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Polemiche per il blind trust alle aziende di Vrenna
Il Procuratore Tricoli, garante del trust di imprese di Vrenna, replica alle accuse “Su di me dette falsità, non percorro nessuna via di devianza” 18 ago 08 Sulla scelta del procuratore di Crotone,
Franco Tricoli, da oggi in pensione, di accettare di diventare garante
delle imprese di un imprenditore condannato in primo grado per associazione
mafiosa ed a cui è stata revocata la certificazione antimafia,
sono state dette "delle falsità". A dirlo è
stato lo stesso Tricoli alle agenzie. "Falsità - ha aggiunto
- che vuol dire disinformazione e non conoscenza degli istituti giuridici,
quindi un'ignoranza che più macroscopica non potava essere".
"E poi - ha aggiunto - non mi misuro con persone affette da nanismo
intellettuale e umano ed etico. Conosco la mia biografia che è
stata fatta in trasparenza su un territorio che era affetto da tante
piaghe, nel campo del lavoro, dei minori, del penale, del civile.
Sono gli altri affetti da cecità e soprattutto da strumentalizzazioni.
Comunque il mio avvocato gestirà queste cose. Se ci sono offese
c'é un reato". Nessuna via di devianza. "Non sto percorrendo una via di devianza, né umana, né etica, né civica. Non mi sento assolutamente di fare alcuno strappo". Lo ha detto il procuratore di Crotone, Franco Tricoli, da oggi in pensione, che stamani ha accettato di diventare garante del trust per le imprese di Raffaele Vrenna, riferendosi a chi ha sollevato dubbi sull'opportunità per un magistrato di garantire le aziende di un imprenditore condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. "Lo scudo dentro di me - ha detto - è forte per superare questi primi giorni e cominciare a lavorare seriamente con un'equipe di persone che sono come me al di sopra di ogni sospetto ed hanno una professionalità specifica. Adesso devo dare risposte a seicento famiglie. Questo è il mio obiettivo. Non c'é altro". "Ci sono ex magistrati - ha proseguito Tricoli - che fanno consulenze per aziende, fanno gli avvocati e difendono i mafiosi, fanno politica, si sono messi alla testa di una cordata di operatori economici per assicurare la legalità, nulla questio. Il trust si presta a numerose utilizzazioni, ad esempio quando un socio, come nel caso di specie, ha dei problemi e cerca di salvare l'azienda di cui si spoglia completamente. Vari prefetti condividono queste scelte perché i garanti devono essere al di sopra di tutto per assicurare condizioni di chiarezza. Il bene ha una propria autonomia rispetto alla persona ed alle sue vicende. Sarà condannato, sarà assolto, sono problemi che non interessano assolutamente". Il Procuratore sarà il garante della blind trust. Il procuratore di Crotone, Franco Tricoli, da oggi in pensione, sara' il garante del trust per le imprese dell'imprenditore crotonese Raffaele Vrenna, condannato in primo grado a quattro anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo hanno reso noto gli amministratori delle tre società, Sovreco, Salvaguardia Ambientale e Mida, che operano nel settore dei rifiuti. "La decisione - è scritto, tra l'altro, in una nota - di individuare una figura di alta professionalità, coerenza e correttezza quale quella del dott. Francesco Tricoli, a tutela delle partecipazioni definitivamente cedute da Vrenna è un ulteriore, netto passo nella direzione della trasparenza, della legalità e della continuità delle imprese". Nella nota, gli amministratori ricordano che Vrenna, il 7 agosto, ha ceduto "definitivamente ed incondizionatamente tutte le sue partecipazioni al capitale sociale" e che da quel momento "non é più socio di queste società e non ne è in alcun modo amministratore o dipendente". Nella nota si afferma anche che "lo strumento giuridico per realizzare la definitiva uscita del socio Vrenna da tutte le società è denominato Trust, sebbene, con grande ignoranza, esperti improvvisati parlino ancora di Blind Trust, che è istituto del tutto differente per natura e finalità. Le conseguenze dell'applicazione di tale istituto sono: la tutela delle imprese, del lavoro e della occupazione (oltre 500 lavoratori); il rispetto delle legge nel segno della trasparenza e della legalità" Dai controlli chiara la correttezza delle imprese. "Tutti gli accertamenti, doverosi in considerazione della peculiarità del settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, si sono sempre conclusi nel senso della assoluta correttezza e capacità delle imprese". E' quanto sostengono gli amministratori delle società Sovreco, Salvaguardia ambientale e Mida, in un comunicato in cui affermano di sentire "la necessità e la responsabilità della chiarezza in merito alle ultime vicende collegate alla posizione del socio Raffaele Vrenna" ed annunciano che il procuratore di Crotone, Raffaele Vrenna, è da oggi garante del trust delle società. "Si deve premettere, innanzi tutto - è scritto nella nota - che le società Sovreco, Salvaguardia ambientale e Mida sono una realtà economica positiva per Crotone e l'intera Calabria. Raffaele Vrenna ha subito, il 9 giugno 2008, una sentenza che lo ha interessato, personalmente, per vicende e fatti completamente estranei alla sua partecipazione alle società sottoscritte e che in nessun modo riguardano l'attività di impresa di esse. Questo provvedimento, pur non definitivo, ha determinato le conseguenze previste dalla legge con riferimento alle risultanze delle informazioni che la Prefettura di Crotone deve rilasciare a soggetti pubblici che sono titolari di rapporti contrattuali e convenzionali con le società sottoscritte. E' doveroso precisare che la normativa prevede una 'presunzione di legge' legata alle vicende personali di un socio e di ciò deve ovviamente tenersi conto". "Proprio al fine di preservare le società che ha fondato e contribuito a far crescere nell'ultimo ventennio, fino a farne una realtà di eccellenza nazionale - prosegue la nota - consentendo ad esse una serena ed efficiente prosecuzione delle attività e di salvaguardare, al contempo, i numerosi dipendenti che da esse traggono lavoro e conseguente dignità, Raffaele Vrenna ha assunto una decisione sofferta ma responsabile e trasparente. Il 7 agosto 2008 ha definitivamente ed incondizionatamente ceduto tutte le sue partecipazioni al capitale sociale di Sovreco, Salvaguardia ambientale e Mida, con atto pubblico rogato dal notaio avvocato Giulio Capocasale di Crotone. Da quel giorno Raffaele Vrenna non è più socio di queste società. Non ne è in alcun modo amministratore o dipendente. Non è legato da alcun rapporto di fatto e di diritto ad esse. Dal 7 agosto 2008 qualsiasi suo rapporto con le società è definitivamente cessato". "Di questa circostanza - è scritto nella nota . è stata data immediata e documentata notizia a tutti gli Enti e le Istituzioni che a qualsiasi titolo sono destinati a tenerne conto. Contestualmente la notizia è stata diffusa agli organi di informazione, che pure paiono non averla tempestivamente e chiaramente registrata, continuando a definire la scriventi società come 'appartenenti' o 'facenti capo all'imprenditore Raffaele Vrennà. In verità, si è assistito ad uno sconcertante livello di approssimazione e di malevolo pregiudizio. Dal 7 agosto 2008, invero, le sorti legali ed imprenditoriali di Sovreco, Salvaguardia ambientale e Mida non sono in alcun modo influenzate ed influenzabili dalle vicende personali e processuali di Raffaele Vrenna. Di tanto dovranno tenere conto coloro i quali intendono ulteriormente occuparsi di dare divulgazione a notizie di cronaca riferite alle aziende, senza più incorrere in singolari e non veritieri accostamenti d'effetto. L'atto pubblico sottoscritto il 7 agosto è stato trasmesso per l'iscrizione al Registro della Imprese della Camera di commercio di Crotone lo stesso giorno. Da allora è pubblico ed accessibile a chiunque. Certamente i mezzi di informazione ne hanno avuto cognizione testuale; tanto da citare a più riprese i dati relativi al numero della partecipazioni cedute ed il valore della cessione stessa. Malgrado la perfetta conoscenza del documento formale, però, sono state irresponsabilmente diffuse circostanze del tutto non veritiere". "Lo strumento giuridico per realizzare la definitiva uscita del socio Raffaele Vrenna da tutte le società del Gruppo - prosegue la nota - è denominato 'Trust' (sebbene, con grande ignoranza, esperti improvvisati parlino ancora di 'Blind Trust', che è istituto del tutto differente per natura e finalità). La legge italiana ha riconosciuto lo strumento giuridico del 'trust' con espresso recepimento della normativa d'origine ed in osservanza dei principi Comunitari. Le conseguenze dell'applicazione di tale istituto sono: la tutela delle imprese, del lavoro e della occupazione (oltre 500 lavoratori); il rispetto delle legge nel segno della trasparenza e della legalità. Ciò nonostante, alcuni ambienti politici all'evidenza scarsamente informati di questioni giuridiche, hanno lungamente parlato, censurato e criticato". "Rimane il sospetto, in alcuni casi la certezza - conclude la nota - che i detti ambienti avessero come unico obbiettivo la crisi delle società e del lavoro, con totale disinteresse per le gravi conseguenze per Crotone e per la Calabria. Le società, così rimodulata la compagine sociale, acquistano più forza e capacità di impresa. L'odierna decisione di individuare una figura di alta professionalità, coerenza e correttezza quale quella del Dott. Francesco Tricoli, a tutela delle partecipazioni definitivamente cedute da Raffaele Vrenna è un ulteriore, netto passo nella direzione della trasparenza, della legalità e della continuità delle imprese".
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