Maxi-blitz dei carabinieri che eseguono
30 arresti su 33 tra Calabria ed Emilia Romagna. Smantellata la cosca
Condello. Sequestrati beni per 50 milioni di euro. Svelati gli affari
della cosca. Estorsioni anche per lavori sulla A3. Gli arrestati.
16/03
Si è svolto questa notte un maxi blitx ad opera dei Carabinieri.
I militari dell'Arma hanno eseguito tra Calabria ed Emilia Romagna
33 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti della
cosca legata a Pasquale Condello, rimasto oggi il piu' temibile latitante
della 'ndrangheta. Trenta le persone catturarte. Le accuse sono di
associazione mafiosa, favoreggiamento personale, estorsioni e riciclaggio.
Gli inquirenti hanno documentato capillari attivita' estorsive nei
confronti di imprenditori e negozianti. I carabinieri hanno anche
sequestrato immobili, aziende, quote societarie, conti correnti, titoli
mobiliari e autoveicoli per un valore di 50 milioni di euro. Anche
il sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomata', sarebbe stato vittima
delle intimidazioni della cosca che voleva infiltrarsi nei lavori
del depuratore e della rete fognaria della frazione di Gallico.
Il Sindaco Falcomatà rifiuto
una richiesta estorsiva
15/03 Risale alla fine degli anni Novanta il tentativo di estorsione
fatto dalla cosca capeggiata dal boss latitante della 'ndrangheta,
Pasquale Condello, ai danni dell' allora sindaco di Reggio Calabria
Italo Falcomata', morto nel 2001. Al tentativo di estorsione si fa
riferimento nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di
Reggio Calabria, su richiesta della procura distrettuale, che ha portato
all' operazione ''Vertice'', fatta la scorsa notte dai carabinieri
del Ros, con l'arresto di 33 persone presunte affiliate alla cosca
capeggiata dal boss latitante. La richiesta estorsiva, per l'affidamento
dell' appalto ad un' impresa collegata alla cosca Condello per la
realizzazione del depuratore e della rete fognaria di Gallico, fu
rifiutata, secondo quanto si e' appreso, da Falcomata'. Nell'ambito
dell'operazione 'Vertice' i carabinieri hanno sequestrato beni mobili
ed immobili riconducibili alla cosca Condello anche in Emilia Romagna.
Tra i beni anche 5 aziende di autotrasporto a Cesena di cui e' titolare
Alfredo Lionetti, un imprenditore che, secondo l'accusa, sarebbe stato
collegato alla cosca Condello.
Gli arrestati
Questo l' elenco delle persone arrestate dai carabinieri nell' ambito
dell' operazione ''Vertice'': Michele Amato, di 58 anni; Consolato
Arconte (67); Carmelo Maurizio Barilla' (33); Sebastiano Callea (49);
Carmelo Giuseppe Cartisano (34); Francesco Catalano (38); Domenico
Consolato Chirico (55); Rodolfo Ciccone (34); Carmela Giuseppa Condello
(38); Giovanna Condello (35); Antonino D' Agostino (28); Giovanni
Fontana (61); Alfredo Ionetti (63); Alberto Francesco Lagana' (42);
Antonio Marino (52); Renato Marra (44); Osvaldo Salvatore Massara
(41); Bruno Morabito (73); Carmela Felicia Morabito (41); Giuseppe
Morabito (38); Andrea Pustorino (46); Francesco Roda' (51); Paolo
Roda' (38); Pasquale Scarpella (55); Antonino Suraci (56); Giovanni
Tripodi (58); Paolo Tripodo (42); Natale Vadala' (40); Andrea Vazzana
(39); Francesco Vazzana (36) e Pasquale Vazzana (65). Sono latitanti
Pasquale Condello, di 56 anni, capo dell' omonima cosca, e Giuseppe
Barilla' (38).
Svelati gli affari della “Cosca
Condello”
16/03 Due anni di indagini minuziose, di valutazioni di riscontri
di collaboratori di giustizia, hanno permesso alla Procura distrettuale
antimafia di Reggio Calabria di individuare il potente clan della
'ndrangheta capeggiato da Pasquale Condello, di 56 anni, da 18 latitante,
chiamato il 'Supremo' per il carisma criminale che esercita nell'organizzazione
malavitosa. A svelare le articolazioni militari e finanziarie della
cosca hanno contribuito in maniera determinante le dichiarazioni del
pentito Paolo Ianno', di 50 anni, ex fedelissimo di Pasquale Condello
e suo accompagnatore in molti summit di 'ndrangheta, nonche' killer
dell'organizzazione anti-destefaniana. I carabinieri del Ros e del
reparto operativo provinciale di Reggio Calabria, coordinati dal sostituto
procuratore distrettuale Santi Cutroneo, hanno portato alla scoperta
di una rete efficiente di protezione e di riciclaggio che operava
per conto di Pasquale Condello. Sul fronte economico, secondo quanto
e' emerso dalle indagini, la cosca poteva contare su Alfredo Ionetti,
73 anni, originario di Archi, il rione di Reggio Calabria dov'e' nato
Pasquale Condello, che era riuscito a mettere in campo un impero di
circa 50 milioni di euro, tra immobili e beni mobili, attivita' commerciali,
tra Roma e Cesena. E poi l'interesse delle cosche per la grande torta
del riciclaggio dei rifiuti e i lavori ai depuratori, come quello
di Gallico, nella periferia nord della citta', mai entrato in funzione,
i cui lavori sono stati spesso ripresi e interrotti. In questa vicenda,
il pentito Ianno' avrebbe fatto chiarezza anche sui particolari dell'attentato
nell'anno 2000 all'abitazione del sindaco scomparso Italo Falcomata',
al quale era stata inviata anche una lettera di morte. L'ex sindaco,
secondo quanto si e' appreso, fu minacciato perche' aveva accusato
la 'ndrangheta di bloccare i lavori. Dalle intercettazioni ambientali
dei dialoghi tra il boss Domenico Libri e l'imprenditore Matteo Alampi,
emerge chiaro l'interesse della 'ndrangheta reggina a gestire interamente
la partita della gestione dei rifiuti solidi urbani attraverso le
societa' miste create apposta e di cui fa parte anche il Comune. Nel
corso della conferenza stampa tenutasi stamani negli uffici della
Procura della Repubblica, sono intervenuti il procuratore, Antonino
Catanese, il sostituto distrettuale, Santi Cutroneo, il generale Giampaolo
Ganzer, comandante del Ros, ed il comandante provinciale dei carabinieri,
col. Antonio Fiano. ''Le indagini - ha detto Ganzer - sono state mirate
ai gangli operativi della cosca Condello, portando alla luce il sistema
che protegge la latitanza del boss e le innumerevoli attivita' finanziarie
gestite da prestanome e riconducibili alla sua persona''. Cutroneo,
coordinatore dell'inchiesta, ha invece sottolineato che ''la pericolosita'
della cosca che poneva in essere estorsioni, danneggiamenti ed ogni
altro atto tipicamente mafioso per gestire il malaffare sul territorio''
Estorsioni anche per lavori sulla
A3
C' e' anche un tentativo di estorsione ai danni di un' impresa aggiudicataria
di un appalto per i lavori di ammodernamento dell' autostrada Salerno-Reggio
Calabria nell' inchiesta condotta dalla Procura distrettuale di Reggio
Calabria che ha portato all' emissione di 33 ordinanze di custodia
cautelare nei confronti di presunti affiliati alla cosca capeggiata
da Pasquale Condello, di 56 anni, inserito nell' elenco dei 30 latitanti
piu' pericolosi del Ministero dell' Interno. Il tentativo di estorsione,
in particolare, sarebbe stato messo in atto ai danni dell' impresa
''Romana Inerti'', titolare di un appalto nel tratto dell' A3 compreso
tra Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Secondo quanto si e' appreso,
all' impresa era stato chiesto di versare una percentuale tra il 3
ed il 4 per cento dell' importo dei lavori, mentre tutto il calcestruzzo
doveva essere fornito da un' impresa che fa capo al presunto boss
di Campo Calabro Rocco Garonfolo. La cosca Condello avrebbe svolto,
inoltre, un' intensa attivita' di infiltrazione negli appalti e nei
servizi gestiti da enti pubblici. Gli investigatori hanno effettuato
alcune intercettazioni ambientali e telefoniche da cui emergono gli
interessi della 'ndrangheta nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
In particolare, da un dialogo tra il boss Domenico Libri e l' imprenditore
Matteo Alampi emerge l' interesse delle cosche in ordine alle societa'
miste costituite alcuni anni fa dal Comune di Reggio per quanto riguarda
la gestione delle discariche. Le cosche, inoltre, avevano puntato
i loro interessi su un progetto per la costituzione di una societa',
la Ecoservices, del valore di circa dieci miliardi di lire per lo
smaltimento del vetro e del cartone. Secondo quanto si e' appreso,
delle 33 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip, Anna Maria
Arena, ne sono state eseguite, al momento, 30. Tra gli irreperibili
ci sono Giuseppe Barilla' ed Andrea Pustorino, legati al boss Pasquale
Condello.
Ministro Pisanu: “Un altro
successo del piano De Sena”
''Un altro successo dell' attivita' repressiva prevista dal piano
De Sena'' contro la 'ndrangheta. Cosi' il ministro dell' Interno,
Giuseppe Pisanu, ha definito l'operazione dei carabinieri che ha condotto
all'arresto di 33 affiliati alla cosca Condello di Reggio Calabria.
Pisanu si e' ''vivamente rallegrato'' con il comandante dell'Arma,
generale Luciano Gottardo. Oltre agli arresti, ha rilevato il Viminale,
e' stato eseguito anche un sequestro di beni per complessivi 50 milioni
di euro,intestai ad alcuni prestanome, ma ritenuti proprieta' del
capo della cosca, Pasquale Condello, ancora latitante. Si tratta dio
immobili, quote societarie, conti correnti, titoli mobiliari e autoveicoli,
individuati in Calabria e in Emilia Romagna. Il ministro ha ricordato
che ''proprio l'aggressione alle ricchezze illecitamente accumulate
e' una delle linee di fondo della nuova strategia di lotta alla 'ndrangheta''
Sottosegreatrio Jole Santelli: “Importante
colpire le ricchezze”
''L'arresto di 33 affiliati alla cosca dei Condello di Reggio Calabria
rappresenta un altro successo dell' attivita' repressiva delle forze
dell'ordine contro la criminalita' organizzata''. Lo sostiene, in
una dichiarazione, il sottosegretario alla Giustizia, Jole Santelli.
''Le mie piu' vive congratulazioni - aggiunge - all' Arma dei carabinieri
che, con l'operazione Vertice, ha assicurato alla giustizia altri
esponenti di bande criminali, individuati in Calabria ed in Emilia
Romagna, ed ha sequestrato beni per 50 milioni di euro. Una delle
priorita' della nuova strategia di lotta alla 'ndrangheta e' proprio
quella di colpire ricchezze illecitamente accumulate, finalizzate
poi al finanziamento di altre attivita' illegali''.