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Prodi in Calabria commemora Fortugno
Prodi in Calabria commemora Fortugno e promette un poiano per combattere la mafia. La vedova "Omicidio mafioso con input politico". 09/10 La volontà di imporre la legalità in Calabria
è sempre più forte e condivisa all'interno del Governo.
E' con questo impegno che il presidente del Consiglio, Romano Prodi,
arriva in Calabria per rendere omaggio alla memoria del vice presidente
del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ucciso
quasi un anno fa, il 16 ottobre 2005. Una visita di poco più
di un'ora quella a Locri, che serve al premier per ribadire gli impegni
assunti quando scese come leader dell'opposizione. Il premier, per
prima cosa, va a rendere omaggio alla tomba di Fortugno, raccogliendosi
in preghiera insieme alla vedova, Mariagrazia Laganà, deputata
dell'Ulivo, ed ai parenti più stretti. "Mentre ero sulla
tomba di Francesco - dice il premier all'uscita dal cimitero - ho
ricordato tutte le altre vittime della criminalità. Sono qui
per dimostrare la volontà di un vero cambiamento e la piena
volontà del Governo ad approfondire sino in fondo i problemi
della mafia. Dobbiamo dare risposte a tutti quelli che chiedono giustizia
- aggiunge riferendosi, seppure indirettamente, alle richieste avanzate
nei giorni scorsi dai familiari di alcune vittime - e la mia presenza
qui ne è la dimostrazione concreta". Un concetto che il
premier riprende successivamente, nel corso della cerimonia per l'intitolazione
a Fortugno del pronto soccorso dell'ospedale di Locri. E' il dirigente
della terna commissariale che gestisce la Asl dopo il suo scioglimento
per infiltrazioni della criminalità, Antonio De Luca, a fare
gli onori di casa davanti al premier, al ministro dei trasporti, Alessandro
Bianchi, al vice ministro all'Interno, Marco Minniti, al presidente
della Regione, Agazio Loiero, all'assessore regionale alla sanità
Doris Lo Moro. Una cerimonia breve nel corso della quale viene scoperta
una targa alla memoria di Fortugno, posta all'ingresso delle sale
del pronto soccorso, e benedetta dal vescovo di Locri, mons. Giancarlo
Bregantini. "A Francesco Fortugno - vi è scritto - primario
di accettazione, pronto soccorso e astanteria, persona solare, disponibile
e generosa, riferimento certo per correttezza e professionalità.
Una mano assassina lo ha strappato alla vita ed alla sua missione
di medico esemplare". Un applauso accoglie le parole della vedova
che ribadisce la sua fiducia nel premier e avanza tre richieste: il
potenziamento dell' organico di magistrati e forze dell'ordine per
un'azione più incisiva nella lotta alla criminalità
organizzata; la realizzazione, da parte del Governo, di un piano straordinario
per il lavoro, soprattutto ai giovani; il sostegno dell' Esecutivo
alla sua richiesta di un coinvolgimento diretto della Procura nazionale
antimafia nelle indagini sull'omicidio del marito. Prodi specifica
subito di essere sceso in Calabria "anche se con poche cose in
mano per il poco tempo avuto a disposizione". Quindi traccia
quella che sarà la linea del Governo nella lotta alla criminalità
organizzata in Calabria e nel Mezzogiorno. "L'esperienza di questi
mesi ci dimostra - dice - che non c'é futuro economico se non
viene sradicata la criminalità. Nulla può venire se
non regna la legge". E per ottenere ciò, spiega, ha chiesto
ai suoi collaboratori ed al Governo la preparazione di "un'azione
insistente di lungo periodo, non teatrale ma profonda" contro
una criminalità che "sta devastando un'altra generazione".
Ed al riguardo, Prodi rivolge il suo pensiero ai ragazzi di Locri,
protagonisti di una reazione spontanea all'indomani del delitto Fortugno
che ancora prosegue. "Se questa lotta non viene fatta - dice
- anche i ragazzi di Locri dovranno emigrare e non c'é futuro
se una parte emigra e l'altra è vittima". E davanti a
quei ragazzi il premier prende un impegno: "tutta la società
deve essere cambiata. L'omicidio di Francesco ha segnato una linea
di non ritorno e noi dobbiamo interrompere quella linea". "Sono
qui - prosegue Prodi - per ricordare una persona virtuosa, vittima
di un mondo ingiusto. Ma insieme a lui ricordo anche tutti gli altri
che non sono stati uccisi o feriti, ma soffrono per la mancanza di
legalità. L'impegno è di dare alla Calabria tutti gli
strumenti perché la legge sia rispettata". Un impegno
che Prodi ribadisce, simbolicamente, stringendo la mano ai sindaci
della zona presenti mentre un applauso si leva al momento della sua
partenza dal centinaio di persone, in gran parte dipendenti dell'ospedale,
che hanno assistito alla cerimonia. Prodi: Un piano profondo per combattere la mafia 09/10 Per la lotta alla criminalità organizzata il presidente
del Consiglio, Romano Prodi, ha chiesto ai suoi "collaboratori
ed al Governo di preparare un' azione insistente di lungo periodo,
non teatrale ma profonda". A dirlo è stato lo stesso Prodi
intervenendo alla cerimonia per l' intitolazione a Francesco Fortugno
del pronto soccorso dell' ospedale di Locri. "La criminalità
- ha sostenuto il premier - sta devastando un' altra generazione.
Se questa lotta non viene fatta, anche i ragazzi di Locri dovranno
emigrare. Ma non c' è futuro se una parte emigra e un' altra
è vittima. Questo è un impegno che porteremo avanti
nei prossimi mesi". "Mi assumo un impegno davanti ai ragazzi
di Locri - ha proseguito Prodi -, tutta la società deve essere
cambiata. L' omicidio di Francesco rappresenta una linea di non ritorno
e noi dobbiamo interrompere quella linea. Questo è un impegno
forte che ho preso e che continuerò a prendermi". "Ancora
in troppe parti della Calabria - ha sostenuto poi il premier - l'
ospedale è l' unico riferimento economico di una zona. Non
possiamo andare avanti così. La lotta alla criminalità
si basa su programmi di sviluppo che devono essere legati in rete" La vedova “Un omicidio mafioso con input politico”. Le richeiste a Prodi 09/10 ''Bisogna indagare soprattutto in quella zona grigia in cui
e' maturato l'humus che ha fatto da sfondo all'omicidio di mio marito''.
Lo ha detto Maria Grazia Lagana', vedova di Francesco Fortugno e deputata
dell'Ulivo, in un'intervista al TG2. ''Non mi stanchero' mai di ripeterlo.
Quello di Franco - ha aggiunto - e' stato un omicidio-politico mafioso.
In alcune intercettazioni telefoniche, facenti parte dell'indagine
sul tentato omicidio dell'ex assessore regionale Saverio Zavettieri,
ci sono alcuni dialoghi inquietanti in cui si parla anche di mio marito
in termini non molto costruttivi. Per questo bisogna indagare in maniera
piu' approfondita. Io ritengo che un omicidio di questo livello non
possa interessare solo una parte della mafia. Credo che ci sia stato,
comunque, l'accordo di quelli che contano in questa organizzazione,
certamente con un input politico'' Fissato l’incidente probatorio per sentire i pentiti 09/10 Si terrà nei prossimi giorni l'udienza camerale dinanzi al Gip distrettuale di Reggio Calabria per effettuare l'incidente probatorio a carico dei due collaboratori di giustizia, Domenico Novella e Bruno Piccolo, che hanno consentito di individuare i presunti esecutori e mandanti dell'omicidio di Franco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso il 16 ottobre dello scorso anno a Locri. La richiesta è già stata depositata dalla Procura distrettuale antimafia al presidente della sezione Gip, Roberto Lucisano. "L'iniziativa - riferiscono fonti investigative - è proceduralmente corretta e costituirà formalmente un utile momento di cristallizzazione della prova che verrà utilizzata nel prosieguo del dibattimento". Nel corso dell'incidente probatorio, l'accusa e la difesa potranno interrogare i due collaboratori di giustizia e potranno così essere acquisite le eventuali prove emerse ai fini del giudizio dibattimentale, evitando il rischio della loro dispersione. Sul fronte delle indagini, intanto, si starebbe lavorando intensamente per verificare tutti i particolari resi dai due collaboratori di giustizia, non soltanto riguardo l'omicidio di Fortugno ma, più in generale, sul quadro criminale che ha caratterizzato la vita sociale e civile della Locride attraverso la faida tra i Cataldo ed i Cordì. "Quei fatti di sangue - dicono gli inquirenti - potrebbero diventare la cartina di tornasole di vicende che solo apparentemente sarebbero riconducibili al puro scontro di potentati mafiosi, dietro il quale si potrebbero celare inquietanti risvolti, con riverberi sulla gestione della sanità e della pubblica amministrazione in generale nella Locride". Laratta “Serve continuare la lotta alla mafia”. Presentata proposte anticrimine 09/10 ''Se è vero come è vero che con la finanziaria
varata dal Governo Prodi arrivano finalmente i primi importanti segnali
alla Calabria, è altrettanto vero che sul piano della sicurezza
e del contrasto alla mafia c'é ancora molto da fare".
Ad affermarlo è il deputato dell'Ulivo, Franco Laratta, annunciando
di farsi promotore in Parlamento "di un pacchetto sulla sicurezza
e sulla legalità". Per Franco Laratta "la visita
di Romano Prodi in Calabria è un gesto di sensibilità
istituzionale e di attenzione più volte manifestata verso la
nostra Regione. La Calabria si sviluppa prima di tutto se si vince
la difficile battaglia contro la criminalità, che deve condursi
con strumenti efficaci e risorse sufficienti. Il fatto che ad oggi
risultino impuniti decine di omicidi nella Locride e in Calabria,
è il segno tangibile dei limiti e delle carenze in seno agli
organi preposti a contrastare il fenomeno mafioso". "La
ricorrenza della drammatica morte di Franco Fortugno - ha detto Laratta
- deve essere momento di riflessione non fine a sé stesso,
ma uno stimolo ad avviare azioni mirate, incisive e sinergiche contro
la piaga criminale. Questo pacchetto dovrà contenere misure
straordinarie per la Calabria come il raddoppio degli organici in
magistratura, in particolare nelle Procure della Dda e delle forze
di intelligence. Occorre assegnare a questi organi le risorse economiche
necessarie per far fronte alle esigenze ordinarie. E' paradossale
che i magistrati debbano pagare di tasca propria il carburante per
gli spostamenti in auto. Le forze dell'Ordine dovranno essere dotate
di un organico molto più consistente di quello attuale per
presidiare, in via preventiva, le aree su cui Cosa nostra esercita
il suo predominio. E' inconcepibile che nella regione con il più
alto tasso di criminalità, talvolta si percorrono centinaia
di chilometri, senza trovare un solo posto di blocco". Per il
deputato dell'Ulivo "il pacchetto anticrimine dovrà contenere
anche un sistema di videosorveglianza da installare nelle aree sensibili
e nei grossi centri urbani per prevenire reati spesso consumati a
danno di cittadini inermi da parte di una microcriminalità
agguerrita e sempre crescente. Il pacchetto prevederà anche
un sostegno a tutti quei movimenti spontanei, come il movimento dei
'ragazzi di Locri', il mondo delle associazioni, il volontariato,
il mondo dell'istruzione, affinché possano operare proficuamente
nel campo della prevenzione e promuovere al tempo stesso cultura delle
regole e della legalità". "Speriamo - ha concluso
Laratta - che il Parlamento oltre a prendere in esame questa proposta,
calendarizzi al più presto il Pdl del Centro Studi Lazzati,
per impedire l'ingerenza mafiosa nelle istituzioni, presentato per
la terza legislatura consecutiva" I ragazzi di Locri e i parenti delle vittime “Lo Stato risponda” 09/10 ''In un anno, dopo l'omicidio del vicepresidente del Consiglio
regionale, Francesco Fortugno, abbiamo cercato in tutti i modi e con
tutti i mezzi a nostra disposizione di non far calare il silenzio
sulla Locride e su tutte le vittime innocenti cadute in questa guerra
dei calabresi onesti contro la 'ndrangheta''. A sostenerlo, in una
nota, sono Liliana Carbone, madre di Massimiliano, ucciso a Locri
il 24 settembre 2004; Mario Congiusta, padre di Gianluca, ucciso a
Siderno il 24 maggio 2005; Aldo Pecora, del Movimento dei ragazzi
di Locri "E adesso ammazzateci tutti", e Rosanna Scopelliti,
figlia del giudice Antonino, ucciso a Campo Calabro il 9 agosto 1991.
"Si tratta - aggiungono - di una guerra che combattiamo da soli,
famiglie vittime e ragazzi coraggiosi, una guerra che lo Stato non
vuole combattere. Ci abbiamo provato non solo con la denuncia, ma
anche con la satira dettata dalla sola forza della disperazione, regalando
nei giorni scorsi una protesi acustica ai nostri ministri, evidentemente
troppo sordi. Ora che finalmente i riflettori si stanno riaccendendo
su Locri e sulla Calabria, riteniamo svolto il nostro compito e non
ci resta che attendere. Crediamo sia dovere della politica e delle
istituzioni, e del presidente Romano Prodi in primis, rendere conto
ai calabresi del non-operato dei suoi ministri, così come é
diritto dei parlamentari e di tutti i rappresentanti istituzionali
calabresi essere ascoltati dal Governo perché rappresentano
cittadini e non sudditi. I calabresi onesti hanno una dignità
che nessuno può svendere o acquistare". "Crediamo
- conclude la nota - che siano evase le richieste contenute nelle
interrogazioni parlamentari presentate, nei mesi scorsi, in particolare
ai Ministri dell'Interno e della Giustizia, Giuliano Amato e Clemente
Mastella, in merito alla criminalità ed alla giustizia in Calabria.
Le nostre richieste sono urgenti e altrettanto urgenti devono essere
le loro risposte. Per i prossimi giorni organizzeremo manifestazioni
pacifiche per rivendicare i valori di verità e giustizia, che
fino ad oggi ci sono stati negati. Adesso impegnamoci tutti perché
è nostro diritto che lo Stato faccia insieme a noi il proprio
dovere" Iovene “perché in Calabria tanti casi irrisolti?” 09/10 "Accertare i motivi per i quali è così alta
la percentuale dei casi irrisolti in Calabria e nella Locride in particolare":
è la richiesta avanzata dal sen. Nuccio Iovene, dei Ds, in
una interrogazione al Presidente del Consiglio ed ai Ministri all'Interno
ed alla Giustizia. Iovene chiede anche di sapere "quali misure
si intendano adottare per coprire gli organici della magistratura
e delle forze di polizia al fine di garantire continuità e
qualità delle indagini". "Gli omicidi commessi nella
Locride in circa 20 mesi, dal settembre 2004 ad aprile 2005 - ha sostenuto
Iovene - sono complessivamente 28, a cui va aggiunta la scomparsa
di un operaio di S.Ilario dello Ionio, del quale non si hanno più
notizie dall'agosto del 2005. Allo stato risulta che le forze dell'ordine
avrebbero individuato e arrestato solo cinque responsabili, pari al
18% dei casi. Il 16 ottobre 2005, davanti al seggio per le primarie
allestito a Locri, è stato barbaramente ucciso Franco Fortugno,
vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. A seguito di
questo omicidio a Locri è nato spontaneamente un movimento
di giovani che si batte contro la mafia. Due persone sono state arrestate
a Locri per l'omicidio Fortugno. E' stata sciolta l'As 9 di Locri
per condizionamento mafioso. Tra le motivazioni che hanno portato
allo scioglimento è ricordata la gestione da parte delle cosche
locali, Cataldo e Cordì, di 16 strutture sanitarie private
accreditate. A Siderno, il 24 maggio 2005, Gianluca Congiusta, 32
anni, incensurato, titolare di alcuni negozi di telefonia, viene ucciso
da sicari della mafia". Iovene ha quindi rilevato che "la
situazione nella locride continua ad essere grave, come dimostrano
i dati relativi agli omicidi. Alla 'ndrangheta viene attribuita una
forte capacita' sotto il profilo economico, operativo, militare, una
presenza capillare in tutte le regioni del centro e del nord Italia,
e in numerosi Paesi stranieri, presenza che fa assumere alla mafia
calabrese le caratteristiche di una grande organizzazione globalizzata
e nel contempo fortemente radicata sul territorio". "In
questi ultimi anni - ha evidenziato il parlamentare dei Ds - le organizzazioni
mafiose in Calabria, hanno esercitato una notevole e sempre crescente
pressione su amministratori, sindaci, assessori, esponenti politici
e sindacali, imprenditori e commercianti calabresi. Senza contare
gli omicidi, sono stati oltre 300 gli episodi contro il mondo politico
e imprenditoriale calabresi: telefonate a tutte le ore della notte,
lettere minatorie che recavano pallottole e minacce di morte, incendi
in danno di civili abitazioni, sedi municipali e automobili, atti
intimidatori vari". Russo (DL) “Lo Stato non ha dato risposte” 09/10 "Il 16 ottobre dello scorso anno vi fu un attacco alle
istituzioni che Franco Fortugno rappresentava in qualità di
Vice Presidente del Consiglio Regionale, ma soprattutto alla voglia
di rinascita della regione che egli rappresentava col suo unico e
incondizionato stile di vita. Il suo impegno quotidiano ha dimostrato
che la politica anche in questa regione può essere dedizione
totale al popolo e lontananza dagli affari". Lo sostiene, in
una dichiarazione, il segretario regionale dei giovani della Margherita,
Giovanni Russo. "Ad un anno di distanza da quel tragico giorno
- aggiunge Russo - lo Stato però non è riuscito a dare
quelle risposte che noi giovani scesi in piazza a Locri ancora aspettiamo.
Purtroppo la mia impressione è che paradossalmente lo Stato
stia addirittura indietreggiando prevedendo nell'ultima finanziaria
la chiusura delle Prefettura e delle Questure di Crotone e Vibo Valentia
che, in territori martoriati dalla criminalità organizzata,
rappresentano un importante presidio dello Stato e quindi della legalità.
Facciamo affidamento alla grande sensibilità del presidente
Prodi per evitare che ciò accada e chiediamo di rafforzare
la Dda di Catanzaro, fornendola degli uomini e degli strumenti necessari.
Sono queste le risposte che la Calabria, definita dal Presidente del
Consiglio in campagna elettorale 'figlia prediletta', si aspetta per
diffondere sempre più quel messaggio di legalità che
per la nostra regione è la condizione necessaria per lo sviluppo
economico e sociale. La nostra nobile terra di Calabria non riesce
da sola a riemergere e per questo chiediamo proprio a Prodi di non
abbandonarla" Jole Santelli “Prodi assuma un impegno per scoprire la verità” 09/10 "La Calabria potrà dire di essersi riscattata quando
sarà fatta piena luce sulle collusioni politiche mafiose che
da anni opprimono lo sviluppo economico, sociale e civile della regione
e quando sarà fatta piena luce sull'omicidio del vice presidente
del consiglio regionale, Francesco Fortugno ucciso il 16 ottobre dello
scorso anno, così come del resto invoca la vedova, la deputata
della Margherita, Maria Grazia Laganà, che esorta forze dell'ordine
e magistratura a non fermarsi e di andare avanti e scoprire i mandanti
dell'omicidio del marito. Solo così la regione potrà
riscattarsi". Lo afferma, in una nota, Jole Santelli, ex sottosegretario
alla Giustizia e deputato di Forza Italia, commentando la visita di
Romano Prodi, che oggi pomeriggio si recherà a Locri sulla
tomba di Francesco Fortugno. Per la Santelli, "Prodi dovrebbe
assumersi, di fronte alla tomba di Fortugno, un impegno forte nella
direzione di scoprire la verità. Così come si impegnò
un anno fa, quando partecipò insieme a diversi autorevoli esponenti
del centro sinistra alla varie manifestazioni subito dopo l'assassinio
del vice presidente del Consiglio. Non servono promesse ma fatti concreti,
così come chiedono i familiari delle vittime per la 'ndrangheta.
Ci aspettiamo che Prodi chieda a magistratura e forze dell'ordine
di andare avanti nelle indagini sull'omicidio di Francesco Fortugno,
senza guardare le appartenenze politiche e che sia consapevole di
una realtà di una regione governata da una maggioranza di centro
sinistra in cui le posizioni di molti consiglieri regionali sono rese
ambigue dalle molte inchieste che li coinvolgono. La credibilità
di chi rappresenta oggi lo stato in Calabria è data da azioni
positive e non da passerelle che inducono soltanto i calabresi a sentirsi
strumentalizzati" Cherubino “Vogliamo sapere chi è il regista del delitto” 09/10 "Se qualcuno pensava di piegare le istituzioni uccidendo
Franco Fortugno, ha sbagliato di grosso. Le istituzioni sono vive
e vegete e lo dimostreranno il 12 ottobre in occasione del Consiglio
regionale convocato per commemorare Fortugno e il 16 a Locri durante
una grande manifestazione popolare alla presenza di autorità
politiche, militari e religiose". E' quanto ha detto il capogruppo
Sdi-Unità socialista in Consiglio regionale, Cosimo Cherubino,
commentando la visita del presidente del Consiglio dei Ministri, Romano
Prodi, oggi a Locri. "Compito della magistratura - ha aggiunto
Cherubino - è quello di andare avanti e cercare la verità
scoprendo i mandanti di questo atroce delitto. Bisogna mobilitare
le coscienze, riunendo tutti coloro che vogliono costruire una nuova
Calabria con un nuovo tessuto socio-economico e culturale che, da
una parte, blocchi la criminalità organizzata e, dall'altra,
crei lavoro per i giovani. I cittadini di Locri e di tutta la fascia
ionica non vogliono vivere nel timore e nella paura, ma chiedono un
futuro certo per i propri figli. Dopo la morte di Fortugno abbiamo
avuto un anno di successi investigativi e momenti di mobilitazione
e di lotta contro la mafia. Ma, in questi ultimi mesi, abbiamo registrato
anche momenti di calo di tensione, con tentativi di minimizzare il
livello dello scontro in atto". "In questi giorni - ha concluso
Cherubino - siamo preoccupati perché 'i ragazzi di Locri',
sono sempre di meno, mentre alcuni di loro temono strumentalizzazioni
politiche. Sono convinto che la Regione, il Comune di Locri, la Chiesa
locale e la scuola devono fare in modo che il delitto Fortugno non
cada nel dimenticatoio. Serve più mobilitazione popolare per
chiedere agli organi competenti la verità e il regista di questo
atroce delitto. Auspichiamo che i ragazzi 'coraggio' di Locri continuino
a lottare superando le delusioni. Saremo tutti vigili per evitare
che qualcuno pensi di utilizzarli per fini politici. Con questo slogan
'Ammazzateci tutti', i giovani ci hanno trasmesso un messaggio in
cui si legge l'impegno per la lotta alla criminalità, ma si
legge, anche, tra le righe, la richiesta di più Stato e più
istituzioni capaci di sconfiggere questo cancro che ha colpito il
Mezzogiorno e la Calabria". Cocuzza presenta un libro sul delitto Fortugno 09/10 "Un anno dopo i ragazzi di Locri ci sono ancora: hanno
creato l'associazione Fo.re.ver., Forum per la resistenza e la verità,
non hanno disperso il patrimonio di presa di coscienza, di immagine
nuova della Calabria. Mi auguro che la loro straordinaria rivolta
possa influenzare tutti i giovani". Colpito dal moto spontaneo
di ribellione scoppiato nella Locride un anno fa, dopo l'omicidio
di Franco Fortugno, Michele Cucuzza ha scritto il libro 'Ma il cielo
e' sempre più blu - Il delitto Fortugno e la rivolta dei giovani
di Locri contro la 'ndrangheta', che esce il 18 ottobre per gli Editori
Riuniti, con la prefazione dell'esperto Enzo Ciconte. L'intero ricavato
della vendita andrà a Fo.re.ver. "Oltre all'arroganza
dei killer, capaci di uccidere il vicepresidente del consiglio regionale
nel pieno svolgimento delle primarie dell'Unione - racconta Cucuzza,
siciliano di nascita, padre calabrese - mi colpirono quei ragazzi
capaci di scendere in piazza in tutta la Locride per dire basta. Ricordo
il loro striscione bianco, senza scritte, perché di fronte
a certe forme di violenza non ci sono più parole, ma anche
quello con la scritta 'E adesso ammazzateci tutti': un pugno nello
stomaco che abbiamo riprodotto sulla copertina del libro". A
quei giovani Cucuzza si è avvicinato "prima via Internet,
per telefono e poi andando a trovarli quest'estate: ho scoperto così
la loro volontà di avere un lavoro e la possibilità
di progettare la propria vita". Il libro è una raccolta
di punti di vista, dalla vedova Fortugno, la parlamentare dell'Ulivo
Maria Grazia Laganà Fortugno, al superprefetto Luigi De Sena,
dal vescovo di Locri monsignor Gian Carlo Bregantini all'ex presidente
della Confindustria regionale Filippo Callipo, che da anni denuncia
il malessere della vita degli imprenditori. Il titolo del libro, su
suggerimento degli stessi ragazzi, riprende un brano di Rino Gaetano.
A Cucuzza è appena arrivato via e-mail il grazie di Anna Maria
Pancallo, una delle figure più note dei ragazzi di Locri: "Libri
come questo ritraggono la determinazione, la passione civile e il
coraggio di chi a Locri ha avuto il coraggio di indignarsi, raffigurano
il volto onesto e sincero dei cittadini calabresi". Gasparri “Passerella inutile” 09/10 ''La passerella del Presidente del Consiglio a Locri non è
utile alla causa della giustizia". Così Maurizio Gasparri,
della direzione politica di Alleanza Nazionale, commenta il viaggio
di Romano Prodi nella Locride di oggi pomeriggio. "Ad un anno
di distanza dalla morte di Francesco Fortugno - aggiunge Gasparri
- sulla scena politica calabrese si è detto e scritto di tutto.
Si è arrivati all'arresto dei presunti esecutori dell'omicidio,
ma non è stato scovato il nome del mandante. Nome che probabilmente
farebbe luce su possibili intrecci e le collusioni tra la 'ndrangheta
e alcuni ambienti del centrosinistra''. "Quella della morte di
Fortugno - prosegue Gasparri - è una storia ancora torbida.
Il centrosinistra, in questi mesi, si è ben guardato dal fare
autocritica e cercare di capire perché determinati ambienti,
in Calabria, hanno votato per quella coalizione. A nulla è
servito strumentalizzare un gruppo di giovani spaventati. Tra i partiti
c'é imbarazzo, anche per quanto sta emergendo in inchieste
che vedono coinvolti alcuni dei big regionali dei Ds, Nicola Adamo
e Franco Pacenza. Tutto ciò consiglierebbe Prodi a rimanere
a Roma, ma anche lì la terra inizia a mancare sotto i piedi".
"La passerella di Locri - conclude Gasparri - serve a poco. Alla
magistratura il compito di continuare con le indagini. Bisogna capire
se gli intrecci tra la 'ndrangheta e alcune aree del centrosinistra
siano reali e se in quell'ambito è maturato l'omicidio Fortugno"
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