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Prodi in Calabria commemora Fortugno

 

Prodi in Calabria commemora Fortugno e promette un poiano per combattere la mafia. La vedova "Omicidio mafioso con input politico".

09/10 La volontà di imporre la legalità in Calabria è sempre più forte e condivisa all'interno del Governo. E' con questo impegno che il presidente del Consiglio, Romano Prodi, arriva in Calabria per rendere omaggio alla memoria del vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ucciso quasi un anno fa, il 16 ottobre 2005. Una visita di poco più di un'ora quella a Locri, che serve al premier per ribadire gli impegni assunti quando scese come leader dell'opposizione. Il premier, per prima cosa, va a rendere omaggio alla tomba di Fortugno, raccogliendosi in preghiera insieme alla vedova, Mariagrazia Laganà, deputata dell'Ulivo, ed ai parenti più stretti. "Mentre ero sulla tomba di Francesco - dice il premier all'uscita dal cimitero - ho ricordato tutte le altre vittime della criminalità. Sono qui per dimostrare la volontà di un vero cambiamento e la piena volontà del Governo ad approfondire sino in fondo i problemi della mafia. Dobbiamo dare risposte a tutti quelli che chiedono giustizia - aggiunge riferendosi, seppure indirettamente, alle richieste avanzate nei giorni scorsi dai familiari di alcune vittime - e la mia presenza qui ne è la dimostrazione concreta". Un concetto che il premier riprende successivamente, nel corso della cerimonia per l'intitolazione a Fortugno del pronto soccorso dell'ospedale di Locri. E' il dirigente della terna commissariale che gestisce la Asl dopo il suo scioglimento per infiltrazioni della criminalità, Antonio De Luca, a fare gli onori di casa davanti al premier, al ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi, al vice ministro all'Interno, Marco Minniti, al presidente della Regione, Agazio Loiero, all'assessore regionale alla sanità Doris Lo Moro. Una cerimonia breve nel corso della quale viene scoperta una targa alla memoria di Fortugno, posta all'ingresso delle sale del pronto soccorso, e benedetta dal vescovo di Locri, mons. Giancarlo Bregantini. "A Francesco Fortugno - vi è scritto - primario di accettazione, pronto soccorso e astanteria, persona solare, disponibile e generosa, riferimento certo per correttezza e professionalità. Una mano assassina lo ha strappato alla vita ed alla sua missione di medico esemplare". Un applauso accoglie le parole della vedova che ribadisce la sua fiducia nel premier e avanza tre richieste: il potenziamento dell' organico di magistrati e forze dell'ordine per un'azione più incisiva nella lotta alla criminalità organizzata; la realizzazione, da parte del Governo, di un piano straordinario per il lavoro, soprattutto ai giovani; il sostegno dell' Esecutivo alla sua richiesta di un coinvolgimento diretto della Procura nazionale antimafia nelle indagini sull'omicidio del marito. Prodi specifica subito di essere sceso in Calabria "anche se con poche cose in mano per il poco tempo avuto a disposizione". Quindi traccia quella che sarà la linea del Governo nella lotta alla criminalità organizzata in Calabria e nel Mezzogiorno. "L'esperienza di questi mesi ci dimostra - dice - che non c'é futuro economico se non viene sradicata la criminalità. Nulla può venire se non regna la legge". E per ottenere ciò, spiega, ha chiesto ai suoi collaboratori ed al Governo la preparazione di "un'azione insistente di lungo periodo, non teatrale ma profonda" contro una criminalità che "sta devastando un'altra generazione". Ed al riguardo, Prodi rivolge il suo pensiero ai ragazzi di Locri, protagonisti di una reazione spontanea all'indomani del delitto Fortugno che ancora prosegue. "Se questa lotta non viene fatta - dice - anche i ragazzi di Locri dovranno emigrare e non c'é futuro se una parte emigra e l'altra è vittima". E davanti a quei ragazzi il premier prende un impegno: "tutta la società deve essere cambiata. L'omicidio di Francesco ha segnato una linea di non ritorno e noi dobbiamo interrompere quella linea". "Sono qui - prosegue Prodi - per ricordare una persona virtuosa, vittima di un mondo ingiusto. Ma insieme a lui ricordo anche tutti gli altri che non sono stati uccisi o feriti, ma soffrono per la mancanza di legalità. L'impegno è di dare alla Calabria tutti gli strumenti perché la legge sia rispettata". Un impegno che Prodi ribadisce, simbolicamente, stringendo la mano ai sindaci della zona presenti mentre un applauso si leva al momento della sua partenza dal centinaio di persone, in gran parte dipendenti dell'ospedale, che hanno assistito alla cerimonia.

Prodi: Un piano profondo per combattere la mafia

09/10 Per la lotta alla criminalità organizzata il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha chiesto ai suoi "collaboratori ed al Governo di preparare un' azione insistente di lungo periodo, non teatrale ma profonda". A dirlo è stato lo stesso Prodi intervenendo alla cerimonia per l' intitolazione a Francesco Fortugno del pronto soccorso dell' ospedale di Locri. "La criminalità - ha sostenuto il premier - sta devastando un' altra generazione. Se questa lotta non viene fatta, anche i ragazzi di Locri dovranno emigrare. Ma non c' è futuro se una parte emigra e un' altra è vittima. Questo è un impegno che porteremo avanti nei prossimi mesi". "Mi assumo un impegno davanti ai ragazzi di Locri - ha proseguito Prodi -, tutta la società deve essere cambiata. L' omicidio di Francesco rappresenta una linea di non ritorno e noi dobbiamo interrompere quella linea. Questo è un impegno forte che ho preso e che continuerò a prendermi". "Ancora in troppe parti della Calabria - ha sostenuto poi il premier - l' ospedale è l' unico riferimento economico di una zona. Non possiamo andare avanti così. La lotta alla criminalità si basa su programmi di sviluppo che devono essere legati in rete"
"Quando si tratta di giustizia è opportuno che si vada fino in fondo nella ricerca della verità". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, parlando con i giornalisti in merito alla richiesta della vedova Fortugno, Mariagrazia Laganà, di andare in fondo nelle indagini sull' omicidio del marito. "Si tratta - ha aggiunto Prodi - di un principio generale e come tale va rispettato in ogni caso e in ogni situazione".
"Mentre ero sulla tomba di Francesco Fortugno ho ricordato tutte le altre vittime della criminalità". A dirlo è stato il presidente del Consiglio, Romano Prodi, parlando con i giornalisti dopo aver reso omaggio alla tomba di Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il 16 ottobre dello scorso anno. Prodi ha così risposto, indirettamente, alle richieste di giustizia venute nelle ultime settimane dai familiari di alcune vittime della 'ndrangheta nella locride. ''Sono qui - ha sostenuto il premier - per dimostrare la volontà di un vero cambiamento e la piena volontà del Governo ad affrontare fino in fondo i problemi della mafia. Dobbiamo dare risposte a tutti quelli che cercano giustizia e la mia presenza qui ne è la dimostrazione concreta".
"L' esperienza di questi mesi dimostra che non c' è futuro economico se non viene sradicata la criminalità organizzata". A dirlo è stato il presidente del Consiglio, Romano Prodi, nel suo intervento in occasione della cerimonia di intitolazione del pronto soccorso dell' ospedale di Locri a Francesco Fortugno. "Nulla può avvenire in Calabria e nel Mezzogiorno - ha aggiunto Prodi - se qui non regna la legge, a qualsiasi livello la legge stessa debba toccare"

La vedova “Un omicidio mafioso con input politico”. Le richeiste a Prodi

09/10 ''Bisogna indagare soprattutto in quella zona grigia in cui e' maturato l'humus che ha fatto da sfondo all'omicidio di mio marito''. Lo ha detto Maria Grazia Lagana', vedova di Francesco Fortugno e deputata dell'Ulivo, in un'intervista al TG2. ''Non mi stanchero' mai di ripeterlo. Quello di Franco - ha aggiunto - e' stato un omicidio-politico mafioso. In alcune intercettazioni telefoniche, facenti parte dell'indagine sul tentato omicidio dell'ex assessore regionale Saverio Zavettieri, ci sono alcuni dialoghi inquietanti in cui si parla anche di mio marito in termini non molto costruttivi. Per questo bisogna indagare in maniera piu' approfondita. Io ritengo che un omicidio di questo livello non possa interessare solo una parte della mafia. Credo che ci sia stato, comunque, l'accordo di quelli che contano in questa organizzazione, certamente con un input politico''
Tre richieste precise a Romano Prodi nella lotta alla mafia e per le indagini sull' omicidio del marito: così ha accolto il presidente del Consiglio la vedova di Franco Fortugno, Maria Grazia Laganà, oggi deputata dell' Ulivo. La Laganà ha ringraziato innanzitutto tutto il personale sanitario ed amministrativo della Azienda Sanitaria 9 di Locri per la loro partecipazione. "Desidero rivolgere a Lei, Onorevole Presidente, il mio ringraziamento - ha proseguito la vedova del vicepresidente del Consiglio regionale assassinato l' anno scorso - per l'affetto che continua a dimostrare verso Franco, e verso tutte le famiglie delle vittime di mafia della Locride, che attendono finalmente giustizia dallo stato e alle quali mi sento collegata nell'intensità del dolore che tutti viviamo allo stesso modo. Signor Presidente, la sua presenza oggi a Locri acquista un grande significato, porta un grande conforto alle nostre famiglie, ma anche fiducia e speranza per i problemi che gravano su questo territorio. Ed io, come sua amica, come vittima della mafia e come parlamentare, mi permetto di rivolgere a Lei, amico della Calabria e capo del Governo, che ha già attribuito alla Calabria importanti risorse nella Finanziaria, malgrado le gravi difficoltà, e desidero presentarle 3 richieste". Le richieste della Laganà sono: il potenziamento degli organici della Magistratura inquirente, della Forze dell'Ordine e di tutti gli altri organismi preposti alla prevenzione ed al controllo del territorio, in modo che ci siano tutti gli strumenti necessari per poter incidere efficacemente nella lotta alla criminalità "perché lo Stato fornisca l'unica risposta dovuta: l'identificazione dei responsabili di migliaia di gravissimi delitti di mafia rimasti impuniti, la confisca dei patrimoni illecitamente accumulati, la risoluzione di ogni rapporto tra Pubblica amministrazione e soggetti infiltrati dalla ndrangheta"; finanziare un piano straordinario per il lavoro soprattutto a favore dei giovani e lo sviluppo economico e infrastrutturale della Locride (a tal proposito, qualche proposta mi permetterò di avanzarla io stessa). Infine la terza richiesta: le chiedo "che il Governo sostenga la mia richiesta di intervento diretto della Direzione Nazionale Antimafia, anche nella persona del Procuratore Nazionale, nelle indagini riguardante la morte di mio marito, da sviluppare in ogni direzione e ad ogni livello; costituendo l'omicidio del Vice Presidente del Consiglio regionale Calabrese un punto di non ritorno per l'effettiva stabilità democratica della Calabria. Io ho piena fiducia in Lei, Presidente, che governa bene l'Italia, partendo dai bisogni dei più deboli".

Fissato l’incidente probatorio per sentire i pentiti

09/10 Si terrà nei prossimi giorni l'udienza camerale dinanzi al Gip distrettuale di Reggio Calabria per effettuare l'incidente probatorio a carico dei due collaboratori di giustizia, Domenico Novella e Bruno Piccolo, che hanno consentito di individuare i presunti esecutori e mandanti dell'omicidio di Franco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso il 16 ottobre dello scorso anno a Locri. La richiesta è già stata depositata dalla Procura distrettuale antimafia al presidente della sezione Gip, Roberto Lucisano. "L'iniziativa - riferiscono fonti investigative - è proceduralmente corretta e costituirà formalmente un utile momento di cristallizzazione della prova che verrà utilizzata nel prosieguo del dibattimento". Nel corso dell'incidente probatorio, l'accusa e la difesa potranno interrogare i due collaboratori di giustizia e potranno così essere acquisite le eventuali prove emerse ai fini del giudizio dibattimentale, evitando il rischio della loro dispersione. Sul fronte delle indagini, intanto, si starebbe lavorando intensamente per verificare tutti i particolari resi dai due collaboratori di giustizia, non soltanto riguardo l'omicidio di Fortugno ma, più in generale, sul quadro criminale che ha caratterizzato la vita sociale e civile della Locride attraverso la faida tra i Cataldo ed i Cordì. "Quei fatti di sangue - dicono gli inquirenti - potrebbero diventare la cartina di tornasole di vicende che solo apparentemente sarebbero riconducibili al puro scontro di potentati mafiosi, dietro il quale si potrebbero celare inquietanti risvolti, con riverberi sulla gestione della sanità e della pubblica amministrazione in generale nella Locride".

Laratta “Serve continuare la lotta alla mafia”. Presentata proposte anticrimine

09/10 ''Se è vero come è vero che con la finanziaria varata dal Governo Prodi arrivano finalmente i primi importanti segnali alla Calabria, è altrettanto vero che sul piano della sicurezza e del contrasto alla mafia c'é ancora molto da fare". Ad affermarlo è il deputato dell'Ulivo, Franco Laratta, annunciando di farsi promotore in Parlamento "di un pacchetto sulla sicurezza e sulla legalità". Per Franco Laratta "la visita di Romano Prodi in Calabria è un gesto di sensibilità istituzionale e di attenzione più volte manifestata verso la nostra Regione. La Calabria si sviluppa prima di tutto se si vince la difficile battaglia contro la criminalità, che deve condursi con strumenti efficaci e risorse sufficienti. Il fatto che ad oggi risultino impuniti decine di omicidi nella Locride e in Calabria, è il segno tangibile dei limiti e delle carenze in seno agli organi preposti a contrastare il fenomeno mafioso". "La ricorrenza della drammatica morte di Franco Fortugno - ha detto Laratta - deve essere momento di riflessione non fine a sé stesso, ma uno stimolo ad avviare azioni mirate, incisive e sinergiche contro la piaga criminale. Questo pacchetto dovrà contenere misure straordinarie per la Calabria come il raddoppio degli organici in magistratura, in particolare nelle Procure della Dda e delle forze di intelligence. Occorre assegnare a questi organi le risorse economiche necessarie per far fronte alle esigenze ordinarie. E' paradossale che i magistrati debbano pagare di tasca propria il carburante per gli spostamenti in auto. Le forze dell'Ordine dovranno essere dotate di un organico molto più consistente di quello attuale per presidiare, in via preventiva, le aree su cui Cosa nostra esercita il suo predominio. E' inconcepibile che nella regione con il più alto tasso di criminalità, talvolta si percorrono centinaia di chilometri, senza trovare un solo posto di blocco". Per il deputato dell'Ulivo "il pacchetto anticrimine dovrà contenere anche un sistema di videosorveglianza da installare nelle aree sensibili e nei grossi centri urbani per prevenire reati spesso consumati a danno di cittadini inermi da parte di una microcriminalità agguerrita e sempre crescente. Il pacchetto prevederà anche un sostegno a tutti quei movimenti spontanei, come il movimento dei 'ragazzi di Locri', il mondo delle associazioni, il volontariato, il mondo dell'istruzione, affinché possano operare proficuamente nel campo della prevenzione e promuovere al tempo stesso cultura delle regole e della legalità". "Speriamo - ha concluso Laratta - che il Parlamento oltre a prendere in esame questa proposta, calendarizzi al più presto il Pdl del Centro Studi Lazzati, per impedire l'ingerenza mafiosa nelle istituzioni, presentato per la terza legislatura consecutiva"

I ragazzi di Locri e i parenti delle vittime “Lo Stato risponda”

09/10 ''In un anno, dopo l'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, abbiamo cercato in tutti i modi e con tutti i mezzi a nostra disposizione di non far calare il silenzio sulla Locride e su tutte le vittime innocenti cadute in questa guerra dei calabresi onesti contro la 'ndrangheta''. A sostenerlo, in una nota, sono Liliana Carbone, madre di Massimiliano, ucciso a Locri il 24 settembre 2004; Mario Congiusta, padre di Gianluca, ucciso a Siderno il 24 maggio 2005; Aldo Pecora, del Movimento dei ragazzi di Locri "E adesso ammazzateci tutti", e Rosanna Scopelliti, figlia del giudice Antonino, ucciso a Campo Calabro il 9 agosto 1991. "Si tratta - aggiungono - di una guerra che combattiamo da soli, famiglie vittime e ragazzi coraggiosi, una guerra che lo Stato non vuole combattere. Ci abbiamo provato non solo con la denuncia, ma anche con la satira dettata dalla sola forza della disperazione, regalando nei giorni scorsi una protesi acustica ai nostri ministri, evidentemente troppo sordi. Ora che finalmente i riflettori si stanno riaccendendo su Locri e sulla Calabria, riteniamo svolto il nostro compito e non ci resta che attendere. Crediamo sia dovere della politica e delle istituzioni, e del presidente Romano Prodi in primis, rendere conto ai calabresi del non-operato dei suoi ministri, così come é diritto dei parlamentari e di tutti i rappresentanti istituzionali calabresi essere ascoltati dal Governo perché rappresentano cittadini e non sudditi. I calabresi onesti hanno una dignità che nessuno può svendere o acquistare". "Crediamo - conclude la nota - che siano evase le richieste contenute nelle interrogazioni parlamentari presentate, nei mesi scorsi, in particolare ai Ministri dell'Interno e della Giustizia, Giuliano Amato e Clemente Mastella, in merito alla criminalità ed alla giustizia in Calabria. Le nostre richieste sono urgenti e altrettanto urgenti devono essere le loro risposte. Per i prossimi giorni organizzeremo manifestazioni pacifiche per rivendicare i valori di verità e giustizia, che fino ad oggi ci sono stati negati. Adesso impegnamoci tutti perché è nostro diritto che lo Stato faccia insieme a noi il proprio dovere"

Iovene “perché in Calabria tanti casi irrisolti?”

09/10 "Accertare i motivi per i quali è così alta la percentuale dei casi irrisolti in Calabria e nella Locride in particolare": è la richiesta avanzata dal sen. Nuccio Iovene, dei Ds, in una interrogazione al Presidente del Consiglio ed ai Ministri all'Interno ed alla Giustizia. Iovene chiede anche di sapere "quali misure si intendano adottare per coprire gli organici della magistratura e delle forze di polizia al fine di garantire continuità e qualità delle indagini". "Gli omicidi commessi nella Locride in circa 20 mesi, dal settembre 2004 ad aprile 2005 - ha sostenuto Iovene - sono complessivamente 28, a cui va aggiunta la scomparsa di un operaio di S.Ilario dello Ionio, del quale non si hanno più notizie dall'agosto del 2005. Allo stato risulta che le forze dell'ordine avrebbero individuato e arrestato solo cinque responsabili, pari al 18% dei casi. Il 16 ottobre 2005, davanti al seggio per le primarie allestito a Locri, è stato barbaramente ucciso Franco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. A seguito di questo omicidio a Locri è nato spontaneamente un movimento di giovani che si batte contro la mafia. Due persone sono state arrestate a Locri per l'omicidio Fortugno. E' stata sciolta l'As 9 di Locri per condizionamento mafioso. Tra le motivazioni che hanno portato allo scioglimento è ricordata la gestione da parte delle cosche locali, Cataldo e Cordì, di 16 strutture sanitarie private accreditate. A Siderno, il 24 maggio 2005, Gianluca Congiusta, 32 anni, incensurato, titolare di alcuni negozi di telefonia, viene ucciso da sicari della mafia". Iovene ha quindi rilevato che "la situazione nella locride continua ad essere grave, come dimostrano i dati relativi agli omicidi. Alla 'ndrangheta viene attribuita una forte capacita' sotto il profilo economico, operativo, militare, una presenza capillare in tutte le regioni del centro e del nord Italia, e in numerosi Paesi stranieri, presenza che fa assumere alla mafia calabrese le caratteristiche di una grande organizzazione globalizzata e nel contempo fortemente radicata sul territorio". "In questi ultimi anni - ha evidenziato il parlamentare dei Ds - le organizzazioni mafiose in Calabria, hanno esercitato una notevole e sempre crescente pressione su amministratori, sindaci, assessori, esponenti politici e sindacali, imprenditori e commercianti calabresi. Senza contare gli omicidi, sono stati oltre 300 gli episodi contro il mondo politico e imprenditoriale calabresi: telefonate a tutte le ore della notte, lettere minatorie che recavano pallottole e minacce di morte, incendi in danno di civili abitazioni, sedi municipali e automobili, atti intimidatori vari".

Russo (DL) “Lo Stato non ha dato risposte”

09/10 "Il 16 ottobre dello scorso anno vi fu un attacco alle istituzioni che Franco Fortugno rappresentava in qualità di Vice Presidente del Consiglio Regionale, ma soprattutto alla voglia di rinascita della regione che egli rappresentava col suo unico e incondizionato stile di vita. Il suo impegno quotidiano ha dimostrato che la politica anche in questa regione può essere dedizione totale al popolo e lontananza dagli affari". Lo sostiene, in una dichiarazione, il segretario regionale dei giovani della Margherita, Giovanni Russo. "Ad un anno di distanza da quel tragico giorno - aggiunge Russo - lo Stato però non è riuscito a dare quelle risposte che noi giovani scesi in piazza a Locri ancora aspettiamo. Purtroppo la mia impressione è che paradossalmente lo Stato stia addirittura indietreggiando prevedendo nell'ultima finanziaria la chiusura delle Prefettura e delle Questure di Crotone e Vibo Valentia che, in territori martoriati dalla criminalità organizzata, rappresentano un importante presidio dello Stato e quindi della legalità. Facciamo affidamento alla grande sensibilità del presidente Prodi per evitare che ciò accada e chiediamo di rafforzare la Dda di Catanzaro, fornendola degli uomini e degli strumenti necessari. Sono queste le risposte che la Calabria, definita dal Presidente del Consiglio in campagna elettorale 'figlia prediletta', si aspetta per diffondere sempre più quel messaggio di legalità che per la nostra regione è la condizione necessaria per lo sviluppo economico e sociale. La nostra nobile terra di Calabria non riesce da sola a riemergere e per questo chiediamo proprio a Prodi di non abbandonarla"

Jole Santelli “Prodi assuma un impegno per scoprire la verità”

09/10 "La Calabria potrà dire di essersi riscattata quando sarà fatta piena luce sulle collusioni politiche mafiose che da anni opprimono lo sviluppo economico, sociale e civile della regione e quando sarà fatta piena luce sull'omicidio del vice presidente del consiglio regionale, Francesco Fortugno ucciso il 16 ottobre dello scorso anno, così come del resto invoca la vedova, la deputata della Margherita, Maria Grazia Laganà, che esorta forze dell'ordine e magistratura a non fermarsi e di andare avanti e scoprire i mandanti dell'omicidio del marito. Solo così la regione potrà riscattarsi". Lo afferma, in una nota, Jole Santelli, ex sottosegretario alla Giustizia e deputato di Forza Italia, commentando la visita di Romano Prodi, che oggi pomeriggio si recherà a Locri sulla tomba di Francesco Fortugno. Per la Santelli, "Prodi dovrebbe assumersi, di fronte alla tomba di Fortugno, un impegno forte nella direzione di scoprire la verità. Così come si impegnò un anno fa, quando partecipò insieme a diversi autorevoli esponenti del centro sinistra alla varie manifestazioni subito dopo l'assassinio del vice presidente del Consiglio. Non servono promesse ma fatti concreti, così come chiedono i familiari delle vittime per la 'ndrangheta. Ci aspettiamo che Prodi chieda a magistratura e forze dell'ordine di andare avanti nelle indagini sull'omicidio di Francesco Fortugno, senza guardare le appartenenze politiche e che sia consapevole di una realtà di una regione governata da una maggioranza di centro sinistra in cui le posizioni di molti consiglieri regionali sono rese ambigue dalle molte inchieste che li coinvolgono. La credibilità di chi rappresenta oggi lo stato in Calabria è data da azioni positive e non da passerelle che inducono soltanto i calabresi a sentirsi strumentalizzati"

Cherubino “Vogliamo sapere chi è il regista del delitto”

09/10 "Se qualcuno pensava di piegare le istituzioni uccidendo Franco Fortugno, ha sbagliato di grosso. Le istituzioni sono vive e vegete e lo dimostreranno il 12 ottobre in occasione del Consiglio regionale convocato per commemorare Fortugno e il 16 a Locri durante una grande manifestazione popolare alla presenza di autorità politiche, militari e religiose". E' quanto ha detto il capogruppo Sdi-Unità socialista in Consiglio regionale, Cosimo Cherubino, commentando la visita del presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, oggi a Locri. "Compito della magistratura - ha aggiunto Cherubino - è quello di andare avanti e cercare la verità scoprendo i mandanti di questo atroce delitto. Bisogna mobilitare le coscienze, riunendo tutti coloro che vogliono costruire una nuova Calabria con un nuovo tessuto socio-economico e culturale che, da una parte, blocchi la criminalità organizzata e, dall'altra, crei lavoro per i giovani. I cittadini di Locri e di tutta la fascia ionica non vogliono vivere nel timore e nella paura, ma chiedono un futuro certo per i propri figli. Dopo la morte di Fortugno abbiamo avuto un anno di successi investigativi e momenti di mobilitazione e di lotta contro la mafia. Ma, in questi ultimi mesi, abbiamo registrato anche momenti di calo di tensione, con tentativi di minimizzare il livello dello scontro in atto". "In questi giorni - ha concluso Cherubino - siamo preoccupati perché 'i ragazzi di Locri', sono sempre di meno, mentre alcuni di loro temono strumentalizzazioni politiche. Sono convinto che la Regione, il Comune di Locri, la Chiesa locale e la scuola devono fare in modo che il delitto Fortugno non cada nel dimenticatoio. Serve più mobilitazione popolare per chiedere agli organi competenti la verità e il regista di questo atroce delitto. Auspichiamo che i ragazzi 'coraggio' di Locri continuino a lottare superando le delusioni. Saremo tutti vigili per evitare che qualcuno pensi di utilizzarli per fini politici. Con questo slogan 'Ammazzateci tutti', i giovani ci hanno trasmesso un messaggio in cui si legge l'impegno per la lotta alla criminalità, ma si legge, anche, tra le righe, la richiesta di più Stato e più istituzioni capaci di sconfiggere questo cancro che ha colpito il Mezzogiorno e la Calabria".

Cocuzza presenta un libro sul delitto Fortugno

09/10 "Un anno dopo i ragazzi di Locri ci sono ancora: hanno creato l'associazione Fo.re.ver., Forum per la resistenza e la verità, non hanno disperso il patrimonio di presa di coscienza, di immagine nuova della Calabria. Mi auguro che la loro straordinaria rivolta possa influenzare tutti i giovani". Colpito dal moto spontaneo di ribellione scoppiato nella Locride un anno fa, dopo l'omicidio di Franco Fortugno, Michele Cucuzza ha scritto il libro 'Ma il cielo e' sempre più blu - Il delitto Fortugno e la rivolta dei giovani di Locri contro la 'ndrangheta', che esce il 18 ottobre per gli Editori Riuniti, con la prefazione dell'esperto Enzo Ciconte. L'intero ricavato della vendita andrà a Fo.re.ver. "Oltre all'arroganza dei killer, capaci di uccidere il vicepresidente del consiglio regionale nel pieno svolgimento delle primarie dell'Unione - racconta Cucuzza, siciliano di nascita, padre calabrese - mi colpirono quei ragazzi capaci di scendere in piazza in tutta la Locride per dire basta. Ricordo il loro striscione bianco, senza scritte, perché di fronte a certe forme di violenza non ci sono più parole, ma anche quello con la scritta 'E adesso ammazzateci tutti': un pugno nello stomaco che abbiamo riprodotto sulla copertina del libro". A quei giovani Cucuzza si è avvicinato "prima via Internet, per telefono e poi andando a trovarli quest'estate: ho scoperto così la loro volontà di avere un lavoro e la possibilità di progettare la propria vita". Il libro è una raccolta di punti di vista, dalla vedova Fortugno, la parlamentare dell'Ulivo Maria Grazia Laganà Fortugno, al superprefetto Luigi De Sena, dal vescovo di Locri monsignor Gian Carlo Bregantini all'ex presidente della Confindustria regionale Filippo Callipo, che da anni denuncia il malessere della vita degli imprenditori. Il titolo del libro, su suggerimento degli stessi ragazzi, riprende un brano di Rino Gaetano. A Cucuzza è appena arrivato via e-mail il grazie di Anna Maria Pancallo, una delle figure più note dei ragazzi di Locri: "Libri come questo ritraggono la determinazione, la passione civile e il coraggio di chi a Locri ha avuto il coraggio di indignarsi, raffigurano il volto onesto e sincero dei cittadini calabresi".

Gasparri “Passerella inutile”

09/10 ''La passerella del Presidente del Consiglio a Locri non è utile alla causa della giustizia". Così Maurizio Gasparri, della direzione politica di Alleanza Nazionale, commenta il viaggio di Romano Prodi nella Locride di oggi pomeriggio. "Ad un anno di distanza dalla morte di Francesco Fortugno - aggiunge Gasparri - sulla scena politica calabrese si è detto e scritto di tutto. Si è arrivati all'arresto dei presunti esecutori dell'omicidio, ma non è stato scovato il nome del mandante. Nome che probabilmente farebbe luce su possibili intrecci e le collusioni tra la 'ndrangheta e alcuni ambienti del centrosinistra''. "Quella della morte di Fortugno - prosegue Gasparri - è una storia ancora torbida. Il centrosinistra, in questi mesi, si è ben guardato dal fare autocritica e cercare di capire perché determinati ambienti, in Calabria, hanno votato per quella coalizione. A nulla è servito strumentalizzare un gruppo di giovani spaventati. Tra i partiti c'é imbarazzo, anche per quanto sta emergendo in inchieste che vedono coinvolti alcuni dei big regionali dei Ds, Nicola Adamo e Franco Pacenza. Tutto ciò consiglierebbe Prodi a rimanere a Roma, ma anche lì la terra inizia a mancare sotto i piedi". "La passerella di Locri - conclude Gasparri - serve a poco. Alla magistratura il compito di continuare con le indagini. Bisogna capire se gli intrecci tra la 'ndrangheta e alcune aree del centrosinistra siano reali e se in quell'ambito è maturato l'omicidio Fortugno"

 

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