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Truffa alla UE sei arresti a Cosenza
Truffa alla UE, arrestati dalla Finanza sei imprenditori a Cosenza, sequestrati beni mobili e immobili per due milioni di euro 28/02 Sei imprenditori sono stati arrestati dalla Guardia di finanza in provincia di Cosenza con l'accusa di truffa ai danni dell'Unione europea per avere percepito illecitamente finanziamenti comunitari. Le sei persone coinvolte nella vicenda sono due imprenditori tedeschi, di cui sono in corso le ricerche, e quattro italiani. L'indagine della Guardia di finanza riguarda l'erogazione di un finanziamento di sei milioni di euro agli imprenditori arrestati per la realizzazione a Rende di uno stabilimento industriale per la produzione di birra. Secondo l'accusa, gli imprenditori, al fine di ottenere il finanziamento dall'Unione europea, avrebbero fatto risultare falsamente l'acquisto di macchinari nuovi. Del finanziamento comunitario gli imprenditori avevano già ottenuto due milioni di euro, mentre gli altri quattro avrebbero dovuto essere erogati a breve. I sei arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Cosenza su richiesta della Procura della Repubblica. La Guardia di finanza ha anche sequestrato lo stabilimento per la produzione di birra ed altri beni aziendali. Le indagini che hanno portato all'emissione dei provvedimenti sono state avviate nel 2006 in relazione ad un'ipotesi di truffa aggravata per l'ottenimento di erogazioni pubbliche posta in essere dagli amministratori di una società di diritto elvetico con sede operativa nella zona industriale di Rende. L'impresa, a fronte di un investimento di sedici milioni cinquecento mila euro, aveva ottenuto dal Ministero dello Sviluppo economico, in base alla legge 488 oltre sei milioni duecento mila euro, erogabili in tre tranches da duemilioni di euro ciascuna. Gli accertamenti delle fiamme gialle cosentine, scattati dopo che la società aveva incassato la prima quota del contributo, a titolo d'anticipazione, hanno portato alla luce numerose irregolarità relative alla pratica del finanziamento. In particolare, sono state evidenziate sovrafatturazioni per l'acquisto di impianti, macchinari e brevetti industriali forniti da una società tedesca compiacente. I macchinari acquistati, come ha rivelato una perizia tecnica, anziché essere nuovi di fabbrica, sono risultati vetusti ed obsoleti, nonché in gran parte riverniciati o rivestiti con lamiera per dare una parvenza di modernità. Inoltre, le somme contabilmente impiegate dalla società per documentare il pagamento dei fornitori fittizi sono state di fatto riutilizzate per dimostrare artificiosamente l'avvenuto adeguamento del capitale sociale. Oltre ai sei destinatari dei provvedimenti anche due fornitori sono stati posti ai domiciliari. Disposto il sequestro preventivo dell'opificio industriale, di numerosi terreni, tre unità immobiliari, quattro autoveicoli, quote societarie e conti correnti per il valore di oltre euro due milioni. Le indagini, estese anche ad altri finanziamenti ottenuti dagli indagati, hanno consentito di individuare un ulteriore episodio di truffa ai danni della Regione per centomila euro indebitamente incassate da una associazione culturale attiva nel settore della promozione turistica. Gli arrestati. Due degli imprenditori arrestati dalla Guardia di finanza con l'accusa di truffa ai danni dell' Unione europea sono stati condotti in carcere. Si tratta di Mimmo Leonetti, di 45 anni, avvocato, ed Antonio Runco (38), rispettivamente procuratore speciale e consigliere d'amministrazione della Elen's Beer, la società proprietaria dello stabilimento per la produzione di birra che è stato sequestrato. La custodia cautelare in carcere è stata disposta anche per i due imprenditori tedeschi coinvolti nella vicenda, i fratelli Robert ed Albert Bauer, di 58 e 52 anni. I due imprenditori tedeschi risultano, al momento, irreperibili. Gli arresti domiciliari sono stati disposti, invece, per Adolfo Francesco Runco, di 72 anni, padre di Antonio, e per Giovanni Angelo Runco (71), ingegnere.
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