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Dir.resp. Pippo Gatto |
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Blitz contro i BelloccoBlitz a Rosarno contro il clan Bellocco: 14 arresti 12 gen 10 La Polizia di Stato di Reggio Calabria ha eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di affiliati alla 'ndrina Bellocco di Rosarno (Rc) per associazione per delinquere di tipo mafioso ed intestazione fittizia di beni. Le indagini, condotte da personale della squadra mobile di Reggio Calabria e Bologna, hanno accertato l'appartenenza degli indagati alla ndrangheta di Rosarno e in particolare all'associazione mafiosa dei Bellocco che esercita il potere criminale in quel comune e nel territorio della Piana di Gioia Tauro avvalendosi della forza di intimidazione che scaturisce dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omerta' che, da sempre, caratterizzano il territorio, attuando un capillare controllo di ogni aspetto della vita, specie pubblica ed economica, affermatasi nel corso del tempo. Tra i destinatari delle misure cautelari figura il boss detenuto Carmelo Bellocco, al quale viene contestato il ruolo di direzione dell'associazione, con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni delittuose da compiere, degli obiettivi da perseguire e delle vittime da colpire, impartendo direttive alle quali tutti gli altri associati danno attuazione. Nel corso dell'operazione la polizia ha proceduto al contestuale sequestro preventivo di beni mobili e immobili, attivita' commerciali, conti correnti, ditte individuali e societarie ed autovetture per un valore complessivo di svariati milioni di euro. Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terra' alle ore 11 presso la Questura di Reggio Calabria. Tra gli arrestati c’è anche il figlio del boss Bellocco, Antonio, arrestato pochi giorni fa durante le violenze, ma ta i due fatti non c’è alcun collegamento assicurano gli inquirenti. Due supermercati tra i beni sequestrati. Ci sono anche due grossi supermercati tra i beni sequestrati dalla Polizia di Stato alla famiglia Bellocco di Rosarno. Il gip ha disposto il provvedimento di sequestro per il Dico in contrada Alimastro (che risulta della ditta 'Romeo Assicura di Romeo Alfredo') e per il supermercato ''Essetre srl'' lungo la strada statale 281, con tutti gli elementi presenti nel patrimonio aziendale (i crediti, gli articoli risultanti dall'inventario, i beni strumentali, la denominazione aziendale, l'avviamento), le quote societarie, i conti correnti, nonche' tutte le autorizzazioni all'esercizio dell'attivita' commerciale. Inoltre sono state sequestrate le due ditte individuali 'Daag di D'Agostino Angelo' e la 'Spasaro Giuseppe' e le due societa' di capitali 'Essetre srl' e la 'Duea srl'. Indagine nata a Bologna. I 14 arresti sugli affiliati al clan Bellocco eseguiti all'alba a Rosarno (di cui quattro erano già in carcere, mentre altri tre sono irreperibili) sono il frutto di un'indagine avviata dalla squadra Mobile di Bologna nel dicembre 2008. Indagine che il 26 giugno 2009 aveva portato all'arresto del capoclan Carmelo Bellocco (54 anni e ora detenuto a Nuoro), che aveva ottenuto l'affidamento in prova ai servizi sociali e viveva a Granarolo (Bologna) insieme a moglie e un figlio. Secondo gli investigatori, si stava organizzando per estendere la rete criminale anche in Emilia. "Abbiamo evitato una pericolosa infiltrazione di una famiglia particolarmente agguerrita nel nostro territorio", ha commentato, soddisfatto, il dirigente della Mobile di Bologna Fabio Bernardi. "Quello che preoccupava era che sul territorio c'era proprio il capo cosca" alludendo alla presenza di Carmelo Bellocco, che lavorava come facchino in una ditta ortofrutticola di Bologna intestata al conterraneo Rocco Gaetano Gallo. I Bellocco - sempre secondo il dirigente - avevano trovato in Emilia un tessuto sociale e una qualità di vita molto positive che gli consentivano, da un lato, di continuare a tenere i rapporti con gli affiliati calabresi stando a distanza, dall' altro di cominciare a pensare di estendere gli affari al nord. Infatti poco prima dell'arresto di Carmelo, il clan stava cercando di spostare alcune pedine proprio a Bologna. Le infiltrazioni sono "come un cancro", ha ribadito Bernardi, aggiungendo che "il nostro compito è monitorare il fenomeno giorno per giorno" per prevenirlo. Il dirigente ha poi ringraziato pubblicamente i suoi agenti per il lavoro svolto, sottolineando l'auspicio che questo colpo sia "di esempio a molte altre organizzazioni criminali che vogliano insediarsi al nord". Cosca bellocco emergente. "I Bellocco si confermano come la cosca emergente di Rosarno". E' il giudizio unanime degli investigatori della Procura distrettuale e della squadra mobile di Reggio Calabria, dopo l'indagine "Rosarno è nostra" portata a termine la scorsa nostra con l'ausilio anche dei poliziotti della squadra mobile del capoluogo emiliano-romagnolo. Nell'ordinanza del Gip Adriana Trapani, che ha accolto interamente la richiesta di misura di custodia cautelare redatta dai pm antimafia Beatrice Ronchi e Giovanni Musarò, sono fissate le attività commerciali, mobiliari ed immobiliari del potente clan rosarnese, da tempo insediatosi nell'aera bolognese, a Granarolo, dove il suocero di Carmelo Bellocco, 54 anni, attualmente detenuto a Nuoro, gestisce un posteggio al mercato dell'ortofrutta. "L'operazione odierna è la naturale prosecuzione di una inchiesta conclusasi la scorsa estate, sempre sulle attività di un ramo della 'famiglia' Bellocco", ha detto il dirigente della squadra mobile Renato Cortese, che ha incontrato i giornalisti con il Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, l'aggiunto, Michele Prestipino, coordinatore delle indagini per l'aera di Gioia Tauro, il questore Carmelo Casabona, il vice capo della mobile reggina, Diego Trotta ed il vice dirigente della mobile di Bologna, Lorenzo Bucossi. "Se vogliono sapere dei Bellocco - ascoltano gli uomini della mobile durante una intercettazione - basta andare su Internet che trovano la nostra storia". Così ha ricordato il Procuratore aggiunto Michele Prestipino, nel suo intervento. "E' emerso uno spaccato - ha sottolineato il magistrato - delle plurime attività economiche dei Bellocco, frutto di pesanti intimidazioni perpetrate con tipico agire mafioso, come nel caso di un proprietario terriero che non voleva cedere i proemi beni, minacciato di morte con tutto il nucleo famigliare". Per il Procuratore Giuseppe Pignatone, "le indagini hanno dato buoni frutti grazie al lavoro sinergico con gli uffici di Bologna. Gli arrestati sono persone pericolose, tra cui si annovera Domenico Bellocco, uno dei protagonisti degli scontri di Rosarno e potevano contare, grazie agli introiti derivanti dalla gestione di due supermercati, a notevoli quantità di danaro liquido". All'appello della polizia, sono sfuggiti Domenico Bellocco, "u longu", 33 anni, già latitante; Luigi Amante, 20 anni, originario di Gioia Tauro e Francesco Bellocco, di 21 anni. Oltre ai supermercati, le misure d prevenzione sono state estese a tre autovetture di grossa cilindrata, conti corrente ed è al vaglio degli inquirenti l'intera documentazione inerente le autorizzazioni all'esercizio delle attività commerciali concesse dalle autorità competenti.
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