventuale vessatorietà della clausola che prevede il pagamento del canone di abbonamento, facendo riferimento all'art. 1469 bis del Codice civile". Per il presidente di Codacons Calabria Maria Stefania Valentini che fa riferimento alla normativa in vigore "la clausola deve essere considerata ingiusta e vessatoria e, quindi, inefficace".

Codacons “Attenzione a sottoscrivere piani finanziari”

14/11 "La nostra vicenda si è conclusa positivamente, poiché il Monte dei Paschi, alla fine ha provveduto a restituire tutte le somme versate in questi anni dalla risparmiatrice, accollandosi tutte le rate a scadere per i prossimi quindici anni". A dirlo è stato l'avv. Francesco Di Lieto, che ha seguito la vicenda di "un piano finanziario stipulato dal Monte dei Paschi di Siena" e sottoscritto da una ragazza di 18 anni. "Simona - è scritto in un comunicato del Codacons Calabria - aveva aderito ad una proposta avanzata da un promotore finanziario che le aveva lasciato credere di stipulare un piano di accumulo, mentre le veniva fatta sottoscrivere un mutuo da rimborsarsi in quindici anni. Inoltre ignorava di non poter sospendere i pagamenti per nessuna ragione. Simona apprendeva solo attraverso la stampa che il prodotto acquistato, lungi dall'essere un piano di accumulo pensionistico, altro non era che un prestito per investimenti finanziari". "A tutti coloro che si trovassero nelle medesime condizioni di Simona - prosegue la nota - il Codacons ricorda che chi avesse stipulato i piani finanziari denominati 'MyWay' o '4You' attraverso promotori finanziari può venire a capo della 'trappola' evidenziando l'omessa indicazione della clausola inerente il diritto di recesso, così come prevista dall'art. 30 del D.Lgs nr. 58/1998 che recita: 'L'efficacia dei contratti di collocamento di strumenti finanziari o di gestione di portafogli individuali conclusi fuori sede ovvero collocati a distanza ai sensi dell'articolo 32 è sospesa per la durata di sette giorni decorrenti dalla data di sottoscrizione da parte dell'investitore. Entro detto termine l'investitore può comunicare il proprio recesso senza spese né corrispettivo al promotore finanziario o al soggetto abilitato; tale facoltà è indicata nei moduli o formulari consegnati all'investitore. L'omessa indicazione della facoltà di recesso nei moduli o formulari comporta la nullità dei relativi contratti, che può essere fatta valere solo dal clienté".

Sentenza del Giudice di pace: illegittimo il cambio dei contatori Enel.

07/11 Il Giudice di Pace di Catanzaro "ha potuto accertare che le modalità di sostituzione dei vecchi contatori sono illegittime e, conseguentemente, che l'importo del conguaglio richiesto dall'Enel, oltre ad essere determinato in maniera illegittima, è del tutto privo di prova, per cui ha escluso l'obbligo per l'utente del pagamento della maxi-bolletta". A sostenerlo è stato il presidente del Codacons Calabria, Francesco Di Lieto, in merito ad un procedimento avviato da una famiglia catanzarese alla quale era giunta una richiesta di pagamento, dell'importo di migliaia di euro, relativa a consumi di energia elettrica. "Si tratta - è scritto in una nota del Codacons - di un conguaglio richiesto a seguito della sostituzione dei vecchi contatori a disco, con i nuovi e più sofisticati strumenti elettronici". "L'Autorità giudiziaria, nell'accogliere la tesi del Codacons - prosegue la nota - ha contestato la fatturazione dei consumi effettuata dal colosso energetico che, può leggersi nella sentenza, sebbene appaia 'conforme alle previsioni contrattuali ed alla prassi adottata nel settore, in realta' non può ritenersi certa ed esente da vizì". "Ora - ha sostenuto Di Lieto - il 'vizio' che inficia il calcolo dei consumi posti a base del maxi-conguaglio trova origine proprio nella tanto contestata sostituzione del vecchio contatore. Infatti queste sostituzioni sono avvenute senza il dovuto contraddittorio con l'utente; contraddittorio che avrebbe consentito al cittadino un effettivo controllo sui consumi registrati dal precedente contatore nonché sull'ulteriore importante circostanza che i nuovi contatori misurassero, effettivamente, zero al momento dell'istallazione. Il Giudice ha quindi concluso che la procedura attraverso la quale Enel ha determinato il consumo della famiglia catanzarese è illegittimo. Merita censura per l'autorità giudiziaria il comportamento tenuto dal colosso dell'energia che avrebbe omesso di informare l'utente circa la data di sostituzione del contatore; inoltre avrebbe dovuto redigere apposito verbale alla presenza dell'utente, al fine di garantire il contraddittorio. In buona sostanza non convince una fotografia scattata quando il contatore è già stato rimosso e senza che l'utente abbia preso visione del consumo riportato". "Il giudice - ha concluso Di Lieto - infine ha condannato l'Enel al pagamento delle spese legali nella misura di oltre mille euro. Siamo soddisfatti perché con questa coraggiosa decisione trovano puntuale conferma tutte le nostre proteste avanzate nei confronti del colosso dell'energia".
''In merito alle notizie relative a una sentenza del Giudice di Pace di Catanzaro, Enel ribadisce la legittimita' del proprio operato circa le modalita' di sostituzione dei vecchi contatori con i nuovi di tipo elettronico, nonche' la correttezza dei consumi addebitati nel caso in questione, come testimoniato anche dalla foto scattata all'atto della sostituzione''. E' quanto e' scritto in una nota dell'Enel. ''Le modalita' di sostituzione dei contatori - prosegue la nota - sono state rese note anche all'Autorita' per l'energia elettrica e il gas, che regola il settore. In particolare, i clienti vengono avvertiti con appositi avvisi affissi nell'atrio dei palazzi e con volantini rilasciati nelle cassette postali. Enel procedera' a impugnare la sentenza, che ovviamente ha validita' solo ed esclusivamente per le parti coinvolte nel giudizio''

Patto per la difesa dei consumatori a tavola tra CISL e Coldiretti

06/11 L'Adiconsum Cisl e la Coldiretti della Calabria hanno sottoscritto un patto per "La difesa della tavola dei calabresi". Ne dà notizia Romolo Piscioneri, segretario generale dell'Adiconsum Cisl, secondo il quale "il patto con il consumatore ideato insieme alla Coldiretti calabrese si pone l'obiettivo di tenere al centro di qualsiasi processo produttivo agricolo ed agroalimentare la qualità e la sicurezza dei prodotti che finiscono quotidianamente sulla tavola delle famiglie calabresi". "Dal nostro punto di vista, in futuro - aggiunge Piscioneri - terranno meglio il mercato quelle aziende che si organizzano per accorciare i processi di filiera, passando per quanto possibile, direttamente dal produttore al consumatore e quelle che sapranno offrire prodotti tipici, legate al territorio, purché viaggino su quella linea di trasparenza in tema di tracciabilità che portino al consumatore un prodotto di elevata qualità. L'aumentata capacità della gente di leggere attentamente l'etichetta, oggi più chiara e comprensibile e il cartello dell'ingredienti, indica che il consumatore in questi anni si è elevato ed ha ben compreso l'importanza del cibo sull'andamento dello stato di salute, conquistandosi così un ruolo attivo nella scelta di prodotti sicuri e di qualità. Parimenti, il sistema economico globale e la sfrenata circolazione delle derrate alimentari provenienti da angoli lontani ed impensati del mondo sabotano quasi sempre la qualità e attentano alla sovranità alimentare del nostro paese e della nostra regione. C'é un problema di prezzo degli alimenti che giungono dall'estero, molte volte troppo basso, tanto da indurre all'acquisto di questi prodotti scartando quelli nazionali e locali con tutte le conseguenze che ne derivano. Conseguenze che attengono sia alla qualità e sicurezza. Non si sa quasi nulla del prodotto che mangiamo sia alle ricadute ambientali del nostro territorio se è vero che gran parte di esso è governato dalla agricoltura". Secondo Piscioneri "il patto impegna verso una maggiore responsabilità di tutti coloro i quali intervengono nel processo di filiera dalla campagna alla tavola con un ruolo attivo nei confronti della sicurezza alimentare. L'importanza dell'alimentazione rischia di essere messa a dura prova dagli incessanti e frenetici ritmi di vita che attendono verso la destrutturazione dei pasti, in altri termini, sta prevalendo l'arte dell'arrangiarsi che non coincide quasi mai con le esigenze del consumatore stretto tra i tempi di vita, il risparmio e il mantenimento di un adeguato stato di salute. Il patto vuole tenere alta l'attenzione affinché gli interessi economici non prevalgano sui diritti dei consumatori e tutti siamo chiamati ad agire per scongiurare gli scandali alimentari mettendo sotto costante monitoraggio quanto si introduce sul mercato, tenendo lontano gli alimenti trattati con ormoni ed altre sostanze anabolizzanti e di Ogm. Con la Coldiretti calabrese finalmente si stabilisce che il benessere derivante da una sana e corretta alimentazione non si può piegare al business generato a dalla spregiudicatezza di pochi produttori senza scrupoli o da importazioni di prodotti la cui attendibilità qualitativa non è sufficientemente dimostrata e pertanto non vi è quella sicurezza necessaria per garantire adeguatamente la salute del consumatore".

Codacons: “Non pagate il canone di depurazione dove non esistono o non funzionano gli impianti”

26/09 "Occorre pensare fin da ora alla prossima estate. I cittadini non devono pagare il canone per il servizio di depurazione delle acque reflue ai Comuni calabresi se il depuratore non esiste, ovvero se non è in funzione". Questo il proclama di Codacons Calabria. "Nel caso in cui tale canone sia già stato pagato - è detto in una nota dell'associazione di consumatori - i cittadini devono aver diritto alla restituzione di quanto corrisposto. Sulla base di tali assunti prevediamo l' insorgere di una miriade di azioni giudiziarie contro tutte quelle Amministrazioni calabresi sprovviste di depuratore, allo scopo di ottenere la restituzione del canone versato. La nostra azione ha una duplice finalità; impedire soprusi nei confronti degli utenti e, soprattutto, tutelare il patrimonio ambientale. Spesso, infatti, accade che i liquami vengano scaricati direttamente nelle acque del mare, con buona pace delle nostre aspirazioni turistiche". "Le richieste di rimborso - è spiegato nella nota dell' associazione - contengono una distinzione tra due periodi di tempo. In primo luogo il Codacons chiede alle Amministrazioni comunali calabresi 'inadempienti' il rimborso dei tributi richiesti per il servizio di depurazione per tutto il periodo impositivo in cui tale canone ha avuto natura tributaria e cioé fino alla data del 3 ottobre 2000. Infatti se da un lato risponde al vero che proprio dalla natura di entrata tributaria discende l' obbligatorietà del pagamento del canone per effetto della sola istituzione del servizio e dell' allaccio alla rete fognaria; occorre evidenziare che la mancata istituzione di un effettivo servizio di depurazione, come si evince dalle numerose proteste ricevute da tutta la regione, importa il venir meno dello stesso presupposto legale del potere impositivo dell' ente locale, non essendo imputabile al cittadino la mancata fruizione del servizio di depurazione. In secondo luogo, chiediamo il rimborso o lo sgravio delle tariffe del servizio di depurazione richieste ai cittadini per i periodi successivi al 3 ottobre 2000 e cioé da quando ha assunto natura di corrispettivo, proprio per mancanza della controprestazione erogata dagli Enti locali". "A breve - conclude la nota - si attendono le prime pronunce giudiziarie, ovviamente, se i giudici dovessero accogliere le nostre tesi, sarà naturale chiedere l'intervento della Corte dei Conti"

Codacons denuncia “Troppo cara la manutenzione delle caldaie”

21/09 "In Calabria ci troviamo dinanzi a situazioni davvero singolari, infatti in alcune zone, la somma richiesta per la verifica delle caldaie è pari a 5,16 euro, mentre nella ricca e opulenta provincia di Catanzaro viene richiesta una somma ben trenta volte superiore: i cittadini residenti nei piccoli comuni della provincia di Catanzaro sono chiamati a pagare una somma di ben 154,94 euro e soltanto per essere controllati". A sostenerlo, in una nota, è il presidente del Codacons, Francesco Di Lieto. "Esiste - continua Di Lieto - una legge nazionale che prevede che gli Enti locali (comuni che abbiano popolazione superiore a quaranta mila abitanti ovvero le province per i comuni con popolazione inferiore), per ridurre l'inquinamento ambientale, per contenere i consumi energetici e per aumentare la sicurezza degli utenti, controllino tutti gli impianti al fine di accertare il loro effettivo stato di manutenzione. I controlli avvengono a campione, quindi dai cittadini si pretende il pagamento di una verifica, con la concreta possibilità se non la certezza, che la stessa verifica non sia mai effettuata. Così facendo, secondo il Codacons, si istituisce, di fatto, una nuova 'tassa' senza la prescritta previsione normativa, violando l'articolo 23 della Costituzione". "A tal proposito - prosegue il presidente - l'associazione si chiede il perché, almeno per una volta, non si obbliga a pagare solo chi non è in regola. La vicenda ci appare paradossale perché è come se gli automobilisti, che devono sopportare gli oneri della revisione dei propri veicoli, siano costretti a pagare anche le Forze dell'ordine perché sia controllata l'avvenuta revisione. Se ciò accadesse di certo scoppierebbe il finimondo". "Ebbene - sottolinea Di Lieto - sulle caldaie avviene esattamente la stessa cosa, ma dato che la verifica 'colpisce' meno del 5 per cento della popolazione, quanto accade sembra non destare molto clamore. Ma non è tutto, perché spesso gli Enti locali si rivolgono ad organismi i cui addetti al controllo avrebbero fatto un corso, della durata di pochi giorni, per essere abilitati a svolgere i controlli. Forse avrebbero dovuto insorgere i manutentori di caldaie, perché non ci appare comprensibile come dopo un corso di alcuni giorni, magari senza esame finale e senza obbligo di frequenza, si possa avere la stessa competenza di un tecnico autorizzato che deve sobbarcarsi continui corsi obbligatori di aggiornamento e con un'esperienza di anni di lavoro alle spalle. Per questi motivi il Codacons ha chiesto all'autorità giudiziaria di verificare la legittimità dei controlli e del sistema impositivo adottato dall'Amministrazione provinciale di Catanzaro". "Nell'esposto presentato alla magistratura - spiega Di Lieto - il Codacons rileva come le verifiche degli impianti termici nella provincia hanno suscitato un diffuso malcontento tra i cittadini, sia per l'esosità delle richieste economiche, sia per la scelta dell'organismo e del personale che viene utilizzato per effettuare le verifiche. Non vorremmo che, a far lievitare la somma richiesta ai cittadini, abbiano contribuito anche i costi per gli spostamenti del personale impiegato, per le acquisizioni strumentali e quelli per l'aggiornamento del personale". "Il Codacons sollecita pertanto un intervento legislativo poiché - sostiene ancora il presidente - siamo certi che la normativa vigente non abbia come obiettivo quello di vessare i cittadini, bensì garantire la sicurezza degli impianti termici e conseguentemente della collettività. Domanda un atto di coraggio alla Regione. Chiede che, sullo sfortunato esempio offerto della regione Friuli Venezia Giulia, i controlli degli impianti di potenza inferiore ai 35 chilowatt avvengano mediante esame della documentazione, in luogo delle verifiche dirette sugli impianti e, soprattutto, senza oneri a carico dei proprietari degli impianti che risulteranno in regola". "Oggi - conclude Di Lieto - a differenza di quanto avvenne per la legge regionale del Friuli, molta acqua è passata sotto i ponti e con una mutata composizione del governo nazionale è possibile che sia proprio la Regione Calabria a dare una lezione di civiltà all'intero paese"

Adiconsum: “Attenzione ai prezzi per il materiale scolastico. Previsti aumenti”

14/09 "Anche quest' anno, con l' apertura dell'anno scolastico, le famiglie calabresi, già provate dagli aumenti del costo della vita passati e da quelli possibili per l'autunno prossimo, dovranno fare i conti necessariamente con il gravoso innalzamento delle spese scolastiche, previste con aumenti del 4-6% di media e del 15-20% se il riferimento è rivolto al corredo scolastico. Questo secondo stime economiche pratiche ed attendibili". A sostenerlo, in una nota, è il segretario generale dell'Adiconsum - Cisl Calabria, Romolo Piscioneri. "Occorrerà pertanto - prosegue Romolo Piscioneri - prestare la massima attenzione a queste voci di spesa, evitando di chiedere prestiti per l'acquisto dei libri e sfruttando tutte le possibilità di risparmio. A tal proposito, vengono forniti consigli utili, per esempio: prima dell'acquisto di libri di testo, è preferibile confrontarsi con gli insegnanti così da evitare di comprare libri inutili; rivolgersi al circuito dell'usato per i testi adottati già da tempo; vagliare l'acquisto dei dizionari la cui edizione aggiornata spesso è dovuta solo a modifiche marginali, nonostante per legge la ristampa sia permessa solo a seguito di modifiche sostanziali; acquistare i nuovi testi facendo ricorso alla rete della grande distribuzione; chiedere informazioni al proprio Comune o ai Caaf presenti sul territorio sul limite Isee stabilito per ottenere il bonus per l'acquisto dei libri; preferire i kit da corredo; acquistare il corredo nei supermercati; rinviare l'acquisto degli accessori seguendo le indicazioni dei professori".

Secondo Codacons il rientro dalle vacanze prevede una spesa di oltre molle euro alle famiglie itraliane

29/08 E' di oltre mille euro, secondo il Codacons, la spesa che attende le famiglie italiane al rientro a casa dalle ferie. Stando all'associazione, per un famiglia di quattro persone si prospetta una spesa di 300 euro per libri di testo, 350 euro per il corredo scolastico, 60 euro in prodotti per la pulizia della casa e 100 euro per pieno benzina e abbonamenti ai trasporti pubblici. Secondo il Codacons il corredo scolastico è aumentato in media del 5,4%, la spesa alimentare è cresciuta del 10%, specie per le voci frutta e verdura, e l'aumento del carburante incide non solo sul pieno dell'automobile ma anche su diversi capitoli di spesa. L'ammontare delle spese, sostiene il Codacons è determinato dalla "mancanza di concorrenza" che determina l'aumento di prezzi e tariffe. Per ribadire le istanze dei consumatori, conclude l'associazione, è prevedibile un "nuovo sciopero della spesa durante il quale i cittadini faranno la voce grossa contro i nuovi aumenti di prezzi e tariffe"

Codacons “No all’uso indiscriminato dell’autovelox, bisogna pensare alla sicurezza”

24/08 "Ribellarsi all' uso selvaggio dell' autovelox". E' un vero e proprio atto di sfida quello lanciato dal Codacons Calabria preoccupato per il fatto che "gli strumenti di misurazione elettronica della velocità nascondano esclusivamente l' intento di penalizzare gli automobilisti per far quadrare i bilanci comunali". "Ormai sulle nostre strade - spiega il presidente dell' associazione di tutela dei consumatori, Francesco Di Lieto - i controlli a mezzo di apparecchiature elettroniche hanno progressivamente sostituito quelli delle pattuglie della polizia stradale e degli agenti delle polizie municipali, il tutto a scapito della prevenzione e della sicurezza. Sono innumerevoli le proteste che riceviamo da parte di pendolari continuamente vessati per mezzo di autovelox accuratamente camuffati. Un comitato spontaneo che ha sollecitato anche l' intervento della Procura della Repubblica è sorto tra gli automobilisti pendolari che utilizzano la strada statale 106". A parere di Di Lieto, inoltre, "le continue deroghe introdotte alla normativa del 'vecchio' codice della strada hanno ormai stravolto la ratio originaria della contestazione immediata: chi infrange le regole deve essere fermato immediatamente, per evitare che prosegua nella violazione, creando, in questo modo, pericolo sia per se stesso che per gli altri. Ragionare diversamente ci porta a pensare che elevare contravvenzioni non abbia come obiettivo quello di impedire il verificarsi di incidenti, ma soltanto incassare soldi agevolmente". "Certo, si potrà sostenere - prosegue il presidente del' associazione di tutela dei consumatori - che è meglio far pagare chi viola le norme del codice della strada, tuttavia in questo modo non si prevengono le stragi sulle nostre strade. Quello che è certo è che i numerosi comuni che, soprattutto durante la stagione estiva, fanno cassa attraverso il ricorso ad autovelox nascosti non contribuiscono certo ad aumentare il senso civico dei cittadini nonché ad educare gli automobilisti al rispetto delle regole perché ciò rientra proprio nel loro stesso interesse". Sul piano legislativo "il Codacons Calabria propone una modifica all' art. 208 del codice della strada nel senso di innalzare al 100% la quota delle multe da destinare al miglioramento della circolazione, al potenziamento della segnaletica, all' educazione stradale nonché all'attività di prevenzione. In questo modo nessun comune sarà indotto nella tentazione di utilizzare gli autovelox soltanto per far soldi. Anche se sarebbe interessante conoscere come attualmente viene impiegato il 50% degli incassi. Per meglio comprendere quanto lamentiamo provate a percorrere la statale 106, troverete decine di apparecchi nascosti (spesso senza nessun agente nelle vicinanze), che hanno come unico obiettivo quello di realizzare introiti per le amministrazioni locali, senza il minimo intento di prevenzione o di educazione. Parliamo di cittadini che per ragioni di lavoro percorrono quotidianamente la statale e che rischiano di cadere, anche più volte in un solo giorno, nella rete degli autovelox finendo per dover pagare quello che definiscono un vero e proprio dazio". Sulla scorta della denuncia del comitato spontaneo il Codacons Calabria contesta la corretta funzionalità degli apparecchi di misurazione. "La taratura - sostiene Di Lieto - é elemento essenziale di qualsiasi manutenzione periodica o riparazione di strumenti di misurazione. Se soltanto pensiamo alle conseguenze giuridiche, delle misurazioni effettuate dagli autovelox, possiamo comprendere la necessità che le predette misurazioni siano corrette ed attendibili, rispondendo ai criteri previsti dalla normativa. Il preventivo controllo dello strumento di misurazione è indispensabile se soltanto si considera che la misurazione della velocità di un veicolo costituisce un accertamento irripetibile e, pertanto, non soggetto a possibile verifica a posteriori. Per questo e per gli altri motivi abbiamo deciso di aiutare gli automobilisti vessati da quelle amministrazioni comunali che fanno cassa con autovelox 'trappola', infischiandosene della prevenzione e dell' educazione stradale".

Codacons: “Non vanno addebitate le spese effettuate con le carte di credito clonate dai ladri”

23/08 Sono sempre più numerose le segnalazioni che pervengono al Codacons in merito all'utilizzo fraudolento di carte di credito. Secondo l'Associazione "quando qualcuno fa acquisti utilizzando un'altra carta di credito, clonandola, non devono essere addebitate le spese fatte dai ladri". "Emblematico - è scritto in un comunicato - il caso di una cittadina catanzarese, che si è vista addebitare la cifra di oltre 3.000 euro sul proprio conto corrente per acquisti fatti mediante l'utilizzo della sua carta di credito. In quell'occasione la malcapitata, tramite il Codacons, ha ottenuto la restituzione di tutte le spese effettuate dal ladro". "Occhio quindi agli estratti conto", sostiene il responsabile del Codacons Avv. Maria Stefania Valentini. "Tra gli obblighi di comportamento imposti agli esercenti - prosegue Valentini - vi è quello di controllare che la carta non sia falsa e che non sia stata rubata. Deve, inoltre, accertare l'identità del soggetto che la esibisce, la corrispondenza col nome indicato sulla carta e la conformità della firma apposta sul retro della carta con quella apposta sull'ordine di pagamento. Sussiste, altresì, l'onere a carico della società emittente, nel momento i cui riceve una richiesta di accredito da parte del fornitore, di verificare la validità e l'efficacia della carta e la corrispondenza della firma apposta sulla nota spese con quella depositata nello specimem". Il Codacons suggerisce poi un decalogo di azioni per prevenire problemi: conservare la carta lontano da fonti magnetiche e stare attenti per evitare di graffiare la banda magnetica; non conservare il Pin assieme alla carta; verificare ogni sera che la carta sia ancora in vostro possesso; conservare le ricevute fino all'arrivo dell'estratto conto per poi distruggerle; evitare di fornire il numero di carta soprattutto ad interlocutori telefonici; evitare di utilizzare la carta per acquisti via Internet o per transazioni elettroniche via filo ed in caso di assoluta necessità di operare acquisti per questo canale verificare che il sito sia protetto e che appaia una piccola chiave o la sigla Ssl oppure Set per l'invio dei dati in forma crittografata; pretendere dal negoziante che la transazione sia effettuata 'a vista'; ricordare che il titolare di una carta di credito non è responsabile delle perdite derivanti dallo smarrimento o furto dello strumento elettronico; conservare i numeri telefonici forniti dal gestore della carta per eventuali blocchi a seguito di furti e smarrimenti; inviare appena possibile alle società emittenti una raccomandata con ricevuta di ritorno, allegando la denuncia rilasciata".

Il Codacons contrario al ricorso ai prestiti delle famiglie per sopperire al caro libri

19/08 Il "caro-libri" pesa al punto che i genitori sono ormai costretti a ricorrere ai prestiti per consentire ai propri figli la frequenza alla scuola dell' obbligo. La denuncia è del Codacons Calabria. "Qualche anno addietro - afferma Francesco Di Lieto, presidente del Codacons in un comunicato - si ricorreva al finanziamento per acquistare una casa oggi capita di dover fare un prestito per acquistare i libri scolastici". "Il Codacons, per rendere realmente pubblica la scuola dell'obbligo, - è detto nel comunicato - propone che, almeno i dizionari ed i testi più costosi, vengano acquistati dalla provincia di Catanzaro e forniti alle famiglie che ne facciano richiesta, le quali provvederanno a restituire i libri a fine anno scolastico, pagando soltanto il costo del noleggio. Se, infine, la ragione della continua sostituzione delle edizioni adottate è il dover sostenere il mercato dell' editoria allora basta rendere detraibile la spesa per l'acquisto dei testi scolastici". L' associazione di tutela dei consumatori, dopo avere espresso soddisfazione per l' approvazione in materia del decreto del Ministero dell' Istruzione lo scorso 5 giugno, "invita - è scritto nel comunicato - i cittadini a rimanere vigili sui possibili abusi. In Calabria, infatti, si registra lo sforamento dei tetti di spesa, quasi in una classe ogni tre. A ciò si aggiunge nelle liste dei libri fornite dalle scuole, accanto ai testi obbligatori, vi sono alcuni libri che vengono consigliati dagli insegnanti i quali, ovviamente, ne pretendono l' acquisto; ciò comporta un aumento esponenziale della spesa familiare".

Il Codacons chiede alle Poste il rispetto delle somme maturate sui buoni fruttiferi

18/08 "I risparmiatori hanno diritto agli interessi indicati sui buoni postali; tutto questo perché le Poste sarebbero responsabili di non aver pagato tutte le somme maturate a seguito dell' emissione di buoni postali fruttiferi". E' quanto si sostiene in un comunicato del Codacons Calabria. "Il comportamento posto in essere da Poste Italiane - sostiene Francesco Di Lieto, presidente del Codacons - integra un illecito oltre a costituire un intollerabile metodo per scoraggiare il risparmio ed è, inoltre, il sintomo di una grave menomazione delle garanzie di trasparenza e di chiarezza dovute nei confronti degli utenti. La vicenda portata alla ribalta nazionale proprio dal Codacons Calabria prende le mosse dalla richiesta effettuata da un cittadino calabrese per ottenere il pagamento di alcuni buoni postali fruttiferi, emessi in suo favore tantissimi anni addietro. Il 'malcapitato', durante questo lasso di tempo, ha custodito gelosamente quei buoni, ed ora, dopo tanto tempo, ha deciso di utilizzarli solo per poter far fronte ad urgenti necessità familiari. Da un semplicissimo calcolo, l'originario importo di pochi milioni di vecchie lire, indicato su ogni singolo buono, si traduce, sempre seguendo le tabelle stampate sul retro del buono, in una cospicua somma di parecchie migliaia di euro. Un cifra invitante, soprattutto in un momento difficile come questo". "Ma le Poste, e qui viene il brutto della nostra storia - sostiene Di Lieto - si rifiutano di provvedere al pagamento indicato proprio da quella tabella e limitano il diritto del cittadino, offrendogli in pagamento una somma notevolmente minore rispetto a quella desumibile attraverso le tabelle stabilite e stampate dalle Poste". "Per nulla rassegnato - conclude il presidente dell' associazione di difesa dei consumatori - il risparmiatore ha deciso di rivolgersi al Codacons ed insieme hanno richiesto al Giudice di dichiarare il suo buon diritto a percepire gli interessi proprio secondo la tabella riportata sul retro dei titoli in suo possesso e non sulla base di calcoli, del tutto sconosciuti all' utente, effettuati da Poste Italiane spa".

Codacons denuncia l’ETR “No alle iscrizioni di ipoteche per omessi tributi”

16/08 L' Etr, societa' concessionaria della riscossione dei tributi in Calabria, dovra' astenersi dal procedere all' iscrizione di ipoteche per l' omesso pagamento di cartelle esattoriali. E' quanto si afferma in un comunicato del Codacons nel quale si da' notizia dell' accoglimento, da parte dell' autorita' giudiziaria, delle tesi sostenute in proposito dall' associazione di difesa dei consumatori. ''Nella nostra regione assistiamo - sostiene Francesco Di Lieto vicepresidente nazionale del Codacons - ad uno squallido tentativo di aggirare i provvedimenti dell' autorita' giudiziaria, che hanno, a piu' riprese, sancito l' illegittimita' dei 'fermi amministrativi', che pone i cittadini calabresi dinnanzi al rischio concreto di ritrovarsi una ipoteca sulla propria casa senza neppure saperlo''. Per Di Lieto ''l' associazione aveva paventato la possibilita' di quello che veniva ritenuto un ulteriore possibile abuso. Nel tentativo di aggirare le pronunce dei giudici e, conseguentemente, le disposizioni dell' Agenzia delle Entrate, il concessionario in luogo delle cosiddette 'ganasce fiscali' ora provvede ad iscrivere ipoteca sui beni immobili dei contribuenti''. ''Succede, cosi' - conclude Di Lieto - che i cittadini possono ritrovarsi, molto spesso senza saperlo, ad avere una ipoteca sulla casa, magari solo per pochissimi euro. Apparentemente unico presupposto per iscrivere ipoteca presso le Conservatorie immobiliari sarebbe il mancato pagamento anche di una sola cartella esattoriale, una volta che siano decorsi almeno sessanta giorni dalla sua notifica''.

Codacons “ A rischio usura i pensionati che chiedono la cessione del quinto”

14/08 Anche in Calabria ''sono sempre piu' numerosi i pensionati che avanzano richieste agli enti erogatori delle loro pensioni, come l'Inps, di stornare il quinto del trattamento di quiescenza in favore delle innumerevoli societa' finanziarie, alle quali sono costretti a rivolgersi per ottenere un prestito o per far fronte alla necessita' di un acquisto imprevisto''. A sostenerlo e' il Codacons in un comunicato. ''Cio' che accade - ha affermato il presidente del Codacons Calabria, Francesco Di Lieto - e' la prova di quanto da tempo sosteniamo cioe' della sempre maggiore difficolta' per i cittadini ad arrivare alla fine del mese''. Di conseguenza, e' scritto nella nota del Codacons, ''anche i pensionati, da sempre illusi mediante continue quanto vane promesse di aumenti delle loro retribuzioni, sono costretti a ricorrere a forme di finanziamento, che possono consentir loro di sopravvivere. Cio' e' stato reso possibile da una recente disposizione normativa (legge nr. 89 del 14 maggio 2005) che ha introdotto la facolta', anche per i pensionati, pubblici e privati, di poter disporre la cessione volontaria fino ad un quinto dell'importo della loro pensione''. ''Ma cio' che piu' ci preoccupa - ha aggiunto Di Lieto - e' che alcune finanziarie, proprio approfittando dello stato di bisogno degli anziani, sottopongono a questi ultimi contratti del tutto illegali, recanti un tasso d'interesse superiore a quello lecito e, in alcuni casi, addirittura del 20% annuo''. A tal proposito, per comprendere appieno la gravita' del problema, ''basta ricordare - ha sostenuto il Codacons - che il tasso di soglia per tale forma di finanziamento e' fissato dalla legge al 14,40%, superato tale limite si configura il reato di usura. Purtroppo sono sempre piu' frequenti le societa' che speculano sui bisogni e sulle necessita' delle fasce piu' deboli della popolazione, come appunto le persone anziane''. ''Abbiamo segnalato la vicenda all'autorita' giudiziaria - ha concluso il Codacons - affinche' vengano adottati tutti gli opportuni provvedimenti, intanto lanciamo un appello a tutti i pensionati affinche' tengano gli occhi ben aperti e prestino la massima attenzione nel sottoscrivere contratti finanziari che possono nascondere tragiche trappole''.

Castroregio da 15 gironi senza telefoni, il Codacons chiede i danni alla Telecom

10/08 Castroregio, piccolo centro in provincia di Cosenza, per 15 giorni e' rimasto isolato telefonicamente per un guasto alle linee. La vicenda e' stata resa nota dal presidente del Codacons Calabria, Francesco Di Lieto, che ha riferito di avere diffidato la Telecom ''affinche' provveda all'erogazione di una somma di denaro a titolo di risarcimento dei danni subiti dagli abitanti di Castroregio in conseguenza del disservizio sofferto. In caso contrario - ha aggiunto - siamo pronti a portare la vicenda nelle aule di giustizia''. Il disservizio, determinato, secondo la Telecom, dal maltempo, ha provocato, stando a quanto riferisce il Codacons, gravi disagi alla popolazione a causa del blocco dell'attivita' di uffici pubblici essenziali come le Poste, con conseguente impossibilita' di liquidare le pensioni. Gravi anche i disagi per gli abitanti del paese con problemi di salute per l'impossibilita' di comunicare con i medici di famiglia e le strutture sanitarie. ''In buona sostanza - ha detto Di Lieto - a Castroregio ed ai suoi abitanti sono stati negati servizi pubblici essenziali''. ''Dinnanzi a questo trattamento - riferisce ancora il presidente di Codacons Calabria - e' comprensibilmente esplosa la rabbia degli abitanti di Castroregio che, in un Consiglio comunale aperto, hanno deciso di avanzare una formale protesta nei confronti di Telecom, chiedendo di essere trattati come cittadini e di avere il medesimo servizio che viene offerto nelle altre zone del paese. Nulla di straordinario visto che il canone preteso da Telecom e' lo stesso in tutta Italia. Cio' che lamenta, inoltre, l'Amministrazione comunale di Castroregio - afferma ancora Di Lieto - e' la totale latitanza della Telecom perche' se anche un disservizio puo' essere accettato, cio' che non puo' tollerarsi e' il disinteresse di Telecom, che ha impiegato ben 15 giorni per porre rimedio ad un banale guasto''.

Il Codacons pronto a denunciare la farmacie per lo sciopero ingiustificato

19/07 Il Codacons della Calabria ha chiesto ai consumatori della regione di segnalare al numero 892-007 (numero a pagamento) o via mail all'indirizzo press.codacons@tiscali.it, tutte le farmacie che aderendo alla protesta risulteranno oggi chiuse. "Provvederemo a denunciarle - ha detto il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - per interruzione di pubblico servizio e chiederemo nei confronti dei farmacisti responsabili il ritiro della licenza. Questo sciopero è intollerabile perché vuole proteggere assurdi privilegi e impedire la vendita dei farmaci nei supermercati, vendita che farebbe risparmiare 424 milioni di euro all'anno ai cittadini". Il Codacons proclama infine anche in Calabria il boicottaggio delle farmacie. "Domani - ha concluso - i cittadini sono invitati ad acquistare medicinali solo presso le farmacie comunali, i cui indirizzi possono essere richiesti ai Comuni di residenza"

Attivo il numero verde antitruffa (892-007) del Codacons

13/07 Da oggi anche i consumatori della Calabria potranno avvalersi del numero unico messo a disposizione dal Codacons per tutelare i cittadini della regione. Chiamando l' 892-007 sarà possibile denunciare truffe, segnalare casi sospetti, conoscere le iniziative del Codacons e prendere appuntamento con un consulente per risolvere qualsiasi tipo di problematica.

Adiconsum “In Calabria serve una commissione sulla vivibilità”

15/06 "Alla luce di ciò che emerge dal recente rapporto di Bankitalia, si comprende come in Calabria non è più rinviabile l'istituzione di una apposita Commissione di inchiesta disposta dal Governo per verificare le reali condizioni di vivibilità di oltre due milioni di cittadini con particolare cura alla qualità dei servizi offerti". E' quanto sostiene in una nota il segretario generale dell'Adiconsum, Romolo Piscioneri. "Con riguardo a queste difficoltà - ha aggiunto - si percepisce tra i consumatori-utenti l'avanzare di una disaffezione nei confronti di gran parte delle Istituzioni (pubbliche e private) preposte ad assicurare servizi che abbiano quelle caratteristiche necessarie per renderli consone alla esigenza della gente. E' dimostrato, infatti, che oggi al proposito vige una grande confusione che desta smarrimento e porta l'utenza verso la fobia da confronto. In tal senso, la Commissione deve agire per accertare lo stato in cui versano: sanità e servizi sociali; credito e servizi bancari; viabilità e infrastrutture; ambiente e turismo; scuola, università, ricerca e reti telematiche. Questa indagine conoscitiva deve avere come obiettivo quello di verificare lo stato delle cose così come realmente vengono vissute e percepite dalla gente, interpretando, senza manipolazioni politiche o di altro genere le vere difficoltà e barriere che vengono sistematicamente anteposte a qualsiasi possibile via di crescita civile e culturale. Non si tratta di inventarsi nulla di nuovo ma confrontarsi con quanto già esiste in altre regioni italiane che da tempo, su questi temi, hanno raggiunto punti di eccellenza diventati un vanto anche in Europa". "Una Regione - ha proseguito Piscioneri - che non riesce ad offrire pari opportunità a tutti i cittadini su servizi governati sia dal centro che dalla periferia, non può definirsi evoluta né contestualizzata in un paese che si candida a rappresentare il meglio nel mondo. Non può e non deve tollerarsi che su un pezzo di territorio nazionale continui vassallaggio dettato da necessità di business di qualche società od ente che non si fanno scrupoli in nome di un diretto ed immediato "lucro", pregiudicando la qualità e la vera esigibilità di taluni servizi. La ricognizione governativa, oltre che accertare situazioni di fatto, deve aiutare quel necessario e doveroso processo di miglioramento e di crescita, attorno ad un progetto mirato, utilizzando gli strumenti propri di un governo autorevole dettando in maniera disciplinata tempi e modalità per dare la giusta dignità a quanti ancora oggi lottano per avere il minimo indispensabile". "Nel frattempo - ha concluso - invitiamo i parlamentari eletti, espressione di questa terra, ad iniziare un percorso virtuoso e propositivo atto a portarci fuori da questo stato di perenne criticità, dando voce a alle legittime istanze della gente che sono chiamati a rappresentare".

Solo il 60% degli italiani va in vacanza

06/06 Quest'estate andrà in vacanza il 60% degli europei e gli italiani saranno fra loro, con la stessa percentuale. E' inferiore alla media europea, invece, la percentuale di italiani che si concederanno più di una vacanza: il 15%, contro il 17%. Lo dice una ricerca dell'Istituto di ricerca Ipsos, realizzata per conto di Europ Assistance su un campione di 3.534 cittadini europei tra Austriaci, Belgi, italiani, francesi, inglesi, spagnoli e tedeschi. La prossima estate gli italiani faranno però vacanze un po' più lunghe: il 41% (contro il 37% del 2005) farà una vacanza di due settimane, avvicinando l'Italia all Europa (45%).
PRIORITA' AL RELAX E ALL'EUROPA
Anche con una certa attenzione all' 'effetto Mondiali'. Per la maggioranza degli europei (61%) la vacanza è sinonimo di relax e solo per il 37% è un'occasione di 'scoperta'. Il desiderio di relax è più forte tra gli italiani (66%) e li guida verso il mare: il 75%, contro il 64% degli Europei, sogna la vacanza al mare e solo l'8% desidera partire per una vacanza itinerante. E' il Vecchio Continente la destinazione preferita dagli europei: l'81% resterà in Europa, addirittura uno su due (47%) nel proprio Paese. Italia, Francia e Spagna si confermano le mete preferite, capaci di offrire un mix ideale di relax, mare e sole. Come l'anno scorso, la grande maggioranza di spagnoli (70%), italiani (68%) e francesi (65%) passerà le vacanze nei rispettivi paesi. I Mondiali di calcio, evento clou della prossima estate, condizioneranno la scelta della destinazione della vacanza di un europeo su dieci. Meno condizionati sono gli italiani, favoriti da un'ampia possibilità di scelta 'in casa': solo per l'8%, l'evento influirà sulla scelta della destinazione.
BRUTTE NOTIZIE PESANO SU SCELTA DESTINAZIONE
La scelta della destinazione continua a essere effettuata principalmente in base a criteri tradizionali: il clima e il budget disponibile sono considerati 'rilevanti' da oltre il 42% degli europei, la qualità delle infrastrutture turistiche e la possibilità di soddisfare interessi culturali sono 'fondamentali' per un europeo su tre. Ai criteri tradizionali si aggiungono tuttavia nuovi timori per la sicurezza e la salute, confermando la capacità delle 'brutte notizie' di limitare notevolmente la mobilità al di fuori del continente: per il 40% degli europei, il rischio di attentati e i rischi sanitari giocano un ruolo essenziale nella scelta della destinazione. Sulle modalità di scelta della destinazione, gli italiani sono in controtendenza: il clima e il budget per le vacanze sono fattori rilevanti per il 54% (contro una media europea del 42%) e i rischi sanitari per il 47% (contro una media del 40%). E' l'aviaria a preoccupare in modo particolare gli italiani: per il 31% (contro il 21% degli europei) influirà in modo 'essenziale' sulla scelta della destinazione.
UN EUROPEO SU TRE SCEGLIE IL LAST MINUTE
E prenota su Internet, mentre gli italiani preferiscono i canali tradizionali. Il 68% degli europei crede che le vacanze debbano essere organizzate con largo anticipo, ma quest'anno uno su tre deciderà la destinazione all'ultimo minuto. Preferiscono l'approccio 'last minute' gli spagnoli e gli italiani (il 38%). Fra gli europei è cresciuta fortemente la fiducia in Internet come mezzo per organizzare le vacanze: preferisce la prenotazione on-line il 35% degli europei, contro il 28% dell'anno scorso. Fanno eccezione gli italiani: solo il 19%, come nel 2005, predilige Internet, mentre il 39% preferisce affidarsi ad agenzie di viaggio e tour operator e il 34% sceglie di contattare direttamente i fornitori di servizi, quali compagnie aeree o società alberghiere.
SPESA MEDIA: ITALIANI TERZULTIMI
Il budget medio per le vacanze degli europei sarà quest'anno pari a 2.235 euro per nucleo familiare. Spenderanno di più gli inglesi (2.795 euro) e i tedeschi (2.233 euro), mentre gli spagnoli sono all'ultimo posto in classifica (1.880 euro). Per gli italiani il budget medio è di 2.085 euro, superiore a quello dei francesi (1.884 euro).
UN EUROPEO SU DUE PARTE PENSANDO ALLA SALUTE
Oltre la metà degli europei (52%) è molto preoccupato per la salute propria e di chi lo accompagna in viaggio, il 49% per la salute dei parenti e dei familiari che restano a casa. Meno diffusi (37%) sono i timori di possibili incidenti legati alla mobilità (in aereo, treno, auto, etc.) e la paura di perdere effetti personali (per furti o smarrimenti). Il 36% teme inoltre che in propria assenza si possano verificare incidenti (allagamento, incendio, etc.) o furti presso il proprio domicilio. La ricerca infine analizza lo stato di protezione assicurato dalle compagnie di assicurazione: sarebbe in crescita, secondo lo studio, l'impressione di essere adeguatamente protetti dalla propria compagnia di assicurazione. Il 65% degli europei (+6 punti percentuali rispetto al 2005) si sente 'coperto' contro un rischio riguardante la salute. Sempre il 65% (+ 11 punti rispetto al 2005) si sente coperto contro i rischi di danni alla casa. Più diffusa è risultata infine la percezione di una copertura adeguata contro i danni derivanti da un incidente di trasporto, da un guasto del veicolo, dalla perdita di effetti personali.

Enel precisa: nessun comportamento illeggittimo sui contatori

25/05 "Non si ravvede alcun comportamento illegittimo nell' operato dell' Enel, che sta predisponendo appello avverso la sentenza in questione". E' quanto afferma, in una nota, l' ufficio stampa dell' Enel in relazione alla sentenza con la quale il Giudice di pace di Crotone, ha sostenuto l' illegittimità delle modalità adottate dall' azienda nella sostituzione dei vecchi contatori. "Prima della sostituzione - è scritto nella nota - l' Enel affigge un manifesto di avviso di sostituzione in posto visibile ed ai clienti viene rilasciata, nella cassetta postale, un' apposita comunicazione sulla data di sostituzione e il numero verde Enel. All' atto della sostituzione gli addetti incaricati da Enel procedono a scattare una fotografia che attesta il consumo registrato fino a quel momento e il numero di matricola del contatore. Il cliente può sempre chiamare il contact center di Enel per richiedere eventuali verifiche in base alla fotografia che resta a sua disposizione. Appurata l' esattezza del conguaglio, Enel, come previsto dalle delibere dell' Autorità per l' Energia elettrica e il Gas, su richiesta del cliente provvede alla rateizzazione degli importi"
Dall’altra parte, il giudice di pace di Crotone "ha accertato che le modalità di sostituzione dei vecchi contatori sono illegittime e, conseguentemente, che l' importo del conguaglio richiesto dall' Enel è del tutto privo di prova, per cui ha escluso l' obbligo per una signora di Crotone del pagamento della maxi-bolletta". Lo sostiene il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. La sentenza ottenuta ieri dall' Associazione, è scritto in un comunicato, "costituisce una seria speranza per innumerevoli utenti, fino ad ora costretti a pagare conguagli dell' importo di migliaia e migliaia di euro". La vicenda è iniziata, ha ricordato il Codacons, quando una signora di Crotone ha ricevuto una richiesta di pagamento di circa 2.000 euro, relativa a consumi di energia elettrica. Il Giudice di pace di Crotone, ha reso noto l' Associazione, "nell' accogliere la tesi del Codacons, ha contestato la fatturazione dei consumi effettuata dal colosso energetico che, può leggersi nella sentenza, sebbene appaia 'conforme alle previsioni contrattuali ed alla prassi adottata nel settore, in realta' non può ritenersi certa ed esente da vizi, dal momento che la stessa si basa su un' irregolare lettura effettuata sulla sostituzione del vecchio contatore, eseguita senza il dovuto contraddittorio con l' utente. I tecnici della società convenuta addetti alla sostituzione del contatore elettrico avrebbero dovuto, al momento dell'istallazione del nuovo apparecchio,- stilare apposito verbale in presenza dell' interessato, in modo da consentire l' effettivo controllo sui consumi registrati dal precedente contatoré". "Ora - ha sostenuto Rienzi - il 'vizio' che inficia il calcolo dei consumi posti a base del maxi-conguaglio trova origine proprio nella tanto contestata sostituzione del vecchio contatore. Infatti queste sostituzioni sono avvenute senza il dovuto contraddittorio con l' utente; contraddittorio che avrebbe consentito al cittadino un effettivo controllo sui consumi registrati dal precedente contatore nonché sull' ulteriore importante circostanza che i nuovi contatori misurassero, effettivamente, 'zero' al momento dell' installazione. Il Giudice Ermanno Galdieri ha quindi concluso che 'in assenza di elementi certi che escludano la possibilita' di vizi nella lettura del contatore e di successivi errori nella fatturazione, considerata l' arbitraria modalità di sostituzione dei contatori, lesiva dei diritti degli utenti deve essere accolta la domandà". "Il giudice - ha concluso Rienzi - ha condannato l' Enel al pagamento delle spese legali nella misura di oltre mille euro. Siamo soddisfatti perché con questa coraggiosa decisione trovano puntuale conferma tutte le nostre proteste avanzate nei confronti del colosso dell' energia"

Codacons: I giudici annullano le cartelle acqua del Comune di Soverato

24/05 "Sembra essere giunta all' epilogo la vicenda relativa alle cartelle esattoriali con le quali il Comune di Soverato chiedeva il pagamento dei canoni acqua relativi agli anni 1994-1995-1996. A mettere la parola fine sulla vicenda è stato il Codacons che proprio oggi ha ottenuto una serie di importantissime sentenze che attestano, in maniera incontrovertibile, l' infondatezza delle pretese creditorie dell' Amministrazione Comunale". A sostenerlo è il Codacons in un comunicato. "I giudici - prosegue la nota - hanno riconosciuto la fondatezza delle tesi portate avanti dal Codacons, dichiarando illegittimo il comportamento del Comune di Soverato. Infatti, non solo sono state annullate le cartelle esattoriali impugnate, ma l' autorità giudiziaria ha anche condannato il Comune a risarcire i danni per una somma di circa 1.000 euro per ogni cartella esattoriale". Il Codacons sottolinea inoltre la soddisfazione "per il riconoscimento della legittimazione della stessa Associazione ad agire a tutela dei diritti dei cittadini". "Un riconoscimento - ha sostenuto il presidente del Codacons Calabria, Francesco Di Lieto - che testimonia la bontà del lavoro svolto dalla nostra associazione in favore dei diritti dei Cittadini. Le numerose sentenze confermano tutti i nostri timori, che ci avevano spinto, nei mesi scorsi, a richiedere un provvedimento di autotutela, capace di proteggere i cittadini e, soprattutto, le casse comunali. Tuttavia ci siamo trovati dinnanzi un vero e proprio muro, degli Amministratori che hanno ritenuto di intestardirsi sulle loro posizioni, oggi palesemente smentite dalla magistratura". Le somme pretese dal Comune di Soverato, è scritto nella nota del Codacons, "sono illegittimamente quantificate, in quanto non trovano riscontro in alcun atto di accertamento che l' Amministrazione comunale avrebbe dovuto notificare; di tal ché i presunti crediti non sono certi, liquidi ed esigibili per assoluto difetto di titolo esecutivo. Ma c' è di più. Almeno nei casi sottoposti all' esame del Codacons, risultano decorsi, abbondantemente, i termini di prescrizione previsti dal codice civile. Le affermazioni del Codacons hanno trovato puntuale conferma nella Circolare Ministeriale 177/2000 Dipartimento delle Entrate, indirizzata a tutti i Comuni". "Tuttavia - ha aggiunto Di Lieto - ci siamo scontrati con quella che appare una prassi largamente diffusa e che non riguarda soltanto la città di Soverato, uno strumento largamente utilizzato dalle Amministrazioni per far quadrare i loro bilanci. Si riportano a bilancio somme che solo in teoria l' Amministrazione potrebbe incassare, ma che, in realtà, sono inesigibili, come dimostra appunto la sentenza emessa proprio oggi dal Tribunale di Catanzaro. Le responsabilità, ovviamente, vanno ricercate in capo agli Amministratori che, nonostante ne avessero l' obbligo, hanno evitato, forse per scopi elettoralistici, di richiedere per tempo il pagamento dei canoni acqua. L' inerzia dell'Amministrazione ha provocato la prescrizione dei crediti vantati dal Comune e, conseguentemente, l' Amministrazione di Soverato si ritrova nell' impossibilità concreta di richiedere le predette somme. Le conseguenze sono facilmente immaginabili: da una parte il Comune non potrà incassare le somme portare a bilancio, dall' altra rischia una serie di condanne al pagamento delle spese in tutti i possibili giudizi instaurati dai Cittadini, per l' annullamento delle ingiunzioni di pagamento, così come è avvenuto con la sentenza in esame". "Tuttavia - ha proseguito Di Lieto - ciò che accade a Soverato è ancora più grave. Infatti, la responsabilità amministrativa dell' Ente pubblico è acuita dal fatto che il Comune sia stato preventivamente e pubblicamente informato dei rischi a cui esponeva le casse comunali, ma ciononostante ha ugualmente e testardamente proseguito nella propria condotta, che oggi è stata dichiarata illegittima dal giudice civile. Il Codacons al solo fine di scongiurare un drammatico buco nelle casse comunali, chiede un immediato incontro con il Sindaco di Soverato, Raffaele Mancini, allo scopo di ottenere l' annullamento dell' intero ruolo in via di autotutela. In questo modo l' Amministrazione potrà dare un segnale di rispetto nei confronti dei propri cittadini ed evitare di compromettere le casse comunali nell' intento di resistere alle domande giudiziali. Caso contrario continueremo a rivolgerci all' autorità giudiziaria, forti dei preziosi precedenti, sia per l' accertamento dei diritti dei cittadini e sia per ottenere la condanna al risarcimento di tutti i danni subiti dai cittadini e conseguenti l' illegittima attività posta in essere da parte del Comune di Soverato". Il Codacons, infine, ha sollecitato l' intervento della Corte dei Conti allo scopo di "verificare il comportamento di tutti quegli Amministratori che, con il loro comportamento omissivo, hanno causato danni all' erario".

Per rilanciare il commercio il Codacons propone la “giornata dello shopping” con sconti fino al 20%

17/05 Abbassare per un giorno al mese i prezzi fino al 20% dando vita a Catanzaro ad una sorta di "Giornata dello shopping" in modo da sostenere il settore del commercio. E' la proposta del Codacons Calabria. "I commercianti, pian piano, - è detto in un comunicato - stanno sparendo tutti dalla nostra città e questo è iniziato ben prima dell' invasione da parte dei cinesi. I piccoli esercizi commerciali o chiudono del tutto o vengono fagocitati dai sempre più vicini centri commerciali, veri colpevoli della morte, non solo economica, dei piccoli commercianti, il tutto con il beneplacito dei nostri amministratori. Da dove nascono i mali dell'economia Catanzarese? La ricerca di un capro espiatorio è un rito antico che in questi giorni trova una moderna versione nell'addossare ai cinesi tutte le nostre colpe della crisi economica cittadina. Anche i nostri esponenti politici non si sottraggono dall' officiare questo rito e additano indignati il colosso cinese come l'origine di tutti i mali dell' economia locale. Magari nella segreta speranza che l'esaltare il sentimento patriottico possa essere utile nelle imminenti competizioni elettorali". "Dall' istituzione della giornata dello shopping - è scritto nel comunicato - ne trarrà beneficio l' intera economia della città, proprio grazie ai maggiori consumi ed al maggior numero di cittadini presenti per le disastrate strade cittadine. Chiediamo, inoltre, saldi liberi tutto l' anno, sia per aiutare le famiglie, che acquistando la merce in saldo (presso gli esercizio commerciali di Catanzaro) potrebbero permettersi di vestire i loro figli, anche se non con capi all' ultima moda, sia per aiutare i commercianti, che potrebbero sfoltire le rimanenze di magazzino e aver modo di attirare la clientela all'interno dei loro negozi".

Codacons: "Illegittime le spese di chiusura dei conti bancari"

14/05 ''E' illegittima la richiesta delle banche della spesa per estinguere i contratti di conto corrente bancari''. A sostenerlo e' il Codacons Calabria Le spese di estinzione del conto corrente sembrano essere diventata la classica goccia che rischia di far traboccare il vaso. ''Si tratta di quella clausola - ha sostenuto il presidente del Codacons calabrese, Francesco Di Lieto - che prevede l' obbligo per i cittadini di corrispondere una somma a titolo di 'commissione richiesta estinzione conto' anche nell' ipotesi in cui il diritto di recesso venga esercitato dal correntista dopo aver ricevuto una comunicazione da parte dell' istituto di credito della unilaterale modificazione dei tassi, prezzi ovvero di altre condizioni''. La tesi dell' Associazione, e' scritto in una nota, ''si basa sul presupposto che quella clausola e' volta ad aggirare la normativa speciale in materia bancaria (Testo Unico bancario), istituendo una vera e propria caparra penitenziale (in sostanza una penale in caso di recesso)''. ''Si tratta - prosegue la nota - di una vertenza giudiziaria che si propone di dare una speranza alle migliaia di cittadini calabresi vessati dal comportamento di alcuni Istituti di credito, che non intendono eliminare dalle condizioni relative ai conti correnti la clausola che penalizza i Cittadini''. ''A nostro avviso - ha sostenuto Di Lieto - in caso di modifica unilaterale delle condizioni da parte di una banca, il cliente che ritiene di recedere dal contratto di conto corrente deve poterlo fare senza essere costretto a pagare assurde spese di estinzione. Le predette somme, inoltre, vengono unilateralmente stabilite dalla banca, al solo fine di ostacolare la libera concorrenza e la libera scelta di altri prodotti sul mercato. Per questi motivi abbiamo diffidato tutti gli istituti di credito che operano in regione, ad astenersi da siffatti comportamenti gravemente lesivi dei diritti dei cittadini''. Il Codacons ha invitato tutti i correntisti calabresi a rifiutarsi di pagare queste commissioni, quando viene esercitato un legittimo diritto di recesso da un contratto di conto corrente. ''Per concludere - ha affermato Di Lieto ¿ possiamo affermare che tutti coloro che vorranno svincolarsi da un contratto di conto corrente divenuto penalizzante, a seguito di modifiche imposte unilateralmente dalla propria banca, potranno farlo senza dover piu' pagare esose 'commissioni di estinzione conto'''.

Aumentano i “servizi da spiaggia”. Rincarano del 14% ombrellone e sdraio

13/05 Bagni e tintarella piu' cari sulle spiagge italiane, in questa estate 2006 che tarda a farsi annunciare. A luglio-agosto, tradizionale bimestre dei vacanzieri nostrani e di 'invasione' di quelli stranieri, per passare una giornata su un arenile attrezzato si dovra' spendere il 14% in piu' rispetto allo scorso anno. Il tutto, ovviamente, senza contare il costo di benzina, panini, ristorante e quant'altro. A calcolare il caro-ombrellone 2006, attraverso una meticolosa rilevazione che per una settimana l'ha portata a battere a tappeto le principali localita' balneari italiane, e' l'associazione di tutela dei consumatori Adusbef. ''Il sindacato dei gestori di stabilimenti balneari - conferma il presidente dell'Adusbef Elio Lannutti - mette le mani avanti e parla di aumenti contenuti tra il 2,5 ed il 5%. Per la verita', le voci di costo (ombrellone, lettino, etc.) aumentano mediamente di oltre il 14%''. Secondo la rilevazione dell'associazione infatti per una sdraio si paghera', in luglio e in agosto, il 16% in piu' (da 6 a 7 euro); per un ombrellone il 15,3% in piu' (da 6,5 a 7,5 euro); e per un lettino il 14,2% in piu' (da 7 a 8 euro). ''Quanto al biglietto d'accesso agli stabilimenti - precisa ancora l'indagine - di norma non viene richiesto, ma quando e' previsto passa mediamente da 4 a 5 euro, con punte di 7 euro qualora dia il diritto ad accedere a servizi particolari, come la piscina''. Ci sono poi le formule di abbonamento: per quello giornaliero (ombrellone+lettino+sdraio), il rincaro medio rispetto al 2005 e' del 18,7%; per il settimanale si riscontra una variazione verso l'alto che varia dall'8,3 all'11,5%; per il mensile dal un minimo di +10 ad un massimo di +12%. Un vero salasso sembra essere infine l'abbonamento stagionale: qui gli aumento variano da un +33,3 ad un massimo di +50%. ''Ma non e' raro - commenta l'Adusbef - trovare valori nettamente superiori, in genere per l'aggiunto uso di cabina''. Un 'pacchetto' che, per la stagione, puo' costare anche cifre comprese fra i 3.500 ed i 5.000 euro, quando magari ai servizi tradizionali di spiaggia si aggiungono quelli di baby sitter, fitness di gruppo, parking, etc. ''Va subito chiarito - afferma Lannutti - che la diversificazione per zone, piu' a meno di pregio, e per qualita' dei servizi offerti, da' luogo ad intervalli di prezzo molto estesi: la riviera romagnola e' ancora maestra nell'impostare politiche commerciali in grado di mantenere prezzi contenuti e buon livello di servizi''. Nello specifico dello spiaggia-per-spiaggia fatto dall'Adusbef, una giornata sul bagnasciuga di Fregene, alle porte di Roma, fara' spendere per ombrellone e 2 sdraio, dai 15 ai 24 euro. Cifre che si ripropongono, sempre sul litorale laziale, per San Felice Circeo, Sabaudia e Sperlonga. Prezzi piu' cari in Toscana: A Porto Santo Stefano, perla dell'Argentario, 1 ombrellone con 2 sdraio e 1 lettino costeranno mediamente 23 euro; mentre nella vicina Porto Ercole per 1 ombrellone, una cabina e 1 sdraio si spenderanno 20 euro. Chi poi vorra' unire al piacere del mare anche quello di una meta radical-chic, e scegliera' Capalbio, dovra' ovviamente mette mano al portafoglio: 29 euro per la soluzione ombrellone+tenda e 70 per il 'pacchetto' ombrellone+4 lettini+sdraio+tavolino. Sempre in Toscana, ma nella 'capitale' della Versiglia Viareggio, 1 ombrellone, 2 sdraio, 1 sedia e la possibilita' di una doccia calda, a luglio-agosto costeranno in media 23,5 euro. E se si vuole un lettino in piu', bastera' aggiungere altri 6,5 euro. Decisamente piu' a buon mercato, come accennato, la Romagna. A Rimini ombrellone e 2 lettini costera' dai 12 ai 14 euro; a Riccione da 14 a 16; a Cesenatico dagli 11 ai 14; e a Cervia e Milano Marittima 15. Piu' cara la Liguria (17 euro a Ventimiglia per ombrellone, sdraio e lettino), mentre piu' a buon mercato Calabria: in media 13-15,5 euro per ombrellone, lettino e sdraio. E se i prezzi delle localita' piu' mondane della Sardegna e della Costa Smeralda resteranno come sempre alle stelle, un plauso va al Comune di Cagliari che, sulla cittadina spiaggia del Poetto ha fissato il prezzo di 1 euro 'a pezzo'.

Caro petrolio, aumentano le spese per gli automobilisti

22/04 Per muoversi in macchina si spende sempre di piu'. A testimoniarlo una recente indagine dell'Ufficio Studi della Cgia di Mestre sul caro benzina. Dall'aprile dello scorso anno ad oggi, fare il pieno costa agli automobilisti italiani oltre il 6,5% per cento in piu'. Insomma, il tempo passa e gli aumenti continuano. Nello stesso arco di tempo considerato dagli esperti dell'associazione artigiani mestrina, gli aumenti registrati in alcuni dei principali tratti autostradali del paese (Milano-Roma, Torino-Venezia e Bologna-Reggio Calabria), inclusi i pagamenti dei pedaggi autostradali, oscillano tra il 6 e il 7%. Questa la prima panoramica proposta dalla Cgia di Mestre che non si ferma ad un'analisi generale e passa, dunque, ai costi nel dettaglio per ciascun tipo di autovettura. Si scopre cosi' che gli aumenti minori, naturalmente, sono stati registrati dalle utilitarie. Si va dai 2,7 euro in piu' per effettuare il pieno della Smart (costo totale alla pompa di 43,6 euro) ai 3,7 euro della Yaris che richiede, oggi, 59,5 euro per riempire il serbatoio. Per le classi di autoveicoli medie e superiori, invece, si passa ad incrementi che vanno dai 4,1 euro della Mini (66,1 euro per il pieno) ai 5,2 euro dell'Alfa 147 che necessita di una spesa di 83,2 euro per fare il pieno. Seguono le monovolume che fanno rilevare aumenti piu' sostenuti: "piu'" 5,4 euro per la Multipla (costo di 85,9 euro a pieno) e piu' 4,5 euro per la Mercedes classe A (71,4 euro totali) e piu' 5 euro per la Renault Scenic (79,3 euro per il pieno). Chiaramente gli importi sono cresciuti maggiormente per le auto di lusso. Dall'aprile del 2005 ad oggi l'aumento e' stato di 5,4 euro per la Mercedes classe E (85,9 euro), di 5,8 euro per la Bmw serie 5 (92,5 euro) e di 7,4 euro per l'Audi A 8 (118,9 euro). Ma gli aumenti, sempre secondo la Cgia, lievitano ulteriormente quando si abbina al costo del carburante anche quello del pedaggio autostradale. I 570 chilometri che uniscono Milano a Roma costano, rispetto all'aprile dello scorso anno, 4,38 euro in piu' per le utilitarie (pari ad un totale medio di 75,57 euro), il 4,73 euro in piu' per auto di media cilindrata (81,16 euro totali), il 5,21 euro in piu' per le monovolume (88,80 euro) e quasi 6 euro in piu' per le auto di lusso (costo totale pari a 100,55 euro). Meno chilometri e meno incrementi per il tratto autostradale Torino-Venezia. Si va dal 3,62 euro in piu' per le piccole (costo medio totale di 52,83 euro) al 3,87 euro delle medie (56,75 euro) e ai 4,20 euro per le monovolume (62,12 euro). Toccano i 4,72 euro gli aumenti per le auto di lusso (che spendono complessivamente 70,36 euro). Decisamente superiori, invece, gli incrementi registrati per i mille e 50 chilometri di autostrada necessari per percorrere la Bologna-Reggio Calabria. Per le utilitarie tale percorso "pesa" 7,51 euro in piu' rispetto all'aprile del 2005 (attestandosi sui 117,26 euro). 8,15 euro per le auto di media cilindrata (pari ad un costo medio totale di 127,56 euro), 9,03 euro per le monovolume (totale 141,64 euro) e il 10,40 euro in piu' per le auto di lusso (costo totale medio 163,29 euro).

Codacons: “Cala il prezzo delle uova pasquali ma sale quello delle colombe”

11/04 A Catanzaro, per la Pasqua 2006, scende il prezzo delle uova di cioccolato mentre sale quello delle colombe pasquali. Il dato emerge dai risultati di una indagine condotta in citta' dal Codacons che ha monitorato i prezzi dei prodotti pasquali di questi giorni nella grande e nella piccola distribuzione confrontandoli con quelli registrati lo scorso anno. ''In questi giorni - afferma Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons - si registrano lievi incrementi anche nei prezzi della carne, soprattutto l' agnello, e del salame. Incrementi che siamo certi saranno di entita' maggiore tra qualche giorno, ossia a ridosso del pranzo pasquale, quando i consumatori effettueranno in massa gli acquisti dell' ultim' ora''. ''Considerando che una famiglia media acquista in media circa 5 uova di cioccolato e 3 colombe - prosegue Francesco Di Lieto - e considerati tutti gli altri acquisti alimentari, si prevede che per la Pasqua 2006 una famiglia a Catanzaro spendera' tra pranzo con i parenti e dolciumi vari, circa 200 euro. Una spesa in linea con quella dello scorso anno e non perche' i prezzi siano rimasti invariati, ma perche' i cittadini, a causa del carovita, sono costretti a tirare la cinghia anche sugli acquisti alimentari''. Il Codacons mette in evidenza i rischi per i bambini dai pericoli rappresentati dalle sorprese contenute nelle uova di cioccolato. ''Purtroppo questi 'regali', in realta' pagati profumatamente - sostiene ancora Di Lieto - possono essere pericolosissimi per i bimbi, in primo luogo perche', per risparmiare, le industrie mettono dei doni cosi' piccoli che possono essere facilmente ingeriti. Inoltre i bambini, nel vedendoli insieme al cioccolato, pensano sia naturale portarli alla bocca ed i rischi, pertanto, diventano seri''

Codacons “In Calabria boom degli hard discount”

25/02 Anche in Calabria, negli ultimi anni, gli hard-discount hanno avuto un vero e proprio boom, arrivando a quota 5 punti vendita per ogni 100.000 abitanti e raccogliendo in maniera massiccia la fiducia dei consumatori grazie a prezzi inferiori rispetto alle catene di vendita abituali: ipermercati, supermercati e negozi alimentari. E' quanto emerge dai dati contenuti in un' indagine del Codacons Calabria. ''Il motivo dell' escalation dei discount nella nostra regione - afferma Francesco Di Lieto, presidente del Codacons Calabria- e' da ricercarsi principalmente nell' impennata dei prezzi avvenuta nei negozi tradizionali dall' introduzione dell' euro in poi. Dall' indagine del Codacons emerge che i consumatori sono costretti, per arrivare alla fine del mese, a comparare e ricercare i prezzi piu' convenienti e, di conseguenza, diventano sempre piu' 'traditori'. Infatti, diversamente che in passato, i consumatori cambiano negozio in maniera maggiore e frequentano sempre piu' i discount: oltre il 20% dei calabresi rispetto a poco piu' del 10% di solo 4 anni addietro''. ''Per cio' che riguarda il profilo della qualita', i prodotti in vendita nei discount vengono definiti buoni dai consumatori calabresi che sostengono di non riscontrare grandi differenze rispetto a quelli di marca. E proprio l'abbandono del prodotto di marca e' considerato dal Codacons un ulteriore effetto dell' impennata dei prezzi. Il consiglio comunque e' sempre quello di provare ogni singolo prodotto prima di acquistarne grandi quantitativi ricordandosi, tuttavia, che spesso le differenze di prezzo sono conseguenza dell'assenza di pubblicita', dell'assortimento limitato e dell'ambientazione spartana dei punti vendita''.

Il Codacons denuncia: il carovita ha provocato un grave indebitamento per i calabresi

22/02 In Calabria il caro vita sta provocando, secondo il Codacons, un incremento del ricordo al credito al consumo non solo per acquistare la casa, l'automobile o gli elettrodomestici, ma anche per le spese relative a cerimonie, per pagare i libri della scuola e per acquistare i generi alimentari. Dai dati diffusi dal Codacons emerge che ciascun cittadino calabrese ha gia' un debito di 1.000 euro con le varie societa' finanziarie ed i diversi istituti di credito. ''Ed e' tutta colpa del caro vita - sostiene il Codacons - che dall'arrivo dell'euro continua a svuotare le tasche dei cittadini. Cosi', mentre prima si chiedeva un prestito solo per grandi acquisti, ora si e' costretti a domandare credito anche per far spesa nell'alimentari o comprare i testi scolastici dei bambini''. Dai dati elaborati dalla Banca d'Italia risulta che nello scorso anno l'indebitamento delle famiglie in Calabria e' arrivato a quota 2,4 miliardi di euro, segnando un aumento di oltre il 10 per cento rispetto all'anno precedente. Dall'indagine del Codacons emerge che sono mutate le ragioni per cui si ricorre ai prestiti negli ultimi anni: ''Prima - ha detto il presidente del Codacons, Francesco di Lieto - il motivo era legato sempre, oltre ovviamente alla prima casa, all'acquisto di automobili o di grandi elettrodomestici ora, invece, si ricorre al credito al consumo per mantenete lo stesso tenore di vita degli anni passati, quando si comprava ancora in lire''. Il Codacons ha deciso di organizzare una campagna informativa presso mercati, negozi e supermercati, spiegando ai Cittadini i rischi connessi al credito al consumo. ''Mi auguro - ha concluso di Lieto - che il Presidente della Regione dopo aver terminato la lunga serie di nomine, sia arrivato il momento di occuparsi dei problemi dei Calabresi''

Codacons: Eliminando lo “stand by” da tv e videotape risparmio in bolletta

20/02 ''Il giochetto dello stand-by costa ben 10 euro al mese per ogni singola utenza. Parliamo di circa il 10 % dell'importo della bolletta energetica''. E' quanto sostiene in una nota il presidente del Codacons della Calabria, Francesco di Lieto, che ha avviato una campagna informativa sul risparmio energetico. ''Un televisore lasciato in stand-by - sostiene il Codacons - consuma in un anno ben 110 kWh. Tenere accesa quella ''rassicurante'' lucina rossa, ci costa oltre un miliardo di vecchie lire ogni anno. E non e' di meno il videoregistratore. Se anche utilizziamo il videoregistratore per 1 ora al giorno, il resto della giornata rimane in stand-by. Il consumo di energia elettrica per la modalita' di preaccensione di un videoregistratore e' di circa 345 W al giorno. Se estendiamo questo calcolo per l'intero anno abbiamo uno spreco di oltre 125 kWh. Applicando i costi attuali dell'energia, ci troviamo dinnanzi ad enorme spreco annuo per singolo apparecchio di oltre 20 euro''. ''Vi sembra ragionevole - conclude l'associazione dei consumatori - pagare a vuoto una media di 20 euro per ogni singolo apparecchio ? Infine per comprendere meglio quanti soldi buttiamo in fumo, basta contare tutti gli apparecchi che lasciamo, inutilmente e costosamente, in preaccensione. Seguendo il consiglio del Codacons e staccando l'interruttore, si potrebbe risparmiare un bel 10 % sulla bolletta Enel''

Codacons: mettere freno alle “superbollette” telefoniche gonfiate con i “dialer”

15/02 Sono gia' numerosissime le segnalazioni, relative a bollette telefoniche con cifre da capogiro, giunte al Codacons Calabria. A darne notizia e' l' associazione di difesa dei consumatori che sottolinea, in un comunicato, la necessita' di mettere un freno alle superbollette per chiamate a maghi, oroscopi e televoto e per l' attivazione di numeri telefonici da attivare solo su richiesta dell' utente. ''La causa delle bollette astronomiche - sottolinea Maria Stefania Valentini, vicepresidente del Codacons - e' da ricercare nei famigerati 'dialer', cioe' quei software che hanno la capacita' di collegare il nostro computer con gestori esteri. Il cittadino, purtroppo, non si accorge di nulla, almeno fino all' arrivo della bolletta telefonica. In passato l' associazione aveva richiamato l' attenzione dei consumatori sui 'pericolosissimi' prefissi 899, ora ne e' comparso uno che sembra essere, se possibile, ancora piu' insidioso per le nostre tasche e cioe' lo 0878. Questi numeri indicano un collegamento satellitare con chissa' quale parte del mondo e, ovviamente fanno lievitare enormemente la bolletta telefonica''. ''Il Codacons - prosegue il vicepresidente Valentini - invita i cittadini a chiedere al proprio gestore telefonico di disattivare tutti i numeri non strettamente necessari e, caso contrario, chiedere l' intervento dell' Autorita' giudiziaria. In ogni caso, una volta arrivata la bolletta da capogiro e' possibile mettere un freno all'emorragia del nostro portafoglio. Il Codacons consiglia ai Consumatori di provvedere al pagamento soltanto delle somme non contestate, per non incorrere nella disattivazione della linea telefonica e, successivamente, inoltrare una denuncia alla Polizia Postale per tentata truffa. In questo modo si puo' ottenere lo storno dalla bolletta di quelle cifre relative ai collegamenti tramite dialer''.

Adiconsum: “Per il rilancio dei trasporti serve ascoltare le esigenze degli utenti”

01/02 ''Temiamo, purtroppo in maniera fondata, che l' istituendo 'centro di eccellenza di ricerca regionale sui trasporti', laddove non dovessero essere ascoltate e prese in considerazione le lamentele dei cittadini, lungi dall' essere uno strumento che aiuti un processo di miglioramento complessivo per proporre in tempi certi e ravvicinati, soluzioni concrete alle difficolta' presenti, si trasformera' una istituzione marziana assolutamente non rispondente alle reali esigenze e lontana anni luce dal portare sviluppo e vantaggi alla utenza''. A sostenerlo e' stato il segretario regionale di Adiconsum Cisl, Romolo Piscioneri. ''Il rilancio dei trasporti in Calabria - ha proseguito - puo' e deve essere organizzato in funzione di quelle che sono le esigenze di un' utenza che si porta dietro le mille difficolta' di sempre, che con il passare del tempo anziche' migliorare puntano, al contrario, verso un profondo peggioramento. L' ottimizzare i trasporti, rendendoli piu' veloci, frequenti e confortevoli, e' un esercizio che ha visto come protagonisti molti politici e amministratori locali, che per la verita' hanno scritto e proposto tantissimo, ma con scarsi risultati. Si tratta di guardare al problema con assoluta obiettivita', interpretando bene, lamentele e disagi della gente che quotidianamente si muove per la Calabria. Ascoltare l' utenza significa comprendere con precisione cosa vuol dire spostarsi, oggi, in questa Regione attraverso l' uso delle infrastrutture e dei mezzi pubblici esistenti. E per fare questo occorre affrontare realmente la questione pensando a come ammodernare le infrastrutture, a come svecchiare i mezzi di trasporto ed infine a come monitorare costantemente l' andamento delle tariffe''. ''Alla Calabria - ha concluso Piscioneri - servono risultati tangibili che si possono ottenere solo attraverso una efficace ed effettiva azione di concertazione tra mondo consumeristico e la pubblica amministrazione: invochiamo una volte per tutte confronto e dialogo. In conclusione, ben vengano ricerca, innovazione e tecnologia di avanguardia applicabili al settore dei trasporti, ritenuto da tutti strategico per lo sviluppo, purche' non vengano messe da parte le oggettive istanze dei consumatori''

Cittadinanzattiva: “Giungla di aumenti per autobus, acqua e asili (a Cosenza +25%). Colpa dell’Antitrust”

31/01 Una ''giungla incontrollabile'' di tariffe, diversissime l'una dall'altra, con aumenti alle stelle in alcune citta' d'Italia e minimi in altre. E' un quadro estremamente composito quello che emerge dall'ultima indagine dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva: i costi pagati dalle famiglie italiane per alcuni servizi essenziali variano infatti profondamente tra una regione e l'altra, ma anche tra citta' della stessa area. Esempio tipico e' quello dell'acqua: nelle Marche, tra Pesaro e Macerata, la differenza di spesa annua per il servizio idrico e' di 152 euro. E lo stesso vale per le rette degli asili nido o per il trasporto pubblico locale. Insomma, afferma l'associazione, ''citta' che vai, tariffa che trovi''. Anche gli aumenti sono infatti stati nel 2005 diversificati: le bollette dell'acqua hanno registrato rincari del 38% a Grosseto e a Siena; gli asili nido punte del 32% a Pisa; i biglietti dell'autobus addirittura del 110% a Palermo. ''Il tutto - commenta il vicesegretario di Cittadinanzattiva, Giustino Trincia - in attesa degli effetti della Finanziaria 2006 che, con un taglio del 7-8% alle spese degli enti locali, non lascia presagire nulla di buono nell' offerta di servizi locali di qualita' a prezzi accessibili''. Il rischio e' quello di un ''tracollo del welfare locale''. E per capire i motivi di aumenti di tale portata, spiega Andrea Pezzoli, responsabile della Direzione B dell'Antitrust, basta guardare al processo di liberalizzazione avviato negli ultimi anni, ma rimasto in gran parte ''incompleto''. Le gare, afferma, sono spesso ''finte, fatte male, perche' a gestirle sono spesso i 'padri' degli stessi partecipanti, cioe' i Comuni, che non raramente hanno il controllo societario delle imprese in gara''. Questi nel dettaglio i risultati dell'indagine dell' Osservatorio dell'associazione:
ACQUA: in media, la spesa annua sostenuta da una famiglia di tre persone (genitori e figlio) che consuma 175 litri pro capite di acqua al giorno e' di 200 euro (acquedotto, canone fognatura, canone depurazione, quota fissa o ex nolo contatori, Iva al 10%). Rispetto al 2004, le bollette sono aumentate in media del 2,6%. Il Molise e' la regione piu' economica con una spesa media annua a famiglia di 138 euro, mentre la Puglia e' la piu' cara con 294 euro. Marcata la differenza tra citta' della stessa regione: nelle Marche tra Pesaro e Macerata il divario e' di 152 euro. In Veneto, tra Rovigo e Venezia c'e' una differenza di 151 euro. Arezzo e' in assoluto la citta' piu' cara (336 euro l'anno), Isernia la citta' piu' economica (116 euro). Tra le prime 10 citta' che hanno fatto registrare i maggiori rincari, la meta' sono toscane, con in testa Grosseto e Siena (+38%).
ASILI NIDO: la spesa media mensile per una famiglia di tre persone e' di 288 euro per il tempo pieno e 215 euro per il tempo ridotto. Rispetto al 2004, le rette sono aumentate dell' 1%. Per il tempo pieno, la Regione piu' economica e' la Calabria (167 euro mensili), quella piu' costosa il Trentino Alto Adige (410 euro). Per il tempo ridotto, la Calabria e' ancora la piu' economica (120 euro) e la Basilicata la piu' cara (301 euro). Tra le citta', Lecco e' la piu' cara (572 euro), Roma la piu' economica (146 euro), Pisa (+32%) e Cosenza (+25%) quelle che hanno fatto registrare gli incrementi piu' alti.
TRASPORTO PUBBLICO LOCALE: I biglietti degli autobus sono aumentati in media nel 2005 dell' 1,4%, gli abbonamenti mensili del 2,7%, quelli annuali del 2%, la corsa giornaliera del 2,4%. Per il biglietto a tempo (costo orario), che in Italia costa mediamente 0,74 euro, la regione piu' economica e' la Sardegna (0,46 euro) e quella piu' costosa il Trentino Alto Adige (1,05 euro). Tra le citta', Messina e' la piu' economica (con 0,30 euro), Bolzano la piu' cara (1,33 euro). L'abbonamento mensile, che costa mediamente 26,70 euro, registra il minimo in Calabria (dove in media costa 22,51 euro) e il massimo in Sicilia (in media costa 39,62 euro). Tra le citta', Vibo Valentia e' il capoluogo dove costa meno (15,49 euro), Messina quello in cui costa di piu' (51,65 euro). Ecco una tabella con le citta' piu' care per i biglietti dell'autobus (costo orario) con di seguito la hit parade degli aumenti del trasporto pubblico registrati nel 2005.

Il 31 gennaio scade bollo auto e canone TV: si possono pagare anche su internet

26/01 Poste Italiane ricorda che il prossimo 31 gennaio scadranno i termini per il pagamento del canone televisivo e del bollo auto. E' possibile effettuare i versamenti in tutti i 14.000 uffici postali tramite il tradizionale bollettino di conto corrente postale utilizzando: il contante, la carta Postamat, la carta ''Postepay'' o la carta PagoBancomat. Gli utenti registrati. si rileva in una nota, potranno effettuare il pagamento anche attraverso il sito Internet di Poste Italiane www.poste.it: ai correntisti BancoPosta l'importo verra' addebitato direttamente sul conto (al costo di 1 euro); i non correntisti potranno invece utilizzare le principali carte di credito (al costo di 2 euro per importi fino a 100 euro o una commissione del 2% per importi superiori) e la carta prepagata ''Postepay'' (al costo di 1 euro). In Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto, i clienti che si rivolgono agli uffici postali possono usufruire, al costo di 1 euro, di un servizio che rende il pagamento del bollo piu' semplice e a prova di errore. Bastera' compilare l'apposito modulo, disponibile allo sportello, indicando il tipo e la targa del veicolo, la regione, la scadenza del pagamento e il codice fiscale. Sara' poi l'ufficio postale, attraverso il collegamento in tempo reale con l'archivio delle tasse automobilistiche, a calcolare l'esatto importo dovuto e a verificare e segnalare eventuali errori.

Adiconsum chiede maggiori controlli sulle adulterazioni alimentari

21/01 Un ''maggiore controllo e poca tolleranza per chi non rispetta le leggi e le regole che disciplinano il complesso mondo dell' alimentazione'' e' stato chiesto da Romolo Piscioneri, segretario regionale dell' Adiconsum-Cisl. ''Poiche' - ha sostenuto - la Calabria e' una delle regioni piu' vulnerabili, perche' in grande ritardo con le politiche di tutela e difesa dei consumatori, invochiamo maggiore attenzione da parte degli organi regionali, anche perche' la salute e la sicurezza alimentare sono argomenti che non possono essere liquidati con frasi di circostanza, ma debbono trovare quell' attenzione istituzionale che tracci con chiarezza le linee guida di un percorso volto alla tutela degli interessi dei consumatori''. ''Lanciamo, quindi un appello - ha concluso Piscioneri - affinche' si proceda subito alla definizione di una serie di iniziative che pongano a stretto contatto l' Ente Regione e mondo consumeristico, al solo scopo di difendere i calabresi dalle adulterazioni in campo alimentare e che soprattutto prevedano congrue attivita' di tutela dei prodotti tipici''.

Gli alimentari trainano le vendite nei supermercati

11/01 Piu' cibo e meno vestiti. E' la tendenza che emerge da ''Vendite flash'', il bollettino del Centro Studi di Unioncamere dedicato al monitoraggio bimestrale del giro d'affari dei supermercati ed ipermercati di tutta Italia. A settembre ed ottobre scorsi, infatti, il fatturato della Grande distribuzione organizzata, derivante dalle vendite dei prodotti del Largo consumo confezionato (Lcc, che comprendono drogheria alimentare, bevande, freddo, fresco, cura degli animali, della persona e della casa), anche grazie ad una ulteriore limatura dei prezzi, diminuiti dello 0,3% per effetto del protrarsi delle vendite promozionali, sono aumentate del 2%, mentre quelle degli altri prodotti non alimentari (tessile e abbigliamento, bazar ed elettrodomestici) sono cresciuti dello 0,8%, sensibilmente meno della media del I semestre 2005 (+2,8%). Nel complesso, i volumi intermediati sono aumentati del 2,3%, in linea con il risultato conseguito lo scorso anno. L'incremento pero' -osserva Unioncamere - si deve unicamente all'apertura di nuovi punti vendita, che registrano una crescita del 4,8%, mentre a parita' di esercizi commerciali rispetto allo scorso anno i volumi si riducono del 2,5%. A livello territoriale, la tendenza al piu' contenuto acquisto di generi voluttuari rispetto a quelli alimentari, appare molto differenziata. L'ultimo posto e' occupato dalla Sardegna, le cui vendite si contraggono del 2,0% su base tendenziale a causa soprattutto del risultato negativo (-2,7%) dei reparti non alimentari, mentre il comparto Largo consumo confezionato si riduce dell'1,8% annuo. La Puglia registra un -1,0% su base tendenziale, imputabile ad entrambi i gruppi merceologici. La performance del Mezzogiorno e' sostenuta da Sicilia, Calabria e Campania. Ma, mentre per le prime due regioni le merceologie non-LCC contribuiscono a sostenere un buon andamento complessivo, in Campania i reparti tessile, abbigliamento, bazar ed elettrodomestici segnalano un decremento del 6,4%. Nel Centro si trovano le tre regioni con le migliori performance a livello nazionale. L'Umbria fa registrare un incremento delle vendite superiore al 5%, con un aumento di particolare entita' (+8,5% su base tendenziale) del giro d'affari delle merceologie non alimentari (tessile, abbigliamento, bazar ed elettrodomestici). Seguono le Marche, dove il segmento Largo consumo confezionato riporta una crescita del fatturato del 4,3% anno su anno. Quindi il Lazio, che sfiora il 4% di incremento delle vendite, sospinto dal risultato degli altri prodotti non alimentari (+7,7%). Infine la Toscana, dove il giro d'affari cresce del 2,5% in ogni comparto. Nel Nord-Est, Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige mostrano incrementi vicini al 2,5% annuo, con lievi contrazioni nelle vendite degli altri prodotti non alimentari. In Veneto il giro d'affari accelera il proprio ritmo di crescita rispetto alla prima parte dell'anno, pur non superando l'1,6%, con performance positive in entrambi i gruppi merceologici. Nel Nord-Ovest si registrano incrementi del giro d'affari in ciascun gruppo merceologico. Piemonte e Lombardia presentano risultati omogenei, rispettivamente attorno al 3-3,5% e al 2-2,5%, per ciascun comparto. La Liguria, invece, vede il proprio fatturato incrementarsi del 3,0%, grazie soprattutto alla crescita dei reparti non alimentari pari al 6,6%. Nel medio periodo e' ancora la Campania a guidare la classifica regionale, crescendo, rispetto all'anno base 2001, del 35,4%. Seguono Calabria e Lazio con un incremento superiore al 30% nel giro di quasi quattro anni. Chiude la classifica il Trentino Alto Adige il cui indice di fatturato si attesta a 109,8, il che significa che dal 2001 il fatturato e' cresciuto meno del 10%. Il V bimestre 2005 vede nei reparti del Largo Consumo Confezionato confermarsi la flessione del costo della spesa che ha interessato tutto il 2005, anche se l'intensita' del fenomeno continua a smorzarsi nel tempo. Gli unici prodotti in aumento rispetto ai dodici mesi precedenti rimangono le bevande e i prodotti per la cura degli animali, accompagnati, per la prima volta dall'inizio del 2004, dai prodotti per la cura della casa. Fra i reparti alimentari, i prodotti freschi e del ciclo del freddo evidenziano, ancora una volta, flessioni di maggiore intensita' del costo della spesa (-1,2% e -1,5%). La drogheria alimentare realizza una contrazione dello 0,3%, mentre le bevande mantengono i prezzi del I semestre 2005. Continuano, invece, a crescere i costi medi unitari dei prodotti per la cura degli animali (+1,6%). Infine, i prodotti per la cura della persona si contraggono dello 0,2%. Al contrario i prodotti per la cura della casa realizzano un incremento pari allo 0,7% rispetto ai dodici mesi precedenti.

Oltre trentunomila segnalazioni a Telefono Blu nel 2005

06/01 Migliaia di SOS, richieste d'aiuto, denunce. E' il bilancio del 2005 di Telefono Blu, la linea telefonica di tutela per i turisti e i consumatori che ha ricevuto negli ultimi dodici mesi 17 mila segnalazioni via web e altre 14 mila ai centralini delle sedi locali in tutta Italia. In totale circa 31 mila chiamate che corrispondono, calcola l'associazione, ad almeno 130 mila persone coinvolte; un dato in crescita del 7% rispetto allo scorso anno. Il 28% delle chiamate riguarda un 'pacchetto-viaggio' o comunque parti di viaggio acquistate direttamente e anche on line. Le motivazioni riguardano il diritto di recesso, il mancato rispetto del contratto e disagi di varia natura in corso di viaggio; il 21 riguarda deficit delle strutture ricettive in localita' italiane, il 15& problemi con i mezzi di trasporto, il 14% l'accoglienza nelle citta' d'arte ovvero nelle citta' meta di vacanze nel nostro paese; l'8%, con un lieve calo rispetto al 2004, attiene invece alle cosiddette emergenze ambientali (rumori molesti, inquinamento del mare, controllo e sicurezza della spiaggia, limiti igienici); ancora un 8% denuncia invece prezzi troppo alti in bar, ristoranti, alberghi e stabilimenti balneari. Quanto alla provenienza delle chiamate al primo posto la Lombardia con il 15%, segue il Lazio con il 12% e poi Campania, Emilia Romagna, il Triveneto, il Piemonte e la Toscana. Agli ultimi posti il sud, con Puglia, Sicilia, Sardegna e Calabria. Telefono Blu ricorda che le sue sedi sono preseti in tutte le regioni e le province italiane con 130 uffici di consulenza e aiuto e collegi legali. Rammenta infine che al ritorno dalle vacanze ci sono dieci giorni di tempo per la contestazione del viaggio se si e' acquistato un 'pacchetto'; in tutti gli altri casi la scadenza per i reclami e' di dodici mesi. Importantissimo, ricorda sempre l'associazione, e' inviare al piu' presto una raccomandata all'agenzia di viaggio e, per conoscenza, al tour operator e allo stesso Telefono Blu. Per denunciare limiti della qualita' ambientale il destinatario della protesta sara' anche il sindaco della citta' coinvolta.

La Befana porta un aumento dei consumi (+5%). Spesi 95 milioni di euro per gadget e dolci.

05/01 La tradizione della Befana rimane ben salda nei riti degli italiani. E così, in questi giorni, stanno andando a ruba i simboli di questa festività: le riproduzioni della 'vecchina' del 6 gennaio insieme con calze, scope e dolciumi. Secondo Confartigianato, le 70 mila aziende artigiane che producono oggetti e dolci tradizionali legati all'Epifania hanno visto aumentare le vendite del 5% rispetto allo scorso anno, per un valore che sfiora i 95 milioni di euro. Quanto alla scelta dei gadget tipicamente artigiani, prosegue la Confartigianato, ce n'è per tutti i gusti e per tutte le tasche: si va dalla Befana in formato 'mignon' da 4 euro fino a quelle di grandi dimensioni, alte 50 centimetri, da 18 euro. Per le calze si parte da un minimo di 3 euro per arrivare alle misure extralarge da 14 euro. E per una scopetta in bambù e saggina i prezzi si aggirano sui 7-8 euro. E domani, nel presepe, arrivano i Re Magi. Le statuine più richieste sono quelli tra i 5 e i 6 centimetri di altezza, che hanno un costo compreso tra i 5 e i 10 euro. L'associazione degli artigiani avverte però di prestare attenzione alle etichette che riportano la composizione di Befane, calze e scope. I prodotti artigiani sono realizzati con materiali naturali: panno lenci, cartone, tela, lana, juta, legno, gommapiuma. Confartigianato mette inoltre in guardia sui rischi dei prodotti a basso costo, per lo più provenienti dalla Cina e dalla Corea, che in molti casi non rispettano le normative sulla sicurezza previste dall'Ue e che spesso contengono sostanze tossiche nocive per la salute dei bambini. Nella calza della Befana, poi, non possono mancare i dolci. Anche in questo caso, i prodotti dell'artigianato hanno visto crescere il gradimento dei consumatori. In testa alle preferenze vi è il cioccolato i cui consumi, durante le festività natalizie, sono aumentati del 5% rispetto allo scorso anno, raggiungendo il valore complessivo di 60 milioni di euro, di cui 25 milioni spesi per la ricorrenza dell'Epifania. Occhio anche alle etichette del cioccolato: per quello artigiano 'doc' gli ingredienti devono essere: pasta di cacao (composta soltanto da burro di cacao e cacao in polvere), zucchero, latte in polvere, aromatizzanti naturali. Secondo le rilevazioni di Confartigianato, infine, i più affezionati alla tradizione del 6 gennaio sono i bambini del Centro Italia. Nelle Marche, in particolare, si concentra un alto numero di feste e di manifestazioni legate all'Epifania. Seguono le regioni meridionali, mentre al Nord rimane più radicata la tradizione di Babbo Natale.

Saldi: Occhio ai prezzi e non buttate lo scontrino

03/01(G.P.) Le vacanze natalizie stanno per finire, il capodanno già alle spalle, la corsa ai regali si è conclusa, ma i saldi di fine stagione sono l'occasione buona per fare spesa risparmiando qualcosa. Molte volte, quindi, per la fretta di fare un acquisto apparentemente vantaggioso si compra senza le giuste precauzioni. Per evitare eventuali abusi degli esercizi commerciali “telefono blu sos consumatori” fa un elenco dei consigli utili per fare un acquisto sicuro: Visitare più negozi per non commettere errori, assicurarsi che i prezzi, sia quello "pieno" che quello in saldo, siano esposti chiaramente, fare attenzione alle etichette e conservare sempre lo scontrino. Secondo Telefono Blu "così come impostati i saldi non hanno più senso. Negli ultimi sei anni ben il 25% dei ricavi pare sia dovuto proprio ai saldi invernali ed estivi. Ma negli ultimi tre anni le cose stanno cambiando. Fare i saldi a ridosso del Capodanno e' un errore anche perchè la disponibilità economica ripartirà con gli stipendi di gennaio a metà mese. Conti alla mano -sostiene l'associazione- si può pensare che i 50-60 giorni di saldi potranno portare non più di 4 miliardi, mentre le promozioni già iniziate portano secondo previsioni nelle casse almeno 1,5 miliardi, 20 % in più dell'anno scorso". Solamente a Milano si spenderà qualcosa come 190 milioni di euro, circa 350 per ciascuna famiglia milanese. La media nazionale, invece, supera di poco le 250 euro, con la seguente distribuzione: nel nord e' di 320 euro, nel centro di 280 e nel sud di 240.

Le famiglie calabresi le più indebitate per crediti al consumo

21/12 Gli italiani sono piu' indebitati. Dai mutui per la casa fino al credito al consumo - utilizzato per acquistare auto, elettrodomestici e viaggi -, i tassi di interesse contenuti spingono sempre piu' le famiglie a accollarsi il pagamento di rate mensili per realizzare piccoli o grandi desideri. Lo rileva una ricerca del Centro Studi Sintesi di Venezia, che ha analizzato questo particolare settore del mercato creditizio e resi noti oggi i risultati. Anche se le disponibilita' economiche diminuiscono, le famiglie italiane non rinunciano completamente ai consumi e per questo si indebitano: tra il 2002 e la prima meta' del 2005 il volume del credito al consumo e' cresciuto del +44% con uno sviluppo molto sostenuto (+18%) nell'ultimo semestre dell'anno. L'analisi per singole realta' locali evidenzia come sono state soprattutto le famiglie meridionali e del Centro della penisola a essersi indebitate maggiormente (+55% e +39%). A livello regionale sono i cittadini residenti in Calabria (+64,3%) a primeggiare nella particolare classifica predisposta dai ricercatori di Sintesi, seguiti da quelli della Campania (+57,7%) e dai siciliani (+56,6%). Il Centro Studi ha voluto approfondire l'analisi quantificando anche la dimensione pro-capite dei prestiti al consumo in essere. A giugno 2005 il credito medio pro-capite era pari a 1.145 euro con dimensioni nettamente superiori alla media nazionale in Sardegna (1.568 euro), Lazio (1.504 euro) e Sicilia (1.325 euro). Un minor ricorso al credito al consumo si e' registrato in Trentino A.A. (645 euro), Basilicata (859 euro) e Veneto (884 euro). Secondo Sintesi gli italiani non sono piu' un popolo di formiche: lo erano fino a qualche anno fa, quando l'investimento sicuro per eccellenza era rifugiarsi nei titoli di stato e nelle obbligazioni. Ma i recenti crack finanziari e il carovita che erode il potere d'acquisto delle famiglie hanno scoraggiato i risparmiatori che si sono cosi' dirottati sull'acquisto di immobili e beni reali. Tuttavia per i ricercatori il ricorso al credito al consumo non e' considerato come l'ultima spiaggia. E' piuttosto indicato come un nuovo stile di vita nato come conseguenza della maggiore maturita' e cultura finanziaria delle famiglie che comprano a rate.

Adiconsum: “Trenitalia penalizza l’utenza meridionale”

14/12 ''Occorre prendere atto che le strategie di ristrutturazione, ammodernamento e miglioramento del servizio dei trasporti adottati da Trenitalia per il sud sono fortemente penalizzanti per gli utenti di queste aree. In estrema sintesi, le strategie di intervento vedono un forte impegno nel fare arrivare l' alta velocita' a Napoli e un totale rilassamento su cio' che riguarda la rimanente tratta, fino a Reggio Calabria e tutta la costa Ionica per Taranto''. E' quanto sostiene, in una nota, Romolo Piscioneri, segretario regionale dell' Adiconsum. ''Questa superficialita' nelle scelte - prosegue Piscioneri - finisce per pregiudicare gravemente una possibile via di crescita, poiche' continua a tenere lontano dai commerci con il centro Europa pezzi di territorio importanti come l' intero meridione. Infatti, non si spiega come i lavori per la realizzazione dell' alta velocita' non toccano la Calabria anche quando la linea interessata al corridoio 1 riguarda il collegamento veloce Berlino-Reggio Calabria. Mentre la Calabria e il meridione lottano per incrementare le infrastrutture viarie e ferroviarie e contro la abolizione dei treni, in altre realta' si lotta perche' vi e' un eccesso infrastrutturale. Aggiungiamo il pessimo stato in cui versa l'attuale rete e la qualita' delle carrozze ed abbiamo una situazione desolante che sta mettendo a dura prova chi e' costretto a utilizzare il treno''. ''C' e' da chiedersi - afferma ancora Piscioneri - se sia legittimo pagare un servizio e non avere dall' altra parte la prestazione prevista. In questo caso il disagio arrecato all' utente puo' essere liquidato semplicisticamente con il rimborso del biglietto per il ritardo? Visto il crescente aumento delle lamentele riteniamo si debba guardare ancora piu' in profondita' al problema, per cercare di trovare quel corretto terreno di confronto che porta oltre le possibili ostilita'''

Codacons Calabria al Presidente Loiero “Si sostenga il doppio prezzo”

12/12 Il Codacons Calabria propone al presidente della Regione, Agazio Loiero, di fare propria la proposta di legge popolare promossa dall' associazione dei consumatori per istituire il doppio prezzo euro-lire su tutti i cartellini dei prodotti. ''Cio' consentirebbe alla nostra regione - afferma Francesco Di Lieto, presidente di Codacons Calabria - di essere all' avanguardia in Italia ed al presidente Loiero di aiutare realmente le fasce piu' deboli della popolazione, che poi sono le vere vittime dell' assurda equiparazione 1 euro=1000 lire'' attuata da molti disonesti a seguito dell' introduzione della nuova moneta. L'euro di per se' e' uno strumento positivo che ha portato e portera' indubbi vantaggi all'economia italiana ed ai consumatori. E' l'uso che e' stato fatto della nuova moneta, attraverso i ritocchi al rialzo dei prezzi ad aver provocato i danni che sono sotto gli occhi di tutti. L' indicazione dei prezzi anche in lire provocherebbe di certo effetti positivi. Quella che auspichiamo diventi presto legge regionale provochera' un effetto considerevole anche sui consumatori, ed in particolare su quelli anziani, che sono i soggetti piu' danneggiati dall'introduzione dell'euro. Occorre, quindi, cercare di combattere le speculazioni e gli imbroglioni e per far questo il Codacons ritiene che occorra passare dalla protesta alla proposta, senza fermarsi alle sterili e populistiche campagne contro l' euro''.

Confersercenti: A Natale oltre 540 milioni in meno (-5%) per gli acquisti

26/11 Meno regali (-5%) sotto l'albero di Natale per gli italiani che quest'anno tirano la cinghia. Nonostante le tredicesime aumentino quest'anno di 443 milioni di euro, per un totale di circa 31,5 miliardi, la spesa per gli acquisti natalizi sarà di 15,7 miliardi di euro, vale a dire 547 milioni in meno rispetto al 2004. I primi a diminuire saranno proprio i regali ed a farne le spese saranno parenti e amici. E' questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dalla consueta indagine Swg-Confesercenti sul comportamento degli italiani in fatto di spese natalizie e sull'impiego delle tredicesime. Secondo la ricerca 56 italiani su 100 si apprestano a vivere le prossime festività con più aspettative sulla ripresa, ma nei fatti accentuano il rigore nelle spese: non sarà questo il Natale della ripresa dei consumi. In strenne, dunque, finiranno oltre 3,8 miliardi di euro (- 195 milioni su 2004). Si risparmierà per casa e famiglia (-352 milioni) e meno risparmio (-57 milioni), mentre più soldi andranno a saldare conti in sospeso (+195 milioni) ed aumenterà la quota di tredicesime destinata al mutuo (852 milioni). A condizionare le scelte pesano tasse e tariffe (+5%) ed gli aumenti dei carburanti (+3%), mentre diminuisce la percentuale di coloro che affermano di decidere le spese da fare in funzione degli aumenti dei prezzi (-2%), di un peggioramento della situazione familiare (-5%), delle preoccupazioni rispetto al posto di lavoro (-1%) o al terrorismo (-1%). I tagli ai doni risparmieranno i piccoli (+3%). Per la prima volta, poi, quest'anno il 21% degli intervistati sarà più rigoroso con i propri acquisti ed a beneficiarne saranno le vittime storiche della crisi: i parenti (il 23%, cioè l'8% in meno del 2004, quest'anno risparmierà su di loro) e il gli amici (saranno il 14% in meno, quindi il 21%, coloro che ridurranno le strenne ad essi destinate), mentre per il coniuge o il partner i doni si assottiglieranno nel 6% dei casi (-4% rispetto all'anno scorso). Sale la spesa per l'abbigliamento (+4%). Nessun risparmio sui prodotti tecnologici: per audio-video tv e computer si spenderà il 2% in più rispetto al 2004, orientando le rinunce su elettrodomestici e mobili (-5%) o sui gioielli (-1%). Sarà boom per televisori a cristalli liquidi ed al plasma (+16%) e per i computers portatili (+9%), mentre i telefonini registrano un calo del 15%, come dvd (- 3%) e mp3 (-1%).La cautela nelle spese non impedirà però agli italiani di concedersi qualche viaggio (+ 4%). Quanto ai luoghi ed alle modalità per l'acquisto dei regali di Natale, le grandi strutture commerciali restano le più frequentate (55%), seguite dai piccoli negozi (31%), e dai mercatini (13%). Le tre tipologie, però, perdono il 3% delle preferenze rispetto allo scorso anno a beneficio della rete internet (+3%) che continua a crescere nelle preferenze dei consumatori. Per quanto riguarda l'albero di Natale cresce (+5%) La scelta ecologica. "E' un Natale di speranza: si aspetta il miracolo, ma intanto si tira la cinghia - afferma il presidente della Confesercenti, Marco Venturi -. La boccata d'ossigeno ai consumi, che ogni anno auspichiamo il Natale porti con sè non ci sarà. La speranza espressa dagli italiani è anche la nostra: purtroppo, però, come dimostra il merito delle risposte date dagli intervistati, agli acquisti verrà destinata una parte sempre minore della tredicesima, allontanando ancora di più la ripresa economica. In mezzo ci sono ancora disfunzioni, arretratezza e difficoltà a scegliere gli interventi necessari per rimettere in moto la nostra economia".

Secondo Codacons la devolution costerà un miliardo di euro ai calabresi

18/11 La devolution costera' ai calabresi un miliardo di euro, 2.000 euro a famiglia. A sostenerlo e' il Codacons Calabria che ha preso in considerazione le possibili ricadute economiche della modifica costituzionale sui bilanci delle famiglie. ''La riforma - e' scritto in un comunicato del Codacons - oltre a creare i presupposti per maggiori iniquita' e squilibri tra le varie regioni in tema di diritti, di differenze fiscali e tariffarie, di qualita' dei servizi, soprattutto nei gia' critici servizi sanitari, comportera' una pesantissima ricaduta economica per costi aggiuntivi sui singoli cittadini. L' aver assecondato le istanze leghiste comportera' un aggravio delle condizioni di vita dei calabresi, aggravio che si aggiunge alla pesantissima situazione attuale che vede la nostra regione all' ultimo posto d' Europa in tutti gli indicatori economico-sociali. Dopo aver massacrato il potere di acquisto dei cittadini attraverso una devastante politica economica priva di governo dei mercati e quindi di garanzia per le fasce piu' deboli, ora il governo ha inteso stravolge la Carta Costituzionale per dare sfogo agli egoismi''. ''Non sentiamo proprio - ha sostenuto il presidente del Codacons, Francesco di Lieto - il bisogno di stravolgere la nostra carta costituzionale che rappresenta la sintesi di tutti quei valori di liberta', di solidarieta', di democrazia su cui si fonda il nostro Paese. Tuttavia non possiamo restare indifferenti quando tali principi cardine vengono calpestati sulla base di biechi calcoli elettorali per sacrificare, sull' altare del consenso, un paese alla volonta' della Lega, di chi racchiude la propria innovativa proposta politica in un termine: terroni''.

Il Codacons chiede l’intervento di Loiero per il problema dei nuovi contatori Enel

14/11 Il presidente del Codacons della Calabria, Francesco Di Lieto, ha chiesto un incontro al presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, in relazione alla questione dei nuovi contatori dell' Enel che, a detta dello stesso Di Lieto, ''registrano non solo l' energia 'attiva', ma anche quella 'reattiva', con un aggravio di spesa per l' utenza''. Di Lieto ha chiesto, in particolare, che il presidente Loiero '' si faccia portavoce del problema ed aiuti realmente tutti i calabresi a non subire anche questa ulteriore vessazione''. Secondo il Codacons ''la potenza 'attiva' e' quella realmente consumata, mentre quella 'reattiva', che non svolge attivita' diretta, e' quella che non viene utilizzata dall' utente. Se il nuovo contatore registra anche la potenza reattiva, saremo costretti a pagare anche energia che non consumiamo''. A tale proposito il Codacons invita tutti i cittadini a verificare i consumi nelle case di vacanza. ''Infatti - si afferma in una nota - pur non utilizzando l' energia elettrica, il nuovo contatore registrera' ugualmente consumi che nessuno utilizza, proprio perche' viene rilevata anche quella energia che non si utilizza. In base ad una perizia fatta redigere dal Codacons, se dovessimo pagare tutta la potenza prodotta dall' Enel e non quella effettivamente consumata (potenza attiva), ogni cittadino finira' per pagare una bolletta maggiorata di 1/3 ogni bimestre''.
''Enel rassicura il Codacons e tutti i suoi clienti. La fatturazione dei consumi bimestrali di energia elettrica, conformemente ai contratti in essere, e' effettuata per la sola energia attiva ed i consumi sono facilmente leggibili sul display del contatore premendo il pulsante presente sul frontale''. A sostenerlo e' stata la stessa Enel in risposta alle affermazioni del Codacons. ''La misurazione dell' energia reattiva - e' scritto nella nota - non e' finalizzata ad alcun rapporto commerciale con il cliente e non e' in ogni caso fatturata. Inoltre puntualizziamo che con la telelettura, cioe' la lettura a distanza dei consumi, la bolletta e' calcolata sulla base dei consumi puntualmente registrati; il cliente puo' confrontare la lettura indicata in bolletta con quella visibile sul display del CE nel campo 'periodo precedente'''.

Codacons contro i nuovi contatori ENEL “misurano anche quello che non si consuma”. Enel replica: “Misurano solo l’energia attiva”

13/11-(Martina Gatto)- “L'Enel sospenda immediatamente la sostituzione dei contatori in attesa che l'autorita' giudiziaria si pronunci sulla legittimita' dell'iniziativa''. E' questa la richiesta del Codacons che in Calabria ha chiesto un incontro con il presidente della Regione, Agazio Loiero, affinche' si ''faccia portavoce del problema ed aiuti realmente tutti i Calabresi a non subire anche questa ulteriore vessazione''. ''Abbiamo verificato alcune ''strane'' anomalie - sostiene il presidente del Codacons Calabria, Francesco di Lieto - che l'Enel ha omesso di ricordare agli utenti; alcuni piccolissimi dettagli che comportano un consistente ed ingiustificato aumento della spesa energetica in ogni famiglia. Forse non tutti i cittadini sono a conoscenza del fatto che i nuovi contatori elettronici, a differenza di quelli a disco oltre alla potenza ''attiva'', cioe' quella realmente consumata, registrano anche quella ''reattiva'', che non svolge attivita' diretta e che non viene utilizzata dall'utente''. ''Ora, in base alle nostre verifiche - ha aggiunto di Lieto - se dovessimo pagare tutta la potenza prodotta dall'Enel e non quella effettivamente consumata (potenza attiva), finiremmo per dover pagare il 33% in piu' ogni bimestre ! Purtroppo, a parere del Codacons, e' proprio questo cio' che accade con i nuovi contatori forniti dall'Enel. Abbiamo, infatti, potuto verificare che il nuovo contatore ''gira'' anche se non vi sono apparecchi collegati ! Un modo per scaricare sui consumatori i costi del monopolista''. ''Con tale sistema - ha concluso - si costringono molte famiglie ad aumentare la potenza contrattuale e quindi i costi, il tutto a parita' di consumi''.
Non si è fatta attendere la risposta dell’ Enel alle affermazioni del Codacons: ''In merito alle considerazioni del Codacons Enel precisa che il contatore elettronico misura soltanto l'energia 'attiva'''. ''Pertanto - conclude la nota - la bolletta viene calcolata esclusivamente in base ai consumi reali di elettricita'''.

ACU: In forte calo i passeggeri all’aeroporto di Lamezia

29/10 ''I dati del traffico passeggeri nazionali nell' aeroporto di Lamezia Terme, anche per la scorsa stagione estiva, sono stati tutti in inesorabile calo''. E' quanto sostiene, in una nota, l' associazione di consumatori Acu. ''I dati non sono nostri - si afferma in una nota dell' Acu - bensi' dell' Associazione italiana gestori aeroporti, associata a Confindustria, e sono relativi al traffico passeggeri di tutti gli aeroporti italiani, rilevati mese per mese. Ebbene da questi dati emerge senza ombra di dubbio che, al di la' delle chiacchiere in liberta', sono i singoli utenti a dare il voto alla gestione dell'aeroporto di Lamezia Terme utilizzando l' arma principe dei consumatori, che e' quella economica e rifiutando di servirsi delle strutture e dei servizi che non li soddisfano. E il voto e' sicuramente negativo visto che a luglio i passeggeri nazionali sono stati 106.890, pari ad un -15% riseptto a luglio 2004; ad agosto 105.212 (-19,9%) ed a settembre 80.992 (-21,2%), fonte www.assaeroporti.it)''. ''L' emorragia di passeggeri nazionali dall' aeroporto di Lamezia Terme - ha detto il presidente dell' Acu, Giuseppe d' Ippolito - continua ormai da mesi e mesi e deriva dalla totale disattenzione e dal totale disinteresse verso le richieste dell' utenza, penalizzata per l' assenza di qualunque politica finalizzata alla riduzione dei costi dei voli o all' incremento della concorrenza. I volumi di traffico passeggeri per una societa' di gestione di un aeroporto sono la cartina di tornasole dell' efficienza dell'azienda. Questi ultimi dati del 2005 si stanno ormai consolidando nella loro estrema negativita' e, considerando che il maggior picco del traffico passeggeri si raggiunge proprio nel periodo estivo, i prossimi due mesi non dovrebbero portarci nulla di buono, inducendoci a stimare che la perdita annuale di passeggeri sui voli nazionali per l' aeroporto di Lamezia, rispetto al 2004, sara' di circa il 15/20%. Aspettiamo dunque il nuovo management alla difficile prova di far risalire le quotazioni del principale aeroporto calabrese''.

ACU: “Nel Dpefr la Regione si disinteressa dei consumatori”

25/10-(M.G.)- ''Ancora una volta registriamo disattenzione e disinteresse verso i problemi dei consumatori organizzati da parte delle strutture regionali''. E' quanto scritto in una nota dell'Associazione consumatori utenti (Acu) di Reggio Calabria. ''Dopo il Presidente Bova - e' aggiunto nella nota - che ritiene di non poter procedere alla nomina del difensore civico regionale, ecco il vice presidente della giunta Nicola Adamo ''dimenticare'' le associazioni dei consumatori tra le parti sociali cui ha, oggi, presentato le linee guida del Dpefr. Vorremmo ricordare, ad Adamo che le associazioni dei consumatori, riconosciute da una legge nazionale del 1998, ormai da anni esprimono pareri sulla produzione legislativa di Parlamento e Governo, attraverso il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, sono presenti nel Cnel, sono presenti nei consigli camerali di tutte la Camere di Commercio italiane''. ''Sono inoltre considerate ''parti sociali'' - continua l'Acu - in tutte le legislazioni regionali tranne che in Calabria, una delle ultime regioni priva di una normativa specifica sulle associazioni dei consumatori. Anche i Presidenti del Consiglio, ad iniziare dall' on. Massimo Dalema per finire a Silvio Berlusconi e tutti i ministri dei vari Governi, convocano periodicamente le associazioni dei consumatori come parte sociale, per riceverne suggerimenti e proposte, anche sui Dpef e sulle Leggi Finanziarie nazionali''. ''Prima d'ora - conclude la nota- solo la Giunta Chiaravalloti aveva ignorato i rappresentanti dei consumatori. Oggi iscriviamo in questa lista di ''smemorati'' anche l'assessore Nicola Adamo''.

Virus dei polli: L’ACU chiede alal regione la sospensione dell’attività venatoria

18/10-(G.C.)- Anche la Calabria è stata “investita” dal panico che si è diffuso in tutto il mondo dal Virus dei polli. Giuseppe D' Ippolito, presidente nazionale dell' Associazione consumatori utenti, in relazione all' allarme sulla diffusione dell' influenza aviaria in una nota afferma: ''Ci appelliamo al Presidente della Regione Agazio Loiero e all' assessore all' agricoltura Mario Pirillo, così come stiamo facendo con Presidenti e assessori di tutte le Regioni d' Italia, per sospendere l' esercizio dell'attività venatoria incentivando (anche con premi ad hoc) il ruolo di sentinelle del territorio di cacciatori e allevatori''. ''L' allarme mondiale lanciato in grande stile, in queste ultime settimane sulla pandemia aviaria - prosegue D' Ippolito - non risponde affatto ad una esigenza sanitaria e sociale fondata sulla prevenzione primaria, ma al contrario mira a determinare una situazione di panico globale con possibili ricadute autoritarie a tutti i livelli. La prima terapia mondiale per prevenire una pandemia - prosegue ancora il presidente dell' Acu - e' quella di risolvere i problemi drammatici della fame e della povertà. In secondo luogo e' indispensabile cambiare rotta nelle metodologie e nelle tecniche di produzione e di allevamento'' Il presidente dell' Acu, nella dichiarazione, chiede alla Regione, di adottare, per l' allevamento degli animali da reddito, tra le altre, iniziative come il divieto della promiscuità uomo/animali e prevedere un piano mondiale di formazione igienico-sanitaria di tutti gli addetti alla filiera produttiva e commerciale.

Adiconsum: “Quadro dei consumi preoccupante. Gli utenti verifichino gli importi sulle bollette”

03/10 ''Come Adiconsum consigliamo un controllo accurato di tutte le bollette che giungono ad ogni singolo utente per verificare se gli importi addebitati risultano essere consoni ai servizi effettivamente richiesti''. E' quanto scrive in una nota il segretario regionale dell'Adiconsum, Romolo Piscioneri, circa la situazione dei consumi in Calabria. ''Il quadro generale - prosegue la nota - inerente i consumi in Calabria registra numeri preoccupanti. Naturalmente non si puo' negare che tale situazione riguarda l' intera nazione, considerando che i dati forniti di recente dall' Istat, fanno registrare in tutti i settori merceologici solo andamenti negativi. Apprendere che anche negli hard-discount si registrano flessioni nelle vendite e' segno manifesto di una tendenza di crisi generalizzata sempre piu' grave, dovuta sia al minore potere di acquisto sia alla crescente sfiducia per il peggioramento della situazione economica complessiva''. ''La Calabria - e' aggiunto nella nota dell'Adiconsum - in aggiunta a cio' sconta le ataviche difficolta' legate al debolissimo tessuto economico e produttivo nonche' infrastrutturale con le conseguenti ripercussioni sul livello occupazionale e sulla scarsa qualita' dei servizi offerti ai cittadini. Se questo e' lo scenario, riflettere sul ''come risparmiare'', facendo una scelta oculata sui consumi, e' un atto necessario per tutte le famiglie calabresi. Inoltre consigliamo la scelta consapevole degli enti gestori alla luce delle migliori offerte praticate al momento della decisione considerando che per alcuni enti erogatori, poiche' in regime di monopolio, simile scelte non possono essere adottate''. Il segretario regionale dell'Adiconsum evidenzia ivita inoltre a ''non trascurare mai la possibilita' di poter utilizzare i mezzi pubblici per gli spostamenti urbani ed extraurbani, protestando con i fornitori del servizio affinche' si possano predisporre dei piani di trasporto locale moderni e funzionali in base alle esigenze delle diverse nostre comunita'. Pretendere dalle agenzie di assicurazione chiarezza e precise informazioni in merito a cio' che concerne le polizze auto cosi' come per i tagliandi delle auto in garanzia utilizzare officine competenti anche al di fuori delle reti autorizzate, purche' sia garantita qualita' e convenienza Sulla scelta degli alimenti concentrare l' attenzione sui prodotti freschi e di stagione come frutta e verdura vendute nei mercati rionali settimanalmente''. ''Fare sempre una lista della spesa - conclude l'Adiconsum - evitera' di comprare prodotti inutili e superflui a tale proposito dare uno sguardo al cosi' detto ''primo prezzo'' e ai depliant delle offerte, puo' aiutare a risparmiare facendo comunque una buona spesa''.

Codacons. “I cittadini non paghino canone depurazione ai comuni inadempienti”

29/09 ''I cittadini non devono pagare il canone per il servizio di depurazione delle acque reflue se non esiste, ovvero se non e' in funzione, il relativo impianto. E, nel caso in cui tale canone sia stato gia' pagato, i cittadini hanno diritto alla restituzione di quanto corrisposto''. E' quanto si afferma in una nota del Codacons Calabria che annuncia l' avvio di una campagna contro le Amministrazioni calabresi sprovviste di depuratore per ottenere la restituzione del canone versato dai cittadini. ''La nostra azione - sostiene Francesco di Lieto, presidente regionale del Codacons - ha una duplice finalita': impedire soprusi nei confronti degli utenti e tutelare il patrimonio ambientale. Spesso, infatti, accade che i liquami vengano scaricati direttamente nelle acque del mare, con buona pace delle nostre aspirazioni turistiche. Poiche' non si abbia piu' a ripetere una simile vergogna oltre che un continuo e devastante scempio ambientale, il Codacons intende colpire le 'tasche' delle amministrazioni 'inadempienti'''. A parere di di Lieto ''le richieste di rimborso devono contenere una distinzione tra due periodi di tempo. E' assurdo che i cittadini debbano sostenere oneri economici per un depuratore fantasma e di conseguenza per un servizio inesistente. Percio' - conclude di Lieto - invitiamo tutti i comuni calabresi che non forniscono il servizio di depurazione ai propri cittadini, di provvedere immediatamente al rimborso o allo sgravio della tariffa del servizio di depurazione; in caso contrario ci rivolgeremo alla magistratura''.

Codacons: “Telefonini pericolosi? Non regalateli ai bambini piccoli”

28/09 Non regalare telefonini ai bambini piccoli. E' quanto suggerisce il Codacons Calabria ''sulla base - e' detto in una nota dell' associazione di tutela dei consumatori - dei piu' recenti studi che considerano le radiazioni emesse dai telefoni cellulari come un possibile pericolo per la salute''. ''Il Codacons - e' scritto nella nota - alla luce di uno studio pubblicato nel 2005 dal National Radiological Protection Board (NRPB), un ente governativo del Regno Unito che suggerisce un 'approccio precauzionale' all' uso dei cellulari. Lo studio dell' NRPB, pur riconoscendo come non ci siano prove evidenti del fatto che la radiazione del telefonini sia dannosa, avverte che questa possibilita' non puo' neppure essere esclusa''. ''Per queste ragioni - afferma il presidente regionale del Codacons Francesco di Lieto - poiche' non e' possibile affermare con sicurezza che i telefoni cellulari siano perfettamente sicuri, suggeriamo ai genitori estrema cautela nel regalare ai bambini il telefonino, raccomandando prudenza nell' uso degli stessi in soggetti sotto gli 8 anni di eta', essendo i bambini piu' vulnerabili ai possibili effetti delle onde elettromagnetiche''. Secondo il Codacons Calabria ''altri autorevoli studi indicano che le radiazioni possono danneggiare il Dna, rilevano, inoltre, una allarmante correlazione fra l' uso dei cellulari e i tumori del nervo uditivo, oltre che una riduzione delle funzioni cerebrali. Le affermazioni degli esperti si basano su test effettuati su animali, che hanno dimostrato l' effetto negativo delle radiazioni emesse dai cellulari, col verificarsi di disturbi quali l' interruzione del sonno, la diminuzione dell' apprendimento, la riduzione dei compiti della memoria. Il Codacons invita le istituzioni, nonche' gli insegnanti che godono di un rapporto privilegiato con i genitori, a scoraggiare in maniera decisa l' uso dei cellulari da parte dei ragazzini in fase pre-adolescenziale''.

Lista consumatori: “In Calabria gli stipendi da ultime posizioni in Europa”

27/09 Anche gli insegnanti, le segretarie, gli impiegati, i metalmeccanici, gli ingegneri e gli autoferrotranviari della Calabria patiscono il carovita e, sul piano degli stipendi, occupano le ultime posizioni in Europa. Questi i dati dell'indagine realizzata dal Codacons per conto di Intesaconsumatori in tutta Europa, e presentata oggi a Roma durante il dibattito organizzato da Lista Consumatori, al quale ha preso parte Romano Prodi. ''Le varie categorie professionali della Calabria - e' scritto in una nota della Lista Consumatori - non solo percepiscono stipendi inferiori rispetto ai colleghi europei, ma dispongono di un potere d'acquisto sensibilmente piu' basso rispetto agli altri paesi. Questo a causa dell'aumento dei prezzi e delle tariffe dal 2002 ad oggi, che ha disastrato i bilanci delle famiglie della Calabria''. Contro la situazione che si e' venuta a creare in Calabria, Lista Consumatori sta dando vita a una serie di comitati cittadini per Prodi Presidente.

Adiconsum-CISL “Serve una modifica della legge regionale a difesa dei consumatori”

22/09 L' Adiconsum Cisl della Calabria sollecita, ''cosi' come e' stato fatto con il precedente Governo regionale, una maggiore attenzione e sensibilita' verso la promozione e lo sviluppo dell' associazionismo fra i consumatori''. ''A tale scopo - ha sostenuto il segretario regionale, Romolo Piscioneri - riteniamo non essere sufficiente quanto contenuto nella legge regionale 8/2003 avente a copertura 50.000 euro, tra l' atro mai messi a disposizione, per incentivare politiche a difesa dei consumatori. Conseguentemente, riteniamo debba essere modificato il regolamento di attuazione approvato allo scadere della passata Giunta''. ''Non c' e' dubbio - ha proseguito Piscioneri - che con i provvedimenti citati si e' progredito, ma oggi serve una indispensabile modifica che vada ad integrare l' attuale legge con la funzione di dare un riconoscimento ufficiale a tutte quelle associazioni dei consumatori realmente operanti sul territorio calabrese che possono garantire, mediante una loro radicata organizzazione, una efficace assistenza, informazione ed educazione al consumo consapevole. I provvedimenti futuri debbono, inoltre, riconoscere alle associazioni una maggiore rappresentativita', prevedendone la presenza nei diversi organismi consultivi regionali, provinciali e comunali''. ''Le difficolta' e le esigenze crescenti - ha concluso Piscioneri - indicano l' urgente necessita' che nell' ambito del mandato dell' assessorato alle Attivita' produttive venga istituito un immediato tavolo di confronto con le associazioni dei consumatori allo scopo di definire un percorso comune da intraprendere subito che ci porti verso il superamento dei ritardi passati che non poco hanno penalizzato le legittime aspettative dei consumatori-utenti della nostra regione''.

Aumento del 16% del credito al consumo. Ogni calabrese ha circa 1000 euro di debito

17/09 Nel 2004 si e' registrato in Calabria un aumento del 16% del credito al consumo rispetto al 2003. Un'impennata che ha portato a quota 1,9 miliardi di euro l'indebitamento delle famiglie: come a dire che ogni cittadino residente in Calabria ha contratto prestiti per circa 950 euro. La denuncia e' della Listaconsumatori, secondo la quale la situazione e' "destinata ad aggravarsi, e che potrebbe portare a fine 2005 un livello di indebitamento in regione a carico dei consumatori pari a oltre 2,5 miliardi di euro". Contro tale stato di cose Listaconsumatori ha deciso di "passare al contrattacco: il movimento politico ha deciso infatti di appoggiare anche in Calabria Romano Prodi alle prossime primarie: un candidato presidente - fa sapere la Lista - che ha inserito nel suo programma una serie di misure mirate proprio a salvaguardare i bilanci delle famiglie ed evitare indebitamenti eccessivi come quelli di questi anni. In appoggio al professore Listaconsumatori sta dando vita nella nostra regione ad una serie di comitati cittadini che spiegheranno alle massaie l'importanza di votare alle primarie". L'altra mossa di Listaconsumatori contro il mega-indebitamento delle famiglie e' quello di organizzare, attraverso le sedi Codacons locali, una campagna informativa nei mercati, negozi e supermercati, spiegando ai cittadini i rischi del credito al consumo. Spiega infatti Carlo Rienzi, presidente Codacons: "Se prima si ricorreva ai prestiti per acquistare l'automobile o il grande elettrodomestico, o per comprare beni costosi e non essenziali, adesso si ricorre al credito al consumo per mantenere lo stesso tenore di vita degli anni passati, e lo dimostra il fatto che i finanziamenti avvengono per tutti i tipi di acquisti, dai libri ai viaggi, passando per i generi di prima necessita' come pasta, latte, uova, farina, e persino i banchetti nuziali. Si tratta pero' di una pratica assai pericolosa - avverte Rienzi - Se adesso siamo allettati dall'idea di acquistare un prodotto e iniziare a pagarlo dal 2006, dobbiamo ricordare che prima o poi arrivera' il momento di saldare le rate, e il nostro stipendio non sara' certo piu' elevato di quello attuale".

Codacons: “In Calabria sforato il tetto di spesa per i libri”

15/09 ''In Calabria, quasi in una classe ogni tre, si registra lo sforamento dei tetti di spesa previsti dal Ministero dell'Istruzione e relativi all'acquisto dei Libri''. E' quanto sostiene in una nota il presidente del Codacons della Calabria, Francesco di Lieto. ''Negli anni scorsi - ha aggiunto - si ricorreva al finanziamento per acquistare una casa oggi dobbiamo fare un prestito per acquistare i libri scolastici. E' vero che per contenere il salasso per l' acquisto dei libri il Ministero dell' Istruzione ha previsto un tetto massimo di spesa, che per la prima media e' di 280 euro; per la seconda media e' di 108 euro e per la terza classe e' di 124 euro ma in Calabria si sta verificando lo sforamento di queste previsioni. A cio' si aggiunge che nelle liste dei libri fornite dalle scuole, accanto ai testi obbligatori, vi sono alcuni libri che vengono consigliati dagli insegnanti i quali, ovviamente, ne pretendono l' acquisto; cio' comporta un aumento esponenziale della spesa familiare''. ''Il Codacons propone - ha proseguito di Lieto - per rendere realmente pubblica la scuola dell' obbligo, che, almeno i dizionari ed i testi piu' costosi, vengano acquistati dalla provincia e forniti alle famiglie che ne facciano richiesta, le quali provvederanno a restituire i libri a fine anno scolastico, pagando il costo del noleggio''. ''Se, infine, la ragione - ha concluso - alla continua sostituzione delle edizioni adottate e' il dover sostenere il mercato dell' editoria allora basta rendere detraibile la spesa per l' acquisto dei testi scolastici''.

L’Adiconsum CISL protesta: “Basta con l’uso improprio dell’autovelox sulla ss107”

14/09 Le ultime prese di posizioni di Amministratori locali sull’inflazionato e persecutorio utilizzo dell’autovelox sulla S.S.107 testimonia la diversa sensibilità istituzionale nel voler affrontare e risolvere i problemi delle proprie comunità dove alle ristrettezze economiche e ai magri bilanci comunali, alcuni amministratori decidono di adottare ben altri strumenti di politica interna rispetto all’iniquo e persecutorio utilizzo di autovelox che spesso colpisce quegli stessi cittadini contribuenti del proprio comune che ripetutamente utilizzano le nostre strade per recarsi a lavoro
Come Associazione a difesa dei consumatori ribadiamo che è persecutorio e snervante tormentare oltremodo quanti si trovano a percorrere certe arterie di grande traffico, specie se riferito alla delicatezza economica che vivono molte famiglie italiane, ed in specie al Sud, a seguito della difficile situazione economica che attraversa il Paese.
Tra l’altro, le lamentele in questione – prosegue la nota dell’ADICONSUM-CISL – si stanno verificando su una strada di grande comunicazione come la S.S.107 in un tratto lontanissimo dal centro abitato e dunque, senza rischio alcuno per i cittadini e gli abitanti del posto.
A questo proposito ci chiediamo se è mai possibile che si venga multati su una strada di grande comunicazione appena si superano i 70 km/h? Magari fotografati da Autovelox imboscati in macchine private e con segnaletica manomessa da ignoti?
Tutto questo ha dell’assurdo è richiede un minimo di equilibrio e saggezza anche perché i cittadini del Comune di Rovito non pensavano certo di scegliersi come primo cittadino un rigido tutore dell’ordine sulle strade, compito di per se svolto egregiamente dalle forze di Polizia e dai Carabinieri, ma un amministratore con capacità di incidere profondamente nello sviluppo del territorio.
Non spetta certo a noi dare giudizi politici sull’attività dell’Amministrazione rovitese ma certamente la capacità amministrativa in un Comune, riteniamo che si debba misurare su ben altri parametri e non certo sull’intensità delle misure repressive e il numero di contravvenzioni elevate che possono certamente fare comodo alle magri casse comunali ma che rappresentano senz’altro una persecuzione snervante e un cattivo biglietto da visita per la promozione turistica dei concomitanti posti .
Per queste ragioni, l’ADICONSUM-CISL, nell’essere a disposizione con i propri uffici legali per ogni forma di assistenza, invita l’Amministrazione di interesse a rivedere certe scelte oltremodo penalizzanti onde evitare il perpetuarsi di ulteriori disagi nei confronti di “normali cittadini”.

Il Codacons invita a d aderire allo sciopero del 14 contro il caro petrolio

13/09 Il Codacons della Calabria invita tutti i consumatori a spegnere dalle 11,30 alle 11,35 del 14 settembre tutto quanto funziona grazie all' elettricita'. Il Codacons Calabria chiede ai Cittadini di partecipare in massa ad una iniziativa che ''mira a far sentire - ha detto il presidente Francesco Di Lieto - il malcontento dei Consumatori, di tutti quei Consumatori che faticano ad arrivare a fine mese. Tra le rivendicazioni del Codacons, la liberalizzazione del settore energetico, la defiscalizzazione del cuneo fiscale, la riduzione di 10 centesimi delle accise sulla benzina, la restituzione del fiscal-drag, la riduzione dell' Iva sul metano al 10 per cento, il blocco delle tariffe, la liberalizzazione dei saldi e l' applicazione dello sconto sui farmaci''. ''In occasione dello sciopero della spesa - ha concluso - il Codacons indice la prima giornata di black out dei Consumatori. Dopo aver subito black out estivi per colpa di una rete vecchia ed inadeguata, e' ora che il black out sia organizzato dai consumatori stessi per protestare contro le bollette da infarto piu' care d'Europa e contro la prospettiva di ulteriori aumenti autunnali''.

Uil Calabria aderisce allo sciopero dei consumatori del 14 contro il carovita

12/09 La UIL Calabrese aderisce allo SCIOPERO DEI CONSUMATORI indetto per il 14 settembre da ADOC, CODACONS e FEDERCONSUMATORI. In particolare, la UIL Calabrese, così come avviene a livello nazionale, accoglie l'appello contro il caro energia e per la ricerca di nuove fonti energetiche e invita i propri iscritti, e i cittadini tutti, a spegnere, per 5 minuti, dalle ore 11,30 alle 11,35 del giorno 14, luci e apparecchiature elettriche non indispensabili. “Dall'introduzione dell'euro –annuncia una nota della segreteria regionale della UIL - abbiamo subito un incremento dei prezzi e delle tariffe ingiustificato. Cio' ha causato un impoverimento dei redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, un'abbassamento dei consumi e una fase di blocco dell'economia. La UIL non solo denuncia tale situazione quanto rivendica una politica capace di invertire tale tendenza. Ad appesantire ulteriormente questa situazione interviene il caro petrolio che rischia di gravare, solo ed esclusivamente sui lavoratori dipendenti e sui pensionati”. Per il Segretario Generale della UIL Calabrese, Roberto Castagna (nella foto) , “serve una politica energetica che bandisca gli ideologismi e affronti concretamente il problema. Continuare a far finta che il problema non esiste e' un errore imperdonabile e finisce per provocare passi indietro in termini di civilta' e di qualita' della vita. La politica deve reagire. Deve avere piu' coraggio poiche' il rischio che corriamo e' quello di sprofondare in una spirale senza via d'uscita. Chi segue ideologismi di bandiera forse pensa di riportare il paese nel medioevo. Lo sciopero dei consumatori e' importante perche' mette a nudo la condizione di aggravamento economico delle famiglie ma pone anche la questione di quale sviluppo e quale alternativa energetica puo' favorire il mantenimento, a costi compatibili, di un sufficiente tenore di benessere. Come UIL, conclude Castagna, non solo aderiamo all'appello delle Associazioni quanto siamo impegnati a continuare nella grande battaglia dello sviluppo ecocompatibile della nostra regione e del nostro paese.”

L’Adiconsum torna sul caso delle zecche sul treno: “La causa e’ la politica di abbandono del sud”

10/09 ''La vera causa della presenza di treni da quarto mondo che vengono fatti circolare nel meridione d' Italia, e in Calabria in particolare, risiede nella voluta politica di abbandono di queste regioni premeditatamente posta in essere dal Governo nazionale e dalle Ferrovie dello Stato''. Lo afferma Saverio Vespia, segretario provinciale dell' Adiconsum di Reggio Calabria. ''Il gran parlare di questi giorni sui 'treni delle zecche' che partono da Reggio Calabria o da altre citta' del meridione - prosegue Vespia - non deve distogliere l' attenzione dall' analisi delle cause che hanno determinato e determineranno sempre piu' in futuro la presenza di treni fatiscenti che circolano nel sud della penisola. Basta fare un elenco delle negative e devastanti decisioni prese dal Governo e dalle ferrovie italiane sul sistema ferroviario italiano per rendersi conto di cio': alta velocita' e quadruplicazione dei binari si ferma a 'Eboli'; disattivazione sostanziale della linea ferroviaria jonica da Sibari in giu'; politiche di risparmio sugli appalti di pulizia del materiale rotabile destinato ai viaggiatori che determina tagli di costi piu' decisi in Calabria e nelle regioni del mezzogiorno''. A parere di Vespia ''non e' un caso che i treni della vergogna, fatiscenti e antigienici, circolino tutti in Calabria e nel sud della penisola. I drastici tagli delle risorse destinate alle pulizie e la pratica dei sub appalti determinano situazioni allucinanti che vedono un solo addetto che deve sobbarcarsi la pulizia di 60 vagoni. In queste condizioni e' fatale, anzi certo, che si realizzino situazioni di treni abitati da zecche e con le toilettes sporche e senza acqua che costituiscono focolai di possibili epidemie''. In relazione alla presa di posizione del viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti Mario Tassone, l' Adiconsum aggiunge che ''non bastano gli ultimatum di 24 ore. Servono, con immediatezza, fatti che non vengano circoscritti a pochi giorni, magari per il tempo necessario a far dimenticare il problema all'opinione pubblica''

L’Adiconsum di Cosenza offre assistenza alle vittime dell’Autovelox

08/09 Tutelare amministrativamente e legalmente quanti sono vessati dall' improprio utilizzo dell' autovelox che molte Amministrazioni comunali utilizzano, soprattutto nel periodo estivo. E' quanto si propone di fare l' Adiconsum Cisl di Cosenza che offre assistenza amministrativa e legale gratuita alle vittime dell' Autovelox. ''Siamo molto preoccupati - affermano in una nota congiunta Carmen Multari, dell' Adiconsum e Michele Altieri, segretario dell' Unione territoriale Cisl di Cosenza - delle ripetute lamentele di cittadini e turisti flagellati ad ogni angolo di strada del nostro territorio da controlli, spesso indistinguibili, di autovelox e dispositivi elettronici di ogni specie. In molti e' ormai evidente la convinzione che sia in atto un utilizzo improprio, e in molti casi inflazionato da parte delle Amministrazioni comunali, di questi strumenti. Una situazione che deve far riflettere molti amministratori affinche' il desiderio di fare cassa a tutti i costi, e di rimpinguare i magri bilanci comunali, non ricada oltremodo sui cittadini automobilisti''. ''Anche se riteniamo che vi possano essere casi di infrazioni gravi delle norme del Codice della Strada che vanno severamente puniti - concludono Multari e Altieri - nessuno pero' puo' pensare che i cittadini si trovino ad 'una corsa automobilistica' quando attraversano queste arterie di grande comunicazione ad una velocita' di 80 chilometri all' ora''.

La Calabria negli ultimi posti nei consumi, ma con l'aumento del 24% della spesa

07/09 I rincari dovuti all'introduzione dell'euro si sono fatti sentire ma "dal 2002 al 2004 la spesa mensile media pro capite e' aumentata, a livello nazionale, del 13% pari ad un valore assoluto di 109,56 euro". Lo rivela uno studio della CGIA di Mestre il cui ufficio ha stilato una classifica delle regioni in base alla spesa per consumi. L'incremento della spesa mensile, spiega inoltre la CGIA in un comunicato, "supera il tasso d'inflazione, cresciuto nello stesso periodo del 5%". A livello territoriale, poi, l'aumento percentuale della spesa ha toccato addirittura il 24% in Calabria e il 21, 2% e il 21% rispettivamente in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige". Dallo studio emerge che i meno "spendaccioni" sono stati i siciliani, la cui spesa media mensile pro capite e' addirittura diminuita del 2,1%. Ma tutto cambia quando si parla di valori assoluti. "E cosi' - prosegue lo studio - sono i consumatori emiliano-romagnoli a condurre le fila con una spesa media mensile di 1.186,73 euro contro i 949,31 euro della media nazionale, seguiti dai lombardi (1.179, 15 euro) e dai valdostani (1.162, 10 euro)". Quanto alle voci di spesa, abitazione, alimentari e bevande, insieme ai trasporti, sono i comparti che maggiormente pesano sul portafoglio degli italiani: rispettivamente con il 25,5%, il 19% e il 14,2%. Nella graduatoria della spesa per i consumi, e' possibile individuare, specie agli ultimi posti, una significativa presenza delle regioni del Centro. E infatti prima della Sicilia, troviamo la Basilicata con un aumento minimo della spesa (1,9%), le Marche (3,7 %), la Toscana (6,1%), il Lazio (6,3%), l'Umbria (12,2 %) e l'Abruzzo (12,8 %). Mentre la prima delle regioni a superare la spesa media mensile a livello nazionale e' il Veneto (13, 6%), molto vicino alla Lombardia (15,3 %), alla Sardegna (15, 6 %) e alla Campania (15, 8 %). Ma gli italiani piu' spendaccioni, secondo la CGIA, sono gli emiliani. "Per loro - spiega lo studio - la spesa media mensile pro capite arriva a quota 1.186 euro e 73 centesimi, seguono i lombardi (1.179, 15 euro), i valdostani (1.162, 10 euro), i piemontesi (1.150, 67), i liguri (1.083 euro) e i friulani (1.082, 85), seguiti immediatamente dai vicini 'nordestini'". I veneti spendono mensilmente 1.070 euro e i trentini 1.057 euro. Fanalini di coda ancora i siciliani (632,32 euro), i lucani (651, 09 euro), i campani (665, 71 euro), i calabresi (710, 05 euro) e i pugliesi (714, 28 euro).

In arrivo, per ottobre, le stangate sulle tariffe: luce +6% e gas +3.7%. E da subito un botto di 995 euro

03/09 Si profila un ottobre all'insegna della stangata per le tariffe della luce e del gas: le bollette rischiano di registrare infatti un rincaro, rispettivamente, del 5-6% e del 3,7%. Vale a dire un aumento di quasi 50 euro a famiglia in un anno. Le stime sono del Rie, che sulla base dei dati definitivi dell'andamento del greggio nel periodo di riferimento dell'aggiornamento tariffario che scattera' il prossimo mese, rivede cosi' al rialzo le previsioni di aumento, precedentemente stimate in +5% per la luce ed un +3,5% per il metano Salvo mosse calmieratrici del Governo si prevede - spiega Davide Tabarelli, esperto del Rie (Ricerche Energetiche Industriale) - le tariffe della luce per una famiglia tipo con 225 chilowattora consumati in un mese, dovrebbero registrare un rincaro del 5-6%: un aumento pari ad un incremento della bolletta bimestrale di 2,9 euro e di quella annuale di 17,60 euro. Sul fronte del gas, invece, la stessa famiglia - con 1400 metri cubi consumati in un anno - dovrebbe ritrovarsi a fare i conti con un incremento del 3,7%: +2,2 centesimi di euro al metro cubo, pari ad una maggiore spesa annuale di 31,1 euro. Complice il caro-greggio sulle tasche delle famiglie italiane rischia cosi' di scaricarsi dal primo ottobre prossimo un aggravio complessivo di 50 euro l'anno per le utenze energetiche. Ed anche nel caso di una frenata, nei prossimi mesi, dell'oro nero la corsa al rialzo delle bollette: nel primo trimestre 2006 si profilano altri rincari. Un +3% per la luce ed un altro +3,7% per il gas. Con il rischio di un ulteriore aumento della spesa annua di 40 euro (8,9 per l'elettricita' e altri 31,1 euro per il metano). Con il risultato che nel giro di sei mesi - considerando cioe' anche gli aumenti paventati dal primo ottobre prossimo - la spesa annua per le bollette delle famiglie sfiori un incremento di 100 euro complessivi. La situazione ''e' allarmante'', spiega Davide Tabarelli sottolineando che sul fonte dell'elettricita' la componente tariffaria legata all'andamento del greggio sui mercati internazionali ha registrato - secondo i dati ormai definitivi (quelli cioe' dei 6 mesi precedenti, conclusi il 31 agosto) - un rialzo del 21%. Sul fronte del gas invece - aggiunge - la componente combustibili ha registrato un aumento del 12%. Le previsioni si basano sull'andamento delle quotazioni dell'oro nero nei periodi di riferimento per gli aggiornamenti trimestrali delle tariffe (sei mesi per la luce e nove mesi per il gas) e non tengono conto - ricorda - i possibili interventi calmieratori di Governo e Authority. Mosse che comunque – fanno sapere tecnici che seguono il dossier - avrebbero spazio limitato: sul fronte della luce, infatti, il Governo e' gia' intervenuto con una manovra sugli stranded costs a luglio mentre sul fronte della rimodulazione di un'altra voce che grava sulle bollette, quella legata al Cip6, l'attesa cartolarizzazione avrebbe tempi piu' lunghi della scadenza di ottobre. Per quanto riguarda il gas, invece, l'unica leva sembrerebbe al momento quella fiscale, di difficile attuazione, anche se novita' non sono del tutto escluse dalle conclusioni del lavoro della Commissione Scajola che dovra' consegnare il suo dossier di ricognizione a stretto giro (si parla del 10 settembre).E non finisce qui perché secondo i calcoli di Intesaconsumatori, infatti, sulle famiglie si abbattera' già da subito una 'tegola' di 995 euro "al netto delle bollette". Ecco i calcoli forniti da Adoc, Adusbef, Federconsumatori e Codacons: una famiglia media di 4 persone con 2 ragazzi che vanno a scuola, deve spendere appena rientrata dalle vacanze ben 994,6 euro. In pratica Intesaconsumatori al caro-scuola, vera e propria mannaia di settembre da 621 euro, vanno aggiunte la spesa per la scorta alimentare (200 euro), quella per i trasporti (60 euro), le rate per le vacanze appena trascorse o, nei casi piu' difficili, per fare la spesa lo scorso anno (80 euro), piu' una 'multa' per riabituarsi al traffico cittadino (33,60 euro). E il tutto al netto delle bollette e delle altre spese vive che normalmente gravano sui bilanci. "Il prossimo 14 settembre si deve scioperare – sostengono Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori - perche' a fronte di queste cifre non ci sono iniziative serie e concludenti per lottare contro il caro-prezzi. Se aggiungiamo al salasso del rientro le spese correnti, superiamo abbondantemente due redditi. Le statistiche ci dicono che le famiglie arrivano al massimo a poter contare su 1.800 Euro. Come faranno a coprire il resto?" Una domanda, secondo Intesaconsumatori, di non facilerisposta. Ecco il dettaglio delle spese fornito dalle associazioni dei consumatori. Le vacanze sono state fatte pagando a rate il viaggio, appesantendo il bilancio di circa 80 euro al mese. Molte famiglie hanno anche fatto la spesa in questo modo lo scorso anno. Il risultato e' che ogni mese, molte famiglie italiane, a consumi costanti dovrebbero avere entrate per 2.500-3.000 euro. Avendone poco piu' della meta', sostiene Intesaconsumatori, e' evidente che c'e' bisogno di misure specifiche e urgenti sui bilanci familiari. Secondo i consumatori gli interventi da adottare possonoessere cosi' riassumibili:
- piano dei trasporti a misura di consumatore;
- concertazione sui servizi pubblici, l'energia e l'acqua;
- controlli su peso netto ed esposizione dei prezzi nelle vetrine;
- creazione di punti vendita diretta dal produttore al consumatore;
- applicazione del price-cap a tutti i servizi che non siano soggetti a concorrenza;
- accordi per la conciliazione per qualsiasi controversia di pagamento;
- applicazione automatica della rateizzazione a zero interessi per i tributi e i debiti nei confronti delle amministrazioni da parte di nuclei familiari a basso reddito.
"Ora si aspettano le risposte concrete che ancora non sono mai arrivate", concludono Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori.

Attenzione ai servizi 892, costano fino a 10 euro a chiamata

02/09 Trovare un ristorante o l'indirizzo di un amico puo' costare fino a 10 euro per 5 minuti di chiamata. Questo il risultato della verifica svolta dal Movimento Difesa del Cittadino sulle tariffe offerte per i servizi di informazione telefonici da Telecom, Seat Pagine Gialle e la neo arrivata InfoNXX. Il monitoraggio e' stato realizzato l'1 e 2 settembre chiamando i numeri 892.412, (Telecom), 892.424 (Seat) e 892.892 (InfoNXX). Sono state effettuate circa 100 telefonate da telefono fisso privato da casa, con richieste di informazioni su Uffici pubblici, ristoranti, officine meccaniche, negozi di fiori, insomma una tipologia simile a quella degli spot pubblicitari su questi servizi. Il risultato e' stato di una durata media di circa 3 minuti per avere l'indirizzo giusto, con una percentuale di indirizzi sbagliati pari al 3,5%. I costi? Superiori ai 5 Euro fino ad un massimo di 10 Euro. ''Tariffe appiattite verso l'alto, costi poco comprensibili dall'utente ed errori nelle informazioni'' questi i 3 aspetti negativi evidenziati sottolineati da Francesco Luongo del Dipartimento Nazionale TLC dell'associazione all'esito del monitoraggio. ''A due anni e mezzo dalla Delibera dell'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni (Delibera N* 9/03/CIR) che la liberalizzato questi servizi, non c'e' una vera concorrenza perche' i prezzi applicati dalle tre societa' sono al limite massimo stabilito dall'Autorita'. Oltretutto, conoscere i costi delle chiamate non e' facile, perche' l'utente deve fare una seconda chiamata ad un numero verde. Il Movimento Difesa del Cittadino segnalera' questa inaccettabile situazione a limite del cartello''.

Adiconsum accusa i comuni colpevoli di abusare dell’uso di autovelox

01/09 ''Desta molta amarezza registrare le tante lamentele di cittadini e turisti flagellati ad ogni angolo di strada del nostro territorio da controlli, spesso indistinguibili, di autovelox e dispositivi elettronici di ogni specie''. E' quanto sostiene in una nota l'Adiconsum di Cosenza che protesta contro l'utilizzo improprio, durante il periodo estivo, dell'autovelox da parte delle amministrazioni comunali. ''Pur nel pieno riconoscimento delle leggi - prosegue la nota - e quindi senza voler in alcun modo giustificare quanti attentano al Codice della strada, e' indubbio che sia in atto un utilizzo improprio e in molti casi inflazionato da parte delle Amministrazioni Comunali di apparecchi autovelox sulle nostre arterie. Anche se consapevoli della difficile situazione economica e finanziaria di molti Comuni, soprattutto del Mezzogiorno, a causa dei tagli indiscriminati operati dal Governo specie con le ultime Finanziarie, non e' tuttavia pensabile di riempire le esangui casse comunali agendo con provvedimenti di tipo fortemente repressivo, che producono tra l' altro negative ricadute anche in termini turistici''. ''Quanto sta avvenendo - conclude la nota - su molte strade a grande intensita' di traffico come la S.S.107 Paola-Crotone, con particolare riferimento alla tratta che attraversa la nostra provincia, va necessariamente rivisto, per cui si auspica che da parte degli Amministratori vengano al piu' presto revocate iniziative di questo tipo evitando cosi' il perpetuarsi di ulteriori disagi nei confronti dei cittadini''.

Consumatori: “Bisogna fare una seria analisi sulle gestioni passate della Sacal”

26/08 ''Le condizioni in cui versa la Societa' aeroporti della Calabria (Sacal) sono sempre piu' preoccupanti, ed e' necessario analizzare i disastrosi risultati di gestione di questi ultimi anni, che hanno trasformato la Sacal in una societa' utile solo a se' stessa e ai suoi presidenti-padroni''. A sostenerlo e' stato, in una dichiarazione, Giuseppe D' Ippolito, presidente nazionale dell' Associazione consumatori utenti (Acu). D' Ippolito ha anche denunciato ''il totale disinteresse da parte di politici e soggetti candidati a ricoprire ruoli dirigenziali, rispetto alla realizzazione di un piano di sviluppo per il raggiungimento degli obiettivi minimi di qualita' inseriti nella stessa carta dei servizi della ditta''. Il presidente dell' Acu ha inoltre sottolineato che l' aeroporto di Lamezia Terme, ''sebbene possieda le attrezzature necessarie all' esportazione di prodotti ortofrutticoli o ittici, non ha contribuito in alcun modo allo sviluppo del comprensorio e della regione ed e' stato citato come il peggior aeroporto d' Italia in quanto a trend di crescita''. ''Occorre ripartire con una serie di analisi - ha concluso d' Ippolito - anzi con una vera e propria commissione di inchiesta interna che valuti questi ultimi anni di gestione, per riavviare rapidamente una politica di sviluppo che renda l' aeroporto il volano dello sviluppo della regione e una struttura veramente al servizio della propria collettivita' di utenti''.

La benzina raggiunge 1.30 euro a litro mentre il petrolio cala. Aumento di 270 euro per famiglia

17/08 Il petrolio ripiega dai massimi dopo una giornata vissuta in altalena. Ma sul mercato italiano l'emergenza carburanti resta alta con la verde che, dopo aver raggiunto il prezzo record di 1,292 nei distributori stradali, viaggia ormai a quota 1,3 euro in autostrada e sulle tangenziali. E mentre le associazioni dei consumatori calcolano che i rincari costeranno 270 euro in piu' a famiglia i petrolieri parlano di ''allarme'', sottolineando pero' di non avere spazi di manovra. Il presidente dell'Unione Petrolifera Pasquale De Vita lascia intendere che l'unica strada percorribile, per contenere l'impatto delle impennate dell'oro nero sui prezzi al consumo, resta quella fiscale. E sulla stessa linea, per una volta, i consumatori che tornano a chiedere un taglio delle accise. Le compagnie, spiega de Vita, ''possono fare poco'': ''gli spazi di intervento sono limitati di fronte a questo incalzare delle quotazioni internazionali. Sono saltati gli schemi ed e' andato tutto fuori scala'', prosegue De Vita riferendosi sottolineando che l'industria petrolifera sta gia', da tempo, attenuando l'impatto sui prezzi dei rialzi internazionali, diluendo nel tempo e non trasferendo completamente i rimbalzi delle quotazioni delle materie prime sui prezzi finali. Ma intanto sulle autostrade e sulle tangenziali proprio in un momento clou dell'estate, con milioni di automobilisti in viaggio tra esodi e contro-esodi, il prezzo della verde ha sfondato una nuova soglia: gli 1,3 euro al litro, in virtu' dei differenziali di prezzo previsti in questo tipo di impianti che arrivano a 0,008 euro rispetto al record di 1,292 euro al litro segnato sulle strade. Ma non si tratta di una caso isolato. Maggiorazioni sono previste infatti anche in altre tipologie di distributori, a cominciare da quelli notturni assisti dal gestore dove l'incremento puo' arrivare a 0,015 euro al litro. Nonche' in molte zone, tra cui alcune province italiane, cosiddette 'disagiate' per i rifornimento. A guidare la classifica del caro-pieno italiano restano comunque regioni come la Campania ed il Molise che, tempo addietro, hanno deciso di incrementare l'accisa per i mancati trasferimenti di fondi dall'amministrazione centrale, incrementando i prezzi finali del carburante fino a 0,030 euro al litro. Un'allarme, quello del caro-pieno, che fa tornare sul piede di guerra i consumatori, anche alla luce della piu' ampia emergenza prezzi dopo le stime del Rie che parlano di una stangata in arrivo sul fronte elle bollette della luce e del gas. Le associazioni dell'Intesa - Adusbef, Federconsumatori, Adoc e Codacons - confermano cosi' l'annunciato nuovo sciopero della spesa per il 14 settembre prossimo. E stimano che l'impatto delle nuove impennate dei prezzi del petrolio si tradurra' di un aggravio annuo, per ogni famiglia, intorno ai 270 euro. ''Il governo - spiega Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori - ha aumentato l'accisa per tre volte di quattro centesimi dal 2002 al 2005. Ribadiamo che le accise si possono bloccare'', aggiunge. Sul fronte dell'oro nero, intanto, oggi le quotazioni sono andate in altalena: dopo un apertura in ribasso, i futures sono tornati a schizzare dopo i dati sulle scorte americane, peggiori delle attese, per poi tornare a perdere terreno con il Brent, il greggio di riferimento europeo, che si e' riportato sotto quota 64 dollari al barile ed il greggio americano sotto i 65 dollari al barile dopo il record di 67,10 dollari di qualche giorno fa.

Codacons Calabria: “Più informazione per i consumatori delle linee aeree”

13/08 Dopo la tragedia dell' Atr 72 precipitato in mare al largo dell' aeroporto di Punta Raisi, il Codacons Calabria rivendica piu' sicurezza e piu' informazione per i consumatori ed avanza la richiesta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di ''prevedere una lista di serie A e una di serie B per i Paesi di origine, sia per le compagnie aeree sia per i velivoli'' da comunicare obbligatoriamente al viaggiatore. ''Dopo la decisione della Faa, la Federal aviation administration, che ha declassato in categoria 2 ben 17 compagnie straniere e i relativi Paesi - e' scritto in una nota - l' Associazione a tutela dei consumatori ribadisce il fatto che anche in Italia, come avviene altrove, deve essere garantito chi viaggia in aereo''. ''I dati acquisiti - ha sostenuto l' avv. Maria Stefania Valentini del Codacons Calabria - dovranno essere comunicati per iscritto al consumatore che, nei pacchetti turistici, dovra' firmare una clausola a parte. In sostanza dovra' avvenire come in America; per cui chi viaggia con una compagnia di serie B avra' il sacrosanto diritto ad essere informato''. Il legale, intanto, ha consigliato tutti i consumatori di pretendere che nel ''contratto sia specificato non solo il tipo di aereo con cui si deve viaggiare, ma anche le compagnie aeree che il tour operator utilizza, onde evitare che all' ultimo momento il volo sia annullato e ci si ritrovi a volare con una carretta dell' aria''. Secondo il Codacons Calabria ''il turista che deve viaggiare con uno dei charter a rischio (in Italia operano tranquillamente senza limitazioni; sono solo ispezionati di tanto in tanto) ha diritto a disdire la vacanza senza alcuna penale, salvo che ottenga un mezzo di trasporto piu' sicuro o che decida di accettare un cambio di destinazione, di data o un bonus''. La proposta di istituire una pagella per le compagnie aeree, ha concluso l' avv. Maria Stefania Valentini, ''e' stata indirizzata a tutti i direttori degli aeroporti calabresi, affinche' possano sostenere l' iniziativa dell'Associazione per fornire una reale e trasparente tutela dei viaggiatori''.

Il 14 settembre i consumatori proclamano lo sciopero della spesa

12/08 Intesaconsumatori, 'cartello' che raccoglie Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, proclama per il prossimo 14 settembre un nuovo ''sciopero della spesa'' e una giornata di ''protesta civile'' contro il carovita. Dalle 11.30 alle 13.30 del 14 settembre, le associazioni dei consumatori invitano pertanto i cittadini a disertare negozi, pompe di benzina, banche ed uffici comunali e statali. Parole d'ordine della giornata saranno la diminuzione dei prezzi di beni e servizi del 20%, delle polizze Rc Auto del 20%, il blocco di tutte le tariffe soggette al controllo pubblico (luce, acqua, gas, poste, autostrade, treni) e la seria applicazione degli sconti sui farmaci. Le organizzazioni di tutela del consumo chiedono inoltre l'immediata approvazione del ddl risparmio, la prosecuzione dei saldi fino al 6 gennaio 2006 e il taglio delle accise sulla benzina. E invitano gli 8 mila sindaci italiani ad aderire alla protesta contro i tagli ai finanziamenti per i servizi sociali, bloccando per la giornata i servizi comunali non essenziali e organizzando il mercato di vendita diretta dall'agricoltore al consumatore. Quello del 14 settembre sara' il quinto sciopero della spesa. ''Il Governo e il Parlamento - spiegano annunciando l'iniziativa Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori - sono inerti di fronte alla crisi che attanaglia le famiglie, di cui il 30% e' dovuto rimanere a casa rinunciando anche alle ferie''. Le associazioni dei consumatori ricordano inoltre che, proprio in questo periodo ''si avvicinano paurosamente le scadenze dei moltissimi indebitamenti, con il micidiale sistema del credito al consumo'' per chi ha comprato a rate tv, elettrodomestici, mobili e persino banchetti nuziali e viaggi. Sul fronte carburanti Intesaconsumatori ripropone i 'benzacartelloni' sulle autostrade, cioe' una segnaletica che indichi i prezzi della benzina nelle varie stazioni di servizio. Mentre per cio' che riguarda la telefonia e il sistema bancario, propongono l'introduzione di gestori virtuali e l'eliminazione del canone Telecom e l'apertura del mercato agli istituti stranieri.

Consumatori: “Dopo la perdita dei diritti sul calcio, perché pagare il canone?”

31/07 "Dopo lo scadimento dei contenuti dei programmi, la parzialita' dell'informazione spesso a senso unico in ossequio ai desiderata del Governo e il trasferimento dei diritti del calcio a Mediaset, esistono ancora valide ragioni che possano giustificare il pagamento del canone?" E' l'interrogativo che pongono le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori. Le due associazioni dei consumatori, auspicando che il neo-presidente Petruccioli possa "riparare la gravissima ferita inferta al servizio pubblico di informazione e agli utenti che pagano il canone" avvertono che "qualora non si dovessero registrare una inversione di tendenza, non escludiamo iniziative legali, di boicottaggio e disubbidienza civile,contro il canone Rai".

Prezzi in calo nei supermercati, ma non in quelli del sud. Cala il fatturato

29/07 Prosegue anche nel terzo bimestre del 2005 l'incremento dei volumi di vendita nei supermercati ed ipermercati (+3,5%). Ma l'effetto combinato dell'aumento delle vendite e della riduzione dei prezzi, calati dello 0,7% rispetto all'analogo periodo dello scorso anno, produce un leggero rallentamento della crescita del fatturato complessivo della Grande distribuzione organizzata (2,9% il dato del III bimestre 2004 rispetto al III bimestre 2004, leggermente inferiore al 3,1% del I semestre 2005). La crescita dei volumi di vendita della Gdo è sostenuta sia dal protrarsi del ricorso alle iniziative promozionali, sia dal contributo delle aperture di nuovi punti vendita. E' quanto, in sintesi, mostra "Vendite flash", il bollettino del Centro Studi di Unioncamere dedicato al monitoraggio bimestrale del fatturato realizzato nei supermercati ed ipermercati di tutta Italia. Tra le regioni, solo la Puglia presenta una contrazione delle vendite (-2,5%). Le migliori performance si notano in Piemonte e Lazio (+4,9%), Marche (+4.8%), Liguria (+4,6%), Umbria (+4,5%), Toscana (+3,9%). Interviene a smorzare la prestazione dell'area nord-occidentale la Lombardia (+2,2%). Le regioni del Nord-Est mostrano sviluppi contenuti, ma sono le uniche per le quali è possibile osservare un'accelerazione rispetto alla performance media semestrale. In particolare, il Trentino Alto Adige vede il proprio fatturato crescere del 3,8% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente. Emilia-Romagna (+1,9%) e Veneto (+1,6%) mostrano, invece, dinamiche meno brillanti.Oltre alla Puglia, a contenere il risultato del Mezzogiorno è la performance della Sardegna (+0,7%). Risultati moderatamente positivi, attorno al 2%, si registrano in Sicilia e Campania e, soprattutto, in Calabria (+3,8%).

Crollano i consumi della benzina. L’Italia va a gasolio

Regioni

2004

VAR%

----------------

-----------

----

Toscana

1.078.008

-7,31

Lombardia

2.357.939

-7,26

Lazio

1.556.177

-6,97

Umbria

216.806

-6,97

Marche

371.619

-6,76

Basilicata

102.635

-6,74

Piemonte

1.070.433

-5,7

Friuli V.G.

407.185

-5,67

Emilia Romagna

1.210.106

-5,48

Liguria

417.418

-5,43

Veneto

1.203.945

-5,2

Calabria

398.681

-4,61

Trentino A.A.

252.832

-4,35

Abruzzo

320.191

-4,29

Puglia

819.200

-4,18

Sicilia

1.136.187

-4,16

Sardegna

448.595

-3,89

Campania

1.074.734

-3,71

Val D'Aosta

53.097

-2,14

Molise

56.313

-1,84

TOTALE

14.552.962

-5,69

rete ordinaria

13.045.844

-4,9

autostradale

917.669

-16,5

extra-rete

589.449

-4,1

16/07 L'Italia va sempre piu' a gasolio e sempre meno a benzina. A risentire di piu' del calo dei consumi di benzina sono i distributori sulle autostrade: nell'ultimo anno, infatti, la flessione e' stata del 16,5% e, per la prima volta dal 1995, si e' scesi sotto la soglia di un milione di tonnellate (918mila). Complessivamente, negli ultimi sei anni i grandi impianti autostradali hanno perso il 38,7%. Piu' contenuto il calo sulla rete ordinaria, che l'anno scorso ha registrato una flessione del 4,9%, mentre il calo nei sei anni e' stato del 16,5% circa. Tengono, invece, le vendite sull'extra rete (che peraltro coprono solo il 4% del totale), scese soltanto del 4,1%. Nel 2004 la domanda in crescita del gasolio e' stata in grado di sostituire completamente la flessione di quella della benzina. Altrettanto, tuttavia, non puo' dirsi per il 2005, con prezzi della verde arrivati al massimo storico di 1,260 euro al litro e quelli del gasolio a 1,148: stando infatti ai dati dell'Unione petrolifera relativi al primo semestre di quest'anno i due carburanti messi insieme hanno fatto segnare una flessione della domanda del 2%. Segno che la galoppata dei listini comincia a riflettersi anche sulla domanda, sia di gasolio che di verde. Il sorpasso del diesel nelle vendite di automobili nuove, dopo una lunga rincorsa, e' avvenuto l'anno scorso e cosi' i consumi di verde sono fatalmente scesi sotto i 15 milioni di tonnellate, segnando un calo del 5,6% rispetto all'anno scorso. Del resto, come si legge nei dati diffusi dalla Staffetta Quotidiana in base ai bollettini petroliferi del ministero delle Attivita' produttive, e' da anni che, complice la maggiore convenienza del gasolio (anche se la forbice di prezzo tra i due carburanti si stringe sempre di piu') si assiste al calo continuo delle vendite del carburante per eccellenza, sceso dai 17,6 milioni di tonnellate del 1999 ai 14,5 milioni dell'anno scorso (-21%). Flessione che coinvolge in primis la Lombardia, tradizionalmente la regione piu' assetata di benzina, dove i consumi sono scesi del 7,26%. I piu' colpiti dal crollo dei consumi sono i distributori della Lombardia, con consumi sotto i 2,4 milioni di tonnellate (-7,26%): nonostante questo, pero', la regione si conferma al top per i consumi, staccando largamente Lazio (1,5 milioni, il 6,97% in meno rispetto al 2003) ed Emilia Romagna (1,2 milioni, -5,20%). A risentire di meno della disaffezione degli automobilisti nei confronti della verde sono invece i distributori del Molise, che registrano una flessione appena dell'1,84% a 56mila tonnellate. Da segnalare, infine, il crollo del 37% delle forniture dirette delle societa' petrolifere agli enti statali, oggi di appena 861 tonnellate, contro le oltre 30mila del 1999. Nella tabella le vendite regionali di benzina nel 2004 (in tonnellate) e la variazione rispetto al 2003.

 

Dall’ICI al canone Rai, ecco le tasse più odiate dagli italiani

05/07 Accise su benzina, elettricita' e gas; Ici, ticket sanitari e canone Rai. Sono queste - secondo un'indagine dell'associazione Contribuenti.it - le 'tasse' piu' odiate dagli italiani che, complessivamente, 'sottraggono' ogni anno al fisco la cifra monstre di 200 miliardi di euro. Lo studio, commissionato dal Tribunale dei diritti del contribuente, e' stato condotto dall'associazione su un campione di 1.500 cittadini maggiorenni residenti in Italia. Come si evidenzia nella classifica - si spiega - le tasse piu' invise agli Italiani sono le imposte indirette, che si pagano senza tener conto del reddito pro capite. Se, infatti, sembra logico da parte del cittadino partecipare al prelievo fiscale collettivo in maniera progressiva rispetto al reddito percepito durante l'anno, non sembra altrettanto accettabile vedersi tassare ripetutamente in base ai consumi. Tale imposizione colpisce il cittadino senza tener contro della propria capacita' contributiva, in dispregio al dettato costituzionale. Infatti, paradossalmente, le imposte indirette incidono maggiormente sulle famiglie piu' povere anziche' su quelle piu' benestanti. In alcuni casi, poi, addirittura si assiste ad una doppia imposizione indiretta, come nel caso dell'applicazione dell'Iva sulle accise presente sull'acquisto di carburante o nel consumo di energia elettrica. Solo un cittadino su quattro capisce perche' paga le tasse: tre su quattro si considerano sudditi di una amministrazione finanziaria troppo burocratizzata che spesso viola i diritti dei contribuenti. Cio' - si legge nello studio - incentiva l'evasione fiscale che ad oggi ha raggiunto l'astronomica cifra di 200 miliardi di euro all'anno, di cui solo 40 miliardi vengono scoperti, e solo uno viene effettivamente riscosso. Questo e' il risultato di uno studio effettuato dallo Sportello del Contribuente sul tasso di evasione in Italia, attualmente uno dei piu' alti nel mondo: su 100 euro di reddito dichiarato, sfuggono al fisco 46 euro. La bandiera nera dell'evasione spetta inevitabilmente al sud, dove la quota di imponibile non dichiarato al Fisco raggiunge il 34,5% del totale su scala nazionale, mente il nord-est si colloca al 18,9%, il nord-ovest al 26,5% ed il centro al 20,1%. Calabria, Sicilia, Puglia e Campania sono le Regioni in cui l'evasione e' piu' forte in termini relativi; mentre Lazio, Lombardia e Sicilia sono in termini assoluti le regioni in cui si registrano le quote maggiori di evasione. Tra i maggiori evasori - spiega l'associazione -- spicca la categoria degli industriali, con una percentuale del 43% e, a seguire, i commercianti con il 12%, gli artigiani con il 11% e i professionisti con 10,8%. Fanalino di coda, ma di non trascurabile ammontare e' l'evasione dei lavoratori dipendenti che, con un secondo lavoro quasi sempre 'a nero', evadono in totale l'8,4%. ''Il dato e' allarmante perche' la categoria degli industriali, tra i quali e' piu' diffusa l'evasione, rappresenta la fetta piu' ampia del tessuto italiano - commenta Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it -. In piu', tale categoria, spesso beneficia di aiuti di Stato sotto forma di agevolazioni finanziarie, crediti di imposta e leggi ad hoc che riducono l'imponibile sensibilmente, agevolando le stesse oltremisura rispetto alle concorrenti europee''. Dallo studio e' emerso che il 36% dei cittadini evade per ignoranza delle norme o per la complessita' delle stesse, il 42% per la scarsita' dei controlli, e solo il 22% per l'insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo Stato e la scarsa cultura della legalita'. ''Paradossalmente conclude Carlomagno - gli italiani non richiedono di pagare meno tasse, come e' emerso dal referendum del 20 maggio 2005, dove il 53,57% dei votanti ha posto la qualita' dei servizi pubblici al primo posto tra le prerogative per uno sviluppo del Paese, per la rinascita del Sistema Italia e per uscire dalla recessione economica''. Ecco la 'top ten' delle tasse piu' 'odiate':
1. Accise su benzina, energia elettrica e metano
2. Ticket sanitari
3. Tassa concessione televisiva (canone Rai)
4. TARSU
5. ICI
6. Imposta di bollo
7. Tasse concessioni governative
8. IRAP
9. IVA
10. Imposte sui redditi

Il Codacons spiega come risparmiare fino al 30% per le vacanze

03/07 Partenze last-minute, ma non solo. Se le ferie estive diventano sempre piu' un lusso per pochi, alcune semplici regole aiutano a limitare le uscite dal portafoglio. Largo, quindi, alle idee chiare e alle prenotazioni anticipate per usufruire di offerte su voli aerei inferiori anche dell'80% rispetto ai prezzi di listino. E, contro il caro-lettino, spazio alle spiagge libere: scelta che si traduce in un risparmio di 20 euro al giorno. Sono alcuni dei consigli messi a punto dal Codacons che, all'esordio delle grandi ferie estive, ha stilato un decalogo che assicura di far risparmiare fino al 30% sul costo totale della vacanza. Dieci misure per mettere ko gli aumenti, dal settore dei trasporti, agli alberghi e ristoranti.
1. PREVENTIVI: la prima regola quando si sceglie di rivolgersi ad una agenzia di viaggi per acquistare un pacchetto, sottolinea l'associazione per la tutela dei consumatori, e' quella di confrontare il maggior numero di offerte in diverse agenzie, in modo da poter rintracciare quella piu' conveniente.
2. FAI DA TE: e' bene provare, viene suggerito, anche ad organizzare il viaggio senza l'intermediazione dell'agenzia, utilizzando Internet sia per conoscere i prezzi degli alberghi, anche all'estero, sia per prenotare on-line i biglietti aerei.
3. LAST MINUTE: se si e' fortunati e pronti a partire in qualsiasi momento, i last minute possono rappresentare una valida occasione di risparmio.
4. BIGLIETTI AEREI: alcune compagnie, invece, rileva il Codacons, offrono forti sconti sui biglietti in caso di acquisti con largo anticipo. Se, quindi, non si hanno dubbi sulla meta, e' consigliabile controllare i siti web delle compagnie aeree, per trovare offerte convenienti, con prezzi inferiori anche fino all'80% sui prezzi di listino.
5. TRENI: nel caso di tratte brevi, non sempre l'aereo e' piu' veloce. Considerando la distanza degli aeroporti dal centro della citta' ed il tempo per il check-in, il treno puo' essere piu' conveniente non solo in termini economici.
6. BENZINA: se si viaggia in auto, e' bene attuare tutte quelle misure che consentono di risparmiare carburante (non caricarla con pesi inutili, gonfiare le gomme, spegnere il climatizzatore, viaggiare a velocita' costante), oltre a scegliere il tragitto piu' corto anche se meno panoramico.
7. AUTOGRILL: durante il viaggio in auto, meglio portarsi snack e bibite da casa, cosi' da evitare di acquistarli presso gli autogrill dove, sottolinea il Codacons, biscotti e bevande hanno prezzi piu' elevati anche del 50% rispetto ai supermarket.
8. ALBERGHI: meglio accertarsi prima della qualita' e delle tariffe, prediligendo quelli che offrono il maggior numero di informazioni. Preferire il bed&breakfast alla pensione completa, cosi' da poter scegliere sul luogo di villeggiatura dove pranzare e cenare a prezzi migliori.
9. PASTI E CENE: anche in questo caso, meglio acquistare al supermercato snack e bevande da portare con se' in uno zaino durante gli spostamenti nei posti di vacanza. Si evitera' cosi' di fare acquisti a ripetizione in bar o piccoli alimentari e di risparmiare fino al 20%. Quanto alle cene, prima di entrare in un ristorante o in una pizzeria, accertarsi dei prezzi praticati ed in genere affissi fuori dai locali.
10. SPIAGGE: abbandonare gli stabilimenti divenuti costosissimi e dirigersi verso le spiagge libere, portandosi da casa asciugamano e ombrellone. Cosi' facendo, sostiene il Codacons, si risparmieranno fino a 20 euro al giorno tra ingresso, lettini e sdraio.

Codacons: “Il caro benzina costa alle famiglie almeno 220 euro all’anno”

29/06 ''Il caro-carburanti incide pesantemente sull' inflazione; basti pensare che l' 80% dei beni di largo consumo sono beni trasportati, il cui prezzo cresce all' aumentare dei prezzi del carburante, con un' incidenza tra lo 0,3 e lo 0,4%. E' per questo che e' necessario un intervento urgente del Governo''. A sostenerlo e' il Codacons in un comunicato. ''L' Istat, nel confermare i dati sull' inflazione - e' scritto nella nota - sottolinea come in un solo anno il prezzo della benzina sia aumentato del 9,6%, mentre quello del gasolio del 18,3%. Gli aumenti dei prezzi dei carburanti, in un anno, andranno ad incidere sui bilanci delle famiglie, tra costi diretti e indiretti, per almeno 220 euro''. Il Codacons ha quindi avanzato una serie di proposte: ''cabina di monitoraggio per verificare l' andamento dei prezzi dei carburanti e la famosa doppia velocita', con sanzioni severe che puniscano gli speculatori e fungano da deterrente; una Commissione parlamentare di inchiesta per monitorare il settore e colpire la speculazione dei petrolieri; defiscalizzazione del prezzo dei carburanti attraverso l' eliminazione delle accise; apertura della vendita dei carburanti alla grande distribuzione, seguendo l' esempio francese, dove viene venduto il 60% dell' erogato a prezzi inferiori del 15% rispetto a quelli praticati dai grossi marchi petroliferi; Benzacartelloni sulle autostrade, su cui segnalare i prezzi delle diverse compagnie e la distanza chilometrica delle rispettive stazioni di servizio; accelerare il processo di modernizzazione della rete distributiva dei carburanti che determinerebbe un risparmio di 5-6 centesimi di euro per ogni litro di carburante''.

Codici ”Basta con l’indebitamento degli acquisti a rate, anticamera dell’usura”. Calabria in testa

25/06 Tremila chilometri in giro per l'Italia, attraverso le piazze di quattordici citta', per dire basta al caro-prezzi e al ricorso smodato al credito al consumo, ossia ai frenetici acquisti a rate, che sono tra le cause del sovraindebitamento, a sua volta ''anticamera dell'usura''. La manifestazione itinerante promossa dall'associazione Codici (Centro per i diritti del cittadino), partita il 6 giugno, e' giunta a Roma per la tappa conclusiva, ribadendo la tendenza ormai sempre piu' diffusa delle famiglie italiane a chiedere prestiti e finanziamenti che, associata ad un aumento della poverta', rende di fatto piu' difficile arrivare a fine mese e spalanca le porte agli 'strozzini'. Obiettivo dell'iniziativa e' stato, appunto, sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sul tema del sovraindebitamento, mettendo a disposizione anche punti di informazione, consulenza e sostegno. Tra il 2003 e il 2004 l'indebitamento medio delle famiglie italiane, ha sottolineato l'associazione, e' cresciuto del 14,4% circa, mentre per quanto riguarda il credito al consumo, nel triennio 2002-2004, e' aumentata del 29,4% la richiesta verso le banche e del 36,1% quella verso le societa' finanziarie. ''Il bilancio che emerge da questo giro attraverso l'Italia - ha detto Ivano Giacomelli, segretario nazionale Codici - e' la diffusione di un eccessivo sovraindebitamento delle famiglie e di una conseguente deriva usuraia. Un fenomeno sociale di fronte al quale non si puo' che rilevare l'assenza dello Stato per farvi fronte. Il problema e' diffuso in tutto il Paese e riguarda in generale il ceto medio, non i disagiati'', ha aggiunto sottolineando che ''il 74% delle famiglie non solo ha smesso di risparmiare ma anzi continua ad indebitarsi sempre piu'''. Secondo i dati riferiti dall'associazione, sono circa mezzo milione gli italiani sovraindebitati o sotto usura. Nel solo Lazio, sempre secondo una proiezione elaborata da Codici, il 35% delle famiglie e' sovraindebitato, contro il 5% registrato prima del 2000. ''L'usura come fenomeno patologico - ha proseguito Giacomelli - non e' tipico del sud, dove e' correlato alla criminalita' organizzata, ma del nord, dove e' invece legato al tessuto produttivo''. Nel corso di questa campagna itinerante, l'associazione ha inoltre presentato una proposta di legge regionale per istituire un Fondo di prevenzione dell'usura e di solidarieta' alle vittime rivolto ''indistintamente alle famiglie e agli imprenditori, commercianti e professionisti''. Quindi Italiani sempre piu' indebitati per comprare non solo una casa ma anche auto, elettrodomestici e mobili. E, tra gli abitanti del Belpaese, sono i calabresi che piu' di tutti gli altri fanno acquisti con pagamenti dilazionati e rateali, seguiti a poca distanza dai siciliani a cui spetta il primato di rivolgersi soprattutto alle societa' finanziarie. Nel triennio 2002-2004, secondo i dati elaborati dall'associazione Codici e riferiti a dieci regioni, in Calabria le richieste di credito al consumo sono aumentate del 94,6%, di cui il 49,8% rivolte alle finanziare e il 44,8% alle banche. In Sicilia, invece, le richieste di credito al consumo alle societa' finanziarie sono cresciute del 64,2%, mentre quelle che hanno interessato le banche hanno segnato un incremento del 28,4% (per un totale di +92,6%). La Lombardia, al contrario, e' la regione dove e' piu' basso il ricorso alle finanziarie: nello stesso periodo, le richieste sono infatti aumentate del 9,9%, mentre quelle verso le banche sono cresciute del 37,5%. Anche Campania (+48,3%), Veneto (+46,5%) e Lazio (+46%), sempre secondo quanto rilevato dall'associazione, si rivolgono piu' spesso alle finanziarie.

Gasolio inquinato, la Faib chiede alle compagnie il rimborso a gestori e automobilisti

23/06 Luigi La Porta, presidente regionale Faib (Federazione autonoma italiana benzinai) Confesercenti, in una dichiarazione afferma che ''in merito all' allarmismo che si e' creato circa l' inquinamento di gasolio prodotto e distribuito nelle giornate di venerdi' e sabato scorsi in molti impianti di carburante della Calabria per il prodotto uscito dal deposito Eni di Vibo Valentia la Faip si e' subito attivata con le compagnie petrolifere affinche' i gestori e gli automobilisti vengano al piu' presto rimborsati per i danni subiti''. ''Invitiamo gli automobilisti che hanno subito danni a rivolgersi - dice La Porta - ai propri gestori dove si sono forniti di carburante e di lasciare i propri nominativi con i recapiti telefonici. Saranno poi gli stessi gestori a comunicare alle compagnie tali nominativi e conseguentemente gli automobilisti verranno contattati dalle compagnie per i rimborsi per i danni subiti a causa del prodotto inquinato. Le compagnie ci risulta che si sono attivate per analizzare il prodotto e scoprire le cause di quanto e' avvenuto. Noi come sindacato domani faremo arrivare sugli impianti un modulo che gli automobilisti dovranno riempire con i propri dati''.

Il Codacons raccomanda di non pagare l’iva sulle bollette del gas.

14/06 Il Codacons della Calabria preannuncia una azione giudiziaria nei confronti dell'Eni Spa se non sara' risolto il problema del pagamento dell'Iva anche sulle imposte di consumo erariale e regionali. Lo rende noto il presidente del Codacons della Calabria, Francesco di Lieto, che, sulla vicenda, ha ricevuto la segnalazione di un cittadino calabrese, Mancuso. ''In buona sostanza - sostiene in una nota di Lieto - ai cittadini viene richiesta l'iva non solo sul consumo effettuato ma, addirittura sulle imposte, in pratica si finisce per pagare le tasse sulle tasse. Noi chiediamo solo che venga rispettato il naturale principio secondo cui un prelievo fiscale non deve costituire base imponibile per un nuovo prelievo fiscale. Tutto cio' sembrerebbe naturale ed invece i Cittadini subiscono, fino ad ora passivamente, anche questa vessazione. Inoltre cio' accade, oltre che per il gas metano, anche per i consumi di energia elettrica''. ''Ora - ha proseguito - sara' il Giudice a pronunciarsi sulla legittimita' della richiesta di Eni Gas & Power (ex Italgas piu' SpA) nei confronti del signor Mancuso, l'augurio del Codacons e' che una eventuale pronuncia favorevole potra' costituire un prezioso precedente cui potranno appigliarsi tutti i Cittadini. Per far comprendere a questi colossi che siamo stanchi di subire soprusi occorre che i Cittadini si uniscano per far valere i loro diritti al fine di scongiurare richieste illegittime perpetrate sulle spalle della povera gente''.

Secondo il Codacons a luglio aumentano gas ed elettricità

12/06 ''Sulla base dell'andamento delle quotazioni petrolifere, che negli ultimi mesi hanno continuato a salire, sia le tariffe elettriche che quelle del gas, con il prossimo aggiornamento trimestrale dovrebbero registrare un forte rincaro a partire dal primo luglio 2005''. E' quanto sostiene in una nota il presidente del Codacons Calabria, Francesco di Lieto. ''Dobbiamo attenderci - ha aggiunto - un aumento che, per quanto concerne le tariffe elettriche, sara' quasi sicuramente dell'ordine di un 2-3%. Questi aumenti avranno serie ripercussioni su tutte le bollette Enel, anche quelle di una famiglia tipo (che utilizza 3 kilowatt di potenza impegnata e consuma mediamene 225 kwh ogni mense). Da una nostra elaborazione dei dati cio' equivale ad un (ulteriore) aumento di circa 2 euro a bimestre, con un impatto di 10 euro sul conto annuale per quanto concerne solo l'energia elettrica. Nel caso del gas, invece, il possibile incremento che dovrebbe essere attorno al 4%, potrebbe costare ad una famiglia tipo (1.400 metri cubi consumati in un anno) ben oltre 30 euro su base annua''. ''Tutto cio' - ha proseguito di Lieto - avra', quindi, un impatto complessivo sul bilancio famigliare - tra luce e gas - che dovrebbe superare la quota di 40 euro l'anno. Una stima che, purtroppo, resta triste anche per i prossimi trimestri poiche' si basa sul meccanismo di indicizzazione delle tariffe all'andamento dei combustibili e delle materie prime sui mercati internazionali. Un infernale meccanismo che scarichera' sul prossimo trimestre, ma anche su quelli successivi, gli aumenti registrati dal petrolio nei primi mesi del 2005. Il sistema di aggiornamento si basa, infatti, sulla media delle quotazioni del greggio negli ultimi 6 mesi per l'elettricita' e degli ultimi 9 mesi nel caso del gas''. ''Se il governo non - ha concluso - interverra' per porre un freno agli aumenti metteremo in atto l'autoriduzione dei consumi di luce e gas, perche' non e' possibile che a pagare siano sempre i soliti noti''.

Il Codacons chiede a Loiero di prendere posizione sull’esposizione dei prezzi in lire

09/06 Il presidente del Codacons Calabria, Francesco Di Lieto, ha rivolto un invito al presidente della Regione, Agazio Loiero, affinche' prenda ''una chiara posizione in merito alla proposta relativa all'indicazione dei prezzi anche in lire''. Con questa iniziativa ''potremmo tutelare - ha aggiunto Di Lieto - quelle fasce della popolazione piu' deboli, come gli anziani, che faticano a dare il giusto valore al prezzo espresso in euro''. ''L' euro e' uno strumento positivo - ha proseguito Di Lieto - che ha portato e portera' indubbi vantaggi all'economia italiana ed ai consumatori semmai e' l' uso che e' stato fatto della nuova moneta, attraverso i ritocchi all' insu' dei prezzi, ad aver provocato danni. E' quell' intollerabile equiparazione ''1 euro = mille lire'' che troviamo assurda oltre che penalmente rilevante. Per questo l' associazione iniziera' da domani, dapprima presso la sede nazionale, poi in tutte le sedi presenti sul territorio, una raccolta di firme da parte dei propri associati, oltre che, ovviamente, di tutti i consumatori per arrivare a un disegno di legge popolare che imponga il doppio prezzo euro/lire''. ''Con tale provvedimento - ha concluso - i consumatori, la maggior parte dei quali ragiona ancora in lire, potranno comparare piu' velocemente i prezzi, stanare i commercianti ''furbi'' e diminuire l' ostracismo verso la moneta unica, determinato unicamente da chi ha utilizzato l'euro per speculare sui prezzi''.

Codacons chiede il rimborso dell’iva pagata sulle tasse nelle bollette

07/06 Il Codacons invita tutti i cittadini calabresi a richiedere all' Agenzia delle Entrate il rimborso delle somme pagate e non dovute relative all' Iva applicata sulle imposte di consumo erariali e regionali in relazione alle utenze di gas metano e di energia elettrica, allegando copia delle bollette gia' pagate. Il Codacons, in una nota, ha reso noto di aver invitato l' Agenzia delle Entrate a ''prendere posizione sulla vicenda, proprio alla luce ed in ossequio alle numerose pronunce di legittimita' sulla materia''. Il presidente del Codacons della Calabria, Francesco Di Lieto, sostiene che ''per comprendere le ragioni della denuncia dell' Associazione, basta che i cittadini osservino le fatture emesse da Enel o da Italgas per rendersi conto di come siano costretti a pagare l' Iva sulle imposte di consumo erariali e regionali. In buona sostanza ai cittadini viene richiesta l' Iva non sul consumo effettuato ma, addirittura sulle imposte. Praticamente paghiamo le tasse sulle tasse. In proposito la Cassazione ha avuto modo di ribadire il sacrosanto principio per il quale un prelievo fiscale non puo' e non deve costituire base imponibile per un nuovo prelievo fiscale''. E' stata avviata ''una azione giudiziaria - conclude la nota del Codacons - contro i colossi Enel ed Eni Gas e Power (gia' Italgas piu' SpA) al fine di scongiurare questo ulteriore balzello perpetrato sulle spalle della povera gente''.

ACU: “Fare chiarezza sul caso Volareweb e sul reinvestimento dei diritti aeroportuali a Lamezia”

29/04 L' Acu, Associazione consumatori utenti, in vista dell' assemblea degli azionisti della Sacal, la societa' di gestione dell' aeroporto di Lamezia Terme, in programma sabato, ha chiesto ai soci ed in particolare ai rappresentanti degli enti pubblici, che sia fatta chiarezza sul caso della compagnia Volareweb, sul reinvestimento dei diritti aeroportuali e sulla certificazione di bilancio. ''Dopo le recenti e allarmanti notizie di stampa che riferiscono di bilanci truccati nella compagnia Volareweb - e' scritto in un comunicato del presidente dell' Acu Calabria, Francesco Carnovale Scalzo - sarebbe opportuno accertare se e quanto la Sacal rischia di perdere per il mancato incasso degli introiti relativi ai servizi resi nel periodo in cui Volare utilizzava lo scalo lametino. Sarebbe opportuno che si sapesse se risponde al vero che ne' il Presidente e ne' il Cda hanno provveduto a stipulare un regolare contratto registrato con Volare precedente l' erogazione dei servizi''. Per quanto riguarda i diritti aeroportuali, l' Acu ha sostenuto che ''sarebbe opportuno sapere se le entrate sono state contabilizzate secondo le recenti interpretazioni in materia della Direzione generale delle entrate e della Direzione generale dell' Enac. Occorre ricordare - ha sostenuto l' Associazione - che tali importi devono obbligatoriamente essere reinvestiti in infrastrutture nuove o nella manutenzione di quelle esistenti e mai, possono essere ridistribuiti come utili societari come, al contrario, sembra essere accaduto con il bilancio approvato lo scorso anno''. L' Acu ha quindi sostenuto che da anni ''per tutte le societa' di servizi, specie per quelle partecipate da capitali pubblici, la certificazione del bilancio e' divenuto un vero e proprio obbligo. Stranamente invece - e' scritto nel comunicato - il management della Sacal e' andato controtendenza giacche' tale adempimento, pur attuato nel passato attraverso la societa' Deloitte, non e' stato piu' realizzato. Anche nell' assemblea di domani si mette all' ordine del giorno l' affidamento di un incarico di controllo contabile che e' mera attivita' di riscontro, anziche' una vera e propria certificazione. Sarebbe il caso che proprio i rappresentanti degli Enti locali chiedessero conto di tali scelte e insistessero per sostituire al riscontro contabile una vera e propria certificazione''. ''Anche dalle risposte a tali domande e dalle successive verifiche e riscontri che la nostra Associazione compira', oltre alle verifiche gia' compiute che si prepara a rendere pubbliche - ha concluso l' Acu - si capira' perche' da piu' parti si chiede un segno di discontinuita' nel rinnovo del presidente, del Cda e del direttore generale, adempimento che e' stato solo differito di pochi giorni grazie all' interessamento e all' intervento del neosindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, socio di maggioranza relativa della Sacal''.

I consumatori chiedono il rinnovo totale degli organi di gestione dell’Aereoporto di Lamezia

23/04 L' Acu, Associazione consumatori utenti, componente del comitato degli operatori e utenti del trasporto aereo e del tavolo permanente di confronto istituiti presso l' Enac, ha chiesto al Presidente della Regione, ai nuovi Sindaci di Vibo e di Lamezia Terme e a tutti gli altri soci della Sacal, la societa' di gestione dell' aeroporto lametino, ''di rinnovare totalmente la propria rappresentanza nella compagine sociale e, quindi, negli organi di gestione, segnando una chiara ed inequivocabile discontinuita' con le strategie aziendali e le relazioni industriali adottate dagli attuali vertici aziendali''. ''Gli ultimi anni di gestione - ha sostenuto il presidente regionale dell' Acu, Francesco Carnovale Scalzo - si sono caratterizzati per la netta chiusura al confronto con istituzioni, territorio, sistema produttivo, parti sociali. Una gestione personalistica del Presidente, disgiunta da tutti i processi di crescita del territorio lametino, assolutamente non al servizio dell' economia locale, che ha tagliato ogni forma di rapporto con le rappresentanze dell' utenza previste dalle carte dei servizi e dalla normativa vigente e gia' praticate fattivamente e con successo, in altri tempi e con altri indirizzi, dalla stessa Sacal. Indicativa e' la vicenda del mega progetto, da nessuno conosciuto, della piattaforma commerciale, che prevede la realizzazione di un centro di intrattenimento e di un hotel centro congressi che sarebbe dovuto sorgere nell' area demaniale delimitata dalle due vie di accesso-uscita all' aeroporto. E cio' non per servire l' utenza aeroportuale che, ancora, non ha nessuna ragione per trattenersi in tale sito, ma per porsi in conflitto e in competizione con albergatori e commercianti della zona e con analoghe infrastrutture e servizi esistenti''. ''L' aeroporto - prosegue la nota dell' Acu - e' stato relegato al mero ruolo di imbarco e sbarco dei passeggeri, peraltro, deprimendo la qualita' del servizio alle compagnie e l' assistenza ai passeggeri. Quello che doveva rappresentare un volano per lo sviluppo dell' area centrale della Calabria si e' tramutato in un bunker inespugnabile e cio' prevalentemente grazie alla grave compiacenza omissiva fin qui dimostrata dai soci pubblici, in testa Regione, Comune Lamezia, Provincia Catanzaro, Camera di Commercio di Catanzaro. Per non dire delle scommesse perse proprio nel settore del trasporto aereo: la fuga ed il mancato ritorno di Ryanair, la mancata realizzazione ed attivazione degli accordi precedentemente conclusi con il tour operator russo Italturist per un volo da Mosca''. A giudizio dell' Associazione ''s' impone il ripristino di una conduzione trasparente, improntata al confronto con le Istituzioni, le categorie economiche, le forze sociali e le rappresentanze dell' utenza, onde aprire al territorio, tanto l' infrastruttura in se, quanto la societa' di gestione. Infine, affinche' tutto cio' possa essere efficacemente realizzato - conclude la nota - necessita coinvolgere sia nella guida politica, che in quella operativa della Sacal professionalita' specifiche del settore aeroportuale e competenze comprovate nell' ottica piu' complessiva di una crescita culturale delle figure professionali espressione della migliore calabresita'''.

Il Codacons invita le banche calabresi a restituire i soldi dei crack dei Bond Argentini”

22/04 ''Invitiamo tutti gli istituti di Credito operanti nella regione a provvedere, immediatamente, alla restituzione in favore dei risparmiatori calabresi delle somme svanite a seguito del crack Argentina, fornendo esempio di reale tutela dei propri clienti''. E' quanto sostiene in una nota il presidente del Condacos Calabria, Francesco Di Lieto, circa la vicenda dei Bond-Argentini. ''Le banche - ha aggiunto - hanno violato le norme sulla trasparenza bancaria, i regolamenti Consob, l'informativa sulla rischiosita' dell'investimento e quant'altro. I risparmiatori sarebbero stati sconsigliati dalle banche ad intentare azioni giudiziarie perche' non sarebbe ravvisabile alcuna colpa da parte dei soggetti che hanno proposto lo scellerato investimento. Tuttavia riteniamo che la realta' sia diversa, infatti le banche hanno scaricato sui loro disperati clienti il rischio Argentina, persino nel 2002, quando era impossibile non sapere che fine avrebbero fatto quelle obbligazioni. Nella collocazione dei prodotti finanziari, gli istituti di credito non avrebbero tenuto un comportamento diligente e conforme alle succitate disposizioni normative''. ''Risulta al Codacons - ha proseguito Di Lieto - che i cittadini non sono stati adeguatamente informati sull'alta pericolosita', anche in linea capitale, dell'investimento che le stesse banche hanno proposto di sottoscrivere agli ignari risparmiatori. Le banche ed il proponente l'investimento, avevano l'obbligo di fornire ai risparmiatori una completa informazione sui rischi connessi a quelle specifiche operazioni che si consigliavano ai clienti, informazione che trattandosi di soggetti tenuti ad agire con la diligenza di un operatore qualificato, nell'ambito di un rapporto in cui e' obbligatoria la tutela dell'interesse del cliente, necessariamente comprende l'indicazione, non generica, della natura altamente rischiosa dell'investimento operato. In buona sostanza i cittadini non hanno alcuna conoscenza o esperienza dei mercati finanziari e dei flussi legati a tali investimenti''. ''I risparmiatori calabresi - ha concluso il presidente del Codacons Calabria - cercano la massima cautela possibile, operando i propri investimenti al fine della salvaguardia quanto meno dell'investimento in linea capitale, e, se fossero stati edotti dell'alta rischiosita', non avrebbero mai effettuato ripetute ed ingenti operazioni finanziarie su titoli emessi dall'Argentina''.

Bankitalia: In un anno aumentate del 18% le spesa a rate

19/04 L’Italia spende sempre di piu' a rate. Alle prese con il carovita e con l'economia al rallentatore, gli italiani si rivolgono sempre di piu' a banche o a finanziarie per ottenere un finanziamento destinato all'acquisto di beni di consumo. La predilezione delle famiglie per il 'tutto e subito', anche se a rate, e' testimoniata dagli ultimi dati sul credito al consumo contenuti nel Bollettino statistico della Banca d'Italia. A dicembre scorso, in un mese in cui si e' particolarmente propensi alla spesa per non lasciare sguarnito l'albero di Natale, il totale dei prestiti richiesti ammontava infatti a quasi 61 miliardi di euro, quasi il 19% in piu', per la precisione il 18,6%, rispetto ai 51,3 miliardi di dicembre 2003. A ricorrere al credito sono soprattutto i lombardi, che si sono rivolti a banche e finanziarie richiedendo prestiti per oltre 9,6 miliardi. Una cifra che da sola supera il totale di tutto il nord-est. Nell'Italia nord orientale si tende insomma a scialare di meno, al punto che Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli Venezia-Giulia ed Emilia Romagna totalizzano in complesso poco piu' di 9 miliardi di euro. Tuttavia le famiglie della zona sembrano voler sempre piu' emulare i vicini lombardi, con una crescita complessiva in un anno di oltre il 18%, in linea cioe' con la media nazionale. Ed in Veneto la variazione su dicembre 2003 sale addirittura al +21%, cioe' tra i livelli piu' alti in Italia. Al secondo posto nella classifica delle regioni indebitate c'e' il Lazio, con 7,4 miliardi, mentre tra le regioni che mostrano un aumento piu' evidente spiccano due regioni del sud. Innanzitutto la Campania, dove i prestiti richiesti ammontano a dicembre dello scorso anno ad oltre 5,5 miliardi, il 21% in piu' rispetto a dicembre 2003. Segno di un ricorso ai prestiti e di una propensione all'acquisto a rate molto piu' diffusa che nel resto d'Italia. L'aumento e' del resto superiore alla media anche in Sicilia, dove, secondo i dati di Bankitalia, si e' passati dai 4,9 miliardi di fine 2003 a 5,9 miliardi di euro di fine 2004, con un'impennata cioe' di circa il 20%. Crescita simile anche nelle Marche (+20,1%) anche se i prestiti ammontano a un piu' contenuto 1,3 miliardi. Anche a dicembre dello scorso anno, come nei mesi precedenti, il credito al consumo si e' concentrato soprattutto nelle banche. E' agli istituti di credito che gli italiani si sono in gran parte rivolti per ottenere un prestito. Quelli erogati dalle banche ammontano infatti ad oltre 35,6 miliardi di euro, mentre le finanziarie seguono con 25,3 miliardi. Ecco in una tabella la distribuzione regionale del credito al consumo in base ai dati contenuti nel Bollettino statistica della Banca d'Italia. I dati si riferiscono alle consistenze in milioni di euro.

NORD OVEST

16.081

18,50%

Piemonte

4.708

18,60%

Valle d'Aosta

136

14,20%

Liguria

1.599

14,80%

Lombardia

9.638

19,10%

     

NORDEST

9.056

18,60%

Trentino Alto Adige

562

17,00%

Veneto

3.769

21,00%

Friuli Venezia Giulia

1.092

17,50%

Emilia Romagna

3.633

16,40%

     

CENTRO

14.102

18,10%

Marche

1.346

20,10%

Toscana

4.361

15,20%

Umbria

992

18,50%

Lazio

7.402

19,40%

     

SUD

13.418

18,50%

Abruzzo

1.422

17,10%

Molise

304

19,20%

Campania

5.531

21,00%

Puglia

3.764

16,90%

Basilicata

479

15,90%

Calabria

1.917

16,30%

     

ISOLE

8.323

19,90%

Sicilia

5.936

20,30%

Sardegna

2.387

19,00%

     

TOTALE

60.980

18,60%


Nel 2004 spesi in Calabria quasi 50 mln di euro per revisioni auto. A Cosenza la spesa più alta

14/04 Per far revisionare i loro autoveicoli nelle officine private autorizzate gli automobilisti calabresi nel 2004 hanno speso presso 45,7 milioni di euro. E' quanto emerge dall'elaborazione dei dati realizzata dall' Osservatorio Autopromotec, che e' la struttura di ricerca della piu' importante rassegna espositiva internazionale di prodotti ed attrezzature per l' autoripartizione. La cifra comprende il pagamento della tariffa fissata per le revisioni per complessivi 11,2 milioni di euro ed il costo delle operazioni di manutenzione e riparazione necessarie per porre i veicoli in grado di superare i controlli previsti, cioe' la spesa per la cosiddetta attivita' di prerevisione, che ammonta a 34,5 milioni di euro. Le revisioni di autoveicoli eseguite nel 2004 dalle 204 officine private autorizzate operanti in Calabria sono state 302.515. E' Cosenza la provincia della Calabria che registra con 18 milioni di euro la spesa piu' alta per revisioni e prerevisioni eseguite nel 2004, seguono le province di Reggio Calabria con 12,4 milioni, Catanzaro con 8,2 milioni, Vibo Valentia con 3,6 milioni e Crotone che, con 3,5 milioni, chiude la graduatoria delle province calabresi. La Calabria, per spesa in revisioni e prerevisioni di autoveicoli effettuate nel 2004, si colloca all' undicesimo posto della graduatoria nazionale per regioni.

Aumentata del 20% la spesa per il carburante da parte delle famiglie italiane

09/04 In un anno, secondo un'analisi degli artigiani della Cgia di Mestre, la spesa per carburante delle famiglie italiane e' aumentata del 20,5% , pari a 348 euro all'anno in piu', contro un aumento medio delle spese familiari totali pari al 6,4%. Oggi (sulla spesa totale), i costi relativi al carburante incidono per il 7% sul bilancio famigliare. Nel 2004, sempre secondo la Cgia, le famiglie italiane hanno speso mediamente per benzina e gasolio quanto hanno speso per mobili ed elettrodomestici e manutenzione della casa (6,2% l'incidenza sul proprio bilancio). Poco meno degli acquisti per il vestiario e l'abbigliamento (al 6,7%). ''Non possiamo farne a meno ma - spiega la Cgia - per mandare avanti le nostre auto, siamo costretti a spendere il 20,5% in piu' rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. E cosi', se fino al 5 aprile del 2004 si spendevano 143 euro al mese, per la benzina ora se ne sborsano 172 euro. Quasi 30 euro in piu' al mese che, in dodici mesi, diventano 348 euro; circa 670 mila delle vecchie lire in piu' per compiere gli stessi percorsi di un anno fa''. L'ufficio studi della Cgia, inoltre, ha messo in relazione tali dati con la spesa media familiare complessiva mensile. Se fino al 2004 il costo del carburante incideva sul bilancio familiare per una quota del 6,18%, ora la percentuale aumenta di un ulteriore 0,82 % attestandosi al 7%. Queste le proporzioni a cui la Cgia arriva sulla base di una spesa familiare complessiva mensile che nel 2004 era di 2.313 euro e che nel 2005 e' aumentata di 147 euro (totale di 2.460 euro), pari al 6,4 % in piu'. Sempre dai dati della Cgia, si evince che agli inizi del 2004 su 100 euro di spesa 6,2 euro andavano in carburante. Lo stesso importo che mediamente spendeva la famiglia italiana per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici e per la manutenzione della casa. Poco meno dei 6,7 euro di quanto veniva speso per l'abbigliamento e le calzature. Ecco una tabella - elaborata dalla Cgia di Mestre - che illustra il peso della spesa dei carburanti sui bilanci familiari, raffrontato con quello di un anno fa:

 

Spesa carburante

Spesa familiare

Incidenza spesa

 

per famiglia (*)

complessiva

del carburante

 

(media mensile)

(media mensile)

sul bilancio

 
 

familiare

-----------------------------------------------------------------------------

------------------

5 apr. 2004

143 euro

2.313 euro

6,18%

5 apr. 2005

172 euro

2.460 euro (**)

7,00%

Diff.val.ass

+ 29 euro

+ 147 euro

-

Diff.val.%

+ 20,50%

+ 6,40%

+0,82%

------------------------------------------------------------------------------

------------------

(*) Calcolato sulla base dei consumi medi di benzina e gasolio

(**) Stima su dati Istat elaborati dall'Ufficio studi CGIA

 

Nella distibuzione regionale, è la Valle d'Aosta (con 251 euro), seguita dal Trentino Alto Adige (182,7), la maglia nera delle Regioni italiane per spesa mensile media di carburante per famiglia. Il dato delle due regioni si spiega pero', precisa la Cgia, con il fatto che in montagna si consuma di piu' e si usano maggiormente i mezzi privati rispetto a quelli pubblici. A spendere meno sono i piu' parsimoniosi storicamente, cioe' i liguri, con 108,5 euro di spesa media mensile, preceduti dai lucani (110 euro), dai calabresi (114,8 euro), dai molisani (115 euro). Ecco la classifica delle maggiori spese per carburanti delle famiglie nelle regioni italiane elaborata dalla Cgia di Mestre (la spesa media mensile espressa in euro):
Valle d'Aosta 251,0
Trentino Alto Adige 182,7
Lazio 172,2
Abruzzo 171,6
Umbria 171,0
Emilia Romagna 170,4
Marche 164,5
Veneto 152,7
Toscana 151,8
Sardegna 149,2
Lombardia 138,5
Friuli Venezia Giulia 131,6
Puglia 127,1
Piemonte 120,8
Campania 118,6
Sicilia 117,1
Molise 115,0
Calabria 114,8
Basilicata 110,0
Liguria 108,5

Adiconsum: “La non concorrenza in Italia ha portato all’aumento di gasolio e benzina”

06/04 In Italia la non concorrenza nel mercato energetico costa cara al consumatore. Secondo Adiconsum, occorre una seria riflessione sulle liberalizzazioni visto che in un anno (marzo 2005 su marzo 2004) i prezzi dell'energia elettrica e del gas metano (entrambi sotto il controllo dell'Authority) sono cresciuti rispettivamente del 4,81% e del 4,57% mentre la benzina e il gasolio da autotrazione (entrambi liberalizzati) sono cresciuti rispettivamente del 9,72% e del 21,11%. Per il segretario generale di Adiconsum, "là dove vi è il controllo pubblico gli aumenti sono stati contenuti, ma là dove si è scelta la strada della liberalizzazione gli aumenti sono stati doppi e quadrupli". L'Italia, si legge in una nota di Adiconsum, per entrambi i combustibili, ha registrato aumenti record nei dodici mesi con +18,6 centesimi nel gasolio e +10,5 centesimi sulla benzina. Rispetto alla media europea l'Italia ha avuto un aumento maggiore di circa 4 centesimi. Dal confronto emergono quindi aumenti contenuti laddove c'è stato il controllo dell'Autorità e forti aumenti dove ci si è affidati ad un mercato che resta privo di un'affettiva concorrenza. Per quanto riguarda la benzina e il gasolio, sono molti gli aspetti speculativi che Adiconsum ha più volte denunciato: i prezzi alla pompa sono determinati giornalmente in base alle quotazioni della borsa, mentre tutti sanno che gli acquisti fatti dai petrolieri avvengono con contratti a lungo termine, inoltre non viene tenuto conto dell'utilizzo delle scorte; la mancanza di effettiva concorrenza tra le compagnie e nella distributori contribuisce a mantenere elevati i prezzi. Piccole raffinerie (ad esempio Rieti, Viterbo, Calabria, Puglia, Lombardia eccetera), praticano prezzi più bassi; Si aggiunga che i reali prezzi alla pompa sono mediamente più alti di circa 4 centesimi rispetto a quelli evidenziati nelle statistiche della banca dati del Ministero (indagine effettuata dall'Adiconsum). Infine, l'Adiconsum ribadisce le sue proposte e cioè: restituzione agli automobilisti del maggior guadagno fiscale dello Stato derivante da accise e Iva che solo nel 2004 è stato di oltre un miliardo di euro. Con questa semplice manovra si potrebbe ridurre il prezzo dei carburanti di 4-5 centesimi al litro; controllo costante dei prezzi e variazione degli stessi non giornalmente ma con variazione periodica, come già avviene sull'elettricità sulla base della media degli ultimi sei mesi; possibilità di aprire pompe di benzina alla grande distribuzione, come già avviene in Francia; ammodernamento e razionalizzazione della rete, che in Europa è quella con più pompe; costituzione di una "cabina di regia permanente", in grado di svolgere un ruolo di Authority sui prodotti petroliferi".

Il Codacons invita i passeggerei del treno deragliato per la frana a chiedere i danni

01/04 ''Questo ennesimo incidente mette in evidenza la necessita' di intervenire al piu' presto al fine di tutelare gli utenti che viaggiano su quella linea e che, allo stato attuale, rischiano di rimanere vittime di un altro deragliamento legato al distaccamento di detriti dalla montagna''. E' quanto si afferma in un comunicato del Codacons in relazione all' incidente ferroviario accaduto ieri sera nel reggino nel quale sono rimaste ferite tre persone. Per il Codacons si tratta ''di un altro episodio che getta ombre inquietanti sul livello di sicurezza del trasporto ferroviario calabrese''. L' associazione di consumatori, nella nota, invita i passeggeri coinvolti nell' incidente ''a chiedere il risarcimento dei danni, anche quelli 'da paura', dinanzi al giudice di pace''.

In Calabria boom degli Hard Discount

30/03 Anche in Calabria, negli ultimi anni, gli hard discount hanno avuto un vero e proprio boom, arrivando a quota 4,3 punti vendita ogni 100.000 abitanti e raccogliendo la fiducia dei consumatori grazie a prezzi inferiori rispetto alle catene di vendita abituali. A sostenerlo e' Listaconsumatori in un comunicato. ''Il motivo dell' escalation dei discount nella nostra regione - ha sostenuto il leader di Listaconsumatori Francesco Di Lieto - e' da ricercarsi principalmente nell' impennata dei prezzi avvenuta nei negozi tradizionali dall' introduzione dell' euro in poi. Sotto il profilo della qualita', i prodotti in vendita nei discount vengono definiti buoni dai consumatori calabresi che non riscontrano grandi differenze rispetto a quelli di marca''. Nel comunicato e' poi indicata una classifica del risparmio per ogni tipologia di prodotto rispetto ai prodotti di marca: prodotti banco frigo 21%; surgelati 23%; cosmetici 24%; cibo per neonati 27%; prodotti per la casa 29%; dolci e biscotti 31%; prodotti da scaffale 32%; pannolini 35%; bevande alcoliche e analcoliche 36%; cibo per animali 39%; sanitari e farmaci 44%; igiene personale 48%. ''Il consiglio, comunque - e' scritto nel comunciato - e' sempre quello di provare ogni singolo prodotto prima di acquistarne grandi quantitativi ricordandosi che le differenze di prezzo sono conseguenza dell' assenza di pubblicita', dell' assortimento limitato e dell' ambientazione spartana dei punti vendita. Spesso il prodotto acquistato al discount e' realizzato dalla stessa casa produttrice dei prodotti di marca, seppur confezionato in modo diverso''.

Consumatori: Spesa farmaceutica, troppa differenza tra le regioni

22/03 Lazio, Sicilia, Sardegna, Campania, Calabria e Puglia sono le regioni italiane che piu' delle altre hanno sforato la spesa farmaceutica secondo il rapporto sulla spesa farmaceutica presentato oggi dall'Aifa (Agenzia del Farmaco). ''Il rapporto presentato oggi mostra ancora una volta – ha commentato Rossella Miracapillo, responsabile dell'Osservatorio farmaci e salute di Movimento Consumatori - una fotografia frammentata del nostro paese rispetto alla spesa che ogni regione sostiene per i farmaci. Rispetto al famoso tetto del 13% a cui tutte le regioni devono attenersi per la spesa farmaceutica c'e' una differenza di 7,1 punti percentuale tra il Piemonte (la regione che piu' delle altre e' sotto la soglia di sforamento) e il Lazio che supera il limite del 13% di 5,9 punti''. La preoccupazione nasce dal fatto che il maggior assorbimento di risorse per la spesa farmaceutica di queste regioni ''si traduca - ha spiegato l'associazione – in penalizzazioni in termini di aumenti di tasse dirette o indirette a carico dei cittadini o che le maggiori risorse necessarie vengano invece reperite diminuendo la qualita' dei servizi sanitari''. L'associazione dei consumatori ha sottolineato, inoltre, come il netto miglioramento della spesa per i farmaci di fascia C, quelli a carico del cittadino, dimostri lo sforzo fatto ''ma allo stesso tempo - ha aggiunto Movimento Consumatori - ci chiediamo come mai da anni alcune regioni perseverino nello sforamento e, a quanto ci risulta, non hanno avviato politiche di controllo e di contenimento incisive''. Pertanto Movimento Consumatori inviera' alle amministrazioni regionali ''incriminate'' una richiesta formale per avere informazioni circa eventuali provvedimenti che intendono adottare per controllare lo sfondamento di spesa al fine di verificare che eventuali azioni non siano di diretta ricaduta sui cittadini''.

Codacons: “Boicottare le compagnie di benzina più care”

14/03 Codacons e Listaconsumatori Calabria, per far fronte al caro-carburanti, hanno invitato gli automobilisti ''a boicottare le compagnie piu' care, rifornendosi presso chi pratica prezzi piu' bassi''. ''E' allarme caro-carburanti in Calabria. Nella regione - sostengono le due associazioni - l' impennata dei prezzi di benzina e gasolio a cui si e' assistito negli ultimi giorni gravera' per 18/20 euro al mese a famiglia. Si scopre inoltre che Reggio Calabria e' tra le citta' piu' care d' Italia sul fronte dei carburanti: alla pompa la benzina costa nel capoluogo 1,108 euro al litro, mentre il gasolio costa 1,022 euro al litro. Cifre ben superiori rispetto ad esempio a Trieste (0,916 euro/litro la benzina) o Firenze (0,975 euro/litro il gasolio)''. Codacons e Listaconsumatori hanno anche invitato gli automobilisti ''a far installare nelle varie citta' i 'benzacartelloni' di quartiere. Si tratta - e' scritto in una nota - di cartelloni installati nelle vie dei quartieri delle grandi citta' e nei comuni di media/piccola grandezza: tali cartelloni dovranno riportare i distributori di carburante della zona, l' indirizzo e il prezzo del giorno delle benzine praticato al pubblico. Ogni gestore, quotidianamente, avra' la possibilita' di inserire i dati richiesti all' interno del cartellone. Questo provvedimento avra' un duplice vantaggio: da una parte consentira' all' automobilista di conoscere i distributori di zona e i prezzi da questi praticati, consentendo quindi di dirottare la scelta del rifornimento di benzina presso i gestori che praticano i prezzi piu' convenienti. Dall' altra la pubblicazione dei dati aumentera' al concorrenza nel settore tra gestori, portando a un calo dei prezzi, e chi non inserira' i dati relativi ai prezzi verra' ovviamente evitato dagli automobilisti''.

Codacons:“Sui banchi ortofrutta aumenti ingiustificati”

28/02 ''Dinanzi ad un ingiustificato divario tra prezzo all' origine e prezzo all' ingrosso dei prodotti ortofrutticoli, che puo' spiegarsi solo con la mera speculazione attraverso i passaggi della filiera, chiediamo all' Assessore regionale al Commercio di introdurre misure urgenti per salvaguardare i portafogli dei consumatori''. Lo sostengono in una nota Codacons e Listaconsumatori Calabria. In particolare le associazioni propongono di ''promuovere la vendita diretta produttore-consumatore e fornire incentivi economici e fiscali ai banchi di mercato che applicano il doppio prezzo sui cartellini, prezzo ingrosso e prezzo dettaglio''. ''Continuano a salire i prezzi al dettaglio dei prodotti ortofrutticoli - e' scritto in un comunicato - e in una sola settimana il costo di frutta e verdura, come denunciato dalle associazioni dei coltivatori, e' aumentato mediamente del 18%. I casi piu' evidenti di rincari riguardano il radicchio (+21%), i finocchi (+14,7%), le zucchine (+12,2%) e ancora i kiwi (+10%), i limoni (+5,5%) e le pere (+4,2%)''. ''La solita scusa avanzata a giustificazione di tali rialzi sarebbe il maltempo - si sostiene ancora nel comunicato - ma la stessa Cia (Confederazione italiana degli agricoltori) ci tiene a sottolineare come il trend delle quotazioni all' origine sia addirittura negativo (-6%). Codacons e Listaconsumatori Calabria chiedono inoltre ai Nas di aprire delle indagini per aggiotaggio al fine di contrastare le manovre speculative che stanno determinando il forte aumento dei prezzi al dettaglio''.

Altroconsumo chiede a Trenitalia di risarcire i pendolari

14/02 L' associazione indipendente di consumatori Altroconsumo chiede a Trenitalia di modificare il proprio regolamento di servizio, perche' sia consentito anche ai possessori di abbonamento di richiedere il risarcimento dei danni in caso di ritardo. Attualmente, infatti, il regolamento contempla la possibilita' di richiederlo solo ai possessori di biglietti ordinari. Domani e dopodomani - 15 e 16 febbraio - alcuni rappresentanti di Altroconsumo saranno nelle stazioni di 15 citta' italiane a distribuire materiale informativo per chiedere agli utenti ''di far valere i propri diritti''. Le citta' coinvolte dall'iniziativa, annuncia Altroconcumo, sono Ancona, Bari, Bergamo, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Torino, Udine e Verona. Altroconsumo, in concomitanza con l'iniziativa nelle stazioni e per rivendicare il diritto al risarcimento, attraverso il sito www.ultimotreno.com, mettera' a disposizione un questionario e una lettera tipo da inviare a Trenitalia o agli altri fornitori. ''Le segnalazioni raccolte attraverso il questionario, dove si chiedera' agli utenti anche la quantificazione del danno economico subito - informa l'associazione -, saranno la base per la richiesta da inoltrare a Trenitalia e agli altri fornitori per prevedere espressamente, nel proprio regolamento di servizio, il risarcimento danni ai pendolari in caso di ritardo dei treni''.

Il Codacons propone una tessera a punti per i rimborsi dei ritardi di Trenitalia

11/02 Una ''tessera a punti'' per risarcire ai pendolari calabresi che quotidianamente usano i treni interregionali gli episodi di disservizio e i ritardi di Trenitalia: e' la proposta che Codacons e Listaconsumatori Calabria avanzano all' assessore regionale ai Trasporti Francescantonio Stillitani. ''Una tessera - e' scritto in un comunicato dell' associazione - simile a quella che viene data ai clienti dei grandi supermercati e che consente ai consumatori di poter ricevere, in cambio dei punti accumulati, un regalo a scelta tra quelli messi a disposizione dalla catena commerciale. Nel nostro caso la tessera ha la stessa funzionalita' ma, alla fine di ogni mese, invece di un elettrodomestico o di una coperta, i passeggeri otterranno in cambio un titolo di viaggio gratis, di un chilometraggio pari al numero dei punti accumulati''. In base alla proposta di Codacons e Listaconsumatori Calabria ''ogni minuto di ritardo di un treno, che verra' certificato dal controllore al momento di bucare il ticket - e' spiegato nel comunicato - varra' al viaggiatore un chilometro. I passeggeri vittime dei ritardi dovranno presentare a fine mese i punti accumulati, conservando a tale scopo i vari titoli di viaggio indicanti il giorno, la tratta del treno e, soprattutto, l' ora di passaggio del convoglio (importantissima per accertare i minuti di ritardo). Tali punti verranno scambiati con biglietti dello stesso chilometraggio, offerti da Trenitalia come indennizzo per i pendolari''.

Il Codacons diffida l’ANAS per i disagi sulla A3

05/02 Il Codacons di Salerno ha reso noto di aver diffidato l'Anas ''dal reiterare condotte inadempienti e negligenti circa i servizi prestati sull'autostrada A3 e, nel contempo, ad erogare i servizi pubblici di sua competenza sulla stessa autostrada secondo standard di qualita' ed efficienza''. Il Codacons vuole inoltre sapere quali sono ''le iniziative e ogni atto intrapreso al fine di scongiurare per il futuro situazioni simili'' a quelle verificatesi nei giorni scorsi. Nella diffida viene inoltre chiesta la copia di una serie di documenti informativi sulla gestione dell'emergenza maltempo da parte dell'Anas.

Proteste per le bollette del gas troppo salate a Trebisacce

01/02 Forti proteste vengono segnalate da Codacons e Listaconsumatori nella zona di Trebisacce da parte di utenti del gas metano che si sarebbero visti recapitare le bollette relative al consumo da parte dell' azienda Gea-Com di Grosseto subentrata da qualche tempo, nella distribuzione, alla Gas-met-sud di Salerno. ''La nuova societa' - e' scritto in una nota di Codacons e Listaconsumatori - ha dato un bel regalo di benvenuto ai suoi utenti, che si sono visti recapitare delle bollette a dir poco salate e poco decifrabili, scatenando una vera e propria protesta. Poiche' la fattura fa riferimento ai consumi di gas effettuati nei mesi di settembre e di ottobre - prosegue la nota - nessuno si aspettava un importo tanto elevato. Pare infatti che il costo della bolletta sia lievitato inspiegabilmente da poche decine a centinaia di euro, aumento giustificato da una sfilza di numeri, che fanno riferimento ad un ipotetico conguaglio unito a un non meno presunto canone fisso''. Gli utenti, riferisce la nota dell' associazione, ''hanno preso d' assalto gli uffici locali dell' Azienda per chiedere delucidazioni che, tuttavia i pochi addetti a disposizione non avrebbero saputo fornire''. ''Codacons e Listaconsumatori - e' scritto nella nota - diffidano la Gea-Com a fornire delucidazioni ai consumatori di Trebisacce riguardo le voci e l' importo delle bollette contestate. L' associazione offre assistenza legale a chi sara' costretto a pagare ingiustamente un costo superiore al consumo reale di gas metano effettuato''.

Il comune di Botricello restituisce i soldi in più versati per la Tarsu

29/01 Il comune di Botricello ha provveduto a restituire a 35 cittadini le somme versate in eccedenza per il pagamento della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani riferita al 2003, senza che i contribuenti avessero presentato alcuna richiesta. Lo ha reso noto il Comune. Da un controllo degli uffici comunali, secondo quanto e' stato riferito, e' risultato, infatti, che alcuni cittadini avevano pagato piu' del dovuto. A quel punto, a ogni utente e' stato comunicato l' errore e liquidato l' eccedente attraverso un mandato nominativo pagabile presso un'agenzia della banca di Credito cooperativo del ''Centro Calabria''. ''Questi trentacinque cittadini - ha sostenuto il sindaco di Botricello, Giovanni Puccio - avevano erroneamente pagato sia i conto correnti riferiti alla rateizzazione della Tarsu, sia quello che conteneva l' intero importo annuale. Da una verifica di routine dell' ufficio Tributi e' risultato il pagamento in eccesso e a quel punto abbiamo provveduto a restituire la somma erroneamente versata, comprensiva di interessi legali maturati, senza che nessuno avesse presentato richiesta di rimborso. E' importante che tutti paghino le tasse, ma e' altrettanto giusto che le istituzioni svolgano il proprio ruolo che, in questo caso, e' stato quello di essere corretti nei confronti dei contribuenti''

Da tre giorni Frazione di Acri senz’acqua. Codacons prepara esposto alla Procura

26/01 Sono tre giorni che nella popolosa comunita' di ''La Mucone'' ad Acri, manca l' acqua potabile e la causa del disservizio dovrebbe risiedere in un guasto ad una valvola della condotta idrica. Lo sostengono, in una nota, il Codacons e la Listaconsumatori Calabria. ''Ieri mattina - e' scritto nella nota congiunta - un gruppo di persone si sarebbe recato in Comune per sollecitare interventi di ripristino della rete, ma pare che occorrera' aspettare ancora diversi giorni prima che l' acqua ricominci ad uscire dai rubinetti di La Mucone. Codacons e Listaconsumatori Calabria diffidano il Comune di Acri a riparare immediatamente il guasto della condotta idrica al fine di eliminare il disagio causato agli abitanti della localita'''. Se non dovessero essere adottati provvedimenti risolutivi, le due organizzazioni ''si riservano - e' spiegato nella nota - di inviare un esposto alla Procura della Repubblica di Cosenza per interruzione di pubblico servizio. L' acqua e' un bene essenziale per la sopravvivenza - sostengono Codacons e Listaconsumatori Calabria - per tale motivo chiediamo all' Amministrazione comunale di intervenire subito mettendo a disposizione gratuitamente ai cittadini di La Mucone bottiglie di acqua confezionate fino alla riparazione del guasto''.

Codacons denuncia: In Calabria i tassi bancari più alti

21/01 ''In Calabria il costo del denaro e' piu' alto quasi del doppio rispetto alle regioni del Nord-Italia''. Lo rendono noto il Codacons e Listaconsumatori Calabria che oggi hanno diffuso i dati relativi alle singole province. ''Il piu' elevato costo del denaro in Calabria - sostengono in una nota Codacons e Listaconsumatori - incide negativamente sullo sviluppo economico della regione e sull'occupazione, spingendo molti giovani calabresi a trasferirsi in altre zone del paese nelle quali le condizioni economiche sono piu' favorevoli. Una situazione discriminatoria, imposta dai colossi della finanza, che deve finire''. Dai dati resi noti da Codacons e Listaconsumatori Calabria emerge che i tassi di interesse a breve termini applicati a Bologna sono del 4%, Milano 4,20%, Bolzano 4,50%, e in tutto il nord variano introna al 4% ma in Calabria a Catanzaro sono al 7,95%, a Vibo Valentia l’8,36%, a Cosenza il 7,80%, Crotone 8,20%, Reggio Calabria 8,20%. ''Per questo Codacons e Listaconsumatori Calabria - conclude la nota - non escludono di arrivare a iniziative clamorose, come la richiesta di revoca dell'autorizzazione all'esercizio del credito per quegli istituti che in Calabria praticano condizioni discriminatorie a cittadini e aziende''.

Aumenta il popolo delle rate: Gli italiani rinunciano alla pizza ma non alla tv al plasma

19/01 Rinunciano ad una pizza, ma alla tv al plasma non riescono proprio a dire di no. La sindrome hi-tech degli italiani, favorita dal continuo calo dei prezzi e dal crescente ricorso al credito al consumo, e' esplosa anche nel 2004, anno in cui i consumi di beni durevoli si sono dimostrati in salute, facendo anche ben sperare per i prossimi due anni. E cosi' mentre le rilevazioni Istat ritraggono gli italiani che tirano la cinghia a tavola (-2,4% tendenziale consumi alimentari ad ottobre), i dati dell'Osservatorio Findomestic indicano una ''tenuta'' dei consumi dei beni durevoli, capitanata proprio dall'hi-tech e consentita dai pagamenti dilazionati nel tempo, a conferma che il popolo delle rate e' continua crescita, anche se solo 6 o 7 prodotti su 100 sono acquistai facendo ricorso al credito al consumo. Le cifre diffuse parlano chiaro: lo scorso anno la spesa per gli schermi al plasma o Lcd e' aumentata del 99% (+152% in quantita') e quella per i dvd del 49% (+116% in quantita'). ''Tutto quello che e' hi-tech piace per due motivi - spiega Findomestic - Il primo riguarda i prezzi, che per questi prodotti sono in costante calo''. Il secondo invece e' legato alla fame di nuova tecnologia che ormai da diversi anni imperversa in Italia, come dimostra il boom dei cellulari, il mezzo ''con cui gli italiani hanno maggiore familiarita'''. Pur amando incondizionatamente i cellulari, gli italiani sono scettici sul videotelefono: il 50% lo ritiene un ''plus in quanto l'immagine aggiunge valore alla voce'', mentre un altro 50% lo reputa inutile, ''un'invasione pesante della privacy'', spiega Findomestic, sottolineando come ''intorno al digitale terrestre - l'ultima novita' in campo - regni ancora confusione, con un terzo della popolazione ancora non in grado di interpretarlo''. Ad alimentare la passione per le nuove tecnologie e' anche la possibilita' di ricorre al credito al consumo. Il popolo delle rate ''cresce ma il gap con il resto dell'Europa e del mondo e' ancora ampio: su 100 beni acquistati in Italia solo 6 o 7 sono pagati a rate'', afferma Findomestic mettendo in evidenza come la ''morosita' risulta pari all'1%, una cifra fisiologica che dimostra che gli italiani non hanno problemi a pagare le rate''. Ma se per acquistare hi-fi, tv, elettrodomestici e mobili a rate gli italiani sono ancora riflessivi, nell'acquisto di auto e moto il credito al consumo rappresenta il 50% dei consumi. ''Un'auto su due e' acquistata a rate'', aggiunge l'Osservatorio Findomestic, secondo il quale lo scorso anno ogni famiglia italiana ha destinato all'acquisto di un'auto nuova 1.110 euro, a fronte dei 133 spesi per il motorino ed i 629 per i mobili. La tenuta dei consumi nel 2004 - continua l'Osservatorio - non sembra pero' rispecchiare il 'sentiment' degli italiani sulle prospettive future del paese: il 51% si dice infatti inquieto per l'avvenire, a fronte di un 12% che si dichiara rassegnato. Il giudizio degli italiani sulla situazione del paese e' ''negativo, insufficiente'' ed in netto calo rispetto al 2003: lo scorso anno il voto assegnato e' risultato pari a 4,79, in calo quindi rispetto al 5,24 dell'anno precedente. Nonostante questo, pero', gli italiani sono al di sopra della media europea (voto 4,71 contro il 5,10 del 2003). A livello regionale, i consumi mostrano una maggiore dinamicita' al centro-nord, mentre il sud ''rimane ancora indietro'', conclude Findomestic sostenendo questa tesi dati alla mano: le famiglie piu' spendaccione per auto e moto sono quelle del centro Italia (il Lazio regione dei centauri con 164 euro l'anno a famiglia; Toscana, Umbria e Marche regine per le auto con 1.137 euro), mentre la Lombardia e' leader in termini di superfici riconducibili alla grande distribuzione e l'Emilia Romagna per la spesa annuale in mobili. Il Mezzogiorno, invece, arranca un po' in tutte le voci esaminate dall'osservatorio, con Campania e Puglia fanalini di coda per la spesa in auto (solo 664 euro l'anno a famiglia), e Basilicata e Calabria per quella in moto nuove (77 euro).

Il Codacons diffida il Direttore regionale delle scuole: “Il fumo è vietato anche nelle scuole”

11/01 ''In base alle nuove norme in vigore dallo scorso 10 gennaio, il fumo e' vietato anche nelle scuole, e il rispetto della legge deve essere assicurato con rigore''. A sostenerlo sono Codacons e Listaconsumatori Calabria che hanno diffidato il Direttore regionale del Miur ''affinche' faccia rispettare le nuove norme, richiamando all' attenzione delle stesse i presidi dei vari istituti scolastici della regione''. ''Qualora dovessero riscontrarsi violazioni, e il fumo fosse tollerato nelle scuole della Calabria - e' scritto in un comunicato - Codacons e Listaconsumatori chiederanno di elevare, per ogni violazione, la sanzione massima prevista dalla legge nei confronti del Direttore regionale del Miur, il quale dovrebbe poi aprire procedimenti contro i presidi che hanno consentito agli studenti di fumare. L' iniziativa e' finalizzata a tutelare i giovani della regione dai pericoli del fumo. Proprio i giovani, infatti, sono le prede preferite delle multinazionali del tabacco, e coloro che devono essere piu' di tutti informati e tutelati dai rischi derivanti dal fumo, evitando per tempo che diventino fumatori, a partire proprio dai corridoi delle scuole''.

Codacons denuncia “per la Befana un aumento del 10% dei prezzi”

04/01 Anche in Calabria la Befana ha adeguato i prezzi, portando nelle case dei consumatori non solo calze, regali e cioccolata, ma anche aumenti nella media del 10%. Generando un giro d'affari, nella sola Calabria,che Codacons e Listaconsumatori stimano in circa 32 milioni di euro tra giocattoli e prodotti alimentari.Facendo un giro tra negozi e mercati si scopre che i classici prodotti della Befana fanno registrare i seguenti prezzi: * Il costo di una calza vuota va dai 2 ai 10 euro (+ 10% su 2003); una calza gia' riempita di caramelle e cioccolata costa dai 7 ai 50 euro (+15% su 2003); il prezzo della cioccolata varia dai 5 ai 15 euro al Kg (+5% su 2003); un pezzo da 30 grammi di carbone dolce costa 0,50 euro (+10% su 2003); giocattoli (aumento generalizzato del 10% rispetto al 2003) Codacons e Listaconsumatori Calabria invitano i consumatori calabresi a limitare le spese per la Befana e devolvere il corrispettivo risparmiato alle tante iniziative di beneficenza per le popolazione colpite dalla tragedia del maremoto.

Sabato in Calabria sciopero dei telefonini

17/12 Protestare contro il caro-tariffe, il caro-Sms, la mancata trasparenza nel settore e i sospetti di ''cartello'' tra le principali compagnie telefoniche: sono questi i motivi a base dello sciopero promosso, anche in Calabria, da Codacons e Listaconsumatori. L' associazione di tutela dei consumatori, in particolare, invita tutti gli utenti dei telefonini della Calabria ad aderire all' agitazione promossa con Intesaconsumatori spegnendo il proprio apparato cellulare dalle ore 12 alle ore 14 ''sia per non essere indotti a rispondere ad eventuali chiamate - e' scritto in una nota - che per riposarsi le 'orecchie' affaticate dalle consuete conversazioni di telefonini, spesso diventati appendici delle persone''. ''L' iniziativa - si afferma nel comunicato di Codacons - vuole richiamare l' attenzione sulle pesanti condizioni applicate dalle compagnie telefoniche europee. In Italia la protesta e' mirata agli inutili scatti alla risposta, aumenti dei prezzi degli sms, servizi inutili, promozioni truffaldine, chiamate ai telefoni fissi a prezzi da capogiro, loghi e suonerie che rappresentano solo l' ultimo business della telefonia mobile''.

La Regione Calabria non ha una legge specifica di tutela dei consumatori

10/12 Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia,Veneto, Marche e Toscana: queste le regioni più virtuose nella difesa del cittadino-utente. A stilare questa classifica è il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (Cncu) nel primo Rapporto sulle politiche regionali a tutela dei consumatori, presentato a Caserta nel corso della Sessione Programmatica con le Regioni. Il Cncu, si legge in una nota, ha disegnato una panoramica completa delle leggi, degli strumenti e delle iniziative che gli enti locali hanno realizzato a favore dei consumatori, facendo il punto sull'attuazione della Legge 281/98, che disciplina la materia a livello nazionale. In particolare, i progetti delle regioni hanno riguardato l'informazione al consumo consapevole, la sicurezza e la qualità dei prodotti alimentari ed il commercio. Ad oggi, sono 43 le iniziative che gli enti regionali hanno ideato, di cui 30 in cofinanziamento con il Ministero delle Attività Produttive, per un totale di oltre 14 milioni di euro. A questi si aggiungono gli interventi del Cncu: 27 progetti per i quali si sono stanziati quasi 12 milioni di euro. A sei anni di distanza dalla normativa nazionale, sono 15 le Regioni che si dotate di una legge specifica, oltre alle due Province Autonome di Trento e Bolzano. Tra le Regioni, Basilicata, Campania e Valle d'Aosta solo da qualche anno hanno emanato una normativa specifica, mentre mancano all'appello, non avendo ancora una legge ad hoc, Calabria, Molise, Puglia e Sardegna. "Occorre un riconoscimento ufficiale dei diritti dei consumatori su tutto il territorio nazionale, accompagnato però dalla valorizzazione del ruolo delle associazioni - ha affermato il presidente del Cncu, Daniela Primicerio - E' importante promuovere interventi mirati, in grado di rispondere con efficacia alle richieste dei cittadini". Il documento programmatico con le proposte per l'attuazione di una vera "governance dei consumatori" è consultabile sul sito www.tuttoconsumatori.it.

Il Codacons chiede l’intervento delle procure per gli aumenti al dettaglio dell’ortofrutta

17/11 ''Anche in Calabria i prezzi dei prodotti ortofrutticoli stanno subendo uno strano fenomeno: scendono all' origine e restano fermi, o addirittura aumentano, al dettaglio''. Lo sostengono, in una nota congiunta, il Codacons e Listaconsumatori che hanno chiesto alle Procure della Repubblica calabresi di aprire delle indagini per accertare ingiustificate speculazioni legate ai prezzi dei prodotti ortofrutticoli. ''A confermare tale stato di cose - e' scritto nella nota di Codacons e Listaconsumatori - sono anche i coltivatori della Coldiretti che, dati alla mano, hanno dimostrato che dal campo alle tavole il prezzo di frutta e verdura subisce ricarichi fino al 400%, a tutto danno dei consumatori. Se in Calabria, cosi' come nel resto d' Italia, rispetto al 2003 il prezzo all'origine degli ortaggi e' sceso del 46% e quello della frutta del 18%, tali riduzioni nei banchi dei mercati non si sono viste. Al contrario i prezzi al dettaglio in troppi casi sono saliti, spinti da una spirale speculativa che danneggia i consumatori''.

Il Codacons chiede alla Regione il rimborso dei vaccini antiallergici

15/11 Il Codacons ha chiesto il rimborso ai pazienti allergici della spesa sostenuta per i vaccini e diffida la Regione a non fare pagare i farmaci antiallergici a chi ne ha necessita'. Lo si apprende da un comunicato dell' associazione. ''Dopo la nota dell' Assessorato alla sanita' inviata alle Aziende sanitarie calabresi nel giugno 2002, con cui si comunicava lo stop al rimborso della spesa per i vaccini antiallergici, il 40% dei pazienti, tra cui il 35% di bambini con allergie che interessano l' apparato respiratorio - e' scritto nel comunicato del Codacons - hanno interrotto la terapia vaccinica utilizzando solo farmaci antistaminici, cortisonici e sintomatici, dispensati dal Servizio sanitario nazionale. Nonostante esista sull' argomento una legge regionale che prevedeva il rimborso al 100% dei vaccini antiallergici e una sentenza della Cassazione del 2002 che dichiara tali vaccini 'indispensabili e insostituibili' nella cura delle patologie allergiche - prosegue il comunicato - i pazienti calabresi sono stati esonerati da tale rimborso e costretti spesso, per far fronte al peggioramento dei sintomi, a rivolgersi impropriamente agli ospedali sovraffollando i pronto soccorso''. Il Codacons ''alla luce della sentenza della Cassazione citata e dell' esistenza di una legge chiara in materia, il Codacons diffida la Regione Calabria a non far pagare i farmaci antiallergici a chi ne ha necessita'. In caso contrario l' associazione inviera' un esposto alla Procura della Repubblica ipotizzando varie fattispecie come omissione di atti d'ufficio, omissione di soccorso, abbandono di soggetto incapace e altri reati''. Per l' associazione ''e' in ballo la salute dei cittadini e di fronte ad una simile necessita' e' indispensabile intervenire immediatamente''.

L’ass. Gagliardi incontra i consumatori

29/09 L’Assessore Provinciale ai Trasporti, Dr. Giuseppe Gagliardi ha incontrato stamattina, presso la sede dell’Assessorato, le associazioni dei consumatori della provincia di Cosenza. Alla riunione hanno partecipato Maria Allevato Presidente dell’Adoc, Albertina Ferrari di Cittadinanzattiva, Pierpaolo Rodighiero e Francesco Ciacco rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Codacons, Pietro Vitelli del Comitato Consumatori Altroconsumo, Roberto Alitto Vicepresidente della Federconsumatori, Angelo Villì e Caterina Donato della Lega consumatori. L’incontro è stato voluto dall’Assessore per illustrare alle Associazioni dei consumatori i progetti che l’Assessorato ha intenzione di avviare nell’ambito del trasporto pubblico della provincia di Cosenza. Nel corso della riunione sono stati esaminati i problemi del settore trasporti e si è evidenziata la necessità di definire il piano dei trasporti e i piani di bacino della provincia di Cosenza. La Federconsumatori ha particolarmente apprezzato l’ampia disponibilità dell’Assessore Gagliardi al confronto sui piani di bacino ed il Comitato Difesa Consumatori ha dichiarato che l’iniziativa relativa all’istituzione dei piani di bacino è di primaria importanza per un piano dei trasporti razionale ed efficace. IL Codacons ha auspicato la creazione di una consulta della associazioni dei consumatori, finalizzata ad una proficua ed unitaria collaborazione con le Istituzioni. La Lega Consumatori ha espresso soddisfazione per gli intenti di democratizzazione dell’attività amministrativa dell’Assessore Gagliardi, il quale ha assicurato la partecipazione delle associazioni degli utenti e dei consumatori al confronto sulle scelte relative al trasporto pubblico.

Ancora aperto il problema dei turisti sfrattati dal Campeggio a Lorica. La Codacons chiede l’intervento di Chiaravalloti

09/08 Un appello al presidente della Giunta regionale, Giuseppe Chiaravalloti ''che non puo' rimanere insensibile alla rovina del nostro territorio, all' amore dimostrato da centinaia di turisti che pur di venire in Calabria sono disposti a sobbarcarsi migliaia di chilometri e che si sono dichiarati disponibili ad anticipare i fondi necessari per ristrutturare il campeggio'', e' stato rivolto dalpresidente regionale del Codacons, Francesco Di Lieto in merito alla vicenda del campeggio ''Lago Arvo'' a Lorica. ''Come e' possibile - si e' chiesto Di Lieto - che la nostra regione spenda cospicue somme per promuovere il turismo e poi scelga di abbandonare il campeggio a se stesso rifiutando addirittura i turisti. O i vertici dell' Arssa non sono stati in grado di rappresentare alla Regione l' importanza e la necessita' di reperire i fondi necessari ad adeguare il campeggio ovvero lo hanno fatto, ma i vertici regionali sono stati insensibili al problema. In ogni caso l' intero consiglio d' Amministrazione dell' Arssa dovrebbe, come gesto di coerenza, rassegnare le dimissioni e nella seconda ipotesi le dimissioni dovrebbero essere presentate anche da qualche esponente della Giunta regionale, reo di essere stato cieco e sordo innanzi alle richieste dell' Arssa. L' Arssa ritiene, infatti, che il Campeggio non sia a norma e tale situazione si protrarrebbe da circa dieci anni. La Regione Calabria, sebbene informata, sarebbe rimasta insensibile alle richieste dell' Agenzia lasciando, di fatto, morire il campeggio. Non ci resta, quindi che appellarci al Presidente Chiaravalloti''. ''E' una figuraccia per noi calabresi - e' scritto in una nota del Codacons - perche' sono i turisti che propongono di autotassarsi per valorizzare le nostre bellezze. Alcuni operatori turistici di Lorica, riconoscendo l' importanza del campeggio, hanno scatenato una vera e propria gara di solidarieta' in favore dei turisti, fornendo cibi caldi e quant' altro possa essere loro necessario per sopravvivere. Dall' altra parte, invece, si registra una risposta istituzionale di dubbio gusto e si richiede, infatti, l' intervento del Prefetto e dei carabinieri per sgomberare il campeggio dai turisti. Per questo motivo non ci resta che attendere un gesto del Governatore''.

Denuncia del Codacons: “bimbo di 5 anni operato d’urgenza alla gola per una lisca in pesce surgelato”

03/08 Un bambino calabrese di 5 anni e' stato sottoposto ad intervento chirurgico in seguito ad una spina ingerita mangiando un piatto di filetti di platessa cucinati dalla madre. A denunciarlo e' il Codacons che ha reso noto anche di avere presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro chiedendo di ''accertare le responsabilita' della ditta relativamente alle lesioni ed alle sofferenze subite dal piccolo''. Dopo avere accusato un forte doloro alla gola, e' scritto in un comunicato del Codacons, ''il piccolo viene accompagnato dai giovani e disperati genitori nell' ospedale Pugliese di Catanzaro dove i sanitari erano costretti, per salvare la vita al bimbo, ad effettuare un delicato intervento chirurgico in anestesia totale. Alla fine - prosegue il comunicato - l' equipe medica rinviene una spina di pesce nella gola del piccolo che subisce l' asportazione di una tonsilla. Una spina contenuta nel prodotto alimentare cucinato dalla madre del bambino''. L' avv. Francesco di Lieto, presidente regionale del Codacons Calabria, e' scritto, ancora, nel comunicato, ''ha iniziato la battaglia giudiziaria contro una multinazionale dei surgelati per ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti sia dal piccolo che dai suoi genitori''.

Non gli consegnano l'elenco e si autoriduce la bolletta: La Telecom gli taglia il servizio!

21/07 Ha dovuto subire per due volte la disattivazione della propria utenza telefonica, da parte di Telecom Italia, per avere decurtato dall' importo di una bolletta la somma chiesta dalla societa' per la onsegna dell'elenco telefonico, mai ricevuto, pari a 1,15 euro. A denunciare l' accaduto e' stato il Codacons Calabria che ha reso noto, in un comunicato, di avere presentato alla magistratura una denuncia per estorsione contro la societa' dopo avere ricevuto la segnalazione dell' utente. Tutto ha avuto inizio quando, nel dicembre scorso - ricostruisce il Codacons - l' utente, sollevando la cornetta del proprio apparecchio, e' venuto a conoscenza del fatto che dalla propria linea telefonica non era possibile effettuare chiamate. Alle richieste di spiegazioni presso il servizio 187, gli e' stato spiegato che il distacco si era reso necessario per il mancato pagamento di una fattura per l' importo di 30,50 euro, la stessa che l' utente aveva puntualmente pagato decurtandola pero' della somma di 1,15 euro per la mancata consegna dell' elenco telefonico. ''Il distacco - e' scritto nella nota del Codacons - e'
avvenuto senza alcuna preventiva comunicazione da parte di Telecom Italia spa ed in palese disprezzo dei diritti degli utenti. Cio' nonostante, senza riconoscimento alcuno e solamente per avere la riattivazione della linea telefonica, all' utente non e' rimasta altra scelta che effettuare un secondo versamento pari ad euro 1,15. Il cittadino catanzarese ha quindi provveduto a trasmettere a mezzo fax la copia dell' avvenuto pagamento al fine di ottenere la riattivazione per le imminenti festivita'''. La situazione si e' ripetuta lo scorso 20 luglio quando l' utente Telecom ha dovuto registrare una nuova disattivazione della linea telefonica. Dovuta, secondo informazioni assunte presso il call center della societa' al mancato pagamento della somma di euro 1,15. ''Ci troviamo - sostiene l' avv. Francesco di Lieto, presidente del Codacons Calabria - davanti ad un comportamento estorsivo della Telecom Italia spa che, abusando della sua posizione monopolistica, vessa gli utenti con sciocche quanto infondate richieste causando danni gravissimi per l' interruzione di un servizio senza alcun motivo''.

Singolare protesta dei consumatori: sciopero dei telefonini giovedì 15 dalle 12 alle 14

13/07 I calabresi nell' ultimo anno hanno speso 640 milioni di euro in telefonia mobile, ossia circa 350 euro a testa. Lo riferisce Intesa-consumatori invitando anche i calabresi ad aderire allo ''sciopero dei cellulari'' programmato per giovedì 15, con lo spegnimento dei telefonini dalle 12 alle 14. L'iniziativa e' stata proclamata in segno di protesta contro le elevate tariffe della telefonia mobile praticate in Italia. ''Lo sciopero - e' detto in un comunicato di Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori - vuole essere una forma di protesta anche contro inutili scatti alla risposta, aumenti dei prezzi degli sms, servizi inutili, promozioni truffaldine, chiamate ai telefoni fissi a prezzi da capogiro, loghi e suonerie che rappresentano solo l'ultimo business della telefonia mobile. L' invito ai cittadini calabresi quindi e' quello di aderire in massa allo sciopero dei cellulari rinunciando per appena due ore al telefonino, due ore che alle compagnie telefoniche costeranno parecchi milioni di euro. Niente in confronto agli incassi che gli operatori della telefonia mobile registrano ogni anno in base alle stime di Intesaconsumatori”.


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