Operazione della PS in Calabria.
Sgominata una banda della ndrangheta che trafficava in armie droga.
Minniti: “Significativi arresti”. Santelli “Un altro
passo importante”. Durante le indagini sventato un delitto.
10/02 Traffico di fucili kalashnikov e di sostanze stupefacenti e
lavoro nero di immigrati clandestini: era questo, secondo l' accusa,
il campo di azione dell' organizzazione criminale sgominata dalla
polizia con l' operazione Intreccio portata a termine stamani dallo
Sco, dal Commissariato di Siderno e della squadra mobile reggina con
l' arresto di 16 persone sulle 18 ricercate. Un' indagine lunga e
complessa, quella condotta dagli investigatori del Commissariato di
Siderno con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia
di Reggio Calabria, che ha preso le mosse dalla ricerca del latitante
Domenico D' Agostino, di 59 anni, arrestato il 13 gennaio scorso.
Indagando sui suoi possibili nascondigli, gli investigatori hanno
scoperto una rete di fiancheggiatori e successivamente le attivita'
criminali poste in essere dagli stessi, tutti, secondo la polizia,
legati al clan D' Agostino operante tra Locri, Sant' Ilario e Canolo,
ma che, nello specifico, aveva esteso il suo raggio di azione anche
su Polistena e Taurianova. Le indagini, hanno avuto buon esito, dal
momento che la polizia ha arrestato prima il latitante ed oggi i componenti
l' organizzazione. D' Agostino, latitante dal 2000, nell' ambito dell'
operazione Primaluce, per la quale e' stato condannato a 20 anni di
reclusione, in passato era stato condannato a 22 anni per la strage
di Razza' di Taurianova, nella quale, nel 1977, furono uccisi due
carabinieri che avevano violato un summit mafioso. Non solo, sempre
nel corso delle indagini, gli investigatori di Siderno, nel novembre
del 2004, hanno anche sventato un delitto che stava per essere portato
a termine da tre persone estranee agli indagati odierni, ingaggiando
pure un conflitto a fuoco. I tre, infatti, rubarono una Lancia Thema
di proprieta' di uno degli arrestati di oggi senza sapere che era
piena di microspie. Fu cosi' che gli agenti seppero del progetto di
omicidio ed intervennero bloccando l' auto. Uno dei tre sparo' ferendo
un ispettore, gli agenti risposero al fuoco ed i banditi fuggirono
a piedi. Uno fu arrestato il giorno successivo mentre gli altri due,
subito identificati, furono arrestati il 13 luglio del 2005 a Como.
Ad attenderli c' erano gli stessi agenti che avevano partecipato alla
sparatoria. Dalle intercettazioni e' emersa anche una grande disponibilita'
di armi che, tuttavia, non sono state trovate. Nei colloqui, pero',
alcuni indagati fanno espliciti riferimenti a mitra kalashnikov e
pistole ed al loro costo. La vendita delle armi, secondo gli investigatori,
serviva all' organizzazione per il proprio finanziamento. Sul fronte
stupefacenti, invece, l' organizzazione, secondo l' accusa, trattava
soprattutto cocaina e marijuana. ''La 'ndrangheta - ha rilevato al
riguardo il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, partecipando
alla conferenza stampa con gli investigatori prima di prendere parte
al vertice con le forze di polizia italiane e i rappresentanti delle
agenzie statunitensi Dea, Fbi e Ice sull' attivita' della 'ndrangheta,
con particolare attenzione al traffico di stupefacenti- ha un ruolo
centrale negli attuali canali dei traffici internazionali di stupefacenti''.
Durante le indagini sventato un
delitto
01/02 Durante le indagini che hanno portato, stamani, all' operazione
Intreccio, gli agenti del Commissariato della polizia di Stato di
Siderno hanno sventato un omicidio, ingaggiando, nel novembre 2004,
un conflitto a fuoco con i killer, estranei all' inchiesta odierna,
nel corso del quale un ispettore rimase gravemente ferito. I sicari,
infatti, che non hanno rapporti con gli arrestati di oggi, rubarono
una Lancia Thema di proprieta' di una delle persone bloccate stamani
e sulla quale gli investigatori avevano piazzato delle microspie.
Fu cosi' che gli agenti si resero conto che si stavano recando a compiere
un omicidio. Immediatamente due pattuglie in abiti civili del Commissariato
si misero alla ricerca della vettura, intercettandola a Riace, nella
locride. Quando gli agenti intimarono l' alt un uomo, che era sdraiato
sul sedile posteriore, si alzo' sparando con un fucile. I colpi ferirono
un ispettore ad una mano e ad un braccio. Gli agenti risposero al
fuoco, ma i banditi riuscirono a fuggire a piedi dopo avere abbandonato
l' auto. Uno fu arrestato il giorno successivo mentre gli altri due,
subito identificati, furono arrestati il 13 luglio del 2005 a Como,
dopo avere trascorso alcuni mesi di latitanza in Olanda. Ad arrestarli
furono proprio gli agenti che avevano partecipato alla sparatoria.
Operavano anche al nord
Sono sedici, compreso un minorenne, le persone arrestate dalla Polizia
nel corso dell' operazione ''Intreccio'' portata a termine stamani
dalla Polizia in Calabria e nel Lazio contro i componenti di un' organizzazione
accusata di essere dedita al traffico di stupefacenti ed armi ed allo
sfruttamento di immigrati clandestini. Altre due persone non sono
state rintracciate e vengono adesso ricercate. ''Con questa operazione
- ha sostenuto il questore di Reggio Calabria, Vincenzo Speranza incontrando
i giornalisti insieme al procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso
- abbiamo individuato e smantellato un' organizzazione criminale che
operava nell' intera regione e in citta' del nord''. Lavoro nero,
traffico di fucili kalashnikov e di sostanze stupefacenti erano il
campo di azione del gruppo criminale, la cui pericolosita' e' emersa
nell' ambito delle investigazioni dirette alla cattura di Domenico
D' Agostino, 59 anni, bloccato dalla polizia di Stato il 13 gennaio
scorso. Gli investigatori attribuiscono una posizione preminente tra
gli arrestati ad Antonio Stilo, di 37 anni, originario di Canolo,
ritenuto il ''braccio operativo'' del boss Domenico D' Agostino. Gli
arrestati sono Giuseppe Bambino, di 51 anni, di Taurianova; Ilario
Cavallo (27), di Caulonia; Svetlana Milchova Chontova (39) bulgara,
domiciliata a Melicucco; Giuseppe Collura (27), di Riace; Antonio
Gutta' (44), di Siderno; Domenico Infusini (33), di Siderno; Marco
Lavorata (24), di Caulonia; Vincenzo Fontana (37), residente a Roma;
Giuseppe Marciano' (27) di Locri; Napoli Francesco (33), di Polistena;
Santo Palamara, (25), di Africo; Giuseppe Ripepi (30), di S.Ilario
dello Ionio; Vincenzo Saraco (31), di Locri; Antonio Stilo (37), di
Canolo; Alberto Macri' (23), di Locri; ed un 17enne.
Indagini partite dalla ricerca di
un latitante
L' inchiesta che ha portato all' operazione Intreccio condotta all'
alba dalla polizia ha preso le mosse dalle indagini condotte dal Commissariato
della Polizia di Siderno per la ricerca del latitante Domenico D'
Agostino, di 59 anni, arrestato il 13 gennaio scorso. Indagando sugli
spostamenti dell' uomo e sui suoi possibili nascondigli, gli investigatori,
secondo quanto e' stato riferito, hanno scoperto una rete di fiancheggiatori
e successivamente le attivita' criminali poste in essere dagli stessi.
D' Agostino era latitante dal 2000, quando sfuggi' all' operazione
Primaluce fatta a Sant' Ilario dello Ionio, Locri e Canolo, nella
quale e' accusato di associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata
al traffico di sostanze stupefacenti e di armi. Nel processo che ne
e' scaturito e' stato condannato a 20 anni di reclusione. In passato
D' Agostino era stato condannato anche per la strage di Razza' di
Taurianova, nella quale, nel 1977, furono uccisi due carabinieri che
avevano violato un summit mafioso. Per quell' episodio l' uomo ha
subito una condanna a 22 anni di reclusione. Nel periodo della strage,
D' Agostino era sindaco di Canolo, incarico che era stato ricoperto
per oltre 40 anni anche dal padre, Nicola. Domenico D' Agostino, inoltre,
e' indagato, insieme ad altre 19 persone, per l' omicidio dell' imprenditore
edile Domenico Gullaci, assassinato il 13 aprile del 2000 con un ordigno
collocato sotto la sua automobile. Per l' assassinio di Gullaci nei
confronti di D' Agostino e degli altri indagati e' in corso l' udienza
preliminare.
Ceduti mitragliette e kalashnikov
Mitragliette skorpion, fucili mitragliatori kalashnikov e pistole:
erano queste le armi che, secondo l' accusa, trattava l' organizzazione
sgominata stamani dalla polizia che ha condotto un' operazione, denominata
''Intreccio'', per l' esecuzione di 18 ordinanze di custodia cautelare
in carcere. In alcune intercettazioni fatte nel corso delle indagini
coordinate dalla Dda di Reggio Calabria e condotte dal Commissariato
della polizia di Siderno, secondo quanto si e' appreso, ci sono espliciti
riferimenti ad una vasta disponibilita' di mitra e pistole ed al loro
costo. La vendita delle armi, secondo gli investigatori, serviva all'
organizzazione per il proprio finanziamento.
Minniti “Significativi arresti”
''Con l'arresto del latitante D'Agostino e le ordinanze emesse a
carico di altrettanti affiliati al suo clan, hanno fatto un importante
passo avanti le indagini avviate da oltre due anni dalla DDA di Reggio
Calabria''. E' quanto afferma in una nota il responsabile difesa e
sicurezza dei Ds Marco Minniti, a proposito dell'operazione realizzata
dalla Polizia in Calabria e Lazio. ''E' stato inferto un colpo significativo
- aggiunge - ad una pericolosa organizzazione criminale attiva nel
traffico di armi, droga e sfruttamento dell'immigrazione clandestina
con ramificazioni che vanno oltre il territorio calabrese''.
Jole Santelli “Un altro passo
importante”
10/02 ''Esprimo soddisfazione e faccio ancora una volta i miei complimenti
alla Polizia di Reggio Calabria che, con la cattura del latitante
Domenico D'Agostino e l'arresto di alcuni affiliati al suo clan, e'
riuscita stavolta a smantellare un'organizzazione criminale che operava
nell'intera Regione e nel Lazio ed era impegnata in traffico di armi,
droga e sfruttamento dell'immigrazione clandestina''. E' quanto ha
dichiarato il sottosegretario alla Giustizia, Jole Santelli, a proposito
dell’operazione di PS nel reggino. Quello di oggi è un
altro importante passo in avanti nelle indagini condotte da oltre
due anni dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria
che continua nel suo impegno volto a garantire la sicurezza”
Procuratore Grasso: “Ottimista
sull’esito delle indagini Fortugno”
'Sull' esito delle indagini sull' omicidio Fortugno sono ottimista''.
E' quanto ha detto stamane a Reggio Calabria il procuratore nazionale
antimafia, Piero Grasso, rispondendo a domande dei giornalisti nel
corso di una conferenza stampa relativa all'operazione compiuta nella
notte dagli agenti della polizia di Stato del commissariato di Siderno.
Stamane il Procuratore Grasso partecipera' anche ad un vertice, tra
le forze di polizia italiane e i rappresentanti delle agenzie statunitensi
DEA, FBI e ICE sull'attivita' della 'ndrangheta, con particolare attenzione
al traffico di stupefacenti.