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In Calabria il 20% delle spiagge balneabili italiane
In Calabria il 20% delle spiagge balenabili d’Italia 15 mag 08 "Dal primo maggio, con l'apertura della
stagione balneare, la Calabria offre ben 611 mila e 229 metri di spiagge
con mare balneabile. L'offerta del 2008 supera di cinquemila metri
la disponibilità complessiva di sette regioni, Friuli, Veneto,
Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Molise, Basilicata, e rappresenta
il 20% delle spiagge balneabili dell'intera penisola, il 12% di tutto
il Paese, isole comprese". E' quanto si afferma in una nota del
geologo Mario Pileggi, membro del consiglio nazionale di Amici della
Terra. "La rilevanza dell'offerta calabrese - aggiunge Pileggi
- emerge ancor più evidente se si considerano le specificità
geoambientali del suo patrimonio costiero, caratterizzato dai mari
più trasparenti e dalla più grande varietà di
habitat e di specie marine anche rare tutelate da Direttive europee
e dalla Convenzione di Rio de Janero. L'abbondanza e diffusione di
alcune specie come, ad esempio, i Coralli del Tirreno reggino ed i
cavallucci marini dello Jonio catanzarese non esistono in nessuna
altra regione d'Italia e del Mediterraneo. La straordinaria biodiversità
e le specificità degli ecosistemi rilevati nelle acque del
Tirreno e dello Jonio delle cinque province e la grande varietà
di minerali e rocce con dati di tutte le ere geologiche che formano
le coste della Calabria rappresentano un patrimonio unico e di crescente
interesse anche scientifico da parte di centri di ricerca di tutti
i continenti. Un patrimonio prezioso per l'Italia e l'intera Europa,
da tutelare e valorizzare anche attraverso la sua conoscenza dentro
e fuori i confini regionali; e che richiede attenzione da parte di
tutti, in particolare da parte di Ato e Province, per il risanamento
urgente di locali situazioni di inefficienza del sistema di depurazione,
come nel comune di Lamezia Terme. Risanamento da accompagnare ai segnali
positivi emersi con la recente istituzione dei parchi marini regionali
La Riviera dei Cedri, Scogli di Isca, Baia di Soverato, Costa dei
Gelsomini e la prossima realizzazione dei dieci progetti finalizzati
alla conservazione della biodiversità e dei cento parchi urbani
da realizzare in tutta la regione. Iniziative utili perché
coniugano la tutela della fascia costiera e delle sue risorse naturali
con il rispetto dell'equilibrio naturale dei bacini dei versanti collinari
e montani, come richiesto dalla specificità idrogeomorfologica
del territorio, che rende le acque marine costiere specchio fedele
delle attività antropiche a terra. Segnali di novità
da intensificare per accelerare la svolta rispetto al passato ed alla
dissennata politica di non governo e spreco del Territorio e delle
sue risorse naturali". "All'apertura della stagione balneare
2008 - afferma ancora Pileggi - sui 715,7 Km di costa disponibile
in Calabria, i tratti con divieto di balneazione per inquinamento
sono complessivamente lunghi 66,5 Km. Altri tratti per complessivi
5,3 Km non sono balneabili per insufficienza di campionamento e 32,5
Km non sono balneabili per motivi diversi dell'inquinamento come ad
esempio presenza di porti, scogliere e zone industriali. Il confronto
del totale di chilometri di costa non idonea alla balneazione con
i totali delle altre regioni evidenzia che il dato della Calabria
non è tra i peggiori del Paese. Anzi, emerge che, oltre a Sicilia,
Sardegna e Puglia, superano la lunghezza della Calabria anche regioni
come il Lazio, la Campania ed il Veneto che dispongono di centinaia
di chilometri in meno di spiagge". Secondo Pileggi, comunque,
"il mare che bagna le suggestive ed assolate spiagge della regione
può e deve essere reso tutto balneabile perché, a differenza
di altre realtà del Mediterraneo gravemente compromesse, i
divieti di balneazione, in genere localizzati in prossimità
della foce dei corsi d'acqua e di scarichi non depurati delle acque
reflue, possono essere revocati con puntuali interventi di risanamento.
Certificare l'ottima qualità delle acque che bagnano i 715,7
km di costa del Tirreno e dello Jonio calabrese è una necessità
per il turismo ed anche per lo sviluppo di ogni altra attività
produttiva come l'acquacoltura, settore attualmente più in
crescita tra le attività di produzione alimentare".
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