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Archiviate le accuse a De Magistris

 

Caso De Magistris: Dagli ispettori invasione di campo. Archiviate le accuse ai giornalisti. Jannelli “No a processo su inchiesta Why Not”

05 giu 08 La relazione degli ispettori del Ministero nei confronti di Luigi De Magistris ha invaso, secondo la Procura di Salerno, i campi propri ed esclusivi della magistratura. La valutazione della Procura di Salerno è contenuta nella richiesta di archiviazione nei confronti di De Magistris nell'ambito di una inchiesta avviata dopo numerosi esposti fatti da persone indagate nelle sue indagini. A De Magistris erano contestate le accuse di calunnia, abuso d'ufficio e rivelazione del segreto d'ufficio relativi alle inchieste Poseidone, Why Not e Toghe Lucane. I magistrati della Procura campana valutano negativamente la relazione ispettiva riferita a 'Toghe Lucane' che ha poi portato alla richiesta di trasferimento in seguito presentata dall'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella. Nella richiesta di archiviazione vengono approfonditi anche i rapporti tra il vice capo dell'ispettorato generale del Ministero, Matelli (che ha compiuto l'ispezione), ed il sostituto procuratore generale della Repubblica di Potenza, Gaetano Bonomi, indagato da De Magistris.

Archiviate le accuse ai giornalisti. Anche per giornalisti ed ufficiali di polizia giudiziaria, oltre che al pm Luigi De Magistris, è stata chiesta l'archiviazione dalla Procura di Salerno. L'inchiesta è quella avviata dalla procura campana dopo numerosi esposti fatti da persone indagate nelle inchieste avviate da De Magistris. Agli indagati erano contestati, a vario titolo, i reati di concorso in abuso di ufficio, concorso in rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, rifiuto di atti di ufficio, pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale. La richiesta di archiviazione riguarda giornalisti di testate nazionali e calabresi.

Acquisiti anche i documenti dell’inchiesta Poseidone. La Procura di Salerno ha chiesto alla Procura di Catanzaro, attraverso un ordine di esibizione, i documenti relativi all'inchiesta Poseidone. La richiesta è stata inoltrata nelle settimane scorse ma si é appresa solamente oggi. Il materiale, contrariamente a quanto accaduto con la Procura Generale che è titolare dell'inchiesta Why Not, è stato concesso ai magistrati campani. L'inchiesta Poseidone, che ipotizza presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici per la depurazione, vede una novantina di indagati ed è affidata attualmente al sostituto procuratore Salvatore Curcio. L'indagine fu revocata dall'ex procuratore della Repubblica, Mariano Lombardi, a Luigi De Magistris dopo che questi, senza informarlo preventivamente, inviò un'informazione di garanzia al senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli.

Jannelli “No a processo sull’inchiesta Why Not”. "Se l'iniziativa di chiedere atti dovesse essere finalizzata ad un processo nel processo noi la valuteremo come un fatto di assoluta gravità".E' quanto ha detto il Procuratore generale di Catanzaro, Vincenzo Jannelli. Il riferimento di Jannelli è alla richiesta della Procura di Salerno di acquisire alcuni documenti relativi all'inchiesta Why Not nell'ambito di una indagine avviata dopo una serie di esposti fatti dal sostituto procuratore Luigi De Magistris. "Mi auguro però - ha aggiunto Jannelli - che questa intenzione non ci sia. Il codice prevede la collaborazione tra magistrati e tra le procure. Dopo la richiesta fatta ieri dal Procuratore di Salerno ora valuteremo, in modo collegiale, sul da farsi". Ieri il Procuratore di Salerno, Luigi Apicella, è giunto a Catanzaro ed ha incontrato i magistrati della Procura generale ai quali ha chiesto alcuni documenti, che non sono stati per il momento concessi, relativi all'indagine Why Not. Precedentemente la Procura di Salerno aveva chiesto di ottenere la documentazione attraverso un ordine di esibizione. "Quando c'é necessità di collaborazione - ha proseguito il Procuratore generale - c'é tutta la nostra collaborazione. Ma l'ordine di esibizione è fuori dalle regole". E' intanto di oltre mille pagine più decine di faldoni di accompagnamento il provvedimento della stessa Procura di Salerno in cui ha chiesto l'archiviazione per le accuse di per il pm Luigi De Magistris nell'ambito dell'inchiesta avviata dopo le denunce di persone coinvolte in alcune sue indagini. Nei confronti del magistrato si ipotizzavano i reati di calunnia, abuso d'ufficio e rivelazione del segreto d'ufficio relativi alle inchieste Poseidone, Why Not e Toghe Lucane.

Toghe Lucane: Indagine su contatti tra magistrato ed esponente CSM. Una intercettazione tra un magistrato indagato in 'Toghe Lucane' ed un esponente del Csm è al vaglio della Procura di Salerno nell'inchiesta nata dopo gli esposti contro il pm Luigi De Magistris. Il particolare emerge dalla richiesta di archiviazione fatta dai magistrati campani per De Magistris nei cui confronti si ipotizzavano le accuse di calunnia, abuso d'ufficio e rivelazione del segreto d'ufficio relativi alle inchieste Poseidone, Why Not e Toghe Lucane. Si tratta di una telefonata - di cui parlano oggi "La Stampa" e il quotidiano calabrese "Il domani" - tra l'ex pm della Dda di Potenza Felicia Genovese, ed Antonio Patrono, presidente della prima commissione del Csm che sta trattando la pratica relativa al trasferimento di De Magistris per incompatibilità ambientale. La conversazione tra Genovese e Patrono risale al 28 febbraio del 2007, il giorno successivo alla perquisizione disposta da De Magistris nei confronti dell'ex magistrato della Dda di Potenza. Antonio Patrono è l'ex segretario di Magistratura Indipendente che poi è divenuto membro del consiglio superiore della magistratura. Felicia Genovese, invece, è ora in servizio alla Corte d'Appello di Roma. Nella conversazione Genovese dice: "io ho fatto una quindicina di querele di cui nessuno si é mai preoccupato di prendere visione. Ho fatto una serie di istanze con cui chiedevo di essere sentita... mai ottenuto una risposta, se non ultimamente, il 14 febbraio me le ha mandate il procuratore della Repubblica dopo che sono andata a Catanzaro a dire 'voi mi dovete dire', anzi l'ho detto in dialetto calabrese e gli ho detto...'procuratore, a mezzarola è china..ovvero, la misura è colma".

Patrono (CSM) “I fatti smentiscono manovre”. Il presidente della Prima Commissione del Csm Antonio Patrono smentisce, citando "fatti storici", l'accostamento fatto da alcuni giornali tra il suo nome e "manovre volte da un lato a bloccare le indagini del dott. De Magistris e dall'altro ad aiutare la dottoressa Genovese a far trasferire da Potenza magistrati con lei in contrasto". Un accostamento fondato sul "testo parziale di una conversazione telefonica intercettata" tra Patrono e Genovese, all'epoca sostituto procuratore a Potenza. Con riferimento a De Magistris,Patrono fa presente che quando la Prima Commissione discusse se avviare nei suoi confronti la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale, lui manifestò la sua "contrarietà "."Tale circostanza, riferita all'unica occasione in cui finora, nell'ambito delle mie competenze, ho dovuto assumere posizione sulle vicende del dott. de Magistris - scrive in una nota - mi sembra smentisca l'assunto ricavabile dal testo dell'articolo". Quanto al pm Genovese - che il consigliere conosce "da molti anni" e ha "spesso" frequentato e sentito per telefono "per ragioni di colleganza professionale"- Patrono ricorda che "é stata destinataria insieme con il collega dott. Montemurro di una procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale per contrasti reciproci". E se la proposta di trasferimento per Genovese "non è stata mai votata" è perché nel frattempo era stata mandata via da Potenza dalla sezione disciplinare del Csm.

 

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