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Blitz della Finanza ad Amantea

Blitz Finanza ad Amantea: Sequestrata anche motonave da crociera, eseguiti tutti e 39 i fermi. Inquirenti: “Grave intreccio mafia-istituzioni”. Gli arrestati

20/12 Ce' anche una motonave da crociera tra i beni sequestrati dalla Dda di Catanzaro nell'ambito dell'operazione che ha portato all'esecuzione di 39 provvedimenti di fermo nei confronti di presunti affiliati alla cosca Gentile di Amantea. La motonave era adibita a crociere da e per le Isole Eolie con partenza dal porto di Amantea. Struttura che, secondo quanto é emerso dalle indagini, era nella disponibilità della cosca Gentile tramite società commerciali intestate a familiari e prestanomi. E' stato sequestrato anche il 25 per cento delle quote della società Appennino paolano, partecipata dai Comuni dell'Alto Tirreno cosentino, che opera nel settore della raccolta e del trasporto dei rifiuti. I beni sequestrati hanno un valore complessivo di 15 milioni di euro. Dalle indagini, inoltre, è emerso che Tommaso Gentile, capo dell'omonima cosca, fermato nel corso dell'operazione, dopo avere appreso dell'inchiesta avviata nei suoi confronti dalla Dda grazie alle informazioni riservate ricevute dai due marescialli della guardia di finanza e dei carabinieri che sono indagati, stava preparando la fuga in Sud America per sottrarsi ad eventuali provvedimenti restrittivi.

Eseguiti tutti i 39 provvedimenti. Gli arrestati. Sono sono stati tutti eseguiti i 39 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Catanzaro nell'ambito dell'operazione contro la cosca Gentile di Amantea. Le persone fermate sono Tommaso Gentile, di 49 anni, indicato come il capo dell'omonima cosca; Francesco Muto (67),. capo della cosca di Cetraro; Pietro Giannetti (53), titolare della società che ha in concessione il porto di Amantea; Tommaso Signorelli (34), assessore del Comune di Amantea; Guido Africano (41); Massimo Africano (39); Natale Rizzo (46); Eugenio Gabriele (45); Roberto Di Lauro (47); Marcello Pati (30); Pasqualino Besaldo (41); Giovanni Amoroso (42); Paolo Launi (36); Pier Mannarino (27); Gianluca Coscarella (26); Angelamara Ramano (34); Fabrizio Rametta (35); Alessandro Marigliano (26); Luca Azzinnaro (25); Beniamino Molinaro (41); Andrea Munno (21); Diego Pirillo (22); Giuseppe Laganà (24); Amedeo Mannarino (30); Carlo Samà (53), Domenico Santoro (42); Giovanni Bonadio (44); Saverio Cambareri (48); Guido De Filippis (25); Alessandro Cantoro (23); Antonio Chirumbolo (32); Elio Stancati (56); Ottavio Mignolo (43); Alfredo Mendicino (26); Salvatore Tripicchio (32); Vittorio Suriano (39); Roberto Longo (20) e Tiziano Rosa (33). Un altro provvedimento di fermo è stato emesso nei confronti di una persona che di recente è deceduta. Complessivamente le persone indagate nell'ambito dell'inchiesta sono 59.

Gli inquirenti: “Grave intreccio mafia-istituzioni”. ''Il valore dell'operazione di oggi è rappresentato dall'intreccio tra mafia e istituzioni disegnato in maniera plastica: la mafia di Amantea operava con il massimo sostegno delle istituzioni comunali e regionali, senza risparmiare neanche la marina militare. In questi casi non é difficile sapere dove abita la mafia". Così il procuratore nazionale aggiunto della Dna, Emilio Le Donne ha commentato l'operazione "Nepetia". Alla conferenza stampa hanno partecipato il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Mario Spagnuolo; il comandante regionale della Guardia di Finanza, il generale Riccardo Piccinni; il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Mariano Lombardi, e il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Domenico Fiordalisi. "Dalla Calabria - ha aggiunto Le Donne - il no alla mafia si estende per tutta la penisola. Non si può continuare a fare i sudditi della criminalità". Mariano Lombardi, che il 27 gennaio lascerà la guida della Procura di Catanzaro, ha espresso soddisfazione. "Così - ha detto - concludo la mia attività lavorativa con enorme soddisfazione perché per anni in Corte d'Assise Franco Muto veniva assolto per insufficienze di prove. Rivendico a mio pregio che nel 1993 ricostruii tutte le attività illecite del 're del pesce', che era anche 're della carne' e 're dell'abbigliamentò e che nel corso del tempo è riuscito a fare un salto di qualità, alleandosi con Tommaso Gentile ed entrando anche in affari sui rifiuti". Per Spagnuolo "é stato deciso di emetetre un decreto di in considerazione del pericolo di fuga degli indagati. In questa operazione c'era non il pericolo, ma la certezza del pericolo di fuga perché le cosche erano a conoscenza delle nostre indagini. L'inchiesta - ha detto Spagnuolo - si è sviluppata secondo due direttrici: la prima ha riguardato un'attività tecnica di polizia giudiziaria, molto complessa, che ha cercato di individuare una geografia criminale, quindi non solo Paola e Amantea, ma tutta la Calabria; e poi la seconda direttrice ha interessato l'attività dei collaboratori di giustizia. Il fenomeno inizia verso la fine degli anni 90 fino ad arrivare alle attività di Tommaso Gentile che è diventato il punto di equilibrio di vicende giudiziarie che partono da lontano. La 'ndrangheta sta cambiando pelle. Amantea si stava trasformando in un ''locale", in gergo 'ndranghetistico, del traffico di droga. Abbiamo registrato atteggiamenti di cittadini privati che si recavano dal capo mafia per risolvere i problemi''. Il procuratore Spagnuolo ha detto anche che dall'indagine "sono emersi collegamenti tra i clan dei Gentile e quello dei Forestano di Cassano allo Jonio". Alle due cosche sarebbe collegato, secondo quanto è emerso da due diverse indagini della Dda, il consigliere regionale Franco La Rupa. "I cittadini - ha detto il pm Domenico Fiordalisi - ci chiedevano di liberarli da questa situazione insostenibile. Quindi non solo sinergie tra le forze dell'ordine, ma anche la collaborazione dei cittadini come il sindaco di Cetraro che al momento opportuno ha esposto una denuncia che ha permesso di capire gli altri aspetti dell'attività delinquenziale. Nel corso delle indagini è emersa anche l'instaurazione di un monopolio nella tratta tra Gioia Tauro e le Isole Eolie imposto dalla cosca mafiosa in questo settore con la finalità di influire nel rapporto tra le imprese che si contendevano queste attività ". Per il generale Piccinni "si tratta di un'operazione emblematica sia per la sinergia tra le forze dell'ordine, sia per aver eseguito contemporaneamente i fermi giudiziari e le perquisizioni, e sia perché è la prima volta che è stato sequestrato un intero porto la cui gestione faceva capo alla criminalità".

Un porto con 200 posti barca. Ha una ricettivita' di 200 posti barca il porto turistico di Amantea sequestrato dalla Dda di Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta che ha portato al fermo di 39 persone presunte affiliate alla cosca Gentile. Il porto , realizzato nel 2000, è stato dato in concessione nel 2004 dall'ex Giunta comunale di Amantea ad una società, denominata Giannetti Pietro, che sarebbe riconducibile, secondo l'accusa, a Tommaso Gentile, capo dell'omonima cosca che è al centro dell'inchiesta. La società che in concessione il porto é stata sequestrata. Sindaco di Amantea, all'epoca in cui il porto fu dato in concessione sindaco di Amantea, era Franco La Rupa, il consigliere regionale dell'Udeur nei confronti del quale è stata emessa un'informazione di garanzia per associazione per delinquere di tipo mafioso. Il porto di Amantea ha un'attività intensa, ubicato com'é in una zona ad alta densità turistica. Nel periodo estivo, in particolare, i posti barca sono stabilmente occupati, mentre in inverno il porto viene utilizzato come struttura di ricovero delle imbarcazioni. Dall'attività di noleggio dei posti barca la società che ha in concessione il porto ha ricavato guadagni per milioni di euro.

Nel porto si cercano armi ed esplosivo. La Guardia di finanza ed i carabinieri stanno effettuando una perquisizione nel porto di Amantea, sequestrato stamattina nell'ambito dell'operazione contro la cosca Gentile della 'ndrangheta, alla ricerca di esplosivo ed armi. La perquisizione e' stata disposta dalla Dda di Catanzaro sulla base di alcune risultanze emerse dall'inchiesta secondo le quali nel porto la cosca Gentile, che avrebbe avuto il controllo della struttura, avrebbe nascosto due chilogrammi di tritolo e quattro pistole. Il controllo è in corso in tutte le strutture del porto. Vengono ispezionati anche, con l'ausilio di sommozzatori, i fondali nell'ipotesi che l'esplosivo e le armi siano state nascoste in mare. Il sequestro probatorio della struttura è stato disposto proprio con lo scopo di consentire l'effettuazione della perquisizione.

Sospeso l’assessore Signorelli. La presidenza regionale del Partito Democratico della Calabria ha disposto la sospensione di Tommaso Signorelli, amministratore del Comune di Amantea, dalla carica di componente dell'assemblea costituente regionale del Partito. Signorelli è stato candidato ed eletto il 14 ottobre scorso alle primarie del Partito Democratico nella circoscrizione di Paola nella lista 'Democratici Uniti per Veltroni'. Il provvedimento è stato deciso dalla presidente Doris Lo Moro in seguito al coinvolgimento dell'esponente politico nell'operazione compiuta stamani dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri che ha portato al fermo di numerosi esponenti della 'ndrangheta.

Morrone (Udeur) “La Rupa dimostrerà sua estraneità”. "Esprimo la mia solidarietà all'on. Franco La Rupa, capogruppo dell'Udeur al Consiglio regionale della Calabria". Lo afferma, in un comunicato, Ennio Morrone, segretario di presidente dalla Camera e responsabile nazionale Enti locali dell'Udeur. "Ho fiducia - prosegue - rispetto e stima per la magistratura, ma sono sicuro che l'on. La Rupa riuscirà a dimostrare la sua estraneità rispetto ai fatti che gli sono stati contestati". "Mi auguro - conclude Morrone - che questa vicenda possa risolversi al più presto".

Forgione (Comm. Antimafia) “Enorme capacità d’infiltrazione”. "L'indagine conclusa oggi evidenzia ancora una volta la pericolosità in tutto il territorio calabrese delle cosche della 'ndrangheta. Ormai e' evidente che la loro capacità d'infiltrazione è enorme, riescono a controllare non solo fiumi di denaro con i traffici illegali ma anche importanti attività imprenditoriali svolte alla luce del sole". E' quanto afferma, in un comunicato, il presidente della commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione. "Altrettanto preoccupante - prosegue il comunicato - è quanto emerge sulle capacità di infiltrare la politica ed anche le forze di polizia, bisogna continuare a lavorare all'interno dei partiti e delle istituzioni a tutti i livelli per garantire una vera trasparenza di tutte le scelte politiche ed amministrative". Forgione si è anche complimentato con Guarda di finanza, Carabinieri e Dda di Catanzaro "per l'operazione contro la 'ndrangheta portata a termine oggi ad Amantea''.

Villecco (Pd) “In Calabria cosche fanno impresa”. ''La 'ndrangheta in Calabria e' forte e ramificata da riuscire a fare impresa". E' quanto afferma, in una nota, la senatrice Rosa Villecco Calipari, responsabile Mezzogiorno del PD e coordinatrice del comitato Beni confiscati della Commissione antimafia. "Ecco perché una operazione come quelle di oggi - prosegue Calipari - acquista una assoluta importanza strategica nella lotta quotidiana contro la criminalità organizzata. I 39 fermi emessi dalla Dda di Catanzaro sono la risposta efficace e determinata dello Stato all'aggressività 'imprenditoriale' della 'ndrangheta che pur mantenendo, anche attraverso connessioni con altri clan del cosentino e del reggino, forme di controllo tradizionali, come racket e usura, diversifica i suoi interessi anche verso settori quali il traffico di sostanze stupefacenti e nel caso specifico, la gestione dei rifiuti''. "Con l'operazione odierna - conclude la parlamentare - eseguita dal Gico della Guardia di Finanza e dai Carabinieri, ai quali invio il mio plauso, emergono, ancora una volta, forti connivenze con rappresentati della pubblica amministrazione regionale e locale, condizioni che hanno permesso un controllo capillare sull'economia e sulla politica di una vasta area del cosentino"

Giacomo Mancini (Comm. Antimafia) “Fare pulizia fino in fondo”. ''Occorre fare pulizia andando fino in fondo e senza guardare in faccia nessuno". Così il deputato Giacomo Mancini, del Partito Socialista, commenta l'operazione condotta nel cosentino da Guardia di Finanza e carabinieri, su disposizione della Dda di Catanzaro. "Le ipotesi investigative, che naturalmente devono essere vagliate e confermate dai diversi gradi di giudizio - ha continuato il capogruppo socialista in Commissione Antimafia- tratteggiano un quadro inquietante ed evidenziano quanto sia allarmante e stretto il rapporto tra gli affiliati alle cosche, i rappresentanti dei partiti e i diversi livelli istituzionali". "Ecco perché - ha concluso Mancini - al lavoro egregio svolto dal procuratore Mario Spagnolo e dalle forze dell'ordine é indispensabile che si affianchino decisioni coraggiose dei dirigenti dei partiti per allontanare dalla gestione della cosa pubblica chi alimenta le trame affaristiche con il crimine organizzato. Solo così si potrà costruire un futuro migliore per la Calabria"

Napoli (Comm. Antimafia) “Collusioni con la politica”. ''L'operazione condotta nelle ultime ore da Guardia di Finanza e Carabinieri, su disposizione della Dda di Catanzaro, ha inciso pesantemente sulle cosche mafiose Gentile e Muto del Tirreno cosentino". E' quanto afferma, in una nota, l'on. Angela Napoli, di An, componente della Commissione parlamentare antimafia. "La scarcerazione del boss della 'ndrangheta, Francesco Muto - prosegue Napoli - capo dell'omonima cosca, avvenuta nel settembre 2007, e da me fortemente criticata anche attraverso la presentazione di un atto ispettivo parlamentare, non poteva non far prevedere il proseguimento del potere che la stessa cosca Muto, insieme alle altre cosche provinciali cosentine e non solo, avrebbe continuato ad esercitare sul territorio. Va dato atto dell'importante ed egregio lavoro di contrasto che la Dda di Catanzaro sta attuando e dal quale emergono le grandi collusioni che la 'ndrangheta ha in Calabria con buona parte del mondo politico, nella gestione delle varie attivita'". "In tempi non sospetti - aggiunge ancora la parlamentare - ho denunziato la pervasività della 'ndrangheta e delle sue collusioni nell'intera Regione Calabria; sono, infatti, sempre stata convinta che la pericolosità della 'ndrangheta non ha punti vuoti in Calabria e che la sua pervasivita' è rintracciabile in tutte le attività dei vari Enti locali"

 

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